23 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”

La comunione con il Maestro porta il discepolo ad ascoltarlo e a seguirlo per costruire una dinamica di autentica reciprocità in vista di un fecondo apprendimento.  Qui si fa l’esperienza di una conoscenza. 

Padre, la coscienza del nostro rapporto con Gesù, nostro maestro, ci introduca lentamente ad approfondirne la conoscenza, senso della nostra esistenza. Lo Spirito Santo ci guidi in questo itinerario esistenziale perché possiamo conoscere veramente il Cristo. AMEN

22 aprile 2024

IV DOMENICA DI PASQUA - ANNO B -

DOMENICA 21 APRILE 2024

At 4,8-12      1Gv 3,1-2      Gv 10,11-18

OMELIA

Conoscere Gesù è la grande avventura della nostra vita.

Più lo conosciamo, più conosciamo noi stessi e ritroviamo i criteri per costruire la nostra storia e la parola che si è continuamente ripetuta in questo brano evangelico, è Gesù che dice non solo “io sono il buon pastore”, ma “do la mia vita”.

Gesù è il buon pastore che dona la sua vita, ma cos'è questo dono della vita?

Allora rileggendo attentamente il testo evangelico emergono tre passaggi che ci illuminano su questo concetto di vita che vuol dire comunione: “Io sono la via, la verità e la vita”. Io sono la strada che condivide la bellezza di Dio perché gli uomini ne gustino la comunione fraterna.

E allora tre aspetti sui quali vogliamo riflettere perché possiamo percepire in Gesù il buon pastore che dà la propria vita.Io e il Padre siamo una cosa sola”, “il Padre conosce me e io conosco il Padre”: la bellezza della comunione intratrinitaria.

Se noi leggiamo attentamente il Vangelo di Giovanni ci accorgiamo che egli ci porta continuamente alla meravigliosa fraternità che esiste tra Padre e Figlio In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. La bellezza dell'esperienza di Gesù è la fraternità: E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me… È meglio che un uomo solo muoia… Per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi nell’unità.

Il punto di partenza della nostra vita è la meravigliosa unità Padre e Figlio per cui il Verbo incarnato Gesù entrando nella nostra storia ci rende partecipi di questa bellezza, il rapporto Padre e Figlio. Una delle domande che tante volte noi potremmo porci è quella di chiederci: perché viviamo? E la risposta è molto semplice: perché la nostra esistenza sia una interessante reciprocità fraterna che parte da questa meravigliosa esperienza, il rapporto Padre e Figlio. Guardare a Gesù è vederlo così unito con il Padre in una meravigliosa comunione.

E allora Gesù dà la vita per le sue pecore.

Quando noi sentiamo questa espressione “dare la vita” immediatamente noi pensiamo alla croce, ma se entriamo nel profondo del discorso di Giovanni, la vita è la meravigliosa esperienza che unisce Padre e Figlio in tutto il ritmo della loro storia. Ecco perché il cristiano è innamorato di Gesù, perché Gesù gli parla del Padre, lo introduce nella comunione con il Padre e gli dà la gioia di essere una persona sola con i fratelli, E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.

Ecco perché il secondo passaggio è veramente interessante per il cammino della nostra vita; l'esperienza cristiana è vivere la fraternità, condividere quel rapporto meraviglioso che esiste tra il Padre e il Figlio e che è il senso della nostra vita. Nati dalla comunione Padre e Figlio la nostra esistenza è vivere profondamente questa relazione. Non per niente andiamo sempre a quel momento in cui Dio ha creato l'uomo e lo ha creato con un termine al plurale facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza.

Se la vita di Dio è comunione, se la vita di Dio della rivelazione è Trinità, la bellezza della nostra esistenza è creare continuamente una gioia di fraternità: lui è il pastore, che raccoglie le pecore perché sia un solo gregge e un solo pastore... è la bellezza della nostra esistenza, chiamati ad entrare in una esperienza di autentica comunione quindi, dare la vita, è regalare agli uomini la comunione fraterna E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me. La bellezza di quella croce è attirare gli uomini a costruire una bellezza di fraternità.

Per cui il terzo passaggio diventa per noi estremamente significativo: la comunione nella gloria del cielo. Voglio che sia un solo gregge e un solo pastore, è la bellezza della nostra esistenza, il paradiso! Ecco perché il cristiano, nato dalla comunione Padre e Figlio, costruisce la sua esistenza in questa comunione meravigliosa, in attesa di quella gloria fraterna che sarà la gioia del cielo. In certo qual modo nati dalla comunione Divina costruiamo la comunione fraterna in vista di questa pienezza di gloria.

Ma come possiamo realizzarlo questo grande mistero? Gesù ce lo ha detto: conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

Cos'è la vita eterna? Che conoscano me e colui che hai mandato, Gesù Cristo tuo figlio.

La bellezza della nostra vita è diventare progressivamente il mistero di Gesù.

In certo qual modo le pecore vivono del pastore, il pastore regala le vita alla pecore e il pastore vuol fare in modo che ogni persona sia fraternità: è la bellezza della nostra vita! E allora se noi vogliamo raggiungere questa meta e realizzarla in autenticità dobbiamo essere le pecore che conoscono il pastore, che entrano nella comunione Padre e Figlio, che desiderano continuamente realizzare quella fraternità che noi gusteremo solo quando saremo in paradiso.

“Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”. Allora guardiamo a Gesù, guardiamo alla meravigliosa comunione che lo caratterizza con il Padre e desideriamo ardentemente entrare in questa fraternità del paradiso. Ecco perché Gesù è comunione Divina, fonte di comunione umana, principio di comunione gloriosa Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore, genera fraternità.

E allora quando ci poniamo la domanda - cosa sarà il domani? - Gesù ci dà chiaramente la risposta: saremo tutti in un giardino glorioso a cantare la bellezza di appartenere al rapporto amoroso Padre e Figlio nello Spirito Santo.

Ecco perché noi ci ritroviamo nell'Eucaristia: condividere lo stesso pane, accogliere lo stesso vino per essere un popolo solo che è innamorato della bellezza della vita che è comunione.

Questo sia il mistero che vogliamo condividere questa mattina nella certezza che la bellezza della vita è essere quelle pecore che conoscono il buon pastore, che amano entrare nella bellezza del rapporto Padre-Figlio per pregustare quella comunione gloriosa che sarà il paradiso, quando saremo tutti nell'unica lode della gloria del Padre.

Questo sia il mistero che vogliamo vivere e condividere in questa Eucaristia in modo che il buon pastore attraverso la sua presenza sacramentale ci orienti alla pienezza della gloria. Noi accogliamo il Signore attraverso il Pane eucaristico, attraverso la sua presenza sacramentale, domani lui stesso in paradiso passerà a darci da mangiare la sua gloria in una fraternità meravigliosa nella quale la nostra vita sarà veramente e pienamente realizzata, il Dio tutto in tutti, per essere Trinità vivente insieme a tutti i fratelli.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

"Le pecore lo seguono perché ascoltano la sua voce"

Il cammino della vita si costruisce attraverso l’ascolto del cuore che si mette in sintonia con il Maestro e i fratelli per operare un processo di vera comunione.

Padre, la bellezza della nostra storia quotidiana sta nell’aprire noi stessi al mistero della vita costruito con Gesù. Egli è il nostro grande Maestro. Lo Spirito Santo ci guidi in questo percorso di vita perché possiamo sempre incarnare la tua meravigliosa volontà di salvezza. AMEN

21 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Io sono il buon pastore”

Trovare una guida serena e seria nel costruire la propria esistenza è sicuramente un grande dono. Vuol dire elaborare un itinerario esistenziale che offre sicurezza. 

Padre, tu ci fai dono di un grande Maestro che riscalda il cuore e guida il pensiero: è Gesù. Lo Spirito Santo orienti a lui ogni nostra aspirazione perché possiamo essere sempre la tua concreta volontà. AMEN

20 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita."

Ogni dialogo interpersonale vive di una forte reciprocità poiché solo tale atteggiamento rende persone vere e costruttive di fratellanza. Da qui nasce una amicizia autentica. 

Padre, il tuo Figlio Gesù ci attira continuamente a sé perché progressivamente possiamo assumere la sua interiorità. Lo Spirito Santo ci guidi in questo cammino quotidiano perché possiamo cogliere la profondità del linguaggio del Maestro divino e gustarne il Mistero. AMEN 

19 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Chi mangia la carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”.

La comunione nel mistero rende la creatura partecipe della sua grandezza e fa respirare il dono che viene dall’alto. 

Padre, rendici partecipi della grandezza del tuo Figlio e gusteremo la bellezza dell’eterna beatitudine. AMEN

18 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“E tutti saranno istruiti da Dio.” 

La fecondità della fede scaturisce dal quotidiano ascolto della Parola che illumina la storia quotidiana e guida i passi di ogni discepolo. 

Padre, apri ogni giorno il nostro cuore all’ascolto della parola del tuo Figlio per essere suoi autentici discepoli e per venire trasformati dall’Amore. Lo Spirito Santo ci guidi per essere veri nello stile quotidiano della vita. AMEN

17 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” 

La persona di Gesù incarna la pienezza della nostra esistenza e in lui riscopriamo ogni giorno i criteri fondamentali della nostra storia quotidiana. L’amore alla vita matura con il Maestro divino. 

Padre, nella figura di Gesù riscopriamo ogni giorno la bellezza della nostra esistenza. A lui rivolgiamo il nostro pensiero e nello Spirito Santo lo incarniamo nel vissuto di tutti i nostri giorni. AMEN 

16 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Io sono il pane della vita.” 

La persona di Gesù è il centro dell’esistenza di ogni discepolo che in lui ritrova il vero valore della propria identità storica. 

Padre, nel tuo Figlio riscopriamo ogni giorno la luce per diventare persone evangeliche. Lo Spirito Santo ci prenda per mano e ci stimoli a crescere nel fascino del Maestro per dare al mondo una novità di vita veramente evangelica. AMEN 

15 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato.” 

La fede rappresenta la vera forza della vita perché aiuta a sperare anche l’impossibile nel succedersi degli eventi che la storia presenta continuamente. 

Padre, opera continuamente nella nostra esistenza perché sappiamo affidarci a Gesù nel travaglio della quotidianità. Lo Spirito Santo che da te procede ci sorregga in modo costante offrendoci la speranza che offre vita alle nostre anime. AMEN

 

14 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Dove c’è il Risorto, lì si vive in un clima di pace

Dove c’è il Risorto, lì si vive in un clima di pace, in lui appare la novità del mondo, emerge l’armonia dello spirito, nascono relazioni nuove, si respira la fecondità dell’esistenza. Accogliamo sempre il Maestro divino e nascerà un mondo rinnovato e ricco di speranza.

Padre, spalanca ogni giorno le nostre persone alla presenza del tuo Figlio Gesù per sentirci creature rigenerate nello Spirito Santo. Con lui vivremo nella tua misteriosa volontà per dare alla luce nuovi stili relazionali che generino una nuova umanità. AMEN

III DOMENICA DI PASQUA - ANNO B -

DOMENICA14 APRILE 2024

At 3,13-15.17-19      1Gv 2,1-5a                Lc 24,35-48

OMELIA

La bellezza di ritrovarci tutte le domeniche nella Divina liturgia è principio di contemplazione: il Cristo risorto è in mezzo a noi.

Una delle verità che la Chiesa apostolica poneva bene in luce attraverso gli scritti neotestamentari è evidenziare la presenza di Cristo nella Divina liturgia. E allora, dal brano che abbiamo ascoltato dell’evangelista Luca, cogliamo tre momenti che dovrebbero aiutarci a entrare nel mistero:

- la coscienza, come accennavamo domenica scorsa, della presenza del Risorto,

- il rivederne la presenza nella Divina esperienza liturgica, ma soprattutto,

- ritrovare nella contemplazione del Maestro la bellezza del senso delle Scritture, una Presenza eucaristica che ci permette di intuire il senso della rivelazione.

Innanzitutto la coscienza: Lui è presente! Quante volte ce lo siamo detto - e dobbiamo sempre ripetercelo - il Signore è qui, in mezzo a noi, il Signore sia con voi! Pace a voi! È l'ebbrezza che dovrebbe farci intuire la gioia di vedere il Maestro. In certo qual modo in quel saluto col quale si inizia la Divina liturgia noi gustiamo il Risorto, ne percepiamo la presenza e veniamo trasfigurati: Lui è in mezzo a noi!

Ed è molto bello come Gesù attraverso il racconto dell'evangelista vuol farsi riconoscere attraverso l'esperienza del banchetto. Attraverso quel linguaggio simbolico noi scopriamo come il Signore, che è qui presente in mezzo a noi, ci parla attraverso il rendimento di grazie. È molto bello nel silenzio orante gustare Gesù gloriosamente presente, egli ci dice il Signore sia con voi… in alto i vostri cuori… Rendiamo grazie al Signore nostro Dio… è veramente cosa buona e giusta, intuire in quelle parole la presenza reale del Risorto che, in mezzo a noi, vive la sua ultima cena. È il cristiano che riscopre la bellezza di stare con il Maestro.

Idealmente dovremmo vedere un tavolo, a capotavola il Maestro e noi attorno a Lui, gustandone la presenza, percependone la preghiera, gustando la trasformazione dei doni eucaristici. Ecco perché il cristiano quando viene ai Divini misteri è trasfigurato da questa presenza. Ma l'evangelista Luca aggiunge un particolare nel racconto che abbiamo ascoltato: leggere le Scritture guardando a Gesù.

Noi tante volte pensiamo che la Bibbia sia Parola di Dio, esiste un’unica Parola di Dio: il Cristo! Il Verbo! Colui che è entrato nella storia ci ha parlato del Padre e ha indirizzato la nostra esistenza in una imitazione continua della sua presenza. Egli ci legge le Scritture, ce le interpreta mentre lo stiamo contemplando!

Usando il linguaggio caro alla Divina liturgia: vedere la Parola!

Noi quando ascoltiamo le Divine scritture stiamo “udendo” delle parole, ma stiamo “vedendo” una persona, quella persona che ci ha accolti, quella persona che ci parla, quella persona che rende grazie, quella persona che nel momento in cui ci dona il pane il vino eucaristici ci dice: leggi le Scritture!

È interessante in particolare di questo brano evangelico mentre con i discepoli di Emmaus prima spiega le Scritture e dopo mangia con loro, nell'incontro con gli Undici, nell'incontro prima mangia e poi spiega le Scritture. Uno degli aspetti che giustamente vengono ricordati e dimenticati nella cultura celebrativa odierna è il momento contemplativo dopo la comunione. Noi pensiamo che, accolti i doni eucaristici abbiamo celebrato l'Eucaristia, non è affatto vero. Accogliamo i doni eucaristici per gustare la presenza del Maestro e in questa gustazione comprendiamo le Scritture! L'uomo, accolto il pane e il vino, il corpo e il sangue di Cristo, incomincia quella gustazione contemplativa per cui la parola che ha ascoltata diventa una parola interpretata. Diventa una parola che diventa la vita della nostra vita.

Come sarebbe bello, e tante volte ce lo siamo detto, se tornando a casa potessimo dire: “Non solo ho visto Gesù, ma Gesù mi ha parlato, ha interpretato le Divine scritture, mi ha dato il gusto della sua parola! Lui è penetrato in me con la sua parola e ha qualificato profondamente la mia esistenza. Così dice il Signore…”

Qualche volta dimentichiamo la ricchezza della parola gustativa di Dio che non è un libro, ma è una persona che si rivolge a noi con tutta la ricchezza della sua interiorità, che quella parola possa diventare vita della nostra vita.

Come noi conserviamo nel cuore le parole che le persone a cui vogliamo bene ci rivolgono, le meditiamo e diventano il parametro per tante scelte, così la Parola che noi ascoltiamo nella Divina liturgia diventa l'anima del nostro cuore.

Così stamattina Gesù mi ha detto... Non l’omelia, la Parola! Quella proclamata alla quale noi rispondiamo Rendiamo grazie a Dio! Lode a te o Cristo. Gloria a te o Signore, e quella comunione col pane e col vino diventa una presenza che ci permette di leggere e interpretare la Parola secondo il Vangelo. Non per niente nella celebrazione il canto alla comunione dovrebbe essere un versetto del Vangelo del giorno perché la bellezza della Parola che abbiamo ascoltata, diventa vita della nostra vita attraverso il pane e il vino, il Signore dentro di noi: lui abita, lui ci spiega, lui ci fa gustare e ci dà quel sapore di eternità che la parola di Dio ci salva continuamente. Ecco perché è bello riascoltare questo testo che abbiamo poc'anzi udito.

Dove incontriamo le Scritture in modo vero? Non quando leggiamo la Bibbia, ma quando ascoltiamo il Signore che realmente ci parla, ci illumina e ci dice: “Vivi la mia presenza come criterio della tua vita”. E allora questa Parola diventa il pane quotidiano, la parola della vita, la consolazione della storia di tutti i giorni e noi tutti diventiamo in quella Parola il mistero celebrato e vissuto: è la gioia di ragionare come Gesù, e allora riconosciamo la presenza del Maestro, è un visibile – invisibile, visibile nel rito, invisibile nella persona e in questo invisibile noi gustiamo un’eternità beata che ci dà la bellezza: “Mi ha parlato personalmente Gesù!”

E allora, nel silenzio del cuore, noi riusciamo a entrare nel mistero di Dio che parla.

Questa mattina siamo venuti qui dicendo al Signore Parla Signore perché il tuo servo ti ascolta, ritualmente ci sta parlando perché tornando a casa possiamo veramente avere il gusto “non sono solo!”, facendo risuonare nel cuore e nella mente questa meravigliosa esperienza: il Signore sia con voi! Pace a voi! Guardatemi sono proprio io! Fatemi mangiare con voi! E, di riflesso, le Scritture saranno la luce che guidano e illuminano i nostri passi.

Questo sia il mistero che vogliamo vivere: mangiare la Parola per essere, nelle scelte quotidiane, la Parola di Gesù vissuta istante per istante.

13 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Sono io, non abbiate paura!” 

Nella complessità della cultura odierna l’uomo è alla ricerca di un riferimento che gli possa dare una sicurezza. La presenza di Gesù offre una certezza che non delude: egli è sempre con noi!

Padre, la presenza del Figlio tuo Gesù nel travaglio quotidiano rappresenta una grande sicurezza che ci permette di respirare e di crescere nella fiducia. Inondaci con la forza del tuo Spirito di amore perché sappiamo costruire il presente nella ferma convinzione che non siamo mai soli. AMEN  

12 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

"Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui."

L’occhio di un cuore innamorato dell’uomo ne scopre le urgenze esistenziali e gli va incontro per appagarne i desideri vitali. È la bellezza della vera relazione fraterna.

Padre, il tuo Figlio Gesù si distingue per la sua attenzione nei confronti di coloro che lo seguivano. Egli li rinnova venendo loro incontro. Donaci nello Spirito Santo la vera accoglienza di ogni fratello perché nel cammino della storia maturi una autentica sensibilità umana. AMEN

 

11 aprile 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

"Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa."

Tra il Padre e il Figlio sussiste una intensa reciprocità in grande e meravigliosa comunione che dà alla luce la luminosa esperienza della risurrezione.

Padre, tu vivi una intensa relazione di comunione con Gesù, che incarna la tua misteriosa volontà. Lo Spirito Santo gli comunica i tuoi voleri e lo guida nell’obbedienza. Questo avvenga anche nel nostro quotidiano in un mirabile desiderio di fraternità. AMEN