OMELIA
Gesù domenica scorsa ci ha fatto contemplare l'atteggiamento del Padre innamorato della libertà dell'uomo, un Padre che genera libertà nella creatura e, il tutto, nella gioia della comunione fraterna.
La bellezza della storia della salvezza è tutta nella fecondità della
libertà e, questa mattina, attraverso la parola che abbiamo ascoltato cerchiamo
di contemplare Gesù, l’uomo libero, poiché, ogni volta che ci accostiamo a
qualunque tematica evangelica, il punto di partenza è sempre quello di contemplare
Gesù. Abbiamo notato la serenità con la quale Gesù ha annunciato il suo
destino.
Il testo di Luca che poc'anzi abbiamo udito ci ha detto come Gesù “liberamente”
si è consegnato all'oggi del Padre per amore dell'uomo. Infatti quando ci
accostiamo a Gesù, e ci accostiamo a Gesù nei momenti drammatici della sua vita,
notiamo in lui una grande libertà, pur nelle diverse drammaticità storiche. Se riandiamo
al racconto dell'ultima cena, secondo Giovanni, nel linguaggio della
descrizione del mistero d'amore con il quale ha amato l'umanità, per ben tre
volte si parla del traditore. La libertà è più grande dei tradimenti storici e
nello stesso tempo, quando entriamo nell'esperienza dell'orto degli ulivi, in
cui grossi interrogativi che lo hanno qualificato fino a farlo sudare sangue,Gesù
dice: “Padre se è possibile passi da me questo calice, ma non la mia, ma la tua
volontà sia fatta”.
Gesù ama l'essere libero e l'esperienza ancor più profonda della
libertà di Gesù è che “liberamente” si consegna a chi viene ad arrestarlo
poiché l'uomo veramente libero ama la libertà degli altri e, nel momento in cui
per questa libertà degli uomini va in croce, poiché egli è vissuto nella
libertà del consegnarsi per amore, risorge il terzo giorno. La risurrezione è
il Padre che ci dice: vivi la libertà che hai regalato a tutti gli uomini!
Allora intuiamo come la grandezza di Gesù è di avere un cuore
veramente libero.
Ma cosa vuol dire in Gesù e, di riflesso per ciascuno di noi, avere il
gusto della libertà? Se entriamo nella figura di Gesù, ci accorgiamo che la
libertà è un grande mistero di comunione: la comunione con il Padre, la
comunione con gli uomini. L'amore affascinante del Padre, l'amore oblativo per
gli uomini.
Spesse volte dimentichiamo queste due coordinate essenziali nella vita
del Maestro, che sono la sua libertà con il Padre e con l'intera umanità.
Cos'è la libertà se non partecipare all'amore insondabile di Dio? L'uomo
è veramente libero perché nel cammino della sua vita, con tutto il suo cuore, è
innamorato del Padre, fonte della libertà. La libertà è un grande dono che ci è
stato regalato nell'atto della creazione; in quel momento Dio ci ha resi
partecipi della sua libertà. Ma la libertà è anche un amore, anche coraggioso,
nei confronti degli uomini. Gesù si è rivelato “perfetto uomo” perché ha amato
la libertà dei suoi persecutori.
È qualcosa che l'uomo difficilmente riesce a comprendere perché noi
siamo schiavi delle nostre paure, interessi, prospettive. L'uomo veramente
libero associa sempre, come Gesù, il Padre e l'umanità. Ecco perché nel testo
della prima di Pietro c’è un canto di gioia e la prima di Pietro si rivolge ad
una comunità perseguitata: amare la libertà degli uomini, anche se
perseguitano. È il grande mistero che cogliamo nella vita di Gesù dove amare la
libertà dell'altro è adorare il mistero che è l'altro e quando l'uomo ama il
mistero dell'altro, con tutto il suo cuore, in quel momento è una libertà che
regala libertà.
Se riuscissimo a cogliere queste semplici sfaccettature del mistero di
Gesù ci accorgeremmo che, inevitabilmente, l'uomo che voglia godere la libertà
sempre viene crocifisso, l'uomo veramente
libero è un crocifisso perché è tutto amore per il Padre e per gli uomini,
in un mondo che non conosce né il Padre né la bellezza dell'essere uomini e
allora il martirio è normale. L'uomo che sceglie la libertà di Gesù,
inevitabilmente, è chiamato a donare la sua vita perché nel momento in cui il
cuore è pieno d'amore per tutti gli uomini, il cuore non può non traboccare
regalando amore a Dio e agli uomini, adorando il Padre nell'uomo che incontra.
Il cuore pieno di Dio e dell'uomo ha la gioia di regalare la vita.
Quando Gesù ci ha parlato del portare la croce nell'ordinarietà ci ha fatto
dono di questo regalo: essere creature liberate che danno libertà, come ha
fatto Lui.
È molto bello come, nel Vangelo di Giovanni, Gesù stesso vada incontro
a quelli che vengono ad arrestarlo prendendo lui stesso l'iniziativa dicendo: "Chi
cercate?"
Quando l'uomo è libero ed ama la libertà dell'altro non ha alcuna
paura nel rapportarsi con l'altro perché l'uomo libero interiormente ha un
cuore aperto a tutto e a tutti per regalare la gioia di vivere e la gioia della
vita è la libertà! Quando guardiamo il Crocifisso, potenza e sapienza di Dio,
lì scopriamo la scuola della libertà perché in quel Crocifisso c'è un amore
chiamato a donarsi fino all'estremo. E' quell'atteggiamento del Padre che ha
donato il suo Figlio, e sul suo esempio anche il Figlio ha amato fino in fondo.
L'uomo, che ha un cuore innamorato, è il martire della libertà. Guidati dallo
Spirito Santo dovremmo ritrovare questa esperienza favolosa che il Signore ci
regala attraverso la Scrittura che abbiamo ascoltato: non guardiamo mai alle
sofferenze, anche se sono molto incisive nella nostra struttura umana, ma
guardiamo la dinamicità di un cuore che è quello di Gesù, il quale compie le
opere del Padre e l'opera più bella del Padre è che l'uomo sia se stesso
secondo il disegno divino, qui l'uomo è veramente libero!
Anche davanti al martirio della storia, del feriale, dell’amare in
modo incondizionato dovremmo sempre vivere
questa esperienza, poiché ogni momento della vita può essere anche l'ultimo
momento della vita, in cui con Gesù gridiamo nella fede : “Tutto è compiuto!”
La vera libertà è consegnarsi al Padre regalando sangue e acqua ai
fratelli nella fede e all'umanità intera.
È l'eucaristia che stiamo celebrando!
Ricordiamoci sempre quando andiamo all'eucaristia sentiamo sempre
quelle parole: “offrendosi liberamente alla sua passione” e, secondo Paolo, “nella
notte in cui fu tradito”, e in questo cogliamo come Gesù fosse pienamente
libero nella sua oblazione d'amore. L'uomo che volesse essere veramente libero,
nell'eucarestia va alla scuola della libertà, e il cuore di Gesù che in quel
pane in quel vino penetra in noi, ci rigenera interiormente perché la sua libertà
diventi la nostra libertà.
Non dico che dobbiamo fare come i martiri della Chiesa antica che
davano monete d'oro ai loro carnefici come espressione di gratitudine, ma
dobbiamo dare monete d'oro ai nostri fratelli che ci crocifiggono perché ci educano
alla vera libertà, ad avere un cuore profondamente immerso in Dio nei fratelli:
ecco la bellezza dell'eucaristia!
“Nella notte in cui fu tradito prese il pane, prese il calice…. questo
è il mio corpo dato per voi, questo è il mio sangue versato per voi” è l'atto
massimo della libertà!
Entriamo in questo mistero che non è facile per noi uomini chiamati a
correre continuamente nella concretezza della vita. Chi è quel cristiano che
nel cammino della sua storia non abbia avuto momenti in cui abbia desiderato
anche il martirio fisico? Perché la bellezza di avere il cuore di Cristo è
regalarci liberamente.
Questa sia la bellezza della festa di oggi perché possiamo in Cristo
Gesù dire: grazie Signore, nella tua croce ci hai insegnato la tua libertà, fà
che ti possiamo contemplare Crocifisso e imparare da te quella libertà che diventa
libertà dando gioia ad ogni nostro fratello.
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