Is 60,1-6 Ef 3,2-3.5-6 Mt 2,1-12
OMELIA
Le immagini messianiche del
profeta Isaia, la visione teologica che ci offre Paolo nell’inno agli Efesini
aprono il nostro sguardo alla grandezza della rivelazione di Dio. Dio appare
all'uomo manifestando il suo amore per l'intera umanità perché ogni uomo possa
veramente ritrovare se stesso.
Per poter accedere al Mistero e
così contemplare tale verità noi dobbiamo entrare in un dialogo vivo e fecondo
con il Signore perché, se sul versante di Dio, Dio è grandioso e luminoso,
dall'altro l'uomo deve lasciarsi coinvolgere in questa storia divina.
La bellezza e l'originalità della
rivelazione si costruisce sulla fecondità di un dialogo. Dio è meraviglioso e
invade l'uomo venendo ad abitare con lui, e l'uomo nella sua libertà accoglie
in modo fecondo questa meravigliosa comunicazione. Se in verità desideriamo
accostarci ai magi di cui abbiamo ascoltato il cammino di ricerca della Verità,
ci accorgiamo che essi ci offrono tre elementi perché veramente questo dialogo
meraviglioso possa diventare il senso portante della vita in costante
situazione di ricerca.
Innanzitutto il punto di partenza
del loro cammino è una stella e quando noi siamo davanti a questa immagine
dobbiamo andare al di là di quello che la stella, in quanto tale, ci possa
rivelare: la stella è un linguaggio cosmico della trascendenza di Dio. L'uomo è
chiamato a lasciarsi affascinare da una grandezza divina che va al di là delle
proprie conoscenze, delle proprie attese, dei propri desideri. La bellezza per
giungere a godere la gloria di Dio presuppone che l'uomo vada al di là di se
stesso, si lasci prendere da una luce favolosa in cui collocare la propria
storia. L'uomo che non entra in questa trascendenza divina difficilmente
giungerà a vedere la gloria di Dio.
L'uomo in certo qual modo deve
spalancare la propria persona a qualcosa di grande, che vada al di là del
sensitivo.
Che cosa anima il cammino
dell'uomo in ricerca se non una bellezza che va al di là di quelle che sono le
semplici contingenze storiche? È la sete di infinito la forza motrice
dell'esistenza!
Quando l'uomo si lascia catturare
da questa sete di infinito incomincia a cercare e un simile atteggiamento
esistenziale passa attraverso la purificazione della storia, che si offre
continuamente attraverso la ricchezza problematica della quotidianità.
Se noi guardiamo il testo
evangelico al di là del linguaggio di Matteo, scopriamo una interessante novità
rispetto alla iconografia tradizionale. L'uomo che è in cammino, l'uomo che è in
ricerca deve abbandonare molte cose, deve abbandonare il suo modo di concepire
Dio, deve abbandonare quei linguaggi storici che sono appetibili dal sensitivo,
ma non dalla vita teologale! Deve porsi in una situazione di progressiva
purificazione interiore.
E’ l'uomo che deve giungere alla nudità
esistenziale perché solo così quel senso di ammirazione e di stupore che
rappresenta il terreno della vera fecondità spirituale apre il cuore alla
creatività di Dio.
È la bellezza del cammino della
fede.
Questi due parametri sono
fondamentali: una sete di infinito da una parte e, dall'altra, il lasciarsi
lentamente denudare dalla storia per essere rivestiti della gloria di Dio.
Di fronte ad un simile orizzonte,
appare al nostro sguardo la verità del percorso da seguire. I Magi arrivano a
Gerusalemme, pongono la domanda circa la nascita del messia, e ci accorgiamo
che la luce, che deve guidare la loro ricerca scaturisce dalla parola di Dio,
espressa dal profeta Michea.
Con un simile metodo emerge
chiaramente che nella ricerca del volto di Dio l'anima deve essere guidata
dalla Parola. Usiamo sempre la bella espressione del salmo 118 “lampada ai miei
passi è tua parola, luce sul mio cammino”. È la parola di Dio che pone nell'uomo
la verità della ricerca perché l'uomo è nato dalla parola di Dio. Ricordiamo
sempre l'inizio del prologo di Giovanni: “In principio era la Parola e la
Parola era presso Dio e la Parola era Dio, tutto è stato fatto mediante questa Parola”.
Se vogliamo veramente costruire la nostra esistenza in una ricerca autentica
della gloria di Dio dobbiamo lasciarci illuminare dalla Parola, perché la Parola
è per natura sua creativa.
Riandiamo sempre alla bella
immagine della creazione del mondo: “Dio disse e le cose furono fatte”. È il
mistero che deve penetrare in noi: ascoltare la Parola è avvertire quella
creatività di Dio che dà forza e speranza all'uomo in cammino perché la Parola
è una persona che entra nella nostra vita e determina i nostri comportamenti.
La Parola non sono le parole, la Parola
è una persona che sta aspettandoci al varco nelle nostre povertà per illuminare,
riscaldare, guidare fino in fondo la nostra esistenza.
Ecco perché il cristiano nel
cammino della sua vita continuamente attinge alla Parola la luce e la forza per
costruire il presente.
Quante volte lungo la giornata il
cristiano si pone la domanda: Signore, ma
qual è il mistero nel quale vuoi coinvolgermi? Qual è la strada che mi vuoi
indicare? Qual è la grande meta alla quale mi vuoi chiamare? E la parola
che Gesù ci rivolge è molto semplice: “Ascolta la mia parola che rappresenta il
sacramento di un amore che non ha confini, ascolta la mia parola! Ascoltala! E
io colmerò della mia presenza la tua sete di verità”.
Il cristiano, quando entra in
questo ritmo di vita, avverte una grande libertà interiore perché il Signore
con la sua presenza diventa una parola che giorno per giorno ama e guida.
Illuminati da quella parola del
profeta, i Magi ritrovano il vero senso di quella stella; essa non è più semplicemente
il segno di una trascendenza che proietta al di là del tempo e dello spazio, ma
è una trascendenza luminosa che è la Parola stessa di Dio. Dal segno cosmico
passiamo al segno teologale che ci apre al gusto del raggiungimento della meta
propria della ricerca. Guidati da quella stella che è la Parola, essi giungono
alla casa, vi entrano, adorano, accolgono, cantano la bellezza della vita.
Chiediamo allo Spirito Santo che la luminosità del Natale diventi per noi la
gioia di camminare avendo una sete continua della luminosità che è Cristo. Presi
per mano dalla sua parola che guida i nostri passi alla verità, quando ci
accosteremo alla mensa eucaristica, ci accorgeremo che stiamo camminando con la
Parola verso la Parola che ci sarà regalata nel corpo e sangue del Maestro.
Allora la nostra esistenza, profondamente rifatta, sarà un'esistenza evangelica
che sta camminando per poter gustare quella pienezza di gloria che tutti
desideriamo e che Dio nella sua libertà, quando vorrà, ci regalerà in tutta
pienezza.
-
Nessun commento:
Posta un commento