1 gennaio 2024
Nm 6, 22-27 Gal 4,4-7 Lc 2,16-21
OMELIA
La Chiesa,
dopo averci introdotti nella bellezza della Famiglia di Nazaret, oggi
sottolinea la maternità di Maria. Maria Madre di Dio: è la grande definizione
del Concilio di Efeso del 451.
La bellezza
di questa definizione fa di noi delle persone che si pongono la domanda: chi è
Maria? Una domanda che noi dovremmo porci perché entrare nella casa di Nazaret,
incontrare Maria e non entrare nel mistero della sua personalità vuol dire
essere assenti da quella presenza. Il Vangelo di questa mattina ci dà una
spaccatura della dimensione profonda della Madonna: Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo
cuore. Maria la donna del silenzio!
La bellezza
del Natale è il silenzio. Riandiamo sempre alla bella definizione dell'Incarnazione
di Sant'Ignazio di Antiochia: la parola
uscita dal silenzio di Dio. Dal silenzio “la Parola” è entrata nella nostra
storia perché la nostra storia possa gustare il silenzio di Dio e, in quel
momento, noi riusciamo a cogliere quella bellezza interiore che ci dice - È
bello vivere perché nel silenzio gusto la vita -, ma questo silenzio in Maria
si sviluppa in tre passaggi:
- il
silenzio dell'attesa,
- il
silenzio dell'accoglienza,
- il
silenzio della gustazione.
Silenzio
dell'attesa: ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola, è il silenzio dell'attesa che vuole
accogliere il mistero. Il silenzio è nient'altro che l'intensità di un cuore
che sta aspettando qualcosa di grande e di favoloso in cui costruire
effettivamente la propria esistenza. Il silenzio è la fecondità dell'accogliere
il Signore perché il silenzio, usando la bella espressione del Deuteronomio, è
il cuore che è pronto a ricevere la Scrittura dell'amore di Dio.
E allora la
maternità di Maria parte da questa esperienza di silenzio: eccomi, sono la
serva del Signore, il silenzio-disponibilità alla creatività di Dio. Il
silenzio è la condizione per poter accogliere il Signore e allora Maria, nel
silenzio, ha accolto il figlio di Dio, ha dato alla luce Gesù. È molto bello
come questa accoglienza da parte di Maria sia qualificata dal silenzio.
Se noi
andiamo alla vecchia liturgia romana, nella notte di Natale nella Basilica di
Santa Maria Maggiore, si celebrava il silenzio di Maria: l'accoglienza, che
permette a Maria di costruire la sua esistenza adorando il figlio. Potremmo
dire che l'atteggiamento di Maria a cui accennavamo ieri, a dodici anni, quando
Gesù pone la domanda - Perché mi
cercavate? - ecco che Gesù dice: Non
sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? Maria fa parlare il suo silenzio, Gesù fa
parlare il silenzio del suo rapporto con il Padre per cui, quando noi contempliamo
Maria, la contempliamo nel silenzio. Un silenzio accanto a Gesù per percepirne
il mistero.
Potremmo
affermare, senza difficoltà, che tutta la vita della Madonna è stata un
silenzio adorante. Chi è il mistero che sta davanti a me? Il dono di mio figlio!
È l'atteggiamento, di per sé, di ogni genitore che davanti a ogni figlio si
pone la domanda: qual è il mistero di questo figlio?
La mamma
donna di silenzio! E Maria, in questo secondo elemento, diventa per noi la
grande maestra: se vuoi conoscere Gesù mettiti in ascolto, accogli la sua
persona, rendila criterio della tua vita, affronta l'avventura della tua storia!
Amare il silenzio è amare l'avventura della vita. E allora il terzo passaggio:
il silenzio della conoscenza, il mistero della assunzione gloriosa. Il silenzio
diventa lode, diventa gustazione, il silenzio diventa conoscenza e allora, la
maternità di Maria che noi oggi celebriamo, passa attraverso questi tre
passaggi: il silenzio dell'attesa, il silenzio dell'accoglienza, il silenzio
della gustazione gloriosa. Si realizza il principio enunciato all'inizio di
Sant'Ignazio di Antiochia: l'Incarnazione
è la parola uscita dal silenzio di Dio,
il silenzio dell'attesa, la parola accolta nel silenzio, il silenzio della
contemplazione gloriosa.
Noi tante
volte dimentichiamo la bellezza di questo cammino che ci dovrebbe qualificare
fino in fondo e allora, il ritrovarci a contemplare la Madonna, deve portarci a
dire: rendici partecipi del tuo silenzio. Così gusteremo la bellezza di Dio
perché, nel silenzio usciamo da noi stessi, entriamo nello stupore,
nell'ammirazione, nella commozione e siamo davanti a quella luce intramontabile
che sarà la gloria eterna.
In questa Eucaristia
chiediamo a Maria Santissima la gioia di poter vivere di silenzio, per avere un
cuore di autentici innamorati: il silenzio di Dio ebbrezza della nostra vita. Chiediamo
allo Spirito Santo che ha fatto meraviglie in Maria che ci doni questo
meraviglioso regalo, vivere l'esperienza del Natale con la Madonna che serbava tutte queste cose meditandole nel
suo cuore e allora l'ambientazione diventa fecondità, diventa ebbrezza
della vita, diventa desiderio di una pienezza di gloria. Questa sia
l'esperienza che vogliamo fare all'inizio di un anno gustando quel silenzio di
Maria per poter veramente camminare nella bellezza di Dio, in attesa di quel
silenzio glorioso quando, in paradiso, il cuore innamorato sarà trasfigurato ed
eternamente godrà con Maria il Verbo incarnato in comunione con il suo divin Padre.
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