DOMENICA 14 GENNAIO 2024
1Sam 3,1-10.19-20 1Cor 6,13c-15a.17-20 Gv 1,35-42
OMELIA
Ogni volta
che ci poniamo la domanda - chi sia Gesù - la risposta che il Vangelo di questa
mattina ci offre è molto chiara “Venite e vedrete… e rimasero con lui quel
pomeriggio”. La bellezza d'essere
discepoli sta nel “seguire”, ma una domanda che nel tempo continuamente
rimbalza nel nostro spirito e che ci rende sempre giovani interiormente è chiederci:
chi è Gesù?
La nostra
esistenza è una avventura in quel venite,
vedrete - rimasero con lui e
rimanendo con lui risuona nelle nostre orecchie il grande annuncio di Giovanni:
«Ecco l'agnello di Dio!» In questa
espressione che l'evangelista Giovanni mette sul battezzatore noi comprendiamo
il “come” diventare veramente discepoli del Signore, analizzando quella parola “agnello
di Dio” dove l'evangelista Giovanni ci dice: la bellezza della nostra vita è
contemplare l'agnello! Ma cosa vuol dire questa parola “agnello” che
esistenzialmente diventa il senso della nostra storia? Allora noi cogliamo tre
significati in questa parola che rappresentano, o possono rappresentare,
l'itinerario interiore della nostra vita.
Agnello
vuol dire: Parola.
Agnello
vuol dire: potenza interiore di Spirito Santo.
Agnello
vuol dire: il crocifisso immolato sull'altare della croce.
E allora
intuendo questi tre passaggi noi riusciamo a capire quale siano i valori che ci
vengono comunicati da Gesù “rimanendo con lui”.
Innanzitutto
la prima traduzione della parola “agnello” vuol dire parola, e noi
immediatamente andiamo ai cantici del servo di Jahvè, ma soprattutto al prologo
dell'evangelista In principio era il
Verbo: Gesù è la Parola del Padre per cui, per conoscere Gesù, dobbiamo
sapere ascoltare la sua Parola, accogliere il suo mistero, diventare persone
che alla Parola continuamente si rifanno. In certo qual modo facciamo nostro il
testo che la prima lettura pone sulle labbra di Samuele Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta. La prima vocazione
del cristiano è stare in stato di ascolto e la parola è diventata carne. Ecco
perché il cristiano non ha delle prescrizioni, ma il cristiano nel senso più
profondo della sua vita è un appassionato di Gesù Parola del Padre! Ecco perché
il testo di Isaia Ogni mattina fa
attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati. Ecco allora -
chi è Gesù? - è la Parola del Padre per noi! E poiché la nostra esistenza nasce
da questo mistero Divino noi costruiamo la nostra storia in stato di continuo
ascolto, un ascolto che attraverso le orecchie giunge al cuore, ed è il secondo
significato della parola che noi stiamo cercando di vedere - agnello -
l'interiorità.
Nella prima
lettera di Giovanni c’è chiaramente un'espressione - agnello - come esperienza
interiore: l’unzione di Spirito Santo. Anzi, l'autore della prima lettera di
Giovanni dice - avete ricevuto l'unzione che grida in voi, Gesù - è ritrovare
non solo una parola da udire, ma una vita interiore da sviluppare. In una cultura
come la nostra, povera di interiorità, nel cammino della fede dobbiamo entrare
nel nostro cuore e percepire questa presenza dello Spirito. Innamorarci di
Gesù-Parola è lasciarci guidare continuamente dallo Spirito Santo, l'uomo
interiore, l'uomo che nel profondo del proprio cuore entra in una esperienza di
intimità profonda, è la Parola che diventa vita della vita.
È molto
bello tante volte, nella fantasia, vedere il momento in cui incontreremo Dio
Padre e allora, che cosa ci dirà Dio Padre quando ci incontrerà in quel
momento? Qual è stato il senso della tua vita?
E noi,
seguendo il testo evangelico di questa mattina, diremo: il tuo Figlio-Parola entrata nel mio cuore!
È percepire
questa ricchezza interiore che fa la nostra storia!
Perché
l'uomo di oggi è drammaticamente scontento? Perché non ha la gioia della vita
interiore, quella realtà interiore che gli permette di essere uomo che ascolta,
uomo che ama, uomo che crea, uomo che pensa! Entrare in questa bellezza…
Ecco il
secondo significato: “Ecco”, l'interiorità della nostra esistenza. Paolo ha una
bella definizione Cristo abiti mediante
la fede nei vostri cuori, l'uomo interiore è il capolavoro dello Spirito
Santo e allora il terzo passaggio: ecco l'agnello, Gesù sulla croce!
È molto
bello come l'evangelista Giovanni nel momento in cui esprime l'atto di Gesù che
muore o, meglio, che si consegna nelle mani del Padre, utilizzi l'immagine del
sacrificio degli agnelli nel tempio: Gesù è oblazione.
La bellezza
della nostra vita è dire con Gesù tutto
è compiuto e restituì lo spirito,
fare della nostra esistenza un consegnarci al mistero ineffabile del Padre.
È
interessante guardando Giovanni che il Gesù che muore, è dopo che si è
consegnato. La nostra esistenza come regalata, restituita, riconsegnata alla Fonte
della vita. Ecco Gesù che diventa il senso portante della nostra esistenza, la
Parola che penetra il cuore, il cuore che conduce la persona, l'oblazione
interiore di restituzione.
Quando
conosceremo veramente Gesù? Stando con lui, ma quando lo vedremo faccia la
faccia! In quel momento saremo avvolti da una luce ineffabile e in
quell'istante egli sarà tutto in ciascuno di noi. Ecco perché il tempo è
nient'altro che il sacramento attraverso il quale, lentamente, Gesù si fa
conoscere perché ci parla, perché dimora in noi, perché ci fa condividere i
suoi sentimenti, come Paolo dice abbiate
in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù e allora, la
bellezza di ritrovarci questa mattina nell'Eucaristia, è seguire l'invito di
Giovanni il battezzatore Ecco l'agnello
di Dio! Siamo entrati in chiesa e la Parola ci ha raggiunti, abbiamo
elevato lo sguardo verso l'alto nella preghiera e lo Spirito Santo è diventato
creativo in noi, ci siamo incamminati nella storia del quotidiano e il corpo e
il sangue di Cristo sono diventati vita della nostra vita. Ecco perché la
bellezza di questa domanda: dove abiti Maestro?
Venite e vedrete… E rimasero con lui… Erano le quattro del pomeriggio, perché
la bellezza della nostra vita è essere alunni di Gesù il quale ci prende per
mano, ci dà il suo Spirito e ci dice: “Io sono con te!” È la bellezza della Celebrazione
eucaristica e allora, tornando a casa, abbiamo la stessa percezione che hanno
avuto quei due discepoli quella mattina “rimasero con lui”, la Chiesa domestica
è la bellezza del quotidiano con Gesù. Viviamo così il mistero con tanta
serenità: se Cristo è con noi, chi può essere contro di noi? Gustiamo questa
presenza. Ecco l'agnello! Ecco la presenza del Padre! Ecco la speranza della
vita! E allora in questa Eucaristia sentiamoci rigenerati camminando in quella
novità che viene dall'alto dove il Signore è il nostro Signore e con lui
possiamo veramente crescere, camminare e desiderare il pieno compimento della
nostra storia.
Nessun commento:
Posta un commento