14 aprile 2024

III DOMENICA DI PASQUA - ANNO B -

DOMENICA14 APRILE 2024

At 3,13-15.17-19      1Gv 2,1-5a                Lc 24,35-48

OMELIA

La bellezza di ritrovarci tutte le domeniche nella Divina liturgia è principio di contemplazione: il Cristo risorto è in mezzo a noi.

Una delle verità che la Chiesa apostolica poneva bene in luce attraverso gli scritti neotestamentari è evidenziare la presenza di Cristo nella Divina liturgia. E allora, dal brano che abbiamo ascoltato dell’evangelista Luca, cogliamo tre momenti che dovrebbero aiutarci a entrare nel mistero:

- la coscienza, come accennavamo domenica scorsa, della presenza del Risorto,

- il rivederne la presenza nella Divina esperienza liturgica, ma soprattutto,

- ritrovare nella contemplazione del Maestro la bellezza del senso delle Scritture, una Presenza eucaristica che ci permette di intuire il senso della rivelazione.

Innanzitutto la coscienza: Lui è presente! Quante volte ce lo siamo detto - e dobbiamo sempre ripetercelo - il Signore è qui, in mezzo a noi, il Signore sia con voi! Pace a voi! È l'ebbrezza che dovrebbe farci intuire la gioia di vedere il Maestro. In certo qual modo in quel saluto col quale si inizia la Divina liturgia noi gustiamo il Risorto, ne percepiamo la presenza e veniamo trasfigurati: Lui è in mezzo a noi!

Ed è molto bello come Gesù attraverso il racconto dell'evangelista vuol farsi riconoscere attraverso l'esperienza del banchetto. Attraverso quel linguaggio simbolico noi scopriamo come il Signore, che è qui presente in mezzo a noi, ci parla attraverso il rendimento di grazie. È molto bello nel silenzio orante gustare Gesù gloriosamente presente, egli ci dice il Signore sia con voi… in alto i vostri cuori… Rendiamo grazie al Signore nostro Dio… è veramente cosa buona e giusta, intuire in quelle parole la presenza reale del Risorto che, in mezzo a noi, vive la sua ultima cena. È il cristiano che riscopre la bellezza di stare con il Maestro.

Idealmente dovremmo vedere un tavolo, a capotavola il Maestro e noi attorno a Lui, gustandone la presenza, percependone la preghiera, gustando la trasformazione dei doni eucaristici. Ecco perché il cristiano quando viene ai Divini misteri è trasfigurato da questa presenza. Ma l'evangelista Luca aggiunge un particolare nel racconto che abbiamo ascoltato: leggere le Scritture guardando a Gesù.

Noi tante volte pensiamo che la Bibbia sia Parola di Dio, esiste un’unica Parola di Dio: il Cristo! Il Verbo! Colui che è entrato nella storia ci ha parlato del Padre e ha indirizzato la nostra esistenza in una imitazione continua della sua presenza. Egli ci legge le Scritture, ce le interpreta mentre lo stiamo contemplando!

Usando il linguaggio caro alla Divina liturgia: vedere la Parola!

Noi quando ascoltiamo le Divine scritture stiamo “udendo” delle parole, ma stiamo “vedendo” una persona, quella persona che ci ha accolti, quella persona che ci parla, quella persona che rende grazie, quella persona che nel momento in cui ci dona il pane il vino eucaristici ci dice: leggi le Scritture!

È interessante in particolare di questo brano evangelico mentre con i discepoli di Emmaus prima spiega le Scritture e dopo mangia con loro, nell'incontro con gli Undici, nell'incontro prima mangia e poi spiega le Scritture. Uno degli aspetti che giustamente vengono ricordati e dimenticati nella cultura celebrativa odierna è il momento contemplativo dopo la comunione. Noi pensiamo che, accolti i doni eucaristici abbiamo celebrato l'Eucaristia, non è affatto vero. Accogliamo i doni eucaristici per gustare la presenza del Maestro e in questa gustazione comprendiamo le Scritture! L'uomo, accolto il pane e il vino, il corpo e il sangue di Cristo, incomincia quella gustazione contemplativa per cui la parola che ha ascoltata diventa una parola interpretata. Diventa una parola che diventa la vita della nostra vita.

Come sarebbe bello, e tante volte ce lo siamo detto, se tornando a casa potessimo dire: “Non solo ho visto Gesù, ma Gesù mi ha parlato, ha interpretato le Divine scritture, mi ha dato il gusto della sua parola! Lui è penetrato in me con la sua parola e ha qualificato profondamente la mia esistenza. Così dice il Signore…”

Qualche volta dimentichiamo la ricchezza della parola gustativa di Dio che non è un libro, ma è una persona che si rivolge a noi con tutta la ricchezza della sua interiorità, che quella parola possa diventare vita della nostra vita.

Come noi conserviamo nel cuore le parole che le persone a cui vogliamo bene ci rivolgono, le meditiamo e diventano il parametro per tante scelte, così la Parola che noi ascoltiamo nella Divina liturgia diventa l'anima del nostro cuore.

Così stamattina Gesù mi ha detto... Non l’omelia, la Parola! Quella proclamata alla quale noi rispondiamo Rendiamo grazie a Dio! Lode a te o Cristo. Gloria a te o Signore, e quella comunione col pane e col vino diventa una presenza che ci permette di leggere e interpretare la Parola secondo il Vangelo. Non per niente nella celebrazione il canto alla comunione dovrebbe essere un versetto del Vangelo del giorno perché la bellezza della Parola che abbiamo ascoltata, diventa vita della nostra vita attraverso il pane e il vino, il Signore dentro di noi: lui abita, lui ci spiega, lui ci fa gustare e ci dà quel sapore di eternità che la parola di Dio ci salva continuamente. Ecco perché è bello riascoltare questo testo che abbiamo poc'anzi udito.

Dove incontriamo le Scritture in modo vero? Non quando leggiamo la Bibbia, ma quando ascoltiamo il Signore che realmente ci parla, ci illumina e ci dice: “Vivi la mia presenza come criterio della tua vita”. E allora questa Parola diventa il pane quotidiano, la parola della vita, la consolazione della storia di tutti i giorni e noi tutti diventiamo in quella Parola il mistero celebrato e vissuto: è la gioia di ragionare come Gesù, e allora riconosciamo la presenza del Maestro, è un visibile – invisibile, visibile nel rito, invisibile nella persona e in questo invisibile noi gustiamo un’eternità beata che ci dà la bellezza: “Mi ha parlato personalmente Gesù!”

E allora, nel silenzio del cuore, noi riusciamo a entrare nel mistero di Dio che parla.

Questa mattina siamo venuti qui dicendo al Signore Parla Signore perché il tuo servo ti ascolta, ritualmente ci sta parlando perché tornando a casa possiamo veramente avere il gusto “non sono solo!”, facendo risuonare nel cuore e nella mente questa meravigliosa esperienza: il Signore sia con voi! Pace a voi! Guardatemi sono proprio io! Fatemi mangiare con voi! E, di riflesso, le Scritture saranno la luce che guidano e illuminano i nostri passi.

Questo sia il mistero che vogliamo vivere: mangiare la Parola per essere, nelle scelte quotidiane, la Parola di Gesù vissuta istante per istante.

Nessun commento:

Posta un commento