Domenica 29 dicembre 2024
1Sam 1,20-22.24-28 1Gv 3,1-2.21-24 Lc 2,41-52
OMELIA
L'evento del Natale
ci ha regalato la figura di Gesù e, davanti al mistero di questo bambino, nasce
nella comunità cristiana un interrogativo: chi è Gesù? Ed è molto bello che nel
brano che abbiamo ascoltato vengono definite le tre sfaccettature della sua personalità:
-
docile ai suoi
genitori,
-
egli dialogava con
gli uomini,
-
nella prospettiva di
gustare la comunione con il Padre.
Tre coordinate della sua personalità.
Innanzitutto se noi
guardiamo Gesù egli vive come ogni buon ragazzo della sua epoca: con i suoi
genitori va a Gerusalemme per compiere l'esperienza rituale. Maria e Giuseppe lo
hanno educato alla signoria di Dio. Come ogni pio ebreo Egli andando al tempio
non faceva nient'altro che dire che la sua esistenza era immersa nella signoria
Divina. Cos’era il tempio se non la presenza della gloria di Dio? Andare al
tempio è entrare in questo mistero che respirava la presenza del Divino, ecco
perché una prima coordinata che noi cogliamo della personalità di Gesù è quella
del rapporto con il Padre attraverso la gioia di essere figlio che cammina nel
tempo e nello spazio.
Ma il secondo
aspetto è ancor più luminoso quando, di ritorno da Gerusalemme, i suoi genitori
lo ritrovano che sta dialogando con i maestri delle Legge. Non solo egli è il
luogo in cui celebra la presenza del Padre, ma è il luogo con il cui egli
dialoga con l'uomo. Una delle esperienze più belle della personalità di Gesù è
dialogare con la storia. Immerso negli uomini nella quotidianità egli
costruisce la sua esistenza dialogando con gli uomini il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, è la sua
presenza che illumina continuamente la nostra storia e ci dà la capacità di
intendere l’oggi del Padre. Educato alla comunione Divina egli, nel dialogo con
gli uomini, regala ad essi la bellezza di appartenere alla gloria di Dio.
È bello vedere
questo bambino che con i dottori della Legge parla del Padre, in quel dialogo
noi cogliamo la bellezza della sua interiorità. Educato dai suoi genitori egli
parla del Padre con gli uomini, è quel meraviglioso rapporto che noi cogliamo
nella personalità di Gesù. Egli tutto con gli uomini era tutto con il Padre e
allora, in questo dialogo, emerge l'aspetto più difficile della comprensione di
chi sia Gesù.
Perché mi cercavate? Non sapevate che io
devo occuparmi delle cose del Padre mio? La sua esistenza è tutta racchiusa nel mistero del
Padre. Ecco perché quando noi ci accostiamo alla figura del Maestro dobbiamo
tener presente tutte e tre queste componenti: tutto uomo, tutto in dialogo con
gli uomini, tutto immerso nel mistero del Padre, in una meravigliosa sintesi
esistenziale. Infatti quando ci poniamo la domanda - come possiamo camminare
con Gesù nel tempo e nello spazio? - dobbiamo cogliere tutti questi tre
elementi: vivere innanzitutto la concretezza
della vita di tutti i giorni. Egli con Maria e Giuseppe viveva la storia di
ogni pio ebreo, è quell'incontro con la ferialità che caratterizza la sua
personalità: vero uomo! Ma quest'uomo veramente meraviglioso è chiamato a
dialogare con gli uomini.
Alla presenza di
Dio nel tempio parla con i dottori e i sapienti della Legge perché Egli è la
pienezza del mistero della rivelazione, vero uomo comunica agli uomini la
grandezza e la bellezza di Dio. Ecco perché quando noi ci accostiamo alla
personalità del Maestro dobbiamo cogliere questo secondo aspetto che ci deve
continuamente illuminare: Gesù che nel cammino della sua vita ci parla del Padre.
Ma qui entriamo nel
terzo passaggio che è il mistero della sua personalità. E’ interessante
l'affermazione che fa l'evangelista Luca davanti al dialogo tra Maria e Gesù Ma essi non compresero ciò che aveva detto
loro. Egli è il mistero di Dio entrato nella storia.
Ora questo terzo
aspetto ci fa intuire una grossa verità che dovrebbe continuamente
accompagnarci nel cammino della nostra esistenza: essere immersi nel mistero
divino, una vita ordinaria, dialogando con gli uomini, immersi nella grandezza
del mistero di Dio. Questa è la bellezza della nostra vita, coniugare questi
tre aspetti che fanno la sintesi della nostra personalità.
Educare un ragazzo
alla vita nella famiglia è portarlo davanti a questi tre aspetti: vivere la vita di tutti i giorni dialogando
con gli uomini e con la storia immersi nel divino. E allora la domanda che
si pongono i genitori: Perché ci ha
fatto questo? Perché la bellezza di Gesù è entrare nel dialogo
dell'eternità beata. Noi viviamo, camminiamo con lui, ma per fare della nostra
vita una continua immersione nella grandezza dell'amore: il rapporto con il Padre.
Ecco perché il
Natale non è solo Gesù bambino, ma Natale vuol dire imparare a conoscere chi
sia veramente Gesù, vero uomo che cammina con gli uomini per gustare con gli
uomini la grandezza del Padre. È la bellezza della nostra vita quotidiana. Ecco
perché il cristiano ha sempre dentro di sé questo intenso desiderio: vivere il
quotidiano immerso nel Divino per dare speranza ad ogni fratello che la Provvidenza
ci fa incontrare.
Ecco perché il cristiano
continuamente entra in questi tre aspetti della personalità di Gesù, per essere
vero, essere autentico, per essere veramente uomo con gli uomini, per dialogare
con la luminosità dell'Eterno… È quello che noi stiamo vivendo in questo
mistero eucaristico. Portiamo qui la nostra vita quotidiana, dialoghiamo con
gli uomini che camminano con noi, ma perché insieme dobbiamo entrare nel
mistero del Padre nel quale la nostra vita è veramente vera e autentica.
Come sarebbe bello
se tornando a casa dalla celebrazione eucaristica potessimo dire: “Com'è bello
vivere il quotidiano immersi nel Divino!” Faremmo l'esperienza della bellezza
della vita che non si vede semplicemente nelle cose contingenti di tutti i
giorni, ma ci introduce in quella bellezza divina che è la grandezza della
nostra vita umana. Con Gesù nel tempo, con Gesù con gli uomini, con Gesù nel
dialogo con il Padre! Ecco la bellezza della nostra vita e chiediamo allo
Spirito Santo che le nostre vite familiari si possano veramente incarnare
queste tre coordinate esistenziali, per poter dire che la bellezza della nostra
vita è contemplare in profondità il volto del Padre, meta di ogni nostro più
profondo desiderio e, quando lo vedremo faccia a faccia, potremmo veramente
dire: “È bello vivere, essere uomini tra gli uomini, è bello dialogare in
questo grande desiderio d’ essere immerso in quella luce eterna che è il Padre
in cui la nostra vita sarà finalmente e pienamente realizzata!”
La vera famiglia
umana è un capolavoro di eternità nel tempo perché il tempo possa immergerci in
quella eternità per cantare per sempre la gioia di essere uomini che vivono nel
tempo e nello spazio.
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