05 maggio 2025

III DOMENICA DI PASQUA - ANNO C -

DOMENICA 4 MAGGIO 2025

At 5,27b-32.40b-41      Ap 5,11-14      Gv 21,1-19       

OMELIA

La bellezza di questa terza apparizione del Risorto ai discepoli la potremmo riscoprire con una semplice affermazione: la Chiesa è il luogo della reale presenza di Cristo. Gesù è apparso nel cenacolo per ben due volte e ha confermato i discepoli sulla sua presenza di risorto, ma questa esperienza della risurrezione è una realtà che avvolge tutta la Chiesa.

Infatti qual è il senso di questa pesca miracolosa, con quel numero misterioso di 153 grossi pesci, se non la convinzione profonda che tutta l'umanità è chiamata a conoscere Gesù?

Non è sufficiente che gli Undici riscoprano il Maestro, tutti gli uomini devono ritrovare la bellezza del Maestro e, in questo, appare la figura misteriosa del discepolo che Gesù amava, questo personaggio veramente misterioso attorno al quale ruota il mistero della Chiesa. Egli appare nel Cenacolo quando reclina il volto sul petto di Gesù e alla croce con Maria e la riceve come madre nella Chiesa e qui, sul lago di Tiberiade, che proclama la presenza del Risorto, ma soprattutto è colui che la Chiesa continuamente accoglie in vista della pienezza della gloria.

Il discepolo che Gesù amava è ogni cristiano.

Infatti una delle osservazioni che dovremmo continuamente riproporre al nostro spirito è la radicale convinzione che ognuno di noi è il discepolo che Gesù amava! Prendere coscienza di questo grande mistero che avvolge tutta la nostra vita. Infatti chi è in profondità il discepolo che Gesù amava se non colui che fa della sua vita una sequela continua del Maestro?

Infatti qualI sono le caratteristiche di questo discepolo?

L'intimità con il Maestro, la testimonianza, colui che vive della persona di Gesù. Ecco il cristiano!

Il cristiano è colui innanzitutto che reclina il capo sul petto di Gesù, è colui che ha l'intimità con il Maestro. Il cristiano non è colui che fa tante cose. Il cristiano è colui che nel cammino della sua vita ordinaria è un innamorato di Gesù e si lascia continuamente attirare nel suo mistero. Siamo gli “amati dal Maestro”. Questa prima verità dovremmo cercare di acquisirla profondamente dentro di noi: siamo gli amati da Gesù. E quando noi partiamo da questa convinzione, che siamo gli amati dal Maestro, è chiaro che noi nella nostra vita il Maestro lo vediamo.

È interessante come i sette che erano a pescare non hanno riconosciuto il Maestro, il discepolo sì, È il Signore! Perché la gioia della nostra vita è costruire ogni frammento della nostra esistenza in un fascino che ci conquista continuamente perché il Signore è il Maestro nella nostra storia. Il discepolo che Gesù amava vive del Risorto. Ecco perché noi abbiamo una profonda esperienza di Gesù, in lui viviamo, con lui camminiamo, per lui facciamo le nostre scelte quotidiane. Senza il Risorto noi non possiamo vivere, e allora perché l'evangelista Giovanni ci ha raccontato questo miracolo della pesca miracolosa, se non per dirci che noi apparteniamo a Cristo, che noi apparteniamo alla Chiesa, che noi siamo la Chiesa e la Chiesa è la comunità di coloro che si riconoscono in Gesù risorto.

Spesse volte noi pensiamo che la Chiesa sia uno stile di comportamento. La Chiesa è l'innamoramento diuturno del Maestro come criterio fondamentale della nostra esistenza. E allora questa Chiesa è il discepolo che Gesù amava e tutto ciò che nella Chiesa si sviluppa è solo un mistero di amore. Ecco allora la figura di Pietro: Mi ami più di costoro? E questo per ben tre volte, perché la bellezza del discepolo è essere continuamente oggetto dell'amore di Gesù. Anzi, se il discepolo che Gesù amava riconosce il Maestro nella storia, Pietro è l’amato che ci guida giorno per giorno verso la pienezza del paradiso attraverso il suo esempio: Seguimi!

La Chiesa vive del Maestro, si lascia amare dal Maestro e lo segue continuamente: è la gioia d’essere Chiesa! Noi tante volte abbiamo una visione di essa molto esteriore, molto giuridica e dimentichiamo la bellezza che la Chiesa è nient'altro che l'essere amati da Gesù, riconoscere in essa il Risorto per camminare con lui giorno per giorno verso la pienezza della gloria. Questa è la bellezza d’essere Chiesa!

Uno degli interrogativi che tante volte noi dovremmo porci è quello se siamo veramente innamorati di Gesù.

Lui è la Chiesa.

Camminando con lui costruiamo un mondo nuovo, entriamo nella speranza che viene dall'alto e possiamo dire che in lui scopriamo la gioia di vivere giorno per giorno. Ecco perché questa mattina noi abbiamo ascoltato la conclusione del Vangelo di Giovanni il quale ci dice che la Chiesa è il Risorto in mezzo a noi.

Viviamo questa bellezza, il Risorto non è una teoria, è una presenza che ci affascina.

Viviamo di lui giorno per giorno, camminiamo nella sua luce, gustiamo continuamente la sua presenza e allora, se nel cammino feriale questo Risorto sarà l'anima della nostra anima, anche noi faremo parte di quei 153 pesci che, nella bellezza del cielo, sono raccolti per contemplare eternamente il volto del Padre. È la grande meta della nostra esistenza: essere di Gesù, dono del Padre, in attesa di gustare quella luminosità eterna che è il paradiso, nella quale ognuno di noi, per grazia, si troverà nel Maestro pieno di gioia, pieno di speranza, in attesa di quel canto glorioso che sarà il canto con tutti i fratelli nella Gerusalemme del cielo.

 

Nessun commento:

Posta un commento