«Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
La
vita dell’uomo si costruisce nella libertà divina che chiama a sé l’uomo nel
momento che ritiene più opportuno. La vita quotidiana si costruisce dall’incontro
di due libertà: la libertà creatrice di Dio e la libertà obbediente dell’uomo.
È
l’incontro meraviglioso tra la libertà di Dio che crea e la libertà obbediente
dell’uomo.
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita».
L’anima
è chiamata a essere aperta alla creatività divina che agisce nella sua grande
libertà nel cuore di ogni uomo. Siamo sempre attenti alla creatività divina che
ha i suoi tempi e i suoi momenti per apparire nella storia degli uomini. Lo Spirito
Santo ci guidi sempre nell’obbedienza al Mistero di Dio.
«Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino… Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
La
vita del discepolo si costruisce alla luce della Parola di Dio che diventa la
luce evangelica per ogni discepolo del Signore. Con questo metodo di vita
pregustiamo la calorosa luce del paradiso che avvolge il nostro quotidiano e ci
orienta all’eternità beata.
«Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere».
Lo
Spirito Santo è la forza divina che opera nella persona dei battezzati di
fronte alla mentalità del mondo contemporaneo.
La
sua presenza è certezza di vittoria e luce nelle oscurità del tempo.
«Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno… vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.»
Attraverso
questi segni storici negativi Gesù vuol preparare la comunità all’incontro con
la fine dei tempi.
Gesù
vuol far sì che la comunità sia attenta alla venuta finale del Maestro per
gustarne il dono della salvezza nella prospettiva degli ultimi giorni.
«In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
La
fecondità della vita feriale sta nell’offerta totale di se stessi alla fonte di
ogni dono attraverso il quotidiano rendimento di grazie.
Qui
scopriamo l’originale della fecondità spirituale nel cammino quotidiano della
vita.
Il malfattore disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Il
volto di Gesù assume il dramma del malfattore e lo rende partecipe della sua
gloria. Gesù è sorgente di speranza per l’uomo che si affida a lui e fa sperare
ogni umana creatura in qualunque disagio storico si possa trovare.
“La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri.
La
gioia di entrare nell’assemblea dei fedeli si incarna nel gustare la presenza
gloriosa del Maestro divino che illumina la mente e risalda il cuore.
In
questo gustiamo la gioia nel contemplare il volto di Gesù.
Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace!».
Chi
accoglie il Signore nella ricchezza della fede gusta il dono della vera pace.
In essa il discepolo viene collocato nella vera armonia interiore e può
camminare nel dono dell’armonia spirituale dove il Cristo è tutto in tutti. Qui
troviamo la gioia di vivere e di camminare nello Spirto Santo.
“Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.”
Chiunque
si impegni nella riconoscenza vive la fecondità di Dio, costruisce la
comunione, offre fecondità che cammina in novità di vita per un futuro sempre
nuovo.
L’uomo
vivendo nell’impegno vive la fecondità di Dio e si rinnova ogni giorno nella
luce che viene dall’alto.
In
questo l’uomo gusta la gratuità divina.
«Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Gesù
è presente nella storia dell’uomo per indicargli la via per realizzare la
propria identità umana. In tal modo la creatura è pienamente se stessa per
portare a compimento il progetto salvifico pensato dal Padre circa la
realizzazione della creatura umana.
Allora il cieco gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
La
fede è una forza divino-umana che ti permette di leggere la storia dal punto di
vista di Gesù con la conseguenza che il laico battezzato ritrovi la bellezza di
appartenere alla fonte della vita.
La
sua presenza riempie la persona nella certezza che l’opera di Dio è attiva
mentre rinnova la struttura ammalata di chi aspetta la guarigione.
«Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Ogni
uomo attraverso la fede diventa discepolo di Gesù, assumendo la ricchezza della
sua personalità. Il valore che consegneremo al Padre sarà una vita che ha
personalizzato la storia del Maestro divino per essere in sintonia con il suo
cuore. La nostra esistenza sarà un quotidiano assumere la mentalità di Cristo
Gesù incarnandola.
Gesù disse al Samaritano purificato: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Il
dono della salvezza passa attraverso la fecondità del rendere gloria a Dio. La
bellezza del miracolo sta in un meraviglioso incontro tra la gratuità dell’azione
divina e il senso eucaristico del cuore umano.
«Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo».
Gesù
in queste parole esprime la convinzione che la vocazione a seguirlo deve essere
una sintesi di due valori: l’amore a Gesù e l’amore alla storia quotidiana.
Essere innamorati di Gesù appartiene alla vita del discepolo che in lui coglie
il senso fondamentale della propria esistenza: il legame radicale con Gesù e l’accoglienza
della storia di tutti i giorni.
Qui
scopriamo l’intenso e inscindibile rapporto con Gesù e con l’uomo in una
sintesi esistenziale sempre nuova.
«Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
La
persona di Gesù rappresenta il centro della storia di ogni discepolo che nella
personalità del Maestro fa le sue scelte quotidiane. La creatura in lui vive,
risorge e gusta la comunione eterna con il Padre e l’ebbrezza dello Spirito
Santo.
Questa
è la vita eterna a cui è chiamato ogni cristiano.
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.»
Gesù
orienta i discepoli perché entrino nella spiritualità delle beatitudini, poiché
la meta della loro esistenza è diventare il riflesso del mistero del Maestro
divino.
Nel
vivere di lui e come lui cresciamo nel dono della santità.