Ap 5,6-14 Eb 1,3-12 Lc 24,35-48
OMELIA
Il
Signore è presente in mezzo a noi quando, nello Spirito Santo, ci scambiamo il
perdono: questo è il messaggio che Gesù ci regalava domenica scorsa. Il Maestro
oggi ci aiuta a entrare in maggiore profondità: egli non è solo in mezzo a noi
quando condividiamo la bellezza e la profondità della misericordia, ma la sua
presenza in mezzo a noi è il principio interpretativo della storia stessa. E’
la bella visione che ci offre il libro dell'Apocalisse che potremmo definirlo
come il criterio per leggere con speranza e nella luce del Vangelo la storia
contemporanea.
Il
brano infatti potremmo suddividerlo in tre passaggi: uno implicito nel brano
che abbiamo letto, uno nella soluzione degli interrogativi, il terzo è il
risultato di chi, con il Vangelo, legge la propria storia. Innanzitutto il
primo passaggio espresso da quel libro, che è scritto all'interno e all'esterno,
e che nessuno riesce a leggere; tant'è vero che il veggente “piange” perché
quel rotolo con tutte quelle iscrizioni è veramente incomprensibile.
È il
grande interrogativo dell'uomo contemporaneo che, davanti alla storia, agli
avvenimenti e alla cultura odierna non riesce a coglierne il significato.
L'uomo che in modo vero vuole dare senso alla vita oggi si trova in difficoltà,
è subissato da eventi con tanti punti di domanda. L'uomo nella sua sensibilità
soprattutto quando percepisce il dramma della storia dell'esistenza non può non
piangere. E allora, davanti a questo scenario, appare Colui che è stato ucciso
ed è risorto. La storia è incomprensibile, camminiamo nell'oscurità del senso,
ma appare l'agnello “immolato e ritto in piedi”, è colui che prende quel rotolo
e ne dà la grande interpretazione: la bellezza di conoscere il Cristo è dare
significato all'esistenza. Attorno all'Agnello c'è la condivisione del senso più
profondo della vita, nel suo mistero di morte e resurrezione Gesù interpreta la
nostra storia e con l'Agnello possiamo camminare nella speranza in vista della
contemplazione gloriosa del volto del Padre.
Paolo
nella sua lettera ai cristiani di Colossi dice: “In lui, in Cristo Gesù, abita
la pienezza della divinità e noi tutti siamo partecipi di questa pienezza”. La
gioia di immergerci nella persona di Gesù, di assumerne il mistero, di essere
introdotti nella vitalità del suo cuore ci dà la capacità di leggere quel
libro. L'uomo quando non riesce a percepire il senso della sua storia ha un
unico orientamento: l'Agnello immolato e ritto in piedi; in quell’Agnello l'uomo
si vede salvato, in quell’Agnello ritrova la luce, ma soprattutto in quell’Agnello
l'uomo ritrova il calore della vita.
Se
la storia è buia, il Cristo morto e risorto ne è la luce, se il mondo è freddo,
Cristo morto e risorto ne è il calore, nei grossi interrogativi del domani il
Cristo glorioso ne è la grande risposta! Ecco perché il cristiano si innamora
sempre di più di Gesù anzi, più ci innamoriamo della storia, più vediamo la
storia come luogo del rivelarsi di Dio, più ci innamoriamo dell'Agnello.
L'uomo,
per poter vivere, deve dare un significato a quello che è, a quello che fa e ai
contesti nei quali è chiamato a vivere. In certo qual modo in quell’Agnello
troviamo quello che abbiamo letto nel brano evangelico: Gesù risorto, in mezzo
a noi, ci dà la lettura della vita. È quella contemplazione interiore per cui
abbandoniamo i criteri di tipo storicistico, legati alla cultura contemporanea,
per entrare in questa immedesimazione nella persona del Cristo morto e risorto
ritrovando quella luce che dà senso alla vita.
E
allora la gioia di seguire questo metodo ha il grande risultato che il testo
che abbiamo ascoltato dell'Apocalisse ci offre: i quattro esseri viventi e i ventiquattro
anziani che si prostrano davanti a Dio e all'Agnello cantando.
I
quattro esseri viventi sono il mondo intero, sono l'immagine dei quattro punti
cardinali, sono il mondo intero che in quell’Agnello ritrova il senso della
vita. E i ventiquattro anziani sono l'antico e il nuovo testamento che in
Cristo Gesù ritrova senso della sua vita.
E’
l'illuminazione cosmica.
Il
mondo intero riunito intorno alla comunità della rivelazione contempla l'Agnello
immolato e ritto in piedi che è il senso della vita e quando l'uomo ritrova il
senso della vita non può non cantare, non può non adorare, non può non dire con
tutte le sue forze “Amen!” questa è la storia! Non è la storia del mondo
massmediatico - che è un grosso interrogativo che fa piangere - ma la storia in Cristo Gesù che diventa la
luminosità “Amen!” Tu, Agnello, sei la luce della storia!
Allora
intuiamo come la parola di Dio questa mattina è molto illuminante; la cosa che
dovremmo scoprire approfondendo questo testo dell'Apocalisse è molto semplice:
qual è lo sfondo di questo brano se non il nostro vissuto? Noi siamo venuti in
chiesa con le tribolazioni della storia, con le oscurità dell'esistenza
quotidiana e con le lacrime del cuore abbiamo chiesto: qual è il senso della
mia esistenza? E allora il risorto in mezzo a noi, l'Agnello immolato e ritto
in piedi e la sua persona, dà il calore della luce ai nostri interrogativi.
Cos'è
l'eucarestia se non cantare la bellezza della fede?
Per
cui il nostro cantare la bellezza della fede si ritraduce in quell'Amen in cui
si conclude la grande preghiera, ma quell'Amen con il quale noi accoglieremo il
Signore, è il vero interprete della nostra esistenza. Se noi entriamo in questa
meravigliosa visione, ci accorgiamo che è attorno al Cristo che parla e che ci
regala la sua esistenza che noi ritroviamo il senso della vita.
Ciò
che non è in Cristo vivente a noi non interessa; a noi interessa solo il Cristo
presente realmente, che ci parla, ci regala il suo mistero e ci dà quella
libertà del cuore per cui possiamo veramente, ogni giorno, camminare nella
storia proclamando la gioia del Vangelo perché, nel Vangelo, che è l'Agnello
immolato e ritto in piedi, che è l'Agnello che toglie il peccato dal mondo la
nostra vita ha un senso, con un grande desiderio di poter vedere l'Agnello
nella gloria del cielo. Allora quando noi entreremo in questa meravigliosa
esperienza la storia sarà gustata perché sarà tutta trasfigurata in quella luce
di eternità che è la grande speranza mentre siamo in cammino nel tempo.
Entriamo
con semplicità in questo mistero, non lasciamoci distrarre dalle tante cose
esteriori, concentriamoci sull'Agnello: in lui è la vita, in lui è la forza, in
lui è la bellezza di costruire l'istante nonostante gli interrogativi della
vita quotidiana.
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