OMELIA
Dio
entra nella storia dell’uomo, l’uomo entra nella storia di Dio. Tutto ciò
genera un progressivo cammino di trasfigurazione che conduce la creatura a una
viva intimità con il Maestro. E' il senso del banchetto nuziale. Qui
riscopriamo ogni giorno la fecondità della nostra scelta cristiana.
Davanti
a questo progetto la creatura si pone immediatamente l’interrogativo: come
nella storia di tutti i giorni posso crescere nell’intimità di Dio?
Il
brano evangelico, al di là dell’immediata esperienza, il problema se pagare o
no le tasse, ci insegna una cosa molto importante: come illuminare le nostre
scelte storiche.
Il
cristiano entra nell’intimità divina attraverso le modalità con le quali egli
opera le sue scelte quotidiane.
Il
testo evangelico ci offre tre passaggi che dovrebbero aiutarci a come costruire,
nello stile del Vangelo, tutta la nostra esistenza:
·
collocare gli interrogativi della
nostra vita davanti al Signore,
·
lasciarci dal Signore educare per
reggere la nostra vita come “storia di Dio”,
·
fare le scelte nella luce di Dio con
la nostra piena libertà.
Il
primo passaggio è quello di collocare la nostra storia davanti a Dio.
Se
guardiamo attentamente la nostra esistenza ci accorgiamo come essa sia
continuamente una somma di interrogativi, una somma di problematiche e di
incertezze a livello personale, comunitario, ecclesiale, sociale, economico e
politico. Il cristiano è davanti a grossi interrogativi e, davanti ad essi,
egli deve operare nella luce del vangelo una scelta concreta che ne sia il
riflesso. Il criterio fondamentale, a cui richiamarci ogni giorno, è di porci
davanti a Gesù per dirgli, nella semplicità del cuore: “Tu Gesù come la pensi,
tu Gesù cosa faresti, tu Gesù come ti comporteresti?”. È la bellezza che
scopriamo all’interno del dialogo teologale. Quando si è nell’ordine di una relazionalità
profonda, la creatura ha come referente immediato il suo Signore, per vivere
nello Spirito l'opzione fondamentale che determina le azioni successive. È
quella familiarità normale che ci dovrebbe caratterizzare, avere il coraggio gioioso
di dire al Signore: “Come la pensi?”
Di
conseguenza dobbiamo lasciarci educare dal Maestro e dalla sua parola.
La
bellezza della vita deve avere sempre questa luce che in un modo o in un altro
guida i nostri passi nel cammino quotidiano. Gesù ci pone dinanzi il momento
della nostra creazione, ci pone dinanzi la storia di Dio nei confronti
dell’uomo e ci dice: ”Ricordati che
quando Dio Padre ti ha creato a sua immagine aveva come modello la mia
persona.” Quando ci chiediamo quale sia il senso di quell’espressione:
“facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”, da dove l’autore sacro ha
ricavato questa espressione?
Gli
autori della Chiesa, soprattutto d’Oriente, ci hanno dato questa risposta: Dio
Padre contemplando il Figlio ha creato l’uomo e, dopo averlo creato, ha
avvertito che l'uomo era una realtà molto bella regalandogli di conseguenza
l'insieme delle realtà create perché le sviluppasse secondo il progetto da lui
pensato fin dall'eternità.
Quando
l’uomo si pone davanti alla vita, al mistero della vita, si accorge che tutto gli è stato regalato: gli è
regalata la sua persona, gli è regalata la sua personalità, gli è regalata
l’esperienza quotidiana, gli è regalato il mondo intero.
La
bellezza della rilettura della nostra esistenza come immagine e somiglianza di
Dio è che noi siamo un regalo.
L'accoglienza
del vangelo deve condurci inevitabilmente ad incarnare la parola di Gesù nelle
scelte quotidiane.
Di
fronte a tale ricchezza il cristiano, quando si trova davanti agli
interrogativi del quotidiano, immediatamente, come atteggiamento interiore
qualificante la sua storia, va da Gesù e Gesù gli dà il progetto del Padre.
Diventati
alunni di Dio, inebriati dalla sua presenza nella profonda consapevolezza che
Dio in noi sta operando, il Signore ci dice: “Opera le tue scelte”. Gesù non ci
dice quello che dobbiamo fare, ma ci dà il cuore con il quale operare. Il
cristiano è così preso dalla presenza del Signore che colloca la sua libertà
nella gratuità di Dio.
La
bellezza della vita cristiana è che Dio ama la nostra libertà.
Nel
momento in cui ci ha creato a sua immagine e somiglianza, ci ha dato la sua
libertà e ci ha detto: “Vivi la libertà che ti ho regalato nel mio grande
progetto, nel mio grande amore, impara a leggere la vita con il mio cuore e la
mia mente e nel mio spirito fai le tue scelte”.
Questa
è un’esperienza molto bella perché il cristiano nella sua esperienza di fede,
davanti alla storia, gode della massima libertà.
Nel
cuore di Cristo egli sceglie nella libertà avendo davanti allo sguardo il
meraviglioso progetto di Dio. Quando, nella nostra esistenza, riusciamo a cogliere
questo criterio di fondo ci accorgiamo che ogni nostra scelta è un effetto di
una libertà innamorata del suo Signore e questa libertà genera un mondo
continuamente nuovo.
Allora
ci accorgiamo che qualunque interrogativo la vita ci pone dinanzi dobbiamo
sempre avere questi tre elementi: collocare il nostro problema nel Signore, il
Signore ci permette di leggere la nostra esistenza nel suo progetto e poi ci
dice “Con la mia grazia che ti sostiene, con il mio cuore innamorato, nella tua
libertà fai le tue scelte”.
La
bellezza del cristiano è essere la libera e personale scelta con il cuore
innamorato di Cristo.
L'apostolo
Paolo ci ha ulteriormente illuminati questa mattina, quando ci ha detto: Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi,
ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti
l'operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza
della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre
nostro. La bellezza della vita teologale che opera in noi ci offre i
parametri quotidiani per costruire un simile stile di vita, con la gioia della
docilità allo Spirito, per essere in Gesù e come Gesù costruttori di un mondo nuovo
a lode e gloria della Fonte di ogni dono.
Se
entrassimo in questa verità, la vita diventerebbe un meraviglioso dialogo
trinitario e teologale, dove il Dio della Rivelazione non impone nulla
all’uomo, dove il Dio della Rivelazione mette un cuore nuovo nella persona umana
perché essa, ascoltando nella fede le parole di Gesù, amando con il cuore dello
Spirito e valutando il quotidiano nel pensiero del Padre, faccia le sue scelte
secondo il Vangelo.
E’
la grandezza della nostra vita!
Questa
mattina il Signore ci ha accolto in questa celebrazione eucaristica con tutti
gli interrogativi, con tutte le sofferenze, con tutti i drammi della storia dei
nostri giorni e ci dice: “Dammi i tuoi problemi e, alla luce della mia croce e
della mia croce gloriosa, ti illuminerò e ti darò l'energia necessaria per
incarnare il mio vangelo”.
E'
la bellezza di questa assemblea eucaristica nella quale Gesù risorto ci regala
la sua presenza, la sua parola, il suo corpo e il suo sangue sacramentali,
infondendoci l'entusiasmo apostolico della vita teologale.
Partendo
da questa viva ed efficace contemplazione, uscendo di chiesa, potremo fare le
scelte nella nostra libertà evangelica, perché il Signore quando ci convoca
attorno a sé non ci obbliga mai a nulla, ma illumina in modo amoroso la nostra
storia secondo la storia del Padre. In questa luce tutto diviene grazia e
speranza.
Ecco
perché faremo la comunione… il Signore entrerà nei nostri problemi, nella
nostra storia e con il cuore ricolmo di Lui, liberamente, faremo le nostre scelte
perché la nostra vita sia sviluppo autentico di un rapporto di intimità tra due
libertà: la libertà di Dio che ci dà la gioia di vivere e la libertà dell’uomo
che nello scegliere rende grazie a Dio per il dono della libertà.
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