1Re 19,16.19-21 Gal
5,1.13-18 Lc 9,51-62
OMELIA
La liturgia ci ha illuminati in questo tempo
introducendoci nei grandi misteri della vita di Gesù e davanti a questi grandi
misteri ecco la bellezza è ritrovarci nel tempo ordinario a incarnare la
fecondità del nostro incontro con il Maestro perché la verità di ciò che è
straordinario si ritraduce nel costruire la nostra ordinarietà. E allora qui
intuiamo perché il testo di questa mattina dell'evangelista Luca ci voglia
introdurre nella interiorità del Maestro nel costruire la sua vita quotidiana.
Infatti, con il brano di questa mattina, l'evangelista Luca inizia il grande
viaggio di Gesù verso Gerusalemme dove questo grande viaggio è l'espressione di
un passaggio da una situazione di tranquillità e di serenità come poteva essere
la Galilea verso una zona rocciosa e desertica come era effettivamente la
condizione geografica di Gerusalemme. In quel momento Gesù ha come criterio
della sua vita “l'oggi del mistero del Padre”. Non per niente l'evangelista
Luca introduce il brano di questa mattina con quell'espressione mentre stavano compiendosi giorni in cui
sarebbe stato elevato in alto Gesù prese la ferma decisione di mettersi in
cammino verso Gerusalemme. La storia di Gesù è la storia della volontà del Padre,
è l'incarnazione del desiderio d'essere immerso in questa volontà del Padre.
Infatti se guardiamo attentamente le intenzioni dell'evangelista Luca, noi ci
accorgiamo che Gesù ha avuto come criterio fondamentale “l'oggi del Padre”. Ricordiamo
il dialogo tra Gesù e i suoi genitori nel Tempio di Gerusalemme, dove alla
domanda di Maria egli risponde: perché
mi cercavate? Non sapevate che io debbo essere attento alle cose del Padre mio?
In questo testo evangelico noi intuiamo che la vita di Gesù è tutta nascosta
nel Padre per cui ogni “oggi” che Gesù ha costruito nella sua esistenza era un “oggi”
in cui il Padre era il signore delle sue scelte. Inoltre è sempre bello entrare
nel dialogo di Gesù con il ladrone sulla croce che si ritraduce il compimento
della esperienza di Gesù oggi sarai con
me in paradiso e subito dopo Gesù disse Padre nelle tue mani consegno il mio spirito. La bellezza della
vita di Gesù è l'oggi del Padre e in questo noi intuiamo come tutto l'itinerario
della nostra esistenza sia salire nell'oggi misterioso del Padre perché il Padre
è il valore fondamentale della nostra esistenza. Da questo punto perciò ogni
volta che noi vogliamo costruire nello stile del Vangelo la nostra esistenza
noi dobbiamo essere nell'oggi del Padre. L'uomo contemporaneo programma la sua
vita, il Cristo vive solo l'oggi, sapendo che ogni oggi è l'espressione di un
dialogo che Dio vuole stabilire con il Figlio e il Figlio con il Padre e nel
quale inseriamo la nostra concreta esistenza. Nell'oggi divino-umano noi
realizziamo la nostra vita perché se oggi siamo in questo dialogo Padre- Figlio
lo saremo anche domani, anche dopodomani e la nostra esistenza sarà tutta e
sempre immersa in questo dialogo divino umano. L'uomo che si preoccupa
eccessivamente della propria storia non riesce a cogliere mai l'oggi di Dio! E
in questo - oggi - sono presenti tutti gli uomini. È molto bello vedere Gesù
che sale verso Gerusalemme, e nel medesimo tempo percepire tutti gli uomini che
in lui e con lui salgono verso Gerusalemme, verso la pienezza della vita perché
Gesù è il Signore di tutta la storia. Se noi ci accostiamo al Vangelo di Luca
soprattutto in quel evento meraviglioso e misterioso che è il battesimo del Maestro
al Giordano noi abbiamo un’immagine, utilizzata solo da Luca, che ci dà il
senso di questo salire di Gesù a Gerusalemme: Gesù si fa battezzare insieme a
tutta l'umanità perché in quel momento Gesù assume sulle sue spalle l'intera
umanità. In una simile visione tutta l'umanità sta salendo in lui e con lui
verso la pienezza della vita. E questo è motivo di luce e di grande speranza
perché poiché intuiamo come la nostra esistenza sia un itinerario verso questo
mistero. Gesù è stato assunto, in lui anche noi veniamo assunti, è un
itinerario nel quale noi ci ritroviamo e che dà speranza alla nostra vita.
Spesse volte noi non riusciamo entrare in questa libertà di cui ci ha parlato
l'apostolo Paolo perché la nostra esistenza è un'esistenza che non sa costruire
nella libertà di Gesù. Se, come abbiamo pregato, il Signore è il nostro unico e
sommo bene in lui, di che cosa abbiamo paura?
L’uomo contemporaneo davanti tutto quello che fa guarda sempre ai
costi…… L'uomo affascinato dal Gesù non guarda mai i costi, l'essere con il Maestro,
abitare con il Maestro è entrare nella pienezza della gloria. Ora davanti a
questo grande orizzonte che ci dà tanta speranza perché ci orienta verso una
pienezza di gloria, andare Gerusalemme è andare alla fedeltà di Dio, andare a
Gerusalemme è andare in un luogo dove Dio rivelerà pienamente la sua gloria, ma
per entrare in quest'orizzonte l'evangelista ci offre tre quadretti, dove
questi tre quadretti sono l'atteggiamento che ognuno di noi imitando Gesù deve
veramente assumere. Nel primo quadretto Gesù ha detto in modo molto chiaro: Il figlio dell'uomo non ha dove posare il
capo. Ora cosa vuol dire questa immagine dove posare il capo, se non l'esigenza affettiva della famiglia,
della casa? Il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo perché il suo cuore
è nel Padre, l'affetto di fondo della sua esistenza è il Padre, egli ne riceve
continuamente la volontà perché il suo cuore è nel Padre. Noi posiamo il capo
dove abita il nostro cuore e come Gesù e in Gesù il nostro cuore è nel Padre. E
davanti a quest'orizzonte il secondo quadretto è ancora più chiaro: Lascia che i morti seppelliscano i loro
morti tu va’ e seguimi dove la presenza di Gesù è di gran lunga superiore
come valore a tutte le tradizioni umane. Per gli antichi seppellire i morti era
la cosa più importante, ma Gesù è più importante di tutte le tradizioni
storiche e di riflesso scegliamo sempre e solo Gesù, andiamo avanti, non
torniamo indietro, la scelta di Gesù è veramente irreversibile. E quando noi
entriamo in questo tipo di scelta, la nostra esistenza è totalmente diversa
nell'amore di Gesù. Avendo Gesù come valore portante nelle scelte quotidiane,
nulla ci potrà distrarre nel cammino della vita quotidiana. Il salire con Gesù
a Gerusalemme si ritraduce nell'entrare nella gloria del Padre, vuol dire accedere
alla autentica realizzazione della nostra storia. Le difficoltà ci sono, ma Gesù
ha preso questa decisione di andare a Gerusalemme se non andando contro
corrente. Nell'espressione evangelica dove Gesù ha deciso a testa dura di
seguire il Padre, noi troviamo la scuola della vera libertà e della piena
docilità all'azione dello Spirito Santo.
Da questa sintetica visione ci accorgiamo che il
tempo ordinario è il tempo della quotidianità dove noi vogliamo assumere la
storia di Gesù come il principio del valore più importante del nostro
quotidiano. Non dimentichiamo mai questo fascino di Gesù e allora l'Eucaristia
che stiamo celebrando è incarnare questo valore totalizzante di Cristo nella
nostra esistenza. Noi personalizziamo la storia di Gesù vivendola in verità
nella celebrazione eucaristica, dove il Signore diventa il Signore della nostra
persona, diventa l'anima della nostra anima e ci permette di proiettarci in
avanti con tanta serenità.
Usando un paradosso, ogni volta che entriamo nella
celebrazione dell'eucaristia facciamo un atto di fede: la tua storia Gesù sia la mia storia, la tua dedizione al Padre sia la
nostra dedizione, lo sguardo verso la pienezza della gloria sia il nostro
sguardo verso la gloria e allora ci accorgiamo come la nostra esistenza si
apra veramente verso l’Infinito e cresce in noi quella certezza, quella gioia,
quella speranza di entrare in quell'eternità beata che è il senso portante
della nostra esperienza quotidiana.
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