DOMENICA 07 MAGGIO 2023
At 6,1-7 1Pt 2,4-9 Gv 14,1-12
OMELIA
Uno degli interrogativi che tante volte nascono nel
cammino della fede è quello di porci la domanda dove possiamo vedere il Signore.
Il brano evangelico di questa mattina ci aiuta ad abbozzare la soluzione al
problema: Gesù è in mezzo a noi. Il brano evangelico che abbiamo ascoltato lo
dobbiamo collocare nel tessuto della chiesa Apostolica la quale era chiamata a
credere in Gesù e si poneva la domanda: dov'è Gesù? Il brano che abbiamo
ascoltato è la risposta, il Risorto è in mezzo a noi, in quel vado a prepararvi un posto. Quando sarò
andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me è
nient'altro che il Cristo che vive nella Chiesa, il Risorto è in mezzo a noi. E
questa è sicuramente la grande esperienza della nostra vita e allora dobbiamo
chiederci: cosa vuol dire che il Cristo è presente, è presente realmente? E
dove questo Signore è realmente presente, per cui la bellezza del cammino quotidiano
della nostra vita è gustare una presenza? Ma cosa vuol dire presenza? La
risposta che noi possiamo cogliere è molto semplice: presenza è una relazione,
è una reciprocità, è una dinamica attraverso la quale noi ci poniamo in un
rapporto autentico con i fratelli, il Signore è qui in mezzo a noi per vivere
la sua relazione con noi. E allora il Vaticano II ci ha illuminato quando ci ha
detto “Cristo è sempre presente alla sua chiesa” e non una presenza vaga, che
quasi fosse un'illusione religiosa, ma la bellezza della presenza del Signore è
una relazione che continuamente pone in atto nei nostri confronti. E allora cerchiamo
di cogliere dove noi possiamo cogliere questa presenza e vivere questa
relazione.
Tre possono essere i passaggi che noi possiamo
cogliere alla luce dell'insegnamento del Vaticano II:
- la Reale presenza nella fede,
- la Reale presenza nel sacramento,
- la Reale presenza nell'esperienza della carità.
Il Cristo abitante in noi quando crediamo, dialoga con
noi nei Divini misteri, si pone in relazione con i fratelli attraverso la
nostra carità. Ecco perché Giovanni attraverso il brano che abbiamo ascoltato
ci dice: rivivi questa reale presenza.
Innanzitutto la fede. La fede è il Risorto in noi che
ama, crede e spera, è la gustazione di un Gesù che glorioso abita in ciascuno
di noi. La gioia di dargli spazio… Ecco perché la bellezza dell'essere credente
è gustare la fede in una presenza, non è un'ipotesi di lavoro, è un'esperienza
esistenziale chi crede in me ha la vita
eterna ha detto Gesù perché chi crede gusta una Presenza che è criterio
fondamentale della vita. Vedo un cristiano: contemplo il Risorto! Anzi
contemplo il Risorto che mi regala la storicità di Gesù di Nazareth. Ecco
perché il cristiano usando un’espressione molto bella della teologia di
Giovanni - vede il Signore - e questo è il primo aspetto della nostra esistenza.
La chiesa è il luogo in cui gustiamo il Risorto attraverso la fede. Noi diciamo
tante volte che credere è difficile, ma è difficile perché siamo molto
intellettuali o pragmatici, la bellezza della fede è gustare una Presenza, val
sempre la pena citare Paolo Cristo abiti
per mezzo della fede nei vostri cuori.
E Ratzinger affermava “credere è tutta la nostra
persona, in tutta la sua bellezza o problematicità che determina il cammino
della nostra vita”. Ecco allora il primo elemento da scoprire, la bellezza
della fede è la gioia di far abitare il Cristo dentro di noi. E il secondo aspetto
di questa bellezza della fede è l'assemblea liturgica. Noi non veniamo
celebrare un rito, veniamo a contemplare gustativamente una Presenza! Ecco
perché la filigrana di tutta la celebrazione è il silenzio, dove l'anima si
lascia affascinare da una Presenza. Il rito è un linguaggio amoroso tra Cristo
e noi, noi e il Cristo, dovremmo in certo qual modo usando il Salmo com’è soave andare a divini misteri per
gustare una presenza. Spesse volte noi dimentichiamo questo secondo
passaggio. Noi non andiamo in chiesa, andiamo a dialogare con l'Ineffabile
della nostra vita e in questo modo noi possiamo entrare nella bellezza della
nostra storia, godere una presenza! Anzi, e questo ci deve appassionare entriamo
nel dialogo Padre e Figlio e Spirito Santo, un dialogo con le tre Persone che
stabiliscono con noi e veniamo inebriati dalla loro creatività, la Presenza è
una relazione. Non andiamo a portare dei riti, ma andiamo ad accogliere un
dialogo che il Signore vuole stabilire con noi, e il dialogo con l'amato per
eccellenza ci fa gustare il silenzio. La verità dell'amore è il silenzio
relazionale, il rito è il linguaggio di un silenzio relazionale che determina
in modo profondo la nostra esistenza e questa esperienza diventa nel terzo
passaggio la carità, che non è organizzazione, ma regalare una Presenza. La
carità è Cristo in noi che ama il Cristo che è il fratello. E allora la
bellezza della nostra esistenza è nelle nostre azioni incarnare il Risorto per
poter vivere i linguaggi di Gesù di Nazareth. Ecco perché il cristiano davanti
alle parole di Gesù vado a prepararvi un
posto. Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi
prenderò con me, ci dice: Io sono
con voi… Io sono la via perché abito con voi, sono la verità perché vi regalo la comunione con il Padre, vi regalo la vita perché vi faccio pregustare l'incontro
amoroso nella realtà del cielo, ecco la presenza! Ecco perché il cristiano non
vive un'esperienza religiosa ma l'originalità cristiana è vivere la
contemplazione di una Presenza che ci trasfigura, ci avvolge e determina la
nostra storia e la verità di questa esperienza è andare al posto già riservato,
che è il Paradiso, e allora la bellezza della nostra esistenza è vivere del Risorto
per desiderare la pienezza del Risorto nella realtà del cielo, ecco perché è
bello riandare a questo insegnamento di Gesù Non sia turbato il vostro cuore… io sono con voi, abito in voi e
per voi dono continuamente la vita, è la gustazione di una presenza. Ecco
perché quando noi veniamo la domenica ai Divini misteri siamo affascinati da
una Presenza che ci avvolge, ci determina e ci qualifica, tant’ è vero che il Signore
in persona ci dà da mangiare, ci dà da bere dalle sue mani, ci dà la speranza
della vita. Entriamo in questo grande mistero, Gesù non ci lascia soli, è
presente e allora nell'atto della nostra giornata abbiamo questo gusto della
sua attualità per poter dire: Mio
Signore e mio Dio, in attesa dell’incontro glorioso quando Dio sarà tutto
in ciascuno di noi. L’eucaristia è un’anticipazione e lo sviluppo di un
desiderio perché quando lo vedremo faccia a faccia sarà il gaudio per tutta
l’eternità beata.
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