DOMENICA 29 OTTOBRE 2023
Es 22,20-26
1Ts 1,5c-10 Mt 21,28-32
OMELIA
Gesù questa mattina ci pone di fronte a un grande
interrogativo: che senso hanno i comandamenti nella vita cristiana?
Noi tante volte abbiamo una concezione del comandamento come qualcosa che
dobbiamo fare, che dobbiamo eseguire e, di riflesso, in certo qual modo
possiamo avere la sensazione di obbedire ai comandamenti in modo esecutivo, ma
se entriamo nella profondità dell’affermazione di Gesù di questa mattina
vediamo tre aspetti molto importanti da evidenziare:
- i comandamenti sono il cuore di Dio nel cuore
dell'uomo,
- i comandamenti sono la strada per realizzare noi
stessi,
- obbedire ai comandamenti è la nostra grande libertà.
Innanzitutto quando noi parliamo dei comandamenti
dimentichiamo il principio della nostra vita: noi non siamo autori della nostra
vita, noi la vita l'accogliamo nel suo nascere, la costruiamo attraverso le
scelte quotidiane nella prospettiva della grande vita in paradiso. Quindi il
cristiano parte dalla convinzione che è un dono del mistero stesso di Dio. In
un certo qual modo il primo comandamento - quello fondamentale - è quello di
ricordarci che siamo intensamente amati da Dio: è la bellezza della nostra esistenza. Il respiro mattutino
è la fedeltà di Dio per noi - tante volte ce lo siamo detti, ma occorre
continuamente ripetercelo: la bellezza della
nostra vita è accogliere il dono della storia di Dio. Non per niente l'episodio
della creazione dell'uomo è molto chiara, facciamo
l'uomo a nostra immagine e somiglianza e nel prologo di Giovanni tutto è stato fatto per mezzo di lui, e
senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
Chi è il cristiano? Il capolavoro della potenza di Dio!
Quando giungeremo in paradiso, in
quel momento il nostro sguardo si aprirà a quella luminosità meravigliosa di essere il grande
capolavoro della vita Trinitaria. E quindi il
comandamento fondamentale è prendere coscienza che siamo un capolavoro di Dio.
Ecco perché il cristiano fin dal mattino rende attento il proprio cuore, per
ascoltare il darsi del mistero di Dio stesso. Ecco allora il primo elemento
fondamentale a cui dobbiamo richiamarci è la presa di coscienza che noi siamo
un mistero meraviglioso di Dio. È sempre bello davanti a questo primo punto
riandare al salmo ottavo O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta
la terra, il cristiano è chiamato a essere
un inno di gloria e allora di riflesso, come cristiano, come può realizzare
questa opera di Dio? Attraverso un atteggiamento
molto semplice: imparare a rendere grazie, vivere in gratitudine la nostra
storia.
Credo che la bellezza di essere capolavoro di Dio
diventa per noi significativa nella convinzione che rendiamo grazie, viviamo di
gratitudine. In certo qual modo il cristiano è un binomio continuo tra gratuità
e gratitudine, tra un Dio che viene, innamorato dell'uomo e un uomo che si rende
contento di essere amato da Dio. Obbedire ai comandamenti è dire: grazie! Una
delle verità alle quali noi non siamo molto aperti è il senso della
gratitudine. La vita è un meraviglioso dono, vivere è cantare la gratitudine.
Ecco perché il cristiano, utilizzando tutta una tradizione religiosa, fa le
preghiere al mattino e alla sera, e non è un semplice fatto rituale, ma
l'espressione che la vita è un dono da vivere con gratitudine nella prospettiva
di questa grande eternità beata dove, eternamente, canteremo la gioia di essere
un capolavoro di Dio.
E allora ecco il secondo passaggio fondamentale di
questo nostro cammino per poter veramente obbedire ai comandamenti: il senso
della gratitudine, obbedire come gratitudine. L'esempio più semplice: perché i
genitori chiamano i figli all'obbedienza o perché i figli obbediscono ai
genitori? Per cantare la gratitudine davanti al dono della vita. I comandamenti
sono un atto di gratitudine, ma la cosa più importante - ed è il terzo
passaggio - i comandamenti sono una persona: Gesù! Noi tante volte con i due
comandamenti facilmente cadiamo nell'idea di “obbedire a Dio… non lo vediamo… va bene; andare con gli
uomini d'accordo… è più difficile” perché abbiamo una visione dicotomica della
vita; una cosa è Dio, una cosa è l'uomo, ma
noi sappiamo esattamente che in Gesù c'è il vero Dio e il vero Uomo. Obbedire al comandamento
dell'amore di Dio è Gesù vero Dio, obbedire ai comandamenti come esperienza di
umanità è Gesù vero uomo, per cui il cristiano non obbedisce ai comandamenti ma
diventa l'obbedienza al mistero di Gesù. Noi siamo un capolavoro di Dio e la bellezza di questa
presenza di Dio nella nostra vita è il canto della gratitudine!
Ecco perché il cristiano nel cammino della sua vita
quando è davanti ai Comandamenti dice: “La mia vita è una cosa sola: un
capolavoro dell'amore del Signore!”. È molto bello come nella tradizione
dell'Antico Testamento i dieci comandamenti sono introdotti da un piccolo
cappelletto dove ci ricordano le meraviglie di Dio, nell'esodo, perché
l'obbedienza - ricordiamocelo - è il canto della gratitudine della persona che
si lascia profondamente amare e che fa delle sue azioni l'espressione storica
della gioia di essere creata. Vivere è cantare la gioia di essere capolavoro di
Dio. E allora, se noi
riuscissimo a cogliere tutto questo, i due comandamenti sono uno solo: “Sii il
Cristo vivente!”
Se noi riuscissimo a cogliere questo Cristo Gesù,
nucleo fondamentale della nostra esistenza, le cose sarebbero ben diverse,
cammineremmo nella serenità e nella gioia dell’istante: “Sono la fedeltà
creativa di Dio!”
Ecco allora che noi ci ritroviamo questa mattina
nell'eucaristia, non per imparare i due comandamenti quello per l'amore di Dio
e per il prossimo, ma per imparare l'unico comandamento: lasciarsi conquistare dalla persona di Gesù,
assumere i suoi sentimenti in modo che la nostra vita sia già all'inizio di
quel gaudio eterno che sarà il paradiso. Obbedire è dire grazie del dono di
vivere. Viviamo
così questa Eucarestia che è un grande rendimento di grazie alla vita nella
prospettiva di questo orientamento finale che sarà il paradiso, perché
camminando con questo stile di vita possiamo ritrovare veramente noi stessi.
Questa sia la bellezza della nostra vita. Qual è il più grande dei
comandamenti? Innamorarci di Gesù! Se noi riusciamo a entrare in questo
orizzonte gustiamo quella libertà interiore che ci dice: “Sei un capolavoro e
devi vivere nella gratitudine in attesa di quella esperienza gloriosa che sarà
il paradiso”. Ecco allora che l’Eucaristia di questa mattina sarà farmaco di
immortalità, la gustazione del sacramento di questa bellezza Divina nella quale
noi vogliamo essere inseriti nella prospettiva di quella eternità beata quando
Dio, Padre Figlio e Spirito saranno tutti e tre i Signori della nostra persona in una lode veramente
inesauribile.
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