DOMENICA 10 DICEMBRE 2023
Is 40,1-5.9-11 2Pt
3,8-14 Mc 1,1-8
OMELIA
La Parola
guida il nostro cammino verso la meravigliosa venuta del Signore.
In questo cammino
di Avvento la Parola ci orienta alla pienezza della gloria: gustare quei cieli nuovi e quella terra nuova nei
quali si ritraduce la bellezza e la pienezza della storia della salvezza.
Per andare
incontro a questo grande evento, che diventa motivo di gioia, di prontezza e
preparazione, la Chiesa ci presenta la figura di Giovanni il Battista. Se
vogliamo conoscere Gesù, se vogliamo entrare nel suo mistero di gloria, se
vogliamo accedere alla pienezza del Paradiso dobbiamo diventare alunni di
Giovanni: farci battezzare con acqua per essere battezzati in Spirito Santo,
lasciarci purificare per esultare per una Presenza. Allora questa mattina Gesù
ci vuole educare al battesimo di acqua di Giovanni attraverso tre passaggi che
dovrebbero incidere nell'itinerario della nostra vita e illuminare il nostro
cammino: un battesimo di acqua che è la sete del volto di Dio, un battesimo di
acqua che è purificazione del nostro cuore, ma soprattutto un battesimo di
acqua per gustare la creatività di Dio.
Il
battesimo di Giovanni ci apre sugli orizzonti della salvezza, della novità
della vita, in quel Paradiso che è l'anima di ogni nostro desiderio e allora,
il primo elemento da evidenziare: cos'è il battesimo di acqua? Se entriamo nello
spirito di Giovanni il Battista il battesimo di acqua ha tutto il suo
significato in quell’acqua, nei suoi tre aspetti, che dovremmo tener sempre
vivi davanti a noi: l’uomo nasce dall'acqua, vive nella bellezza di essere un
composto acquoso e, nello stesso tempo, desidera la pienezza della vita.
Farci
battezzare nell'acqua è orientare la nostra esistenza verso la pienezza della
gloria.
Non so se
qualche volta abbiamo riflettuto sul significato più profondo del rito
Cristiano del battesimo di acqua, se non la riconduzione di quella sete del
volto di Dio che è dentro di noi! Giovanni entra nella nostra storia per darci
il coraggio di questa sete… Il tuo volto, Signore, io cerco. Non
nascondermi il tuo volto… Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così
l'anima mia anela a te, o Dio.
Il
battesimo di acqua è il battesimo di desiderio, ecco perché il tempo dell'Avvento
è desiderare il volto di Dio. Se guardiamo attentamente, soprattutto il testo della
seconda lettera di Pietro, noi siamo stati orientati verso i cieli nuovi e la terra nuova, il battesimo di acqua ci fa
desiderare la freschezza della realtà del cielo. Il tempo di Avvento è la gioia
di desiderare e questo desiderio si ritraduce nel secondo elemento: la
purificazione. E qui nasce la profonda domanda che deve penetrare il nostro
Spirito: che cosa stiamo desiderando? Chi stiamo desiderando? Qual è il mondo verso
il quale noi vogliamo camminare?
Poi ci
accorgiamo che l'acqua, il battesimo di acqua, diventa sviluppare questo orientamento glorioso, quell’acqua che esce dal
lato destro del tempio di Gerusalemme e che rende feconda la storia: è la
bellezza di accedere a questo grande mistero. Il battesimo di acqua come
accedere alla bellezza di Dio. E questo battesimo di acqua diventa il respiro della
nostra vita quotidiana!
Se noi ci
chiedessimo quale sia il senso della nostra vita, è vedere il Signore! Il Dio
che viene! Quel Dio nel quale siamo stati creati, il Dio nel quale costruiamo
l'istante, quel Dio che sarà pienezza della nostra vita, il battesimo di acqua...
Allora, su questo sfondo, la nostra purificazione: purificare i nostri desideri.
Sarebbe
interessante che ci ponessimo una domanda: che cosa stiamo desiderando in
questo Avvento? L'uomo della strada - nel senso positivo - desidera i regali,
il Cristiano desidera il volto del Signore.
La
purificazione è togliere tutte quelle “scorie” che ci impediscono questo
orizzonte glorioso, che è il Paradiso.
Il battesimo di acqua come purificazione della nostra esistenza. Se il
battesimo di acqua ci dà la sete, il battesimo di acqua ci dà la purificazione,
il cuore puro, che ritraduco con un’espressione molto semplice: desiderare di
vedere il Signore.
E allora se
noi ci collochiamo in questa seconda dimensione, la terza: la creatività di Dio.
Noi qualche volta rimaniamo legati a Gesù bambino, ma l'Avvento non è Gesù
bambino, l'Avvento è questo desiderio di apertura del cuore sulla creatività di
Dio. Dio sarà meraviglioso, è quella
esigenza che noi percepiamo nel cammino quotidiano e che diventa il senso della
vita, quando conosceremo veramente Gesù, non nel presepio, non celebrando il
sacramento, vedremo veramente Gesù quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi e
allora, questo battesimo di acqua che ci purifica continuamente, ci orienta alla
creatività di Dio.
Nei nostri
pensieri notturni non riusciamo qualche volta a immaginare il Paradiso. Eppure
Giovanni il Battista ci orienta a Gesù e Gesù ci orienta alla comunione con il
Padre, i cieli nuovi e la terra nuova,
e questa è la bellezza dell'Avvento: attendere la bellezza di un mondo nuovo,
la bellezza di un cuore che si lascia purificare continuamente, un cuore che è
assetato. E allora quando noi nell'Avvento riusciamo a entrare in questa vita
interiore ci accorgeremo che la vita è una attesa, Dio è in mezzo a noi per
farsi attendere nella gloria dei Santi e allora, purifichiamo il nostro Avvento,
riusciamo a cogliere la bellezza di questo orientamento interiore che ci
permette di camminare nella fantasia di Dio.
Non ci capita mai di notte, nel buio del tempo, immaginare la luce delle tenebre: ecco l'Avvento! Giovanni il Battista ci dice Io vi battezzo con acqua, creo le condizioni per qualcosa d'altro, che possiate vedere Colui che vi battezzerà in Spirito Santo, quando i nostri occhi vedranno la sua gloria!
Ecco allora
che l'Eucarestia che stiamo celebrando diventa un vero canto di desiderio, noi
ci ritroviamo nell'Eucaristia, nel banchetto sacramentale, ci accosteremo al
pane al vino ma con un grande desiderio di accostarci a quei cieli nuovi e
terra nuova quando la Trinità beata sarà il banchetto della nostra esistenza.
Ecco il vero Avvento, ecco quei cieli nuovi e la terra nuova, ecco la novità
del mondo di cui ci ha parlato Isaia. Entriamo in questa EucarIstia con questo
profondo spirito interiore e allora il Natale non è più Gesù bambino, il Natale
è desiderare la pienezza della gloria. Non per niente nella tradizione
spirituale si dice che “quando uno muore, nasce!”, ogni morte è un natale,
quando si aprono davanti a noi le luminosità della gloria del cielo. Questo sia
il desiderio che Giovanni Battista vuole imprimere dentro di noi in modo che,
quando devozionalmente vedremo Gesù bambino, interiormente desidereremo il
volto luminoso del Cristo che riempirà di gaudio eterno tutte le nostre persone.
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