DOMENICA 03 DICEMBRE 2023
Is 63,16b-17.19b; 64,2-7
1Cor 1,3-9 Mc 13,33-37
OMELIA
La
solennità di Cristo Re ci ha aperto gli orizzonti dell'eternità beata ed è nato
in noi il desiderio di vedere il Signore. Il cristiano è un innamorato di Gesù
che attende la presenza del Divin Maestro nella sua luminosità. Ora, se questa
è la grande meta che abbiamo celebrato domenica, il tempo dell'Avvento è il
tempo di questa attesa di trasfigurazione. Questo noi lo cogliamo se riusciamo
a capire la parola “avvento”.
Noi a essa
diamo un significato molto limitato - la venuta finale di Gesù - ma la parola “avvento”
racchiude in se stessa tre dinamiche tra loro strettamente collegate:
- la storia,
il mistero di Gesù,
- il
sacramento, la sua presenza sacramentale,
- il
desiderio del paradiso,
tre
coordinate che fanno l'Avvento.
Innanzitutto
il primo elemento a cui richiamarci è che l'Avvento è legato alla storia. Dio è
realmente entrato nel mondo. Ecco perché noi leggiamo il profeta Isaia, per
dire che la fedeltà di Dio si è già manifestata, l'attesa dei profeti, dove
l'uomo guidato da questa parola è in fase di attesa. Ricordiamo sempre che le
presenze vengono intuite in tutta la loro verità in proporzione a come le attendiamo.
Il tempo dell'Avvento è il tempo nel quale noi rinnoviamo nella speranza il
desiderio di un incontro. L'Avvento è legato a una storia: Gesù è veramente il
Verbo incarnato che è entrato nella nostra vita e continuamente guida i nostri
passi. L'Avvento è direttamente proporzionale al gusto di una presenza. Noi
aspettiamo Colui che è già venuto.
Ecco allora
che questo primo elemento è importante da acquisire: attendiamo il Signore
amando la storia. Il Verbo si è fatto carne, è diventato storia, ed è entrato
nella nostra vita per farci aspettare nell'incontro glorioso. Tutta la vita del
cristiano è una attesa di questa Presenza, ce lo condividevamo domenica scorsa
nella festa dei Cristo Re, ma tutto questo non è un'illusione, ma il gusto di
una Presenza!
Oggi,
scopriamo Gesù in mezzo a noi, e i luoghi nei quali noi lo possiamo incontrare
sono molteplici. Riandiamo sempre all'ultima parola del Vangelo di Matteo: io sono con voi tutti i giorni fino alla
fine dei secoli! Lui è presente! Il suo passato diventa un meraviglioso “oggi”
e come, questo presente, noi riusciamo a coglierlo?
Attraverso
quattro semplici sottolineature che ci aiutano a entrare nel gusto di questa Presenza:
la fede, Cristo abiti mediante la fede,
è la gustazione di una Presenza.
Noi abbiamo
tante volte della fede una concezione molto intellettuale, capire o non capire,
la fede nel suo significato più profondo è la gustazione di una Presenza. É
bello credere perché è bello gustare Gesù con noi, e allora noi continuamente
risentiamo l'annuncio della parola di Dio. Ricordiamoci sempre che noi sulla Parola
che aspettiamo, il Dio-Parola è entrato nella nostra storia e allieta
continuamente lo spirito. Ti senti solo? Apri la Scrittura, leggi quelle parole
e percepirai la fedeltà di Dio. É quell'esercizio quotidiano che noi dovremmo
continuamente rendere forte. Colui che verrà, Colui che viene è Colui che oggi
mi parla!
Come
sarebbe bello che il cristiano entrando in chiesa abbia questo intenso
desiderio: ascoltare il Signore! Eppure noi poniamo quell'atto di fede: Parola
di Dio. Rendiamo grazie a Dio. - Parola del Signore. Lode a te o Cristo. Questa
parola che è la bellezza della nostra vita… Usando l'espressione di Luca sulla tua parola getterò le reti.
Ma la terza
“Presenza”, quella che ci affascina sempre di più, il mistero eucaristico, che
non vuol dire “andare a messa”, ma vuol dire lasciarci trasfigurare da un
mistero più grande di noi che ci affascina fino in fondo. Non dovremmo più dire
“vado a messa”, ma “vado a gustare una relazione intima con il Maestro divino”.
Desiderare l'Eucaristia è vivere sempre del Signore.
In certo
qual modo dovremmo abituarci a gustare questa attualità del Maestro. Qual è la
bellezza della fede? È: Cristo abiti, Cristo accolto, Cristo contemplato.
La bellezza
della tradizione occidentale si chiama “Tabernacolo”, e quindi ritrovare la bellezza
di questa meravigliosa Presenza. La chiesa non è una mostra, la chiesa è un
silenzio contemplativo di una Presenza e allora questa Presenza, ed è il quarto
passaggio, noi riusciamo a coglierla in tutta la sua verità attraverso
l'ordinario. A me piace usare un'immagine: cos'è la vita? se non un passeggiare
con il Signore e quindi ritrovare il quotidiano come gustazione del volto di
Gesù. Un Gesù accolto nella fede, un Gesù che entra in noi nella Parola, un
Gesù che illumina la nostra storia nell’Eucaristia, un Gesù che cammina con noi
nel tempo. Allora, se noi cogliamo questa Presenza, l'Avvento è l'attesa di una
meravigliosa Presenza. Noi aspettiamo Colui che dimora in mezzo a noi e allora,
ed è l'ultimo passaggio, questa Presenza diventa desiderio di eternità, lo
dicevamo domenica scorsa, ma la bellezza dell'Avvento è l'eternità che ci si
spalanca dinnanzi per una visione gloriosa del paradiso. Ieri Gesù di Nazareth,
oggi Gesù sacramentale, domani Gesù nella visione. Allora l'Avvento è il gusto
del Signore e allora credo che ritrovarci questa mattina nell'Eucaristia è
ritrovarci nella gioia del Maestro con un grande desiderio: poterlo veramente
vedere! Il “desiderato” goduto sacramentalmente è il principio di un desiderio
di eternità beata quando la nostra vita sarà tutta trasfigurata in questo
grande mistero che è il senso del nostro istante. Ecco allora che l'Avvento è
un passato, di cui gustiamo il luminoso “Presente”, per poterlo desiderare
nella liturgia del cielo. Tante volte ci poniamo la domanda: ho celebrato
veramente l'Eucaristia? E allora la risposta è molto semplice: hai gustato il
Signore. E allora se hai gustato il Signore e lo desideri, è la verità dell'Eucaristia,
è la bellezza del cielo, il vero Avvento. Non per niente la Liturgia, maestra
di vita, nella preghiera alla vigilia di Natale ci dice -perché la facciamo
nostra- come noi attendiamo la venuta di
Colui che viene nella carne, così possiamo incontrarlo come giudice quando
verrà nella gloria: la festa di Natale!
Quindi
camminiamo con questo spirito, l'Avvento è gustare una Presenza, storica,
sacramentale, gloriosa. Camminando con questo respiro ampio, la vita non ci fa
paura, ma la vita è una vocazione, crescere in un desiderio che domani diventerà
visione gloriosa. É la bellezza dell’Eucaristia che stiamo celebrando.
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