DOMENICA 25 FEBBRAIO 2024
Gen 22,1-2.9.10-13.15-18
Rm 8,31b-34 Mc 9,2-10
OMELIA
Il cammino
quaresimale ha come criterio essenziale il volto del Maestro. La Quaresima ci
aiuta a entrare nella interiorità del Maestro, e questo attraverso la coscienza
di quella trasfigurazione che caratterizza la vita di ognuno di noi. Diventare
discepoli di Gesù vuol dire diventare persone luminose.
È una
realtà che Gesù oggi ci rivela, che diventa l'anima del nostro cammino, ma
soprattutto la grande meta della nostra vita. Questa luminosità ci richiama al
bel testo dell'Apocalisse dove i centoquarantaquattromila sono rivestiti di
vesti luminose che hanno lavato nel sangue dell'Agnello.
La
Quaresima è la luce di eternità lentamente assunta.
Ecco perché
la Chiesa nella seconda domenica di Quaresima ci pone dinanzi questa visione,
per darci la gioia di una bellezza: seguire Gesù per gustare la bellezza di
Dio! Ma come questo itinerario noi lo possiamo effettivamente costruire in
autenticità, in modo da poter gustarne la bellezza? Ecco perché gli Evangelisti
narrando l'episodio misterioso della Trasfigurazione pongono accanto a Gesù,
Mosè ed Elia, perché imitando il loro atteggiamento esistenziale possiamo anche
noi, lentamente, entrare in questa luminosità. E allora la figura di Mosè: Mosè
era così luminoso che i suoi contemporanei non potevano guardarlo in faccia; è
la luminosità di chi costruisce la vita camminando in comunione con Dio.
Qual è l'atteggiamento
di fondo di Mosè? Nella tenda del convegno dialogare con il Maestro divino.
Ecco perché ci dice la Sacra scrittura che Mosè quando usciva dall'incontro con
Dio nel santuario, aveva una tale luminosità, per cui i suoi contemporanei non
potevano fissarne il volto. La trasfigurazione è un mistero di comunione
profonda con Dio, è un'esperienza che noi facciamo abitualmente attraverso
quella serenità dialogica che costruiamo giorno per giorno con Gesù.
Il cristiano
è chiamato a vivere in questa luminosità, è qualcosa che ci deve prendere, ci
deve affascinare, ci deve guidare: dialogare abitualmente con Gesù! La figura
di Mosè ci deve sempre, continuamente, accompagnare: camminare con il Maestro.
Ecco perché il cristiano quando è in Quaresima ha davanti a sé questa esperienza
luminosa che è nient'altro che il mistero della Risurrezione, è il mistero del
Paradiso, è il mistero di quella gloria eterna nella quale siamo chiamati ad
entrare. Ecco allora che la Quaresima è una trasfigurazione abituale dove noi,
lentamente, veniamo rivestiti dalla presenza del Maestro che ci rende creature
luminose.
E di
riflesso la figura di Elia, che camminando per 40 giorni e 40 notti nella
comunione Divina, entra nell'intimità di Dio. Dio non è nel terremoto, Dio non
è nell'esperienza della tempesta, Dio non è nel soffiare dei venti, ma nella
brezza! Seguire il Signore camminando alla luce di questa meravigliosa presenza:
stare davanti a lui, stare con lui!
Noi tante
volte non riusciamo a entrare in questa meravigliosa realtà perché siamo
preoccupati - dicevamo domenica scorsa - da una parola: che cosa devo fare? La
bellezza è lasciarci attirare nell'intimità Divina. Non per niente il fatto
della Trasfigurazione avviene sul monte, nella vicinanza Divina. Ecco perché il
cristiano quando entra nella Quaresima ha dentro di sé questa luminosità
gloriosa, che lo guida lentamente, verso la pienezza della gloria. In certo
qual modo l'evento della Risurrezione è dentro di noi, lentamente preparato da
questa luminosità. D'altra parte questa vocazione ci è stata regalata il giorno
del nostro battesimo, il cristiano è chiamato a entrare nella luminosità di Dio.
È il rito della veste candida. È interessante che quella veste non è la veste
bianca, perché il bianco è un colore stoico, è una veste “candida” perché è la
luminosità dell'eternità beata. La Quaresima è progressivamente gustare questa
meravigliosa Presenza e allora, davanti a questo grande ideale, come possiamo
gustare la Quaresima? Eliminando la parola “fare” per ritrovare la parola “contemplare”.
Dal fare tante cose a lasciarsi assimilare, lentamente, da quella creatività
divina che è il senso portante della nostra esistenza. La Quaresima per essere
alunni in contemplazione.
E allora la
bellezza di ritrovarci nell'Eucaristia è lasciarci attirare in quella
luminosità di Dio, come il caso di Mosè, come il caso di Elia, essere
nell'esperienza del dialogo trasfigurante con Dio: il silenzio nella tenda del convegno, stare gloriosamente davanti al Maestro.
Allora
quando noi stiamo davanti al Maestro spiritualmente siamo come Elia, dormiamo
sul cuscino con Gesù, entriamo in quella brezza interiore che qualifica la
nostra vita e ci rende persone profondamente rifatte.
Abbiamo allora
questo sguardo, la Quaresima cammino trasfigurante: - “Ricevi la veste candida”
- ti è stato detto il giorno del battesimo, entra nella luminosità di Dio,
entra in quella esperienza di gloria che si inizia con il battesimo e che si
conclude quando, finalmente, verremo assunti in quella trasfigurazione gloriosa
che sarà il Paradiso.
Viviamo
questo atteggiamento interiore, non abbiamo timore di essere nel mistero di
Gesù. D'altra parte Giovanni l'evangelista, nel suo prologo ci dice che Gesù è la luce che illumina ogni uomo che viene
in questo mondo, Io sono la luce del
mondo chi segue me non cammina nelle tenebre ma avrà la luce della vite: questo
sia il nostro gioioso respirare in Quaresima, attendere l'eternità beata.
E allora
questa mattina accostandoci all'Eucaristia gustiamo questa Presenza, lasciamoci
trasfigurare interiormente in una gioia che è la gioia del Paradiso, in modo da
non vedere più la Quaresima come una pesantezza di cose da fare, ma un gusto di
vita da gustare! E allora saliamo il monte del Signore, andiamo con Mosè a
dialogare con la luminosità di Dio attraverso quel riposare sul suo cuore che
ci dà la gioia della novità della nostra esistenza. E allora quando moriremo
diremo: “Finalmente ti posso vedere!”. Entriamo
in questa luce che ci dà l'immortalità beata, ci dà la gioia di vivere; che ci
fa desiderare quella pienezza di gloria nella quale Dio sarà tutto in ciascuno
di noi.
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