12 maggio 2024

ASCENSIONE DEL SIGNORE - ANNO B -

DOMENICA 12 MAGGIO 2024

At 1,1-11      Ef 4,1-13      Mc 16,15-20

OMELIA

Il cammino pasquale ci ha lentamente condotti nella personalità di Gesù risorto.

Il fascino della sua persona ha preso la nostra vita e ci ha dato una grande gioia: essere con lui, conoscerlo, gustare la sua creatività ed essere persone di grande speranza. Entrare nella personalità del Maestro è gustare il suo mistero e trovare la bellezza della vita, al di là del travaglio di tutti i giorni. Ora la Chiesa ci presenta oggi il compimento della vita del Maestro, il mistero della sua assunzione alla destra del Padre, come ha detto molto bene l'evangelista Marco che abbiamo poc’anzi sentito: fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

Ora, questa è la grande meta della sua vita: egli, uscito dal Padre è venuto nella storia, e nella storia ha regalato all'umanità la nuova vita per poi ritornare al Padre. Ricordiamo sempre le belle espressioni di Gesù nel discorso del Vangelo di Giovanni Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre e noi con lo sguardo del cuore stiamo seguendo il Maestro nella sua salita alla destra della gloria di Dio e noi ritroviamo in questo itinerario il senso della nostra vita: usciti dal Padre anche noi dalla nostra natura umana siamo stati creati. In questo nostro cammino gustiamo la presenza del Maestro e cresciamo giorno per giorno nella bellezza dell'eternità beata, come desiderio più profondo del nostro cuore.

Ma su che cosa si è fondata questa ascensione di Gesù che biblicamente noi chiamiamo assunzione, poiché Gesù è stato elevato alla destra del Padre come compimento del suo mistero pasquale? E allora ci accorgiamo di una realtà molto semplice: Gesù ha costruito la sua esistenza sempre in comunione con il Padre; egli lo ricercava continuamente, si ritrovava nella preghiera in contatto con lui e, in questo dialogo orante, ne comprendeva la volontà e si poneva in stato di grande obbedienza. La sua vita era il Padre, uscito dal Padre, tornato dal Padre e il Padre è la meta della sua esistenza.

Ecco la bellezza del discepolo che ha lo sguardo rivolto verso l'alto e che nel momento in cui guarda verso il Signore fà una grande scoperta che noi dovremmo ritrovare continuamente nella nostra vita: Gesù non ci ha lasciati, è salito al Padre, ma è rimasto in mezzo a noi. Un'osservazione che emerge chiaramente dal brano evangelico di questa mattina è che i discepoli non sono tristi nel momento in cui egli va dal Padre, sono contenti perché Gesù rimane in mezzo a loro. Infatti nel brano dell'evangelista Marco troviamo questa espressione il Signore agiva insieme con loro e confermava la parola con i segni che la accompagnavano. Gesù salito alla destra del Padre è ovunque nel cammino della nostra vita, egli è un glorioso che luminoso accompagna la nostra storia e, in questo, noi troviamo il grande itinerario della nostra storia, della nostra esistenza, siamo persone che vengono chiamate continuamente a entrare in questo grande mistero: la gloria del paradiso!

La cultura di oggi per tanti motivi non sa più aprire orizzonti così vasti al suo sguardo, l'uomo di oggi corre, è preoccupato di tante situazioni e non si pone la domanda: ma qual è la meta della mia esistenza? Perché sono nato?

E allora creati da Dio, camminiamo con Gesù, per poter veramente giungere con Gesù a contemplare la gloria del Padre. La bellezza della nostra vita è un itinerario verso un grande mistero di gloria. Noi qualche volta dimentichiamo questo itinerario e ci appesantiamo con le situazioni storiche che travolgono il nostro quotidiano, dimenticando questa bellezza che ci affascina, ci attira, anzi guardando Gesù diciamo: “In lui si è realizzato quello che noi lentamente riusciamo a gustare nel cammino quotidiano”. Sarà bello quando chiuderemo gli occhi alla storia e li apriremo sull’eternità beata e lì godremo di quella visione che ci affascinerà per tutta la nostra esistenza, è la bellezza della nostra vita, camminare nel tempo per respirare continuamente in un profondo desiderio quella eternità beata che avvolge continuamente la nostra vita.

Ecco perché dobbiamo stare con Gesù, avere lo sguardo a lui rivolto e vivere ogni frammento del nostro cammino quotidiano in quest'ottica di eternità beata. Ecco perché biblicamente non parliamo di ascensione ma di “assunzione”, Gesù è stato elevato alla destra del Padre perché ha fatto del Padre la sua storia quotidiana. Come sarebbe bello se noi fin dal mattino dicessimo:”Padre nelle tue mani consegno il mio spirito e voglio farmi accompagnare dalla tua presenza per giungere alla sera in quella luminosità eterna che ci fa dormire nella pace della Trinità beata”.

Questo sia il grande mistero che si spalanca davanti ai nostri orizzonti questa mattina nella celebrazione della festa della “Assunzione di Gesù al cielo” che noi teologicamente chiamiamo Ascensione in forza della sua divinità. Prendendo questo come oggetto, la domanda che ci poniamo e che diventa lo stimolo per la nostra vita quotidiana è: come possiamo camminare verso questa pienezza di gloria? Come ci possiamo incamminare verso questo paradiso che ci attira continuamente?

Gesù, e lo abbiamo pregato il giorno della Pasqua di Risurrezione, ci ha riaperto le porte del cielo. Lui cammina con noi nel tempo per introdurci in questa bellezza e allora dobbiamo vivere due parole per poter camminare verso questa pienezza di gloria: fidiamoci del Padre e affidiamoci al Padre! Dobbiamo come Gesù sull'albero della croce Padre nelle tue mani consegno il mio spirito perché in quel momento la nostra esistenza si fida veramente di Dio.

Non sempre il futuro è chiaro nel nostro orizzonte… Nascono tanti interrogativi, tante problematiche, tante paure, ma guardiamo a Gesù che sale e in quel salire di Gesù verso il cielo vediamo la nostra vita che si lascia attirare verso questa pienezza di gloria. Sulla tua parola noi faremo le nostre scelte diciamo a Gesù, per poter essere con te nella volontà del Padre, in un cammino di costante attrazione. Ogni frammento del nostro cammino sia nelle tue mani e, nelle tue mani, nelle mani del Padre; e fidandoci di Dio, ci affidiamo a lui per poter veramente camminare in una costante assunzione in questo mistero di gloria. È la bellezza della nostra vita!

Tutto sommato quando noi ci ritroviamo nella Celebrazione eucaristica ci apriamo sempre a questo grande orizzonte di eternità; al momento della consacrazione noi usiamo quella espressione Mistero della Fede: Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua Risurrezione, nell'attesa della tua venuta… e nell'attesa della sua venuta ti offriamo, Padre, in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo.

La bellezza della nostra vita è un'attesa di questo grande mistero di gloria che ci attira e ci attira continuamente. Dovremmo veramente avere dentro di noi questo desiderio di essere così legati a Gesù, essere così orientati al Padre come il Maestro, in modo che lo Spirito Santo faccia di noi delle persone che camminano nel tempo e nello spazio verso la pienezza della gloria.

È molto bello come nell'architettura antica, sullo sfondo del catino absidale, c'era sempre la rilettura gloriosa della vita, l'incoronazione della Vergine, il Cristo pantocratore, il Cristo glorioso che con le sue pecorelle è davanti al Padre. Questa sia la grande meta della nostra storia, della nostra esistenza in cammino verso questa pienezza di luce. La bellezza dell'Eucaristia è vivere un mistero che ci apre alla gloria! Se l'uomo vecchio ha sicuramente delle difficoltà perché nel cammino della sua esistenza si trova in tante cose zoppicante, il cuore dell’uomo brama l'eternità e anche noi, con i Santi, nel momento in cui moriremo diremo: “Finalmente sono con Gesù contemplando il tuo volto o Padre, nella bellezza del paradiso!” e in quel giardino glorioso per tutta l'eternità potremo veramente camminare in quella novità di vita che è la speranza più profonda del nostro cuore, e Gesù noi l'abbiamo con noi, non solo nella Celebrazione eucaristica ma nel cammino del nostro quotidiano egli è presente in noi con il Padre con lo Spirito Santo per stimolarci in un cammino che è una continua “assunzione” nella gloria, per cui, celebrando l’Eucaristia questa mattina siamo pregustando quell'incontro glorioso che ci offrirà il Paradiso e che ci darà quella gioia eterna e gloriosa che è la bellezza della nostra storia.

Il Signore è con noi fino alla fine del mondo perché non ci dimentichiamo mai di camminare verso questa gloria futura dove vedremo quella luce senza tramonto che ci riempirà di una gioia che l'uomo della storia non comprende. Ma quando entriamo nella fede entriamo nel gusto di Gesù, sarà pieno e gioioso il nostro cammino, e allora viviamo con Gesù nel tempo e nello spazio, respiriamo in anticipo questa eternità beata e il Signore entrerà nella nostra vita di tutti i giorni chiamandoci a quella bellezza di gloria che è il nostro futuro, che riempirà la nostra vita e ci darà quella gloria eterna che è la grande speranza della nostra storia. Che il Signore sia con noi e nel momento in cui ci accosteremo al Pane eucaristico pregustiamo quel banchetto glorioso del cielo quando, Gesù stesso in persona, passerà a darci da mangiare, ci riempirà della sua presenza e ci dirà: “Ecco il mio corpo, gusta la gioia dello Spirito Santo e contempla il volto del Padre che è la bellezza della nostra vita di creature glorificate nella grandezza della gioia eterna!”

 

 

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