DOMENICA 23 GIUGNO 2024
Gb 38, 1.8-11 2Cor
5,14-17 Mc 4,35-41
OMELIA
Gesù,
questa mattina, radunandoci attorno a sé ci dice che se lui è con noi in che cosa
noi dobbiamo avere paura? La sua presenza è veramente la forza del nostro
istante e allora, come l'evangelista Marco ci aiuta a entrare in questa lettura
ricca di speranza, se vogliamo essere veri e autentici? Ed è un particolare che
noi dovremmo tenere ben presente: i discepoli nel salire sulla barca lo accolgono
così come era.
È
l'esperienza di fondo della fede. Accogliere Gesù, essere persone che nel
cammino della loro vita ne accolgono il mistero, personalizzano la sua
ricchezza interiore, vivono la certezza che lui è nella nostra storia.
Il discepolo
nel momento in cui fa la scelta di fede sa che il Signore è con lui. È una
verità questa molto forte che l'evangelista Marco cerca di inculcarci nel brano
che abbiamo ascoltato: se lui è con noi chi può essere contro di noi?
E per
evidenziare questa grande certezza e convinzione è interessante notare due
particolari che sono nel brano evangelico e ci danno quella certezza che nel travaglio
della storia noi siamo sempre accompagnati:
- la barca
era piena,
- ed egli a
poppa, sul cuscino, dormiva.
Se noi
guardiamo attentamente la narrazione, essa è fondamentalmente paradossale,
perché la presenza di Gesù nella nostra vita è una grande certezza che non ha
la logica del mondo, ma la logica della fede. Infatti l'evangelista Marco pone
alcuni particolari nella narrazione che per noi sono importanti: Gesù sta a
poppa, sul cuscino e dorme. Allora che cosa ci vuol dire con questa visione
globale della persona di Gesù? È comprensibile la paura dei discepoli «Maestro, non t'importa che siamo perduti?»
per questi tre particolari: Gesù è a poppa, dorme sul cuscino.
In una
situazione del genere uno degli interrogativi che nascono a livello psicologico
è come i discepoli potevano stare tranquilli, quando il Maestro era assente da
loro? Infatti i particolari che l'evangelista ci offre ci fanno pensare. Gesù
era a poppa, egli era sui comandi della barca e quindi discepoli erano impediti
dal provocare una traversata più tranquilla. Gesù dorme sui comandi ed essi non
possono accedervi, ma non solo, dorme su un cuscino. Infatti il grande
interrogativo che nasce dalla narrazione è la sua radicale stranezza e questo
per un motivo molto semplice: se il Signore è con noi, di che cosa abbiamo
paura? Se lui ha in mano i comandi della storia, la storia cammina secondo la
bellezza di un progetto di salvezza che è più ampio di noi. Quel dormire sul
cuscino, essere nelle mani del Padre.
Su quella
barca Gesù è intensamente in comunione con il Padre e questa certezza dovrebbe
essere la speranza dei discepoli. C'è un travaglio, ma siamo in un travaglio
dove il Signore è al centro della nostra esistenza. I discepoli temono di
andare a fondo, Gesù dice - se io sono con voi di che cosa avete paura? - se la storia è nelle mie mani, che
cosa voi avete davanti a voi che vi crea tanto timore? E allora che cosa ci
insegna questo racconto?
Se il
Signore è con noi, se il Signore cammina nella nostra storia, se il Signore ci
lascia coinvolgere nei drammi dell'esistenza, lui è con noi!
Infatti il
rimprovero che Gesù rivolge ai discepoli può sembrare per noi un po' strano, hanno
ragione di aver paura, ma è più importante Gesù o sono più importanti gli
avvenimenti della storia?
Questo è il
grande interrogativo che noi dobbiamo continuamente porci, se lui è con noi, se
lui è la nostra speranza, se lui è la nostra vita eterna, di che cosa possiamo
avere paura? Egli ci prende per mano e, nelle tribolazioni della storia, egli
ci dà il dono della calma e della tranquillità. Dovremmo imparare ad avere Gesù
con noi!
Allora cosa
significa questa espressione che tante volte ci crea delle difficoltà davanti
alle difficoltà del quotidiano? E la risposta è molto semplice: se nel
travaglio della storia lui è con noi, cammina con noi e dona la sua vita a
ciascuno di noi, di che cosa possiamo avere effettivamente paura?
E allora la
domanda di fondo: come possiamo superare il dramma della storia?
Ricordarci
sempre che lui è nella nostra vita!
Anche
perché le immagini sia del dormire che del cuscino dicono che Gesù è nelle mani
del Padre e se Gesù è nelle mani del Padre, nelle mani del Padre c'è il mistero
della risurrezione, c'è la novità del mondo che penetra nella storia e dà
fiducia all'uomo. Se Dio è con noi - direbbe Paolo - chi può essere contro di
noi? Noi tante volte non ragioniamo guardando a Gesù. Credo che fin dal mattino
non dobbiamo essere invasi dai nostri pensieri, dalle nostre paure, dai nostri
ragionamenti, ma avere questa certezza: se lui è con noi, se lui cammina nella
nostra storia, quale tribolazione ci potrebbe, in un modo in un altro, stancare? E allora davanti alle tribolazioni della vita
dire sempre: Gesù è con noi. E questa esperienza ci permette non solo di
affrontare la storia con coraggio e con serenità, ma ci permette di ritrovare
una certezza.
Noi siamo
stati creati in Gesù. Nel tempo camminiamo con lui per poter giungere, con lui,
a quel paradiso glorioso in cui la nostra vita sarà pienamente realizzata.
È quella
profonda certezza che non deve mai abbandonarci. L’importante, usando il
linguaggio dell'evangelista, è che dobbiamo prendere Gesù con noi, così com'è,
nel suo mistero di amore che ci avvolge continuamente e ci regala quella
speranza che l'uomo di oggi non riesce a comprendere, perché ha tanti
ragionamenti che non nascono da lui.
La bellezza
di appartenere al Maestro!
Se noi ci
ritroviamo qui in chiesa questa mattina è unicamente per rinnovare questa
certezza: camminiamo con Gesù, c'è il travaglio della storia, ci sono gli
interrogativi, ci sono le paure, ma lui è con noi. Dobbiamo ripetercelo
all'ennesima potenza, lui è con noi, e allora tante realtà storiche vengono
vissute con fiducia e con speranza perché la bellezza della nostra vita è il
Signore!
Allora che
cosa impariamo da questa parabola che nel racconto storico ci incarna la
bellezza della fede? Abbiamo sempre la convinzione al di là delle vicissitudini
storiche che Gesù cammina nella nostra esistenza e, se siamo con lui, noi
possiamo camminare in quella gloriosa serenità che ci prepara lentamente al paradiso.
Abbiamo questo orientamento di fondo della nostra vita per poter camminare in
quella sicurezza spirituale che ci dice che la bellezza della nostra vita, è entrare
in questo orizzonte meraviglioso al di là delle tempeste del quotidiano. La
vita dura qualche anno, l'eternità ci accompagna per sempre e non ci abbandona
mai perché fa di noi le meraviglie del suo amore inesauribile.
Questa sia
la speranza che vogliamo costruire giorno per giorno nella certezza che se
camminiamo con Gesù abbiamo la grande convinzione di passare a quella eternità
beata in cui saremo veramente noi stessi. Tale sia il mistero che vogliamo
celebrare nell'Eucaristia e quando ci accosteremo al Pane consacrato è la
potenza di Dio che penetra in noi, che ci dà la certezza di essere eternità beata
fin da adesso, per camminare in quegli orizzonti infiniti nel quale Dio sarà
tutto in ciascuno di noi, per tutta l'eternità beata.
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