30 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.

La piccolezza esprime l’umiltà del cuore che sa leggere la vita con la serenità del cuore, in una intensa apertura ai fratelli e alla storia quotidiana. In questo stato d’animo riusciamo a vivere con tanta fiducia e grande speranza. 

Padre, apri il nostro cuore all’ascolto di te e dei fratelli che ci regali, come ha fatto Gesù. Tale verità ci stimoli a vivere la piccolezza evangelica nel cammino quotidiano. Lo Spirito Santo ci aiuti nel costruire un tale stile di comunione fraterna. AMEN

29 settembre 2024

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B -

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2024

Nm 11,25-29      Gc 5,1-6      Mc9,38-43.45.47-48

OMELIA                                         

Gesù questa mattina ci vuole aiutare a entrare in una lettura positiva della nostra vita: riuscire ad amare l'uomo come capolavoro di Dio, un amore che va al di là delle situazioni storiche perché l'uomo è nient'altro che un atto dell'amore divino.

Infatti, se guardiamo attentamente il testo evangelico, ci accorgiamo di quanto Gesù sia innamorato dell'uomo e nelle sue esortazioni vuol veramente condurci a camminare in una novità che viene dall'alto. Ma: chi è l'uomo?

È la grossa domanda che nasce al di là della lettura del Vangelo nel nostro spirito e, secondo me, potremmo riuscire a cogliere il tutto in tre semplici passaggi:

  l'uomo è lo spirito di Dio vivente,

  l'agire dell'uomo è una creatività continua che nasce dal suo cuore,

  la bellezza della vita umana è l'incontro finale in paradiso.

Innanzitutto ritroviamo la bellezza di essere uomini: facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, intuire come l'uomo è il capolavoro stesso di Dio. Ecco perché Gesù nelle parole che abbiamo ascoltate ci pone dinanzi questo spettacolo meraviglioso: non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me, perché la bellezza dell'uomo è essere l'incarnazione del suo mistero di amore. È quel criterio a cui noi dobbiamo continuamente richiamarci, la bellezza della nostra umanità, dove l'uomo nel cammino della sua vita è in rapporto continuo con Dio per essere veramente e pienamente se stesso.

E allora il primo luogo nel quale Dio rivela il suo mistero d'amore è la nostra umanità.

Quando un uomo riesce a cogliere questa bellezza la sua esistenza assume significati ben diversi perché cammina sempre nella certezza che il Signore è con lui, sia che se ne accorga, sia che non se ne accorga. Questa è una certezza: il nostro respirare è la creatività di Dio nella nostra vita.

Spesse volte noi non riusciamo a percepire questa grandezza perché siamo molto superficiali, ma la bellezza del nostro essere uomini è prendere coscienza che siamo un capolavoro di Dio. Di riflesso, ogni uomo è chiamato a vivere i sentimenti di Cristo, Gesù vero uomo cammina continuamente con noi. Spesse volte noi dimentichiamo questa vocazione dell'incarnazione, Dio è entrato nella nostra storia per aiutarci a comprendere la gioia e la bellezza della nostra umanità, anzi, il primo luogo in cui Dio si rivela è la nostra umanità, siamo dei capolavori del suo amore e se noi percepissimo tale coscienza, tale convinzione, riusciremmo a ritrovare quella speranza interiore che è la bellezza della nostra vita.

Ecco perché nati da Dio, noi diventiamo lentamente figli di Dio, sviluppando quel dono meraviglioso che è il nostro essere creature. Allora quando noi guardiamo a Gesù -ed è il terzo passaggio-, troviamo in lui la bellezza dell’essere uomini. Tutto sommato l’essere cristiani non è qualcosa di eccezionale, è nient'altro che la gioia, in Gesù, di costruire lentamente, giorno per giorno, la gioia della nostra umanità. Come sarebbe bello quando incontrando Dio Padre nell'ultimo giorno della nostra vita ci dicesse: “Ecco il volto umano del mio Figlio!”. E allora ritroveremmo la bellezza e la gioia di quel cammino interiore che ci dovrebbe sempre aiutare a camminare in novità di vita: siamo il vivente respiro di Dio!

Dovremmo tante volte aiutarci a rileggere queste meravigliose verità per ritrovare la bellezza della nostra vita.

È vero, le difficoltà sono tante, gli interrogativi sono innumerevoli, però abbiamo una certezza: siamo un capolavoro divino-umano e il nostro guardare Gesù, il nostro essere legati profondamente a lui, è una scuola quotidiana per costruire il nostro essere creature.

Ecco perché Gesù questa mattina è molto aperto di cuore, vuole che ognuno di noi sia segno di novità di vita per ogni fratello, per poter camminare nella certezza che del Signore siamo un capolavoro meraviglioso. Questa sia la bellezza della nostra vita. Ecco perché noi veniamo alla domenica all'Eucaristia, perché diventiamo alunni di Gesù, il quale desidera che noi diventiamo effettivamente il suo volto meraviglioso. Essere cristiani è la gioia di essere uomini, convertirci e diventare docili alla nostra identità, amare l'uomo e amare la bellezza di Dio che in lui si rivela. Questo, Gesù, questa mattina ci potrebbe indicare per costruire in modo autentico la nostra storia, un cuore aperto, un cuore che accoglie, un cuore che vede le meraviglie divine in ogni fratello che si incontra nel cammino della vita.

L'Eucaristia che stiamo celebrando è nient'altro che l'espressione di un Dio innamorato dell'uomo che attraverso il suo Corpo e il suo Sangue ci vuol veramente costruire come uomini autentici che è la bellezza della nostra storia.

Ecco perché allora, da questa parola del Signore, dobbiamo ritrovare l'entusiasmo di camminare in novità di vita, certi che con il Signore e nel Signore godiamo di essere uomini, regaliamo umanità ai fratelli, in attesa di quell'incontro glorioso quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi, in una luce veramente inesauribile.

Il paradiso sarà il canto della nostra gioia di essere uomini, di essere immagini di Gesù vero uomo, per poter veramente entrare in quella gloria del Padre per cantare in serenità di cuore questa bellezza, creati a immagine di Dio siamo veramente uomini, in attesa di camminare con tutti i fratelli in una gloria che non ha alcun confine.

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chiunque vi darà un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, non perderà la sua ricompensa.

L’amore all’uomo è espressione dell’amore di Gesù per ogni uomo, rivelazione della benevolenza del Padre per l‘intera umanità. 

Padre, nella persona di Gesù ogni umana creatura ritrova il vero significato della propria esistenza. Donaci il suo cuore innamorato per l’umanità. Lo Spirito Santo ci guidi in questo cammino meraviglioso. AMEN

28 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Essi non capivano le parole di Gesù; restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso.

Solo chi condivide l’interiorità di Gesù ne comprende le parole e cammina con lui. 

Padre, guidaci con lo Spirito Santo per poter comprendere il cuore di Gesù e per intuire la profonda ed efficace sua sapienza. AMEN


27 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Ma voi chi dite che io sia?” Pietro rispose: “Il Cristo di Dio”. 

Conoscere Gesù rappresenta il grande desiderio di ogni discepolo. In lui si rivela la volontà del Padre nel mistero della risurrezione. Guardando a lui riscopriamo ogni giorno la speranza nel mistero della vita quotidiana. 

Padre, il tuo amore si è rivelato meraviglioso nella vita di Gesù, specie nel grande evento della sua risurrezione. Rendici sempre attenti al suo mistero per essere sempre più persone ricche di tanta speranza nel travaglio quotidiano, sostenuti dalla potenza dello Spirito Santo. AMEN

26 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare.  

La prepotente domanda circa l’identità di Gesù ci interpella continuamente perché in lui troviamo la luce che rischiara gli interrogativi del mondo contemporaneo. In lui è la luce della storia di tutti i tempi. 

Padre, riscalda il nostro cuore e illumina la nostra mente perché possiamo conoscere sempre più il tuo Figlio Gesù Cristo. Alla sua luce possiamo gustare la Luce che non conosce tramonto. Lo Spirito Santo ci guidi in tale meraviglioso cammino. AMEN

25 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Allora essi uscirono e giravano… annunciando la buona notizia e operando guarigioni. 

La grandezza dell’apostolo sta nel comunicare ad ogni fratello il mistero di Gesù che fa nuovo il mondo seminando sempre speranza e ridonando la gioia di vivere. 

Padre, nel ministero di Gesù appare un mondo nuovo che genera sempre speranza. Rendici suoi autentici discepoli per rendere sereni tutti i fratelli. AMEN

24 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.  

La familiarità tra le persone nasce e si sviluppa attraverso la sintonia dei sentimenti pur nella libertà di comportamento. Qui si riconosce la bellezza del valore di una autentica reciprocità. 

Padre, nel cammino della fede il fascino di Gesù crea profondi atteggiamenti di fraternità che ci porta a gustare una meravigliosa sintonia di cuori. Lo Spirito Santo ci aiuti in questo intenso lavoro spirituale per dare alla luce una autentica esperienza di luminosa reciprocità. AMEN, a lode della tua gloria.

23 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Nessuno accende una lampada e la copre… ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 

Ogni creatura è un dono da regalare ai fratelli per essere sempre in comunione fraterna, puntando al vero bene di chi la provvidenza fa incontrare. Questa è la bellezza della storia quotidiana. 

Padre, nella potenza dello Spirito ci chiami a vivere in comunione con ogni umana creatura per essere riflesso della tua gloria, come ha fatto Gesù. Rendici sempre attenti ai fratelli per diventare un cuor solo pur nella diversità degli stili concreti e cantare l’inno di lode al tuo nome. AMEN

22 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me.

La piccolezza profondamente vissuta pone la persona in una condizione di piena docilità al mistero della salvezza. È il cuore che si spalanca nella gioia d’essere aperti alla grandezza dell’Amore che viene dall’alto e ci avvolge. 

Padre, nel mistero di Gesù morto e risorto ci collochi nella grandezza del tuo amore che i bambini sanno percepire e accogliere. Il bambino si lascia guidare e sa gustare ogni dono che lo Spirito Santo gli possa comunicare. AMEN GRAZIE


XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B -

DOMENICA 22 SETTEMBRE 2024

Sap 2,12.17-20      Gc 3,16-4,3      Mc 9,30-37

OMELIA

La conoscenza di Gesù è il criterio fondamentale della nostra esistenza.

Essere come i discepoli è entrare giorno per giorno nel mistero della sua persona.

Ecco allora che questa mattina noi ci accorgiamo come sia difficile, per il cristiano, entrare nell'esperienza di Gesù perché il criterio fondamentale è entrare nel suo mistero pasquale. Guardare Gesù è ritrovare il mistero della Croce, guardare Gesù è entrare nel mistero della sua passione, conoscere Gesù è entrare nella signoria del Padre.

Essi non capivano quello che Gesù diceva perché non avevano l’attenzione del cuore rivolta al Maestro divino. E allora come è possibile per un discepolo entrare in questa esperienza?

Gesù ci pone dinanzi due passaggi fondamentali: l'essere piccoli e imitare l'esperienza dei bambini.

Sono due aspetti che occorre ricordare guardando a Gesù. Infatti qual è il rimprovero che Gesù rivolge ai suoi discepoli? Perché non lo conoscono?

Perché la loro esistenza non è essere “gli ultimi”, essere “in stato di servizio”.

Infatti, il mistero pasquale di Gesù che cosa è, se non l'abbandono che Gesù fa di se stesso nelle mani del Padre? Quella morte, sepoltura e rIsurrezione non è nient'altro che il mistero della vita di Gesù che colloca la propria storia nelle mani di Dio.

A loro manca il fascino di questo mistero, eppure la salvezza dell'uomo passa attraverso questa esperienza, essi non capivano queste parole perché non si sono lasciati veramente avvolgere in questo grande mistero. In certo qual modo è guardare continuamente Gesù nell'esperienza della sua croce gloriosa. Ecco perché il cristiano quando vuol ritrovare veramente se stesso si innamora giorno per giorno del Crocifisso.

Ma allora se questo è il primo elemento fondamentale da ritrovare, il discepolo deve imparare a essere il servitore di tutti, essere una persona in stato di accoglienza.

Gesù accoglie il Padre, ne accoglie la volontà, cammina in novità di vita perché il Padre è con lui, ma nello stesso tempo ci pone dinnanzi a una grande esperienza: accogliere l’oggi di Dio è entrare nel mistero della Croce gloriosa. Ecco perché il cristiano è un innamorato di Gesù crocifisso, perché nella sua esperienza il discepolo ritrova il senso e la bellezza della vita. Guardare il Crocifisso è guardare alla strada che lentamente ci conduce a quella comunione gloriosa che è nient'altro che essere nel mistero divino.

E allora, partendo da questa visione, ecco la beatitudine dei bambini: chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome accoglie me.

Una delle caratteristiche dell'esperienza evangelica è l'amore alla piccolezza. I discepoli discutono del loro primato tra di loro e dimenticano quel Gesù che è il loro maestro, quel Gesù che è diventato il servo di tutti, che è diventato innamorato dei bambini.

È la bellezza della nostra esistenza.

Ma allora come possiamo entrare in questa esperienza?

Contemplare Gesù, entrare nel suo mistero è ritrovare la bellezza della vita.

Quattro possono essere gli elementi che determinano questo nostro cammino: avere un cuore aperto allo stupore, all’essenzialità, alla semplicità e alla docilità.

Essere interiormente attratti dal mistero di Gesù attraverso lo stupore.

La bellezza della fede è lo stupore! Le meraviglie che Gesù compie continuamente nella sua vita. L'essere distratti dal Maestro non ci porta a conoscerlo nella verità e nell'autenticità, lasciarci attirare dalla sua persona.

Gesù non è il mezzo a noi per essere capito, ma Gesù è in mezzo a noi per realizzare in noi un profondo senso di stupore. Lui è il Maestro! I discepoli non lo comprendono perché non si lasciano catturare da questa esperienza di vita.

Essere innamorati di Gesù e, in questo innamoramento, il secondo passaggio: l’essenzialità, cogliere Gesù in quello che egli dice in semplicità, attraverso la consapevolezza che il suo mistero è un mistero di amore per l'uomo.

Contemplare il Crocifisso glorioso, entrare nel mistero della sua piccolezza, è in certo qual modo cogliere la bellezza della sua vita: essere essenziali!

Lo stupore ci semplifica, l'essenzialità mette in luce ciò che è veramente vero nel cammino della nostra esistenza.

E allora essere semplici, persone che nella loro storia hanno a cuore questa certezza: Dio è amore! Dio cammina con noi! Dio è accanto a noi!

È quell'esperienza gloriosa che noi siamo chiamati a vivere continuamente attraverso il fascino del suo mistero e della sua presenza.

Chi è il cristiano? È un innamorato di Gesù che nel cammino della sua vita non fa nient'altro che focalizzare la sua attenzione sull'atteggiamento del Maestro. E allora - quarto aspetto - la docilità al mistero della nostra esistenza: lui è il Signore!

Quando noi, nel cammino della nostra storia, ci lasciamo attirare da lui ecco: la sua parola, il suo comportamento, il suo essere in mezzo a noi in un determinato modo, ci porta a essere docili.

Vivere come è vissuto lui.

E allora quale deve essere l'atteggiamento di fondo guardando Gesù, lasciandoci catturare dalla sua persona e dal suo mistero?

Il senso più profondo di gratitudine. Contemplando lui troviamo il gusto della salvezza, contemplando lui noi ritroviamo la bellezza della nostra storia, contemplando lui diventiamo quei “piccoli” che si lasciano affascinare dalla bellezza del mistero di Dio.

Questa è la gioia della nostra esistenza!

E allora, come possiamo costruire la nostra vita?

Mentre i discepoli non capivano quello che Gesù diceva, il nostro cuore si deve lasciare attirare dalla sua personalità. Ritrovare nel suo mistero il senso del nostro istante, ascoltarlo attraverso la coscienza dei limiti che ci caratterizzano e allora, entrando in questa misteriosa esperienza, noi possiamo veramente diventare suoi discepoli che camminano in vera autenticità.

Guardate a lui e sarete raggianti dice il Salmo, essere discepoli è lasciarci prendere dal suo mistero, lasciarci in certo qual modo plasmare dal suo stile di vita e allora saremo ricchi di stupore, saremo essenziali, saremo semplici, saremo docili. È la bellezza della nostra vita quando è costruita contemplando il Maestro.

Ecco allora la bellezza del nostro cammino quotidiano, lasciarci prendere per mano da Gesù, ritrovare in lui la bellezza della nostra vita e nel suo volto riscoprire la gioia di essere suoi discepoli. Ecco perché ci ritroviamo nell'Eucaristia. L’Eucaristia è il fascino domenicale del mistero di Gesù, non è semplicemente venire e fare la comunione, ma venire e lasciarci prendere dalla sua persona, dall'essere discepoli innamorati del suo mistero per camminare in quella novità di vita che è la speranza del nostro cuore.

Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce: questa è la bellezza della nostra vita di fede, e allora, chiediamo allo Spirito Santo che ci lasci coinvolgere nella personalità di Gesù e allora riusciremo a capire che la sua vita è il senso della nostra storia, il suo mistero criterio del nostro istante, il suo camminare nel tempo preparazione quotidiana a quella eternità beata che ci attende tutti.

Viviamo questo mistero guardando a Gesù, lasciandoci prendere da lui, lasciandoci coinvolgere nel suo amore innamorato dell'uomo per poter essere quelle persone nuove che, innamorate di Gesù, camminano nel tempo e nello spazio senza alcuna paura.

E allora saremo quei bambini di cui Gesù fa l'elogio, saremo quelle persone che si lasciano continuamente prendere dal Maestro per camminare in quella novità di vita che è l'anticipazione di quel grande mistero che è il paradiso che ci attende tutti e nel quale saremo veri e autentici, in un canto di lode che non avrà mai alcun termine.

21 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù vide un uomo, chiamato Matteo… e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. 

La bellezza del nostro cammino quotidiano sta nella persona che anima le nostre scelte. In essa troviamo il significato della nostra esistenza e l’entusiasmo delle opzioni di tutti i giorni. 

Padre, il volto di Gesù ci conquista e anima le scelte quotidiane mentre siamo in cammino nelle strade della vita. Egli è la luce e la forza che ci guidano. Lo Spirito Santo sia la mano che ci sostiene verso la pienezza della nostra storia. AMEN

20 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù se ne andava per città e villaggi predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. 

L’annuncio della parola di Dio sottolinea la centralità della persona di Gesù. Attorno a lui si costruisce il cammino della fede e si elaborano gli insegnamenti e i comportamenti. 

Padre, attraverso la persona di Gesù ci insegni la via per camminare nell’accesso alla bellezza della vita come comunione con te e con i fratelli. Lo Spirito Santo ci illumini e ci guidi in questo percorso per maturare nella trasfigurazione delle nostre persone. AMEN

19 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

La tua fede ti ha salvata; va' in pace!

La felicità nasce sempre in un cuore credente che colloca il mistero della propria esistenza nelle mani della Trinità beata. Questa rappresenta il nostro vero stato spirituale. 

Padre, nella fede in Gesù la creatura ritrova sempre la propria serenità esistenziale. Aiutaci a gustare sempre questa condizione interiore. Lo Spirito Santo ci venga sempre in soccorso perché possiamo sentirci creature rigenerate. AMEN

18 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

La Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli.

Il credente è sotto l’azione creativa dello Spirito che offre la capacità di una profonda apertura del cuore per accogliere la presenza del Mistero della rivelazione che lo avvolge. 

Padre, il tuo Spirito illumini il nostro cammino quotidiano perché possiamo essere aperti al mistero del tuo amore incondizionato per dare forza e speranza ad ogni uomo che la tua provvidenza ci fa incontrare. Gesù ci trasfiguri e ci rende sempre nuove creature. AMEN

17 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 

L’incontro con il Cristo è sorgente di grande speranza per ogni uomo. In lui scopriamo la sorgente della vita e il cuore umano esulta: un orizzonte di eternità appare al nostro sguardo interiore. Tale esperienza è fonte di tanta gioia e fa respirare. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù l’anima pregusta l’incontro finale della gloria del cielo e vive in attesa di tale pienezza di luce. Rivestivi della potenza dello Spirito Santo perché questo desiderio sia sempre più vivo nel nostro cuore. AMEN

16 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande.

La grandezza della fede appare in un cuore che profondamente immerso nella storia umana vive un'intensa sete di Infinito. Qui affiora la bellezza del cuore umano. 

Padre, nel cammino della storia immersa nelle complesse problematiche del mondo, la creatura grida il proprio dolore per aprirsi alla speranza. È la profonda esperienza della fede. AMEN

15 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

Il desiderio di amare la vita passa attraverso l’accoglienza del proprio quotidiano in cui si rivela la misteriosa volontà divina. In ogni oggi storico Dio ci parla rivelandoci il suo amore. 

Padre, tu ci rivolgi la tua parola attraverso gli avvenimenti quotidiani perché sei il Dio che ama incarnare la sua volontà mediante il linguaggio della vita ordinaria. Donaci lo Spirito della accoglienza per costruire ogni istante nel tuo mistero di amore. AMEN

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B -

DOMENICA 15 SETTEMBRE 2024


TRASFIGURAZIONE DELL’ICONA DEL SANTO JESUS

 Chiesa di Santa Maria Immacolata delle Grazie - Bergamo


Ap 5,6-14      Eb 1,3-12      Lc 24,35-48

OMELIA

La gioia di ritrovarci nella celebrazione eucaristica si esprime nella gioia di contemplare il Risorto.

Ogni festa liturgica ha il suo nucleo fondamentale in questa meravigliosa esperienza: noi siamo qui per contemplare il Figlio di Dio incarnato, morto e risorto, per essere trasfigurati nel suo mistero.

Egli stesso l'aveva detto Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei secoli. La gioia di ritrovarci la domenica a celebrare i Divini misteri è contemplare il Risorto, è farci comprendere che la bellezza della nostra vita è essere il Risorto vivente.

Quando noi ci poniamo la domanda - cosa significhi essere cristiani - la risposta è molto semplice: essere sacramenti del Risorto nel tempo e nello spazio, in attesa di contemplarlo glorioso, nella Gerusalemme del cielo. Ecco perché il cristiano è sempre nella gioia, perché la bellezza della sua vita è gustare profondamente questa meravigliosa Presenza, una Presenza che inebria il nostro cuore, una Presenza che è fonte di speranza, una Presenza che ci illumina di eternità beata.

Egli è il Vivente in noi viventi!

È una verità questa, che ogni domenica dovrebbe essere approfondita nella nostra vita. Noi veniamo all'Eucarestia non per fare la comunione, noi veniamo all'Eucarestia per contemplare in modo gioioso l’oggi del Risorto, che è qui in mezzo a noi.

Ma come noi possiamo entrare in questa esperienza?

Sicuramente quello che ci ha detto l'evangelista Luca è estremamente vero: ogni volta che nel giorno del Signore ci ritroviamo a celebrare i Divini misteri noi contempliamo il Risorto. Siamo inebriati dalla sua Presenza, gustiamo il suo mistero come senso della nostra vita.

Ma tutto questo si fonda su un principio a cui noi dovremmo sempre richiamarci: noi celebriamo l'Eucaristia perché siamo stati battezzati.

È molto bello come nel rito bizantino-costantinopolitano quando un bambino viene battezzato, viene immerso nell'acqua e unto con l’olio, accoglie l'Eucaristia attraverso un cucchiaio riempito di vino e riceve il rito della tonsura, il taglio dei capelli, perché la sua esistenza sia una consacrazione continuamente offerta a Gesù.

Noi ci ritroviamo qui nell’Eucarestia perché siamo del Signore, gli apparteniamo, ne gustiamo la gioia e veniamo in essa continuamente trasfigurati.

Ecco perché tante volte ci siamo detti - noi non andiamo a messa, andiamo a contemplare il Risorto come criterio della nostra vita - e l'Eucarestia è nient'altro che la celebrazione temporale di quello che sarà veramente pieno nella liturgia del cielo quando non ci accosteremo più a un Sacramento, ma saremo immersi in una visione che ci trasfigurerà per tutta l'eternità beata.

Quando noi celebriamo i Divini misteri noi formuliamo quella espressione che dovrebbe continuamente essere presente in noi. Alla proclamazione: “Mistero della fede” noi rispondiamo: “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta”, viviamo una Presenza in attesa della pienezza della gloria. Sacramentalmente Gesù è qui, idealmente siamo tutti tesi e protesi verso quella pienezza di luce quando eternamente contempleremo il volto glorioso del Maestro.

Ecco perché è bello ritrovarci la domenica, per realizzare tre principi fondamentali della nostra vita: la coscienza che il Risorto è presente, che noi siamo il Risorto vivente e che siamo in attesa di gustarne la grandezza nella bellezza del paradiso.

Cos'è il rito, se non il segno attraverso il quale noi incarniamo la gioia della nostra storia?

Vediamo il Risorto, camminiamo con il Risorto, attendiamo la bellezza della sua gloria! E allora se noi abbiamo questa convinzione, cos'è la nostra celebrazione di oggi?

È una cosa molto semplice: affascinati dal Maestro ne viviamo la gloriosa presenza mentre stiamo aspettando la luminosità del suo volto nella dinamica del paradiso.

Il senso dell'Eucaristia è il desiderio della gloria eterna!

Ecco perché noi quando ci accosteremo all'Eucaristia come Sacramento ci sentiremo trasfigurati, gusteremo l'eternità nel tempo e dentro di noi ci sarà quel desiderio profondo quando: “O Signore potrò vederti faccia a faccia!”, in quella luminosità eterna che è la bellezza della nostra vita?”.

Ecco allora che, quando noi torneremo a casa questa mattina, non diremo più “sono andato a messa” ma “Signore grazie che ti sei rivelato nella pienezza del tuo volto, nella luminosità della tua persona e mi hai fatto desiderare quell'incontro finale quando tu sarai tutto in ciascuno di noi!”

Fuori da questo orizzonte tutto diventa un rito, tutto diventa una forma, tutto diventa qualcosa di contingente che non illumina radicalmente la nostra storia e non ci colloca in quella pienezza di vita che è la bellezza della nostra esistenza. Ecco perché è bello ritrovarci nell'Eucaristia: gustare una Presenza, lasciarsi da essa trasfigurare in attesa di una gloria eterna.

E allora noi in questo momento, come ci ha detto molto bene l'Apocalisse, vedremo l’Agnello, immolato e ritto in piedi, glorioso, che ci dà il suo corpo e il suo sangue perché possiamo in questa vita proiettarci verso l'eternità beata.

Questo sia il mistero che vogliamo vivere e condividere nella certezza che il Sacramento è solo un passaggio dalla fede alla visione, da una Presenza a una contemplazione, per essere immersi in quella luce eterna che non è data dalle luci storiche, ma dal volto di un grande Maestro, il Signore, che rinnova la nostra vita e ci dà questo grande slancio, essere proiettati verso quel meraviglioso banchetto del cielo dove egli sarà tutto in ciascuno di noi e noi canteremo eternamente la nostra gioia di essere gloriosi nel suo mistero di amore.

14 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito. 

Il dono della rivelazione ci fa cogliere la presenza amorosa del Padre che è accanto a noi nel cammino quotidiano per sostenerci con il Suo Spirito nel travaglio di tutti i giorni. 

Padre, sostieni ogni giorno il nostro cammino quotidiano perché non ci lasciamo scoraggiare di fronte alle difficoltà della storia. Aiutaci a rimanere accanto a Gesù e allo Spirito Santo per essere uomini di speranza. AMEN

13 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Un discepolo non è più del maestro, ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

La gioia del discepolo è la viva imitazione del maestro che rappresenta la meta interiore di chiunque voglia essere autentico discepolo. Qui troviamo la vivacità della vita spirituale di ogni uomo. 

Padre, la persona di Gesù rappresenta il punto di riferimento della nostra identità umana. Vivere di lui è la grande anima della nostra vita quotidiana. Lo Spirito Santo ci guidi e ci sorregga in tale cammino perché possiamo lentamente acquisire i sentimenti stessi del Maestro divino. AMEN

12 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio.

Il rapporto fraterno esprime quello che abita il cuore umano.  In questo scaturisce la vera reciprocità che ritraduce l’esperienza quotidiana di profondo amore all’uomo che la provvidenza ci fa incontrare. 

Padre, la persona di Gesù è l’espressione del tuo amore meraviglioso verso l’intera umanità per infondervi tanta speranza. Nel Dio della rivelazione la creatura umana incontra una bontà senza alcun limite. In questo lo Spirito Santo ci guida e illumina continuamente. AMEN 

 

11 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci prla...

Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. 

L’esperienza della povertà esistenziale caratterizza la creatura come manifestazione della propria libertà interiore. Essa non è essenzialmente un fatto economico, ma ritraduce la coscienza positiva della condizione della persona umana che ama la propria identità esistenziale. 

Padre, il tuo Figlio Gesù ha scelto la povertà come paradigma della propria esistenza per essere obbediente alla tua misteriosa volontà. Nella povertà esistenziale esprimiamo un cammino di grande libertà interiore. Lo Spirito Santo ci aiuti a vivere tale esperienza spirituale per crescere nella feconda vita umana. AMEN

10 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. 

La solitudine in Dio anima chiunque entri nel mistero della preghiera dove la persona si lascia immettere nel mistero ineffabile del volto di Gesù per accedere alla gustazione del cuore del Padre. Questa è una dolcezza che anticipa il paradiso. 

Padre, nella fecondità del tuo amore ci attiri ogni giorno nella persona di Gesù, donaci di riposare sul suo cuore per poter gustare la soavità del tuo volto, sacramento della visione gloriosa del paradiso. Lo Spirito Santo ci rigeneri ogni giorno in tale meraviglioso desiderio celeste. AMEN

09 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

E guardandoli tutti intorno Gesù disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 

Contemplare Gesù che compie miracoli di guarigione ci conduce a comprendere quanto egli ami la creatura umana. L’esperienza credente ha di mira l’uomo, aiutandolo a ritrovare se stesso nella bellezza della sua umanità. 

Padre, nel tuo disegno di salvezza ci regali al Cristo perché ci aiuti ad essere veramente uomini. Amare intensamente la creatura umana è la tua finalità e per questo il tuo Verbo si è incarnato. Nello Spirito Santo desideriamo rendere vivo in noi tale mistero per divenire riflesso della tua gloria. AMEN

08 settembre 2024

XXIII DOMEN ICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B –

DOMENICA 8 SETTEMBRE 2024

Is 35,4-7      Gc 2,1-5      Mc 7,31-37

OMELIA                                                                                                                          

Quando noi veniamo invitati a diventare discepoli del Maestro divino, che è Gesù, nasce un interrogativo che in modo più o meno consapevole si sviluppa nel nostro spirito: il messaggio che Gesù ci rivolge non è forse un po' troppo alto? E davanti a questo interrogativo la Chiesa ha risposto attraverso quello che noi chiamiamo il rito della iniziazione Cristiana.

Il brano evangelico che abbiamo ascoltato ritraduce questo mistero: è la narrazione di come nella Chiesa nella narrazione dell’evangelista Marco si diventava cristiani, e allora intuiamo in questo racconto quattro passaggi che, tante volte noi non abbiamo ben chiari, ma che ci fanno capire che il Signore - perché noi lo possiamo veramente seguire - fà in noi le sue meraviglie.

Infatti quando noi battezziamo una persona diciamo: “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” cioè ti immergo nella vita della Santissima Trinità.

Prima diventiamo discepoli e dopo possiamo veramente vivere il mistero battesimale.

Allora i 4 passaggi di cui parla l'evangelista Marco e di cui noi dobbiamo essere consapevoli: il battezzato entra nella solitudine di Dio, vive la familiarità con Gesù, ne coglie i segni, ma soprattutto ha la creatività dello Spirito Santo.

Il battezzato è la Trinità vivente attraverso il linguaggio rituale.

Innanzitutto il primo elemento che noi dovremmo riuscire a cogliere nel cammino della nostra vita: quelle persone presentano a Gesù il sordomuto e Gesù, come primo gesto, lo porta nella sua solitudine. Non possiamo veramente imitare il Cristo se non diventiamo una persona sola con lui.

Il battezzato è il Cristo vivente.

Quando noi diciamo - io ti battezzo - noi diciamo: tu diventi il sacramento della reale presenza di Cristo. Il battezzato è Gesù vivente, per cui le esigenze che Gesù ci presenta sono nient'altro che esigenze per essere autentici, per vivere in profondità la presenza del Maestro divino. Ecco allora che Gesù pone quei gesti: le dita negli orecchi, la saliva sulla lingua, perché è la sacramentalità di Gesù.

Il discepolo diventa Gesù in persona.

Ecco perché i gesti della liturgia sono semplici e chiarissimi: noi diventiamo il volto di Gesù attraverso il semplice segno della gestualità del Maestro. È una forma di trasformazione, di trasfigurazione, per cui noi se stiamo attenti diventiamo il mistero di Gesù.

Ora questo mistero si ritraduce attraverso due atteggiamenti: il rapporto con il Padre, guardando quindi verso il cielo.

Uno dei doni del battesimo è il gusto della paternità di Dio.

Come si conclude il rito battesimale se non andando all'altare, dicendo il Padre Nostro? Perché la bellezza di diventare figli, in Gesù, è gustare intensamente la sua figliolanza Divina.

È molto bello come nella Chiesa apostolica recitare il Padre Nostro era con un Sacramento. È una visione questa che non sempre noi conosciamo, ma ogni volta che noi in semplicità diciamo “Padre” in quel momento entriamo in relazione con Dio in una intimità trasfigurante. Non è recitare una preghiera, è dire il mistero nel quale noi siamo stati immersi.

Gesù pone un gesto che ci introduce nella comunione con il Padre: essere battezzati è diventare “figli nel Figlio” attraverso la gioia di essere la contemplazione vivente del volto del Padre.

E questo è il terzo passaggio che noi dobbiamo ritrovare nella realtà del battesimo.

Non solo viviamo la solitudine di Gesù, la sua personalità, ma attraverso il gesto rituale diventiamo “figli del Padre!” Come sarebbe bello se nel cammino della sua vita il cristiano dicesse continuamente: “Padre! Sia santificato il tuo nome! Padre!”.

Se noi riuscissimo a cogliere la bellezza di questa paternità, il battezzato è un trasfigurato nella vita di Dio, e questa bellezza si ritraduce nell'ultimo gesto che Gesù ha compiuto, gli disse «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente ed è la docilità allo Spirito Santo dove, il soffio dello Spirito Santo, ha la capacità di renderci quelle persone nuove che nel cammino della vita contemplano in atto la comunione divina.

A me piace sempre citare il gesto del padre di Origene che, dopo che il figlio fu battezzato, lo prese e gli baciò il petto. Baciò la Santissima Trinità che era presente nel suo figlio; il battezzato è la Trinità vivente. Ecco perché il cristiano fin da piccolo fa il segno di croce, perché è immerso nella Trinità beata.

Ecco perché i genitori educano i bambini a fare il segno di Croce - Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo -, perché questo senso della vita della Trinità è la bellezza di essere discepoli, per cui il cristiano non può dire nella sua vita - Gesù ci chiama ad altezze troppo elevate -  perché, quando abbiamo questi pensieri diciamo che non siamo credenti… Perché la bellezza della nostra fede è essere abitati, dinamicamente, dalla realtà del Figlio che ci pone in relazione con il Padre, nella creatività dello Spirito Santo, che fa in noi meraviglie. È la bellezza di essere trinitari per cui, l’evangelista Marco attraverso il racconto del sordomuto, ci dice come nella Chiesa antica si diventasse cristiani. Essere dei battezzati che vivono la personalità di Gesù in un misterioso e meraviglioso rapporto con il Padre, attraverso la gestualità sacramentale, dove lo Spirito Santo compie meraviglie!

Vedere un bambino battezzato è adorare la Santissima Trinità che sta operando nel cuore di questo bambino e allora, credo, che celebrando l'Eucaristia questa mattina noi stiamo vivendo il nostro battesimo, la nostra vita trinitaria. Stiamo vivendo la gioia di appartenere al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo e quando la nostra vita è immersa in questa ricchezza la nostra vita è luminosa, perché siamo dei capolavori trinitari nei quali la Trinità compie le sue meraviglie.

La Chiesa antica ha inventato una formula molto bella quando noi veniamo battezzati “Io ti battezzo nel nome del Padre che ti ha creato, nel nome del Figlio che ti ha redento, nel nome dello Spirito Santo che ti ha santificato”. E quando moriremo, sulla nostra persona, sarà recitata la stessa formula: “Ti segno nel nome del Padre che ti ha creato, nel nome del Figlio che ti ha redento, nel nome dello Spirito Santo che ti ha santificato. Entra nella gioia del tuo Signore!”.

È la bellezza del morire!

Entrare nella vita trinitaria in tutta la sua definitività.

Viviamo così questa Eucaristia, in comunione con le tre Persone Divine, percepiamo la novità Divina dentro di noi e siamo in attesa di quel grande incontro con la Trinità quando, nell'atto del morire, entreremo in una luminosità gloriosa che sarà la gioia che ci accompagnerà per tutta l'eternità beata.