01 settembre 2024

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B -

DOMENICA 1 SETTEMBRE 2024

Dt 4,1-2.6-8      Gc 1,17-18.21b-22.27      Mc 7,1-8.14-15.21-23

OMELIA

Gesù questa mattina ci pone dinnanzi a quello che è il criterio di fondo delle nostre scelte.

Qual è il precetto a cui noi dobbiamo continuamente richiamarci per poter essere veri e autentici?

E allora la risposta ci è data dalla frase centrale del Vangelo Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

Qual è il criterio al quale l'uomo è chiamato a conformarsi per essere autentico?

Esistono due passaggi nel brano che abbiamo ascoltato che ci possono veramente aiutare. Da una parte mettere da parte quelle che sono le tradizioni storiche, che sono situazioni culturali, che oggi ci sono e domani non ci sono più e, dall’altra, della grande purificazione a cui Gesù ci richiama questa mattina: non essere attenti a tutte le norme che le tradizioni ci offrono, che sono eventi culturali, ma - è dal testo centrale nel brano che abbiamo ascoltato - Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini. Siamo chiamati a obbedire al comandamento di Dio, ma cosa vuol dire questa espressione che riassume tutto lo stile della nostra vita?

Innanzitutto la coscienza che noi siamo un capolavoro di Dio.

L'uomo è chiamato a entrare nel suo cuore e a intuire quali sono le norme fondamentali che Dio vi ha seminato. È quell'atteggiamento di silenzio, di meditazione, di attenzione che continuamente accompagna la nostra esistenza.

Signore come mi hai creato?

Per quale finalità mi hai posto in atto?

Qual è il mistero della tua volontà nei nostri confronti?

L'uomo, attento a Dio, fa le sue scelte; non come le tradizioni possono presentarsi, ma come Dio effettivamente ci parla.

Ecco il primo elemento a cui noi dobbiamo prestare attenzione.

Signore, cosa vuoi da noi? Come mi hai creato? Qual è il mistero che devo vivere?

E questo noi lo cogliamo, ed è il secondo passaggio, cercando di entrare in quella che è la nostra identità: la nostra vocazione battesimale. Infatti chi è il cristiano? Noi siamo nati da Dio, camminiamo con Dio e il battesimo ci rende figli di Dio; è quella attenzione contemplativa che ci deve sempre accompagnare. La vita è un meraviglioso dialogo tra Dio e ciascuno di noi e noi, in questo dialogo, entriamo in rapporto continuamente con la volontà di Dio.

Usando il testo del salmo - Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra - il cristiano, nato da Dio, continuamente osserva il linguaggio di Dio.

In termini più semplici: Dio, cosa vuole dalla mia vita?

È quella meditazione interiore che ci deve sempre accompagnare. L'uomo ritrovava se stesso quanto più nel cammino della sua vita entra nel mistero di Dio. È la vocazione contemplativa del battesimo.

Perché siamo stati battezzati se non perché dovessimo continuamente riferirci al mistero di Gesù, alla sua volontà e alla ricerca di quello che il Padre intensamente desidera?

Ecco perché ho citato il salmo - Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? - il cristiano è un attento, costante e continuo alla creatività di Dio. E se il cristiano riesce a vivere bene questo secondo passaggio, cos'è la vita se non un proiettarci lentamente in quell'atteggiamento interiore che ci apre orizzonti di bellezza eterna!

Sono i tre passaggi di fondo della vita: nati da Dio, viviamo di Dio per incontrare Dio definitivamente.

In certo qual modo vivere è nient'altro che rendere feconda la nostra vita collocandola nella gratuità di Dio. Ecco perché il battezzato è un contemplativo, perché il battezzato continuamente richiama la propria esistenza alla sua fondazione: nato da Dio, generato da Dio, nato dall'acqua e dallo Spirito Santo, essere creature nelle quali la creatività di Dio è sempre viva e attuale… È la bellezza della nostra storia.

Ecco allora che Gesù questa mattina ci dice: “Qual è il criterio delle tue scelte quotidiane? Qual è il punto di partenza a cui fai riferimento quando devi vedere i criteri morali della tua storia?”

E noi rispondiamo con tanta semplicità: “La tua presenza Gesù è il senso della mia vita! La tua parola il cammino che ci comunichi continuamente! La tua presenza la certezza di non essere mai delusi!”

Questa è la bellezza della nostra vita e allora, teniamo puro il nostro cuore, teniamolo puro nella coscienza profonda che lui, Gesù, è il grande valore, la sua parola la nostra anima, le sue intuizioni i criteri delle scelte. Questo sia il mistero che vogliamo vivere e condividere.

D'altra parte cos'è l'Eucaristia?

Se guardiamo attentamente essa è celebrare l'ascolto diuturno della Divina presenza.

Entrare nell'Eucaristia è accogliere il Maestro con la sua parola, nella sua parola, per essere uomini veri e autentici. E allora troviamo la semplicità dei nostri cuori, il Signore è qui presente, cammina con noi e ci sostiene continuamente e allora quando giungeremo in paradiso, il Padre, incontrandoci, ci dirà: “Ecco il mio volto. Ecco la mia volontà realizzata. Ecco la presenza del mio figlio che in te ha fatto i suoi capolavori!”.

E se noi riuscissimo a entrare in questo tipo di lettura ci accorgeremmo che la vita sarebbe un capolavoro di relazione, Dio tutto in noi, perché noi tutti in lui.

Questa sia la bellezza e la speranza della nostra esistenza e allora non stiamo legati a tante tradizioni che, come Gesù ha detto, sono più frutto degli uomini, ma abbiamo questa attenzione del cuore alla presenza sua nella nostra storia per essere i suoi capolavori. E allora sarà bello quando giungeremo davanti al Padre egli ci dirà: “Ecco il volto del mio Figlio!” per camminare in quella luminosità eterna che è la nostra forza, la nostra speranza, quella eternità alla quale tendiamo e nella quale noi potremmo essere veramente uomini realizzati secondo il mistero della sua meravigliosa volontà Divina.

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