21 novembre 2024

XXXIII DOMENICA T.O. - ANNO B -

DOMENICA 17 NOVEMBRE 2024

Dn 12,1-3      Eb 10,11-14.18      Mc 13,24-32

OMELIA

La Chiesa, seguendo l'itinerario dell'anno liturgico, ci orienta questa domenica all'incontro glorioso con il Signore nell'esperienza del paradiso.

Il cristiano è chiamato a condividere questa esperienza attraverso una profonda riflessione sul senso della sua vita: nati da Dio, siamo chiamati a entrare nella gloria di Dio.

È quell’orientamento che ci dovrebbe continuamente caratterizzare, siamo orientati all'incontro con la gloria del cielo. Ecco perché Gesù nel brano evangelico che abbiamo ascoltato ci fa un discorso molto impegnativo: cercare di riflettere sull'incontro glorioso che noi avremo al termine della nostra vita.

Nati da Dio, diventiamo figli di Dio e saremo in questa pienezza quando varcheremo la soglia del giardino dell'Eden ed entreremo nel gaudio eterno.

Ma come noi possiamo orientare la nostra vita verso questo incontro finale?

Uno dei drammi della cultura odierna è avere dimenticata questa grande meta, quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi e, in quel momento, potremo gustare quella gloria che è il desiderio dei nostri desideri: stare eternamente con il Signore.

E allora come noi possiamo entrare in questo cammino? Come possiamo entrare in questa maturazione di gloria che ci attende e ci trasfigura continuamente?

La risposta è molto semplice: imparare a vedere Gesù nella nostra ferialità. Noi incontreremo il Signore nel paradiso, ma questo grande desiderio di incontro glorioso, dipenderà dall’averlo incontrato nella vita di tutti i giorni. Allora la domanda che vogliamo porci: come noi possiamo incontrare il Signore?

Possono esserci cinque passaggi per educarci giorno per giorno a entrare in questa bellezza gloriosa. Innanzitutto l'esperienza della fede. Riandiamo sempre a quella bella espressione di Paolo ai Tessalonicesi “Cristo mediante la fede abiti nei vostri cuori perché fondati e radicati nella carità possiate sempre camminare in novità di vita”.

Il Signore dimora dentro di noi, è una esperienza che dovremmo continuamente rivisitare, e rivisitare in modo profondo, quando Gesù ci dice “Seguimi” nell'esperienza del discepolato, in quel momento ci dice “Lasciami abitare nella tua vita!”. La presa di coscienza che Dio, il Cristo, è presente nelle nostre persone e cammina nel tempo camminando con noi.

È la prima attenzione che dobbiamo continuamente tenere presente, camminare in avanti, attraverso la coscienza che egli, il Signore, abita nella nostra vita, e questo Gesù noi lo incontriamo nei sacramenti.

Cosa sono i riti se non il linguaggio di una presenza? Il Signore è con noi! Quando il Maestro ci dice Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo, non ci dice solo della sua presenza a livello storico, ma soprattutto a livello sacramentale. Come sarebbe bello se nel cammino della nostra quotidianità avessimo questa percezione - vado a stare con il Signore - ... non vado alla Messa, che è un rito, vado a incontrare il Maestro che mi aspetta, mi trasfigura e mi colloca in un cammino di gloria eterna per essere vero e autentico.

La presenza sacramentale del Maestro è l'anticipazione di quell'incontro glorioso che noi avremo in paradiso. E tutto questo noi lo possiamo gustare attraverso le scelte di tutti i giorni. Noi nella fede conosciamo i “sacramentali” questi gesti feriali attraverso i quali noi diciamo in modo profondo la bellezza e la grandezza della nostra fede. Ogni giorno il Signore è con noi, cammina con noi e attraverso la semplice gestualità quotidiana noi continuamente desideriamo la sua presenza. Il Gesù che noi incontreremo in paradiso noi lo percepiamo già nell'itinerario feriale della nostra storia, egli è sempre con noi - ed è il quarto passaggio -  e cioè: il nostro vissuto è con Gesù.

Come noi potremmo incontrarlo nella bellezza del paradiso se egli non è con noi giorno per giorno, costruendo la sua presenza attraverso la vita feriale?

Noi non incontreremo in modo improvviso il Signore perché lo stiamo già desiderando, dicevamo nella fede, nell'incontro sacramentale, in quei gesti feriali che ci accompagnano nel quotidiano, attraverso soprattutto la certezza che egli è con noi. Noi spesse volte dimentichiamo questa ultima verità …

Egli, Gesù, è nella nostra vita, cammina con noi e ci dà la certezza di entrare in quel paradiso glorioso dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi.

È vero, per entrare in questa esperienza dobbiamo essere profondamente convinti che Gesù è nella nostra vita, è nella nostra quotidianità. Usando un'immagine molto semplice egli “passeggia giorno per giorno nel cammino della nostra quotidianità” per cui quando lo incontreremo nella gloria, in quel momento, sarà pienezza della nostra vita. Se noi riuscissimo a percepire queste semplici verità che ci accompagnano ogni giorno, la nostra vita sarebbe una grande attesa, quando potremo veramente vedere il Signore in tutta la sua luminosità! Il paradiso non è un ipotesi di lavoro. Il paradiso è l'attenzione costante del nostro cuore che desidera continuamente entrare in quella luminosità eterna perché il Dio con noi è la gioia del nostro istante.

È molto bello come nel rito Ambrosiano l'Eucaristia si concluda con quella bella espressione: “Andiamo in pace!”, andiamo in questa esperienza gloriosa dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi. D'altra parte se noi non avessimo questa visione di gloria, cos'è la nostra esistenza? Passano gli anni, si succedono gli avvenimenti, ma qual è il senso di questa nostra esistenza quotidiana, se non entrare in questa attrazione meravigliosa che è il paradiso?

Morire non è nient'altro che fare quel salto di qualità per cui Dio diventa il tutto nella nostra vita, la luce che illuminerà le nostre tenebre e ci darà la capacità di camminare in un mistero di gloria con tutti i nostri Santi. La Chiesa, attraverso il discorso escatologico dei Vangeli, ci vuole illuminare da questo punto di vista per orientarci verso questa grandezza in modo che quando arriverà il nostro giorno diremo: “Eccomi Signore mi colloco nelle tue mani, cammino nella tua luce eterna per essere con i fratelli in una gloria che non ha confini!”.

Questa sia la bellezza della nostra vita, camminiamo con Gesù nel tempo per essere con lui nell'eternità beata e allora, in questo orizzonte, noi potremo gustare la bellezza della vita. D'altra parte perché siamo stati creati? E nel catechismo abbiamo imparato quella formula - per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita per poi poterlo goderlo eternamente in Paradiso - lì sarà il compimento di ogni nostro desiderio, saremo in quella gloria futura che illuminerà il nostro tempo e ci darà la bellezza del gustare la comunione con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito Santo.

Questa sia l'esperienza che vogliamo fare in questa EucarIstia.

E allora quando riceveremo l'Eucaristia Sacramento questa mattina pregustiamo in quel momento, l’istante in cui Gesù ci prenderà per mano, ci darà il suo Corpo il suo Sangue nella gloria del cielo, per cantare eternamente il gaudio di quella esperienza gloriosa quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi.

Questo sia il nostro itinerario di vita.

Questo il nostro desiderio.

Questo l'istanza più profonda per entrare in quella luce eterna dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi, in una gioia che non ha alcun confine.

 

Nessun commento:

Posta un commento