22 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

La mia casa sarà casa di preghiera.

Ogni luogo di culto fa respirare nella preghiera e vive di preghiera. In esso la comunità si pone alla presenza dell’Ineffabile e ogni atto sacramentale diventa un canto di gratitudine e di supplica. 

Padre, tu ci convochi nella celebrazione sacramentale perché facciamo l’esperienza della reale presenza del tuo Figlio Gesù risorto. Donaci sempre l’attenzione del cuore e della mente per poterlo contemplare e gustarne la salvezza. Nello Spirito Santo vivremo tale meraviglioso Mistero. AMEN

21 novembre 2024

XXXIII DOMENICA T.O. - ANNO B -

DOMENICA 17 NOVEMBRE 2024

Dn 12,1-3      Eb 10,11-14.18      Mc 13,24-32

OMELIA

La Chiesa, seguendo l'itinerario dell'anno liturgico, ci orienta questa domenica all'incontro glorioso con il Signore nell'esperienza del paradiso.

Il cristiano è chiamato a condividere questa esperienza attraverso una profonda riflessione sul senso della sua vita: nati da Dio, siamo chiamati a entrare nella gloria di Dio.

È quell’orientamento che ci dovrebbe continuamente caratterizzare, siamo orientati all'incontro con la gloria del cielo. Ecco perché Gesù nel brano evangelico che abbiamo ascoltato ci fa un discorso molto impegnativo: cercare di riflettere sull'incontro glorioso che noi avremo al termine della nostra vita.

Nati da Dio, diventiamo figli di Dio e saremo in questa pienezza quando varcheremo la soglia del giardino dell'Eden ed entreremo nel gaudio eterno.

Ma come noi possiamo orientare la nostra vita verso questo incontro finale?

Uno dei drammi della cultura odierna è avere dimenticata questa grande meta, quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi e, in quel momento, potremo gustare quella gloria che è il desiderio dei nostri desideri: stare eternamente con il Signore.

E allora come noi possiamo entrare in questo cammino? Come possiamo entrare in questa maturazione di gloria che ci attende e ci trasfigura continuamente?

La risposta è molto semplice: imparare a vedere Gesù nella nostra ferialità. Noi incontreremo il Signore nel paradiso, ma questo grande desiderio di incontro glorioso, dipenderà dall’averlo incontrato nella vita di tutti i giorni. Allora la domanda che vogliamo porci: come noi possiamo incontrare il Signore?

Possono esserci cinque passaggi per educarci giorno per giorno a entrare in questa bellezza gloriosa. Innanzitutto l'esperienza della fede. Riandiamo sempre a quella bella espressione di Paolo ai Tessalonicesi “Cristo mediante la fede abiti nei vostri cuori perché fondati e radicati nella carità possiate sempre camminare in novità di vita”.

Il Signore dimora dentro di noi, è una esperienza che dovremmo continuamente rivisitare, e rivisitare in modo profondo, quando Gesù ci dice “Seguimi” nell'esperienza del discepolato, in quel momento ci dice “Lasciami abitare nella tua vita!”. La presa di coscienza che Dio, il Cristo, è presente nelle nostre persone e cammina nel tempo camminando con noi.

È la prima attenzione che dobbiamo continuamente tenere presente, camminare in avanti, attraverso la coscienza che egli, il Signore, abita nella nostra vita, e questo Gesù noi lo incontriamo nei sacramenti.

Cosa sono i riti se non il linguaggio di una presenza? Il Signore è con noi! Quando il Maestro ci dice Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo, non ci dice solo della sua presenza a livello storico, ma soprattutto a livello sacramentale. Come sarebbe bello se nel cammino della nostra quotidianità avessimo questa percezione - vado a stare con il Signore - ... non vado alla Messa, che è un rito, vado a incontrare il Maestro che mi aspetta, mi trasfigura e mi colloca in un cammino di gloria eterna per essere vero e autentico.

La presenza sacramentale del Maestro è l'anticipazione di quell'incontro glorioso che noi avremo in paradiso. E tutto questo noi lo possiamo gustare attraverso le scelte di tutti i giorni. Noi nella fede conosciamo i “sacramentali” questi gesti feriali attraverso i quali noi diciamo in modo profondo la bellezza e la grandezza della nostra fede. Ogni giorno il Signore è con noi, cammina con noi e attraverso la semplice gestualità quotidiana noi continuamente desideriamo la sua presenza. Il Gesù che noi incontreremo in paradiso noi lo percepiamo già nell'itinerario feriale della nostra storia, egli è sempre con noi - ed è il quarto passaggio -  e cioè: il nostro vissuto è con Gesù.

Come noi potremmo incontrarlo nella bellezza del paradiso se egli non è con noi giorno per giorno, costruendo la sua presenza attraverso la vita feriale?

Noi non incontreremo in modo improvviso il Signore perché lo stiamo già desiderando, dicevamo nella fede, nell'incontro sacramentale, in quei gesti feriali che ci accompagnano nel quotidiano, attraverso soprattutto la certezza che egli è con noi. Noi spesse volte dimentichiamo questa ultima verità …

Egli, Gesù, è nella nostra vita, cammina con noi e ci dà la certezza di entrare in quel paradiso glorioso dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi.

È vero, per entrare in questa esperienza dobbiamo essere profondamente convinti che Gesù è nella nostra vita, è nella nostra quotidianità. Usando un'immagine molto semplice egli “passeggia giorno per giorno nel cammino della nostra quotidianità” per cui quando lo incontreremo nella gloria, in quel momento, sarà pienezza della nostra vita. Se noi riuscissimo a percepire queste semplici verità che ci accompagnano ogni giorno, la nostra vita sarebbe una grande attesa, quando potremo veramente vedere il Signore in tutta la sua luminosità! Il paradiso non è un ipotesi di lavoro. Il paradiso è l'attenzione costante del nostro cuore che desidera continuamente entrare in quella luminosità eterna perché il Dio con noi è la gioia del nostro istante.

È molto bello come nel rito Ambrosiano l'Eucaristia si concluda con quella bella espressione: “Andiamo in pace!”, andiamo in questa esperienza gloriosa dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi. D'altra parte se noi non avessimo questa visione di gloria, cos'è la nostra esistenza? Passano gli anni, si succedono gli avvenimenti, ma qual è il senso di questa nostra esistenza quotidiana, se non entrare in questa attrazione meravigliosa che è il paradiso?

Morire non è nient'altro che fare quel salto di qualità per cui Dio diventa il tutto nella nostra vita, la luce che illuminerà le nostre tenebre e ci darà la capacità di camminare in un mistero di gloria con tutti i nostri Santi. La Chiesa, attraverso il discorso escatologico dei Vangeli, ci vuole illuminare da questo punto di vista per orientarci verso questa grandezza in modo che quando arriverà il nostro giorno diremo: “Eccomi Signore mi colloco nelle tue mani, cammino nella tua luce eterna per essere con i fratelli in una gloria che non ha confini!”.

Questa sia la bellezza della nostra vita, camminiamo con Gesù nel tempo per essere con lui nell'eternità beata e allora, in questo orizzonte, noi potremo gustare la bellezza della vita. D'altra parte perché siamo stati creati? E nel catechismo abbiamo imparato quella formula - per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita per poi poterlo goderlo eternamente in Paradiso - lì sarà il compimento di ogni nostro desiderio, saremo in quella gloria futura che illuminerà il nostro tempo e ci darà la bellezza del gustare la comunione con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito Santo.

Questa sia l'esperienza che vogliamo fare in questa EucarIstia.

E allora quando riceveremo l'Eucaristia Sacramento questa mattina pregustiamo in quel momento, l’istante in cui Gesù ci prenderà per mano, ci darà il suo Corpo il suo Sangue nella gloria del cielo, per cantare eternamente il gaudio di quella esperienza gloriosa quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi.

Questo sia il nostro itinerario di vita.

Questo il nostro desiderio.

Questo l'istanza più profonda per entrare in quella luce eterna dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi, in una gioia che non ha alcun confine.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa. 

Il cuore di Gesù esprime l’amore del Padre per la Città Santa attraverso il linguaggio del pianto. Le lacrime appartengono ad un cuore profondamente innamorato che esprime la fedeltà divino-umana di Gesù. 

Padre, la tua fedeltà è fonte di speranza per ogni creatura. Aiutaci a prendere coscienza di tale ricchezza spirituale in ogni travaglio storico per aprire l’orizzonte del cuore ad un futuro fecondo dove Dio si rivela meraviglioso. AMEN

20 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere su dieci città.

La fecondità nella vita si vive nella gioia di saper rendere grazie di fronte alla bellezza del quotidiano. Chi sa dire grazie costruisce sempre una novità esistenziale. 

Padre, illuminaci continuamente nel costruire il quotidiano perché sappiamo renderti grazie nelle scelte quotidiane, come ha pregato Gesù stesso. Lo Spirito Santo ci illumini sempre nello scrutare le bellezze della storia per poter vivere rendendo grazie. AMEN

19 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

La missione di Gesù sta nel portare a compimento la bellezza della creatura umana e aiutarla a camminare nella sua verità e autenticità. L’uomo è riflesso della gloria divina. 

Padre, nel tuo mistero di amore ci regali ogni giorno a Gesù perché possiamo rivelare la grandezza della tua luminosità. Rendici attenti al tuo progetto creativo perché possiamo rivelare ai fratelli il tuo cuore innamorato della creatura umana. AMEN

18 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio.

Davanti alle meraviglie che Gesù compie, la persona si lascia coinvolgere nella sequela del discepolo glorificando la fonte delle meraviglie. La lode nasce spontanea nel cuore puro e affascinato. 

Padre, rendi sempre il nostro cuore attento alla persona di Gesù per lasciarci coinvolgere nel suo mistero di grande amore. Coinvolti nella sua bellezza possiamo glorificare il tuo nome nello Spirito Santo. AMEN

17 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

La parola di Gesù è sempre feconda e attuale. Essa interviene nella storia, interpella e porta la creatura umana a prendere delle decisioni per gustare il dono della salvezza. 

Padre, le parole del tuo Figlio Gesù interpellano l’intera umanità perché ogni uomo si decida ad accogliere il suo mistero di novità di vita. In Gesù amato riscopriamo la gioia di vivere. Lo Spirito Santo ci guidi in questo itinerario di conversione perché possiamo entrare nella tua gloria. AMEN

16 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ma il Figlio dell’uomo quando verrà troverà la fede sulla terra?

È il grosso interrogativo che è presente nel cuore di ogni discepolo. Siamo in stato di feconda attesa della venuta del Maestro che è luce nelle tenebre della storia? 

Padre, rendi il nostro cuore attento alla ricerca della persona del Maestro divino per crescere nella luce che non conosce tramonto. Lo Spirito ci proietti sempre in avanti. AMEN

15 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chi perderà la propria vita, la manterrà viva.

Di fronte ai grandi ideali della propria esistenza l’uomo è portato a sacrificare tutto pur di viverli in pienezza. Il fascino del mistero della vita conduce la creatura a scelte radicali che la realizzano e le aprono orizzonti di autentica bellezza e felicità.

Padre, anima la nostra storia quotidiana con grandi ideali per poter imitare il tuo Figlio Gesù e così gustare il dono della vita. Lo Spirito Santo ci guidi come ha condotto il Maestro per conquistare la grandezza della nostra ferialità. AMEN

14 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ecco il regno di Dio è in mezzo a voi!

Gesù è in mezzo a noi e ci comunica la Sapienza del Padre perché la nostra esistenza si dilati in una intensa armonia esistenziale. Con il Maestro divino possiamo camminare nella gioia che viene dall’alto. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù ci comunichi la bellezza del regno dei cieli e ci introduci nella tua luminosità. Attiraci nel suo mistero perché nella potenza dello Spirito Santo possiamo accostarci alla calorosa esperienza del tuo cuore innamorato della creatura umana. AMEN

13 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

«Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

L’uomo nella coscienza delle proprie povertà diventa una supplica vivente per rendere feconda la speranza che alberga nel suo cuore. È il volto esistenziale della fede. 

Padre, nella fecondità della fede la creatura rende sempre grazie al tuo Figlio Gesù perché in lui cresce nella speranza e gusta la novità creativa dello Spirito Santo. Chi costruisce ogni istante della propria esistenza nella gratitudine vive della fecondità divina. Questa situazione esprime la luce che illumina ogni oscurità storica. AMEN

12 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.

La libertà del cuore passa attraverso un profondo senso di gratitudine esistenziale. Il sentirsi totale gratuità divina riempie di gioia le nostre persone e ci rende capolavori da regalare ai fratelli. 

Padre, in Cristo Gesù siamo la vivente incarnazione del tuo Amore per generare serenità nel cuore di ogni creatura umana. Donaci questa bellezza spirituale per dare alla luce un mondo nuovo nello Spirito Santo. Questa è la nostra viva e incessante preghiera. AMEN

11 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. 

La fecondità della vita di fede si   scopre nella sua radicalità nella esperienza propria della obbedienza. Aderiamo alla parola di Gesù in pienezza. 

Padre, in te è la sorgente della vita e con Gesù viviamo possibile ciò che umanamente sembra impossibile. Rafforza la nostra vita di fede per aderire a lui nella potenza dello Spirito Santo. Solo così potremo camminare in novità di vita. AMEN

10 novembre 2024

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B -

DOMENICA 10 NOVEMBRE 2024

1Re 17,10-16      Eb 9,24-28      Mc 12,38-44

OMELIA

Uno degli interrogativi che accompagnano l'uomo nel cammino della sua esperienza di discepolo del Maestro è chiedersi come costruire una vita che sia veramente autentica e, attraverso l'immagine della vedova che offre il suo obolo al tempio, ci è data l'immagine chiara attraverso tre passaggi che cogliamo nella narrazione: la condizione di vedova, il donare quello che aveva al tempio, il senso del rendimento di grazie. Tre passaggi che caratterizzano la vita di ogni discepolo che, nel cammino della sua vita, è chiamato giorno per giorno ad essere tutta una oblazione nelle mani di Dio.

Il discepolo si sente tutta e sola grazia, vive continuamente di gratitudine e gusta la fecondità della benedizione Divina. Tre passaggi che ci devono continuamente accompagnare nel cammino della vita. Innanzitutto perché Gesù ha scelto l'immagine di una vedova? E la risposta è molto semplice: ella vive la solitudine, vive di gratuità, cammina nella storia quotidiana fidandosi di Dio. Ricordiamo sempre che in termini sociologici le vedove vivevano solamente di gratuità. E allora il discepolo davanti all'immagine della vedova impara una cosa fondamentale nel cammino della sua vita: il vivere continuamente di gratuità.

Essa davanti a Dio si sente tutta e sola grazia e sentendosi in tale atteggiamento interiore ella offre tutto ciò che aveva, ed è il secondo passaggio: vi getta le due monetine che fanno un soldo. Ella si sente capolavoro della gratuità di Dio e quando l'uomo avverte nella sua esistenza di essere tutta e sola grazia, la sua vita è tutta di gratitudine. L'uomo contemporaneo davanti a questa immagine evangelica ha davanti a sé tanti punti di domanda: se mette tutto quello che ha nel tesoro del tempio, di che cosa vive? E la risposta è molto semplice: vive di gratitudine! Ella nel cammino della sua storia si affida unicamente alla provvidenza divina, è quella profonda libertà interiore che la vedova avverte in se stessa. Ella ormai appartiene a Dio, vive di quello che Dio le regala e cammina giorno per giorno in questa profonda consapevolezza, che la sua gratitudine era nient'altro che l'espressione della sua libertà interiore.

La frase finale del Vangelo è molto significativa Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere. E in questo metteva in luce un aspetto fondamentale: la bellezza della gratitudine. Ed allora, partendo da questa immagine, come il discepolo costruisce la sua storia quotidiana?

Innanzitutto prendendo profonda convinzione d’essere pura grazia. Il discepolo sa nel cammino della sua vita di essere continuamente accompagnato dalla presenza del Maestro e questa presenza diventa gratitudine, diventa coraggio di vita, diventa speranza. È quel fascino che qualifica profondamente il discepolo e gli permette veramente di camminare nella libertà del cuore.

Allora il secondo passaggio: cosa vuol dire offrire “tutto ciò che si ha per vivere”? Il valore è la vita, il camminare nella convinzione che siamo sostanzialmente un dono creativo di Dio. Usando l'espressione più semplice: siamo capolavoro della condiscendenza Divina nella nostra storia, è quel senso di gratitudine che accompagna continuamente la nostra vita.

Usando l'espressione di Paolo - per grazia… siamo quello che siamo - e quando l'uomo, nel cammino della sua esperienza, prende coscienza di questo mistero allora vive di gratitudine! Perché la gratitudine è la fecondità dell'istante. Infatti, se noi ci accostiamo alla letteratura dell'Antico Testamento, cosa vuol dire vivere di gratitudine, se non la presa di coscienza che Dio è Provvidenza? Infatti quando noi entriamo nell'esperienza del linguaggio biblico il camminare dicendo sempre “grazie” incarna una profonda convinzione, la gratitudine diventa veramente feconda! Dio non abbandona l'uomo! Ecco perché Gesù fa l'elogio di quella donna vedova perché vive della gratuità divina.

Ella nella sua solitudine è grazia, nel vivere diventa gratitudine e gusta la fecondità di quel Dio che non la abbandonerà mai! Ecco perché il cristiano vive questi profondi sentimenti continuamente nella sua esistenza, sentendosi “grazia” dice “grazie” ed è la fecondità di Dio.

È una sapienza che l'uomo di oggi non comprende, ma che noi riusciamo a intuire guardando al Maestro divino. Se in Gesù siamo noi stessi, se con Gesù camminiamo nel tempo e nello spazio, non abbiamo paura di crescere nella Provvidenza divina che non delude mai. Ecco perché il cristiano vive di gratitudine. Non per niente - e questo ci fa molto pensare - il cristiano vive nel mistero eucaristico e l'Eucaristia è grazia. Andare all’Eucaristia è cantare la gratitudine e quando noi entriamo nella gratitudine Divina non ci manca mai niente perché la bellezza della nostra vita si apre su quell’ orizzonte di gloria in cui noi ritroviamo veramente noi stessi.

Ecco allora che l'esempio evangelico diventa per noi un motivo di grande respiro. Se il Signore è il nostro tutto, regaliamogli tutto e avremo la fecondità del suo cuore. La sua presenza che cammina con noi nel tempo e nello spazio facendoci mancare nulla, perché la sua presenza è la chiarezza della nostra vita.

Ecco perché il cristiano va regolarmente a celebrare Divini misteri, perché in quella celebrazione si sente talmente grazia da dire Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio… È cosa buona e giusta, in quell'istante viviamo la certezza che siamo nelle mani di quel Dio che non ci abbandona mai, che ci accompagna, ci riempie di una pienezza del suo amore per crescere continuamente in novità di vita.

Questo sia il mistero che vogliamo vivere in questa celebrazione e attraverso l'esempio evangelico ritroviamo quella libertà del cuore che ci dice che apparteniamo al Signore, viviamo di lui e in lui non ci manca mai nulla.

Viviamo questa esperienza, cantiamo la gioia di appartenere al Maestro e allora la nostra vita sarà veramente un cammino interiore di grande libertà dove, cantando la gratitudine, avremo fecondità divina e nella fecondità divina ci prepariamo a quell’orizzonte di gloria quando Dio sarà in tutto in ciascuno di noi.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Lei nella sua miseria vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere.

Il vero povero evangelico vive di gratitudine nel costruire le scelte della sua esistenza perché si sente tutta e sola grazia divina. La gratuità anima il cuore di chi nella provvidenza elabora ogni istante della propria esistenza. 

Padre, ogni respiro della vita è un tuo dono perché ci chiami a contemplare la tua gloria. La presenza di Gesù è fonte del desiderio della luce eterna che ci avvolgerà nel paradiso. Lo Spirito Santo ci guidi in questo itinerario verso l’eternità beata. AMEN