DOMENICA
17 NOVEMBRE 2024
Dn 12,1-3 Eb 10,11-14.18 Mc 13,24-32
OMELIA
La Chiesa, seguendo l'itinerario
dell'anno liturgico, ci orienta questa domenica all'incontro glorioso con il Signore
nell'esperienza del paradiso.
Il cristiano è chiamato a condividere
questa esperienza attraverso una profonda riflessione sul senso della sua vita:
nati da Dio, siamo chiamati a entrare nella gloria di Dio.
È quell’orientamento
che ci dovrebbe continuamente caratterizzare, siamo orientati all'incontro con
la gloria del cielo. Ecco perché Gesù nel brano evangelico che abbiamo
ascoltato ci fa un discorso molto impegnativo: cercare di riflettere
sull'incontro glorioso che noi avremo al termine della nostra vita.
Nati da Dio, diventiamo figli di Dio
e saremo in questa pienezza quando varcheremo la soglia del giardino dell'Eden
ed entreremo nel gaudio eterno.
Ma come noi possiamo orientare la
nostra vita verso questo incontro finale?
Uno dei drammi della cultura odierna
è avere dimenticata questa grande meta, quando Dio sarà tutto in ciascuno di
noi e, in quel momento, potremo gustare quella gloria che è il desiderio dei
nostri desideri: stare eternamente con il Signore.
E allora come noi possiamo entrare in
questo cammino? Come possiamo entrare in questa maturazione di gloria che ci
attende e ci trasfigura continuamente?
La risposta è molto semplice:
imparare a vedere Gesù nella nostra ferialità. Noi incontreremo il Signore nel
paradiso, ma questo grande desiderio di incontro glorioso, dipenderà dall’averlo
incontrato nella vita di tutti i giorni. Allora la domanda che vogliamo porci:
come noi possiamo incontrare il Signore?
Possono esserci cinque passaggi per
educarci giorno per giorno a entrare in questa bellezza gloriosa. Innanzitutto
l'esperienza della fede. Riandiamo sempre a quella bella espressione di Paolo
ai Tessalonicesi “Cristo mediante la fede abiti nei vostri cuori perché fondati
e radicati nella carità possiate sempre camminare in novità di vita”.
Il Signore dimora dentro di noi, è
una esperienza che dovremmo continuamente rivisitare, e rivisitare in modo
profondo, quando Gesù ci dice “Seguimi” nell'esperienza del discepolato, in
quel momento ci dice “Lasciami abitare nella tua vita!”. La presa di coscienza che
Dio, il Cristo, è presente nelle nostre persone e cammina nel tempo camminando
con noi.
È la prima
attenzione che dobbiamo continuamente tenere presente, camminare in avanti,
attraverso la coscienza che egli, il Signore, abita nella nostra vita, e questo
Gesù noi lo incontriamo nei sacramenti.
Cosa sono i riti se non il linguaggio
di una presenza? Il Signore è con noi! Quando il Maestro ci dice Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo, non ci
dice solo della sua presenza a livello storico, ma soprattutto a livello
sacramentale. Come sarebbe bello se nel cammino della nostra quotidianità
avessimo questa percezione - vado a stare con il Signore - ... non vado alla
Messa, che è un rito, vado a incontrare il Maestro che mi aspetta, mi
trasfigura e mi colloca in un cammino di gloria eterna per essere vero e
autentico.
La presenza sacramentale del Maestro
è l'anticipazione di quell'incontro glorioso che noi avremo in paradiso. E
tutto questo noi lo possiamo gustare attraverso le scelte di tutti i giorni. Noi
nella fede conosciamo i “sacramentali” questi gesti feriali attraverso i quali
noi diciamo in modo profondo la bellezza e la grandezza della nostra fede. Ogni
giorno il Signore è con noi, cammina con noi e attraverso la semplice
gestualità quotidiana noi continuamente desideriamo la sua presenza. Il Gesù
che noi incontreremo in paradiso noi lo percepiamo già nell'itinerario feriale
della nostra storia, egli è sempre con noi - ed è il quarto passaggio - e cioè: il nostro vissuto è con Gesù.
Come noi potremmo incontrarlo nella
bellezza del paradiso se egli non è con noi giorno per giorno, costruendo la
sua presenza attraverso la vita feriale?
Noi non incontreremo in modo
improvviso il Signore perché lo stiamo già desiderando, dicevamo nella fede,
nell'incontro sacramentale, in quei gesti feriali che ci accompagnano nel
quotidiano, attraverso soprattutto la certezza che egli è con noi. Noi spesse
volte dimentichiamo questa ultima verità …
Egli, Gesù, è nella nostra vita,
cammina con noi e ci dà la certezza di entrare in quel paradiso glorioso dove
Dio sarà tutto in ciascuno di noi.
È vero,
per entrare in questa esperienza dobbiamo essere profondamente convinti che
Gesù è nella nostra vita, è nella nostra quotidianità. Usando un'immagine molto
semplice egli “passeggia giorno per giorno nel cammino della nostra
quotidianità” per cui quando lo incontreremo nella gloria, in quel momento,
sarà pienezza della nostra vita. Se noi riuscissimo a percepire queste semplici
verità che ci accompagnano ogni giorno, la nostra vita sarebbe una grande
attesa, quando potremo veramente vedere il Signore in tutta la sua luminosità!
Il paradiso non è un ipotesi di lavoro. Il paradiso è l'attenzione costante del
nostro cuore che desidera continuamente entrare in quella luminosità eterna
perché il Dio con noi è la gioia del nostro istante.
È molto
bello come nel rito Ambrosiano l'Eucaristia si concluda con quella bella
espressione: “Andiamo in pace!”, andiamo in questa esperienza gloriosa dove Dio
sarà tutto in ciascuno di noi. D'altra parte se noi non avessimo questa visione
di gloria, cos'è la nostra esistenza? Passano gli anni, si succedono gli avvenimenti,
ma qual è il senso di questa nostra esistenza quotidiana, se non entrare in
questa attrazione meravigliosa che è il paradiso?
Morire non è nient'altro che fare
quel salto di qualità per cui Dio diventa il tutto nella nostra vita, la luce
che illuminerà le nostre tenebre e ci darà la capacità di camminare in un
mistero di gloria con tutti i nostri Santi. La Chiesa, attraverso il discorso
escatologico dei Vangeli, ci vuole illuminare da questo punto di vista per
orientarci verso questa grandezza in modo che quando arriverà il nostro giorno
diremo: “Eccomi Signore mi colloco nelle tue mani, cammino nella tua luce
eterna per essere con i fratelli in una gloria che non ha confini!”.
Questa sia la bellezza della nostra
vita, camminiamo con Gesù nel tempo per essere con lui nell'eternità beata e
allora, in questo orizzonte, noi potremo gustare la bellezza della vita.
D'altra parte perché siamo stati creati? E nel catechismo abbiamo imparato
quella formula - per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita per poi
poterlo goderlo eternamente in Paradiso - lì sarà il compimento di ogni nostro
desiderio, saremo in quella gloria futura che illuminerà il nostro tempo e ci
darà la bellezza del gustare la comunione con il Padre, con il Figlio e con lo
Spirito Santo.
Questa sia l'esperienza che vogliamo
fare in questa EucarIstia.
E allora quando riceveremo
l'Eucaristia Sacramento questa mattina pregustiamo in quel momento, l’istante
in cui Gesù ci prenderà per mano, ci darà il suo Corpo il suo Sangue nella
gloria del cielo, per cantare eternamente il gaudio di quella esperienza
gloriosa quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi.
Questo sia il nostro itinerario di
vita.
Questo il nostro desiderio.
Questo l'istanza più profonda per
entrare in quella luce eterna dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi, in una
gioia che non ha alcun confine.