OMELIA
La gioia d'essere discepoli del Signore ci porta ad acquisirne giorno per giorno la sapienza perché possiamo regalare ai fratelli quella esperienza evangelica che è fonte di rinnovata speranza. Davanti a questo grande ideale che pervade la vita di ciascuno di noi il discepolo si pone l'interrogativo circa le modalità per entrare coraggiosamente in questa sapienza e comunicare agli fratelli la verità del Vangelo.
Gesù, questa mattina,
ci aiuta a scoprire il metodo attraverso il quale possiamo realizzare la nostra
esistenza diventando profeti della novità di Dio. Il brano evangelico ci pone
dinanzi tre passaggi che potremmo appunto definire il metodo per costruire
evangelicamente la nostra vita:
il riferimento alla
parola di Dio e alla divina rivelazione,
il superamento delle
chiusure all'interno del cuore dell'uomo
per poter essere
avvolti dalla coraggiosa e gioiosa tenerezza di Dio.
Coniugando questi tre
passaggi il cristiano riscopre il metodo per costruire evangelicamente la
propria vita.
Il primo elemento da
tenere presente è riscoprire il senso della storia di Dio per la vita di ogni
credente. Infatti si rivela importante porci la domanda: chi è il cristiano? Quando ci poniamo questo interrogativo - che è fondamentale per la nostra esistenza -
ci accorgiamo che il cristiano è il Cristo vivente perché giustamente ci ha
detto l'autore della lettera agli Ebrei che Cristo “con noi opera in noi” e
quando l'uomo accoglie Gesù Cristo nucleo della sua vita in lui accoglie tutta
la storia di Dio.
Davanti a qualunque
interrogativo la vita ci ponga dinanzi, dobbiamo, in Gesù, abbracciare la
storia di Dio, entrare nell'esperienza della rivelazione come criterio
illuminante. Gesù infatti nel Vangelo che abbiamo ascoltato davanti
all'interrogativo che gli ponevano i farisei ha citato l'antico Testamento, il
libro della Genesi, Il cristiano dovrebbe avere la consuetudine di leggere le
situazioni della storia partendo da quello che Dio, nella storia, ha operato
perché il cristiano è cristiano perché è la vivente storia di Dio.
Infatti quando uno si
pone la domanda circa la propria identità, si accorge in modo immediato che,
guardando a Gesù e guardando in Gesù scopre il compimento della rivelazione
divina. In questo imitiamo il metodo di Gesù che va sempre all'antico Testamento,
alla prima rivelazione di Dio, per sottolinearne il compimento nella sua
vicenda storica e per stimolare i discepoli in questa direzione. Il cristiano è
un alunno gioioso di Gesù personalizzando la storia di Dio.
Il cristiano, quando è
davanti alla storia di Dio, s'accorge in modo immediato d’avere al suo interno
una mentalità molto diversa rispetto al sentire di Gesù perché è rinchiuso
nella durezza del cuore.: è l'atteggiamento dei discepoli che allontanavano i
bambini perché i bambini non erano degni di accostarsi al Maestro e Gesù li
rimprovera, un rimprovero che si allarga ancora di più quando noi, in
linguaggio contemporaneo, nelle nostre scelte siamo guidati dal mondo mass-mediatico.
È facile nella nostra
vita pensare come pensano tutti. Ma il cristiano sa esattamente che la bellezza
di essere discepolo è avere uno stile di vita totalmente diverso, e il pensiero
che ritraduce la vitalità del cuore non deve essere catturato dalla mentalità
comune. Il cristiano rimane legato alla Parola per poter difendersi dal pensare
comune. Questo è un atteggiamento che dovremmo sempre acquisire e questo,
sicuramente nella cultura contemporanea è estremamente arduo, perché
istintivamente noi ragioniamo con le categorie del profitto, del benessere, con
le categorie della nostra autoreferenzialità e pensiamo che la verità siamo noi
stessi. Quando pensiamo che la verità siamo noi, abbiamo distrutto la vita. La
bellezza feconda del quotidiano sta nella purezza del cuore che si lascia ogni
giorno guidare da: “Così dice il Signore”.
Quando siamo veramente
innamorati di Gesù, non ci perdiamo in tante nozioni o in tante notizie o in
tanti concetti, che sono letture tante volte troppo legate alla cultura del
contingente. La bellezza creatrice del Signore diventa l'energia per superare
ogni condizionamento culturale.
Dovremmo sempre nella
nostra vita di fede avere sempre questo tipo di lettura: penso secondo Gesù o
secondo le categorie culturali del momento presente? E allora Gesù ci dice:
devi scegliere la mia persona e il mio mistero come l'unico luogo della cultura
della tua vita. Quando siamo veramente concentrati su Gesù, ci accorgiamo in
modo immediato che la nostra vita è totalmente diversa.
Quando operiamo secondo
questo stile di comportamento potremmo, a questo punto, confrontarci con le
nostre povertà. Come possiamo, vivendo con tutti gli altri, entrare in una
mentalità che sia diametralmente opposta al sentire comune, soprattutto quando conosciamo
le nostre povertà interiori? La finale del Vangelo è eccezionale: il
comportamento che Gesù ha avuto con quei bambini è il comportamento che Gesù ha
con ognuno di noi quando scegliamo lui.
I tre verbi con i
quali l'evangelista Marco ha delineato l'atteggiamento di Gesù sono molto
stimolanti: abbracciare, benedire, imporre le mani. Questi tre verbi ritraducono il modo di agire di Gesù. Quando
abbiamo delle paure nello scegliere la mentalità del Vangelo ricordiamo sempre
questi tre verbi.
Innanzitutto
percepiamo il senso dell'abbracciare.
Se guardiamo attentamente
l’ “abbracciare” è il linguaggio dell’uomo che si sente nelle mani di un altro,
si sente nell'affetto di un altro. Abbracciare è percepire che non siamo più
soli, è un calore che passa tra le persone e quando avvertiamo questo calore
divino che penetra le nostre persone la vita è diversa. L'uomo abbracciato ha
il coraggio di essere luce nel buio, di essere nel calore anche nel gelo della
storia e questo abbraccio si ritraduce in quella parola: benedizione, in quella
condiscendenza di Dio che ricolma l'anima della pienezza del suo nome.
Benedire una persona è
infondere in lei la potenza del divino! Quindi quell'abbraccio diventa la
comunicazione di una vita divina che agisce nel cuore dell'uomo.
La benedizione si ritraduce
nel terzo gesto: imporre le mani, la forza che viene dall'Alto e penetra nella
persona. E' l'affetto di Gesù che diventa la sua presenza ricreante in una luce
che viene dall'Alto e, quando l'uomo fa questa meravigliosa esperienza entrando
in questa vitalità divina, l'impossibile diventa possibile. Quando l'uomo si
sente amato in modo assoluto, senza alcun proprio merito, per pura gratuità,
diventa un uomo creativo perché avverte un'energia che va al di là delle sue
capacità che gli dà la bellezza e il coraggio, il gusto di costruire la vita.
Gesù non è un maestro come tutti gli altri maestri, Gesù è il maestro che parte
dalla storia del Padre, ci libera dalle nostre paure e ci dà la tenerezza di
Dio. E quando l'uomo entra in questa dinamica l'esistenza diventa un'esistenza
secondo il Vangelo.
Dobbiamo riuscire a
farci amare dalla tenerezza di Dio e allora la vita diventa un linguaggio
attraverso il quale riusciamo a dire: Signore la tua parola è luce ai miei
passi e forza nel mio cammino.
Gesù stamattina ci ha convocati attorno a sé
in quest'eucaristia perché vuol darci il metro della nostra esistenza. Siamo
entrati in chiesa per ascoltare la storia di Dio. E' bello venire alla
celebrazione la domenica con questa convinzione: Signore illumina le mie
tenebre! E davanti a Gesù che illumina le nostre tenebre abbiamo il coraggio di
dimenticarci, di dimenticare i criteri normali della vita perché affascinati da
lui veniamo da lui rigenerati. Il suo corpo e il suo sangue, nel momento in cui
faremo la comunione, incarneranno i tre verbi che l'evangelista Marco ci ha
regalato questa mattina: diventeranno la nostra vita. In quel pane e in quel
vino sacramentali Gesù ci abbraccia, ci benedice e infonde in noi la potenza
dello Spirito Santo.
Viviamo così la gioia
della nostra vita per essere veramente profeti nel mondo di oggi e di cosa vuol
dire essere uomini evangelici. Con la verità del Vangelo non avremo paura di
camminare nei turbinii della storia perché se il Signore è con noi, lui che ha
condiviso tutta la sua vita con noi, cammineremo insieme con coraggio, certi
che - con il suo metodo - ogni situazione della vita viene illuminata con il
calore e la luce che vengono dall'Alto.
-
-
Nessun commento:
Posta un commento