OMELIA
Il Signore risorto è in mezzo a noi perché lentamente possiamo entrare nel suo mistero.
Questa verità che ci sta accompagnando in questo tempo tuttavia si
scontra con la povertà della nostra storia: come possiamo diventare giorno per
giorno il volto vivente di Gesù? Il Padre dall'eternità ci ha pensati in Gesù;
il Padre dall'eternità ha visto il nostro volto come il riflesso del suo Figlio.
Il Padre nella scuola quotidiana vuole che diventiamo la luminosità del suo
progetto di salvezza. Nella nostra esistenza quotidiana percepiamo che viviamo
quotidianamente in mezzo a tanti limiti e, questa condizione, è chiara davanti
al Padre.
Gesù - oggi - ci dice che il Padre ci manda lo Spirito Santo perché
possiamo osservare i suoi comandamenti, perché diventiamo il volto vivente di
Gesù. Infatti i comandamenti nel linguaggio di Giovanni non sono altro che la
sensibilità del Cristo che è destinata a diventare la nostra attraverso la
fecondità della imitazione teologale e sacramentale. Infatti cos'è lo Spirito
Santo se non la fecondità divina?
Dall'eternità il Padre ci ha pensati in Gesù Cristo e poiché la nostra
vita deve essere rigenerata in Cristo Gesù, il dono dello Spirito Santo è niente
altro che l'esperienza creatrice del Padre che fa, di noi, il volto del Figlio
suo Gesù Cristo. In questo progetto divino cogliamo come il dono dello Spirito
Santo sia la conseguenza di quel meraviglioso disegno di salvezza che
dall'eternità il Padre ha pensato per ogni uomo perché ogni uomo sia il volto
luminoso di Cristo.
Risulta abbastanza evidente che lo Spirito Santo, ci ha detto Gesù, è
colui che entra nella nostra storia per costruire il volto di Gesù e dare
vitalità ai pensieri nascosti nel cuore e nella mente del Padre.
Se già Gesù risorto ci è stato regalato nello Spirito nel giorno del
battesimo, lo Spirito, oggi, ha una particolare funzione: edificare in modo
luminoso la nostra personalità umana in Gesù Cristo attraverso quella parola
che Gesù ci ha regalato questa mattina: “Egli vi insegnerà ogni cosa”. Lo Spirito
Santo è il maestro interiore che guida continuamente la nostra esistenza perché
diventiamo la vivente personalità del Maestro divino.
L'interrogativo che immediatamente sorge in noi è come lo Spirito
Santo divenga colui che costruisce in noi giorno per giorno il volto di Cristo.
Affiorano allora tre aspetti di questa meravigliosa esperienza che ci
fa percepire la affascinante fecondità divina data dallo Spirito Santo:
·
lo Spirito Santo è il principio invisibile della nostra esistenza
perché è amore;
·
lo Spirito Santo è la dolcezza di Dio che ci inebria della bellezza
divina;
·
lo Spirito Santo è la forza di Dio che ci tormenta continuamente
perché diveniamo continuamente il suo mistero.
Questi tre aspetti che noi possiamo cogliere in quel “lo Spirito Santo
che ci insegna ogni cosa” costituiscono la vitalità dello Spirito nel nostro
cammino interiore di discepoli.
Innanzitutto lo Spirito Santo è il criterio invisibile della nostra
esistenza. Infatti, una delle realtà più difficili da immaginare, è la realtà
dello Spirito Santo. Mentre, in certo qual modo, possiamo darci il volto del Padre,
il volto del Figlio, ma il volto dello Spirito Santo.. è incomprensibile.. perché
lo Spirito Santo è l'invisibile che dà
senso al visibile! Dovremmo riscoprire quotidianamente che il centro della vita
è il cuore, che è amore, che è l'invisibile, che opera nella nostra esistenza,
che costituisce il criterio e il soffio di ogni nostro quotidiano.
L'esistenza non si costruisce con i fatti della vita; l'esistenza si
costruisce con questo criterio invisibile che è il divino nella nostra storicità.
Amare lo Spirito Santo è amare l'essere amati!
Questa è una realtà invisibile che dà entusiasmo alla vita!
I grandi ideali sono l'invisibile che anima la nostra storicità e
allora entrare nello Spirito Santo che ci insegna ogni cosa è gustare questo invisibile.
La vitalità del primato dell'invisibile si ritraduce nel gusto della
bellezza di Dio. La parola che la scuola giovannea ha inventato davanti al
desiderio di scoprire chi sia Gesù, è che noi abbiamo "l'unzione del
santo" che ci insegna ogni cosa (e, questo spirito è chiamato crisma dal
testo giovanneo).
Un simile termine indica la dolcezza di Dio, la soavità di Dio che
penetra il nostro cuore. Usando un'immagine che l'antico testamento ci ha
regalato questa unzione dello Spirito Santo è il soffio del Dio innamorato
dell'uomo e poiché l'uomo vive del soffio della persona amata che penetra la
sua vita, ecco il respiro di Dio è la soavità del nostro cuore, ecco lo Spirito
Santo! Il dramma è che noi siamo così distratti da non percepire questa dolcezza
soave.
Questa visione l'abbiamo intuita quando abbiamo pregato la sequenza: è
quello Spirito che ci dice la bellezza interiore di Dio, e, quando l'uomo è affascinato
dalla bellezza, la vita acquista un altro significato.
Ma questa soavità data dal carisma divino passa attraverso la fortezza,
il coraggio e anche il martirio: lo Spirito è lo scalpello del Padre perché la
potenza divina deve scalpellare la nostra persona per farne il suo capolavoro.
È una dolcezza ricca di tormento, è il tormento dell'innamorato che non può
vivere tranquillo se non diventa una realtà sola con la persona amata! È il
tormento di non avere la stessa sensibilità di Gesù, è il tormento di non poter
dire:" ti amo come tu mi ami!" E questa è una grande professione di
fede!
Ecco perché lo Spirito è supplica, perché è il tormento interiore,
dolce tormento, perché il Cristo possa costruire in noi il suo volto perché
tale è il progetto del Padre. Se, nella docilità alla fecondità dello Spirito
vivremo un simile atteggiamento, scopriremo che il Padre in ogni momento della
nostra esistenza vuole che diventiamo il
volto luminoso di Gesù. In ogni momento, come in ogni nostro respiro, è l'Invisibile
che ci anima, è la dolcezza che ci guida, è la fermezza che ci scolpisce.. e
quando noi siamo veramente guidati da questo Spirito la nostra esistenza sarà
un battito cardiaco d'amore continuo che ci permette di diventare Gesù Cristo.
Questa mattina ci troviamo qui, nell'eucarestia, per respirare lo Spirito
Santo che ci dà Gesù Cristo e, nella comunione che ne regala la soavità,
avvertiremo come dall'incontro eucaristico nasca il propellente che converte la
nostra vita. È una dolcezza così gustosa che ci impedisce di essere tristi
anche nel tormento.
Se
entrassimo perciò - nel momento in cui ci accosteremo ai divini misteri - in
questo clima interiore, ci accorgeremmo che amare Gesù, diventare Gesù, nella
soavità dello Spirito è la luminosità del nostro cuore. Invochiamo lo Spirito
Santo, lasciamoci guidare da lui, dalla sua ineffabile libertà e, allora, il
nostro cuore veramente riposato potrà camminare nella novità che viene
dall'alto. I doni eucaristici ci inebrieranno della freschezza e del calore
dello Spirito che scioglierà le nostre persone dai blocchi che la rinchiudono
in se stessa e ci darà l'agilità dell'obbedienza perché rigenerati nella sensibilità del Figlio potremo giorno
per giorno crescere nella lode liberante del Padre.
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