OMELIA
Il cammino che il discepolo ha percorso in questo tempo pasquale con il Vangelo di Giovanni ci ha lentamente condotti a prendere coscienza che la nostra vita è abitata da Dio.
Il vangelo di questa mattina è molto chiaro: Dio che è Padre, Figlio e
Spirito Santo dimora in noi, opera in noi e rende vera ed autentica la nostra
esistenza. La bellezza di un simile dono nasce una sollecitazione; quando siamo
davanti a qualunque verità di fede la domanda che il cristiano continuamente
deve porsi è questa: questa verità di fede che senso ha per la mia vita?
Spesse volte possiamo cadere nel rischio di creare una rottura tra le
bellezze della fede e la figura stessa dell'uomo, come se fossero due realtà
giustapposte.
Ben sappiamo che la bellezza di una verità di fede è la costruzione
dell'uomo.
Dio non è entrato nella storia per regalarci delle affermazioni da
accogliere, ma Dio è entrato nella storia per dare compimento al mistero della
creazione. L'interrogativo emerge prorompente: che senso ha questa bellezza
della Trinità per costruire la nostra vita umana?
Paolo, nel brano che abbiamo ascoltato, ce ne ha dato la risposta:
l'uomo è meraviglioso - come uomo - perché
realizzato nel Cristo, nello Spirito Santo e nel Padre e vive con le tre
Persone divine. Quando incontreremo il Signore nell'ultimo giorno l'unica cosa
che il Padre vorrà vedere in noi sarà il volto luminoso del Figlio che in noi
ci dona la docilità allo Spirito per essere un inno solo all'amore del Padre.
Paolo nel brano che abbiamo ascoltato delinea le tre virtù teologali
che ci sono state infuse nel battesimo: la fede, la speranza e la carità dove,
queste tre virtù teologali, sono nient'altro che il compimento di quello che è già
presente nell'uomo.
Se guardiamo l'uomo in quanto tale ci accorgiamo che l'uomo, come uomo,
deve fidarsi di qualcuno, deve affidarsi a qualcuno; l'uomo nella sua vita può
costruire la sua esistenza solo in una solidità esistenziale. Gesù è entrato
nella nostra storia per darci tutto questo: in lui la creatura gode della
propria realizzazione.
Se abbiamo bisogno di affidarci, di fidarci, di ritrovare solidità nella
nostra vita, il Cristo, entrando nella nostra storia attraverso il battesimo
diventa colui a cui ci affidiamo, colui di cui ci fidiamo, colui nel quale
abbiamo solidità nella vita. La virtù della fede è il compimento dell'esigenza
che Dio ha posto nel cuore dell'uomo di costruire la vita su qualcuno, che
rappresenti il significato della sua esistenza.
Paolo ci ha parlato della fede nel Signore nostro Gesù Cristo; l'uomo
in Gesù dice: sono una persona che ha esistenza veramente autentica. La fede
non è capire o non capire, la fede è gustare l'oggi d'essere veramente uomini
in Gesù Cristo!
Nello stesso tempo, l'uomo, nel cammino della sua storia, ha davanti
ampi orizzonti. Quando Dio ha creato l'uomo gli ha dato la capacità di sognare,
la capacità di cantare, gli ha dato la capacità della poesia, la capacità di
cantare e di danzare la vita! È una realtà questa che è all'interno della
creatura umana; un uomo che non sognasse, non cantasse, non fosse un uomo
esistenzialmente lirico non è uomo. Ora, lo Spirito Santo che ci è stato infuso
nel battesimo ha fatto sì che questa capacità umana di sognare, di cantare, di
proiettarci sull'infinito si potesse veramente realizzare. La speranza, dono
dello Spirito Santo, è nient'altro che l'uomo che non si lascia chiudere nelle
brevi coordinate dello spazio e del tempo, non si lascia soffocare dai
condizionamenti storici, l'uomo che è nello Spirito Santo vede il possibile nell'impossibile!
La speranza non è “domani” quando le cose potrebbero cambiare, ma la speranza è
gustare “oggi” la fantasia creatrice di Dio che ci dice: è bello vivere perché
è affascinante essere guidati dal sogno alimentato dalla creatività dello Spirito
Santo, che è fantasia per natura sua.
Ecco perché dello Spirito Santo si dice che non sai “donde venga e
dove vada”. La bellezza della vita è la fantasia! L'uomo legato alle cose
concrete soffoca la vita, la vita è un canto di fantasia.
Quando l'uomo è davanti alla dinamica di un'esistenza che lo fa
soffocare nelle cose concrete deve ritrovare due effetti dello Spirito Santo
che è la speranza, la fantasia e la festività. In quel momento l'uomo ritrova
la bellezza e il gusto della vita.
Nello stesso tempo l'uomo, nella dinamica dell'amore, ama la libertà.
L'uomo in se stesso desidera relazionarsi, l'uomo in se stesso desidera
regalare la propria esistenza al fratello, l'uomo se non diventa “tu” non sarà mai
pienamente se stesso perché non riuscirà ad essere "noi".
L'amore del Padre è la libertà che egli ci regala, l'amore è il cuore
immerso nella libertà di Dio e la libertà dell'uomo è il coraggio di confrontarsi con il coraggio, anche eroico
della vita, che spesse volte si rivela drammaticamente tragica per i fratelli. La libertà è
fraternità.
L'uomo, che non sa costruire nella sua vita la ricchezza della
fraternità, non sa mai cosa sia amare. L'amore alla comunione fraterna è
libertà ; qui si vive la fecondità dell'agire del Padre! In questo ci
accorgiamo che credere nella Santissima Trinità non vuol dire soffermarci su di
essa con tanti ragionamenti, perché Dio abita il mistero. Il cristiano deve
passare dalla mente al cuore, alla concretezza della vita. Vivere nella SS. Trinità
vuol dire inserirci in un vissuto che trasfigura la nostra esistenza dandoci la
gioia di vivere da uomini che, nella fede hanno solidità, che nella speranza
sognano i sogni di Dio e che nella carità hanno la gioia amorosa e liberante
del Padre.
Di conseguenza intuiamo come quello che Giovanni in modo molto
sintetico ci ha detto della vita trinitaria come partecipare alla circolarità
di amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo si realizza, come ha detto
Paolo, nella vita trinitaria che il battesimo ci ha donato e che è sempre
attiva e feconda in noi. Quando siamo stati rigenerati nell'acqua e nello Spirito,
il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono entrati in noi, hanno qualificato
in modo trasfigurante la nostra esistenza umana dando compimento a quel disegno
di Dio che è la nostra realtà di uomini. E allora ogni verità di fede è solo
una verità per diventare uomini.
Se questo non si realizzasse tutto è sovrastruttura, tutto è un
vestito senza contenuto, tutto è una prassi senza un'anima.
Il cristiano nella festa di oggi è chiamato dalla Chiesa a fermarsi un
momento.
Dopo aver visto lo snodarsi della storia di Dio egli si pone la
domanda: chi sono io? E allora la SS. Trinità ci dice :" Sei il mio
capolavoro: la tua unità di persona ha la consistenza del Figlio, la fantasia gode
la fecondità dello Spirito, la libertà del Padre genera uno stile di vita
animato dall'amore”. In questo trinomio unificante l'uomo è nell'armonia, è
veramente uomo. E tutto questo ci è offerto nell'eucarestia.
L'eucaristia è il nutrimento della vera nostra umanità, è il Dio che
diventa veramente uomo in Gesù per poter essere il signore delle nostre persone.
Assumere i doni eucaristici è gustare la fecondità della nostra umanità. Il
cristiano perciò la domenica si ritrova nell'eucarestia perché ha un grande
desiderio: essere l'immagine di Dio per diventarne somiglianza, e noi saremmo
veramente uomini, uomini veramente realizzati quando, al momento della morte,
saremo trasfigurati nella luminosità di Dio.
In quel momento la nostra umanità luminosa canterà eternamente la gratitudine
alle tre Persone divine.
Entriamo in serenità in questo grande mistero perché essendo mistero è
affascinante! L'uomo che vuol capire tutto si autodistrugge.
Entriamo in questa verità che l'eucaristia ci regala tutte le
domeniche per gustare la vita e, quando gustiamo la vita, rendiamo grazie a Dio che
è Padre, Figlio e Spirito Santo. Facendo
nostro tale mistero si realizza giorno per giorno il dono che ci viene offerto
quotidianamente d'essere uomini per
poter nel cammino feriale, entrare in questa luce che oggi è attesa
sacramentale e teologale, ma che domani finalmente avrà un grande compimento nella
luminosità del paradiso.
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