OMELIA
La Chiesa nel suo cammino domenicale ci aiuta lentamente a comprendere il mistero di Gesù il quale si è fatto prossimo dell'umanità per generare in essa il gusto della novità della vita. Dopo averci educato domenica scorsa ad essere prossimo, ad essere persone che si lasciano interpellare dalla storia degli uomini, oggi ci dice che dobbiamo essere prossimo lasciandoci interpellare dalla parola di Dio. Con questo atteggiamento si realizza il principio che Paolo ha espresso nella lettera ai Colossesi: "Io do compimento nella mia persona a ciò che manca alla passione del Signore".
Il cristiano è chiamato non solo a farsi prossimo attraverso il
vedere, ma il cristiano è chiamato a farsi prossimo attraverso l'ascoltare.
Sono le belle parole di Gesù con le quali egli ha messo in luce la grandezza di
Maria ed è l'atteggiamento di Maria nei confronti di Gesù poiché,
l'atteggiamento di Maria, ritraduce cosa voglia dire diventare prossimo
ascoltando. Qui intuiamo alcuni passaggi che profondamente l'evangelista ci
vuol regalare perché possiamo veramente crescere nella personalità di Gesù.
Innanzitutto l'atteggiamento di Maria che sta ai piedi di Gesù.
Mentre Marta è tutta di corsa ed è piena di se stessa perché vuole
essere protagonista del momento, Maria sta ai piedi di Gesù e quello stare ai
piedi di Gesù è la caratteristica dell'alunno affascinato dal maestro. Quello
stare ai piedi è il gusto di ascoltare. È un fascino che porta la persona ad
avere gli occhi attenti al Maestro in un cuore aperto all'ascolto.
Ascoltare è sicuramente la realtà più difficile per l'uomo e,
soprattutto per l'uomo contemporaneo, ma ascoltare è la gioia di essere
creature davanti al creatore.
Ascoltare è essere catturati da un amore che vuole riempire la nostra
esistenza, ecco perché quando siamo davanti a Maria riscopriamo lì
l'atteggiamento per diventare prossimo: ascoltare.
Lo sguardo vero diventa ascolto.
L'occhio innamorato apre l’ orecchio perché la parola possa entrare
nella nostra esistenza. Le due sensorialità: vista e udito si coniugano tra di
loro ai piedi di Gesù. Ascoltare è dire
all'altro, in modo pieno: "penetra la mia vita". Questo si realizza
attraverso una parola che la cultura di oggi ha dimenticato: il silenzio.
Maria, ai piedi, si lascia affascinare ma non parla. La bellezza della vita è
che la potenza dell'ascolto generi il silenzio perché il silenzio non è “fare
silenzio”, ma è un fascino che penetra in modo così profondo nella nostra
esistenza da generare attenzione.
Il silenzio non è assenza di parole, ma è un silenzio che è
determinato dall'ascolto del cuore. Questo è un primo aspetto che cogliamo
dalla personalità di Maria. Ecco perché Gesù ha detto: "ha scelto la parte
migliore"! L'uomo è grande non perché parla, l'uomo è grande perché
ascolta.
La cosa più bella della vita è l'ascolto del silenzio.
Quando l'uomo preso da qualcosa di grande dimentica se stesso e si
lascia affascinare e, quando un ascolto è profondo, non conosce lo scorrere
dell'orologio…… Quando c'è una intensità di ascolto la persona è così
conquistata da continuamente desiderare d'essere attento all'altro, quando
l'uomo si pone in questo ascolto nel suo cuore nascono diverse risonanze.
Ascoltare è dire all'altro: "penetra nella mia vita".
L'ascolto ricco di silenzio lascia spazio a una parola.
Chi non è in silenzio non può mai diventare prossimo. Il silenzio è
permettere alla parola di entrare in noi, di scavare nella nostra esistenza, di
penetrarci, facendo risuonare in modo originale la parola divina. La bellezza
della fede è questo meraviglioso dialogo tra una parola che conquista l'uomo e
un cuore innamorato che si lascia conquistare rigenerando in modo personale la
bellezza di questa relazione.
Maria scelto la parte migliore perché è il modo migliore per essere
discepoli. Se valorizzassimo il silenzio come atto di fede in una meravigliosa
presenza avvertiremmo nel nostro cuore una tale creatività divino-umana che
darebbe esuberanza alla nostra vita. Il risultato è la fecondità.
È molto bello come, il racconto della Genesi, si concluda con quella
profezia che Sara avrebbe avuto un bambino; Abramo ha dato ospitalità a Dio,
chi dava ospitalità a Dio con cuore ricco di attenzione ha la fecondità di Dio,
la fecondità di Dio è l'agire quotidiano. L'uomo del silenzio che si lascia
penetrare dalla Parola incarna nella sua originalità umana ineffabilità della
parola divina. In questo l'uomo è creativo!
La gratuità di Dio in un cuore attento che si lascia interpellare
diventa creatività di azione. Un po' come il poeta.
Chi è poeta?
È colui che affascinato dal bello, è affascinato dalla storia, è
affascinato dal cosmo e si pone in ascolto di questa realtà attraverso una
ruminazione interiore dove l'occhio vede e l'orecchio percepisce, diventa
risonanza livello interiore e, il poeta, nella sua originalità spirituale dà
alla luce una composizione letteraria. È la nostra vita!
La nostra vita è un meraviglioso testo poetico che nasce dall'ascolto
ineffabile di un Dio intensamente amato nel silenzio del cuore.
Allora intuiamo come la bellezza della vita di un cristiano sia dare
incarnazione a quello stare ai piedi da innamorati, che fa sì che la Parola
abbia risonanza dentro di noi, dandoci la bellezza della vita. Ciò che manca a
noi è il silenzio innamorato.
Quando l'uomo ascolta il Signore è sempre un perdonato, un rifatto, un
rigenerato perché la parola della persona amata, entrando in noi, dà freschezza
allo spirito, speranza alla vita, entusiasmo anche se sofferto al costruire le
realtà di tutti i giorni.
L'eucarestia che stiamo celebrando è per chi è innamorato di Gesù. Chi
è innamorato di Gesù, davanti a Gesù è nel silenzio del cuore e, in questo
silenzio, ascolta una presenza. La parola accolta si ritraduce in un
sacramento, il pane e il vino, e la vita del battezzato viene rifatta,
rigenerata….è la speranza con la quale vogliamo costruire questa nostra
settimana: essere poeti della vita che danno speranza a tutti gli uomini.
Accogliamo l'invito di Gesù: "Maria ha scelto la parte migliore
che non le sarà mai tolta", perché la nostra vita abitata dalla parola che
è Gesù è quella novità eterna che, in noi, crea quegli uomini nuovi che nel
cammino della loro vita, danno speranza nella semplicità dei linguaggi a
chiunque la provvidenza fa loro incontrare.
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