Ez 34,11-12.15-17 1 Cor 15, 20-26.28 Mt 25, 31-46
OMELIA
Il senso dell’attesa percorre la
nostra esistenza e brama il suo compimento: in Cristo gusteremo la pienezza
della vita. Infatti la meta della nostra vita ci è chiaramente espressa della
solennità di oggi che ci spalanca il cuore e la mente all’universale
rigenerazione dell’intera umanità e del mondo in tutte le sue forme.
In Cristo Gesù contempliamo il
darsi della meravigliosa grandezza creatrice di Dio che fin dall’eternità ha
pensato di ricapitolare tutto e tutti in Lui. Oggi, nello Spirito Santo,
godiamo questa luce che rappresenta la nostra grande speranza nel cammino del
tempo.
Nella celebrazione odierna
contempliamo il Mistero nel quale viviamo, al quale sempre ci richiamiamo, per
il quale operiamo le scelte quotidiane e dal quale saremo pienamente
trasfigurati nella luminosa liturgia del cielo.
L’aspetto che la preghiera della Chiesa
e la Parola di
Dio ci presentano è quella della carità e della misericordia come la massima
espressione della novità che dalla pienezza pasquale del Cristo pervade il
mondo intero. Anzi, oggi, veniamo introdotti nella operatività propria del
Maestro divino che ci stimola ad andargli incontro nella pienezza della gloria,
vivendo come lui è vissuto. Non potremo mai dire che “gli siamo simili” se non
viviamo come lui è vissuto quando era tra noi, in una dedizione assoluta nei
confronti di ogni realtà. Cristo è il signore dell'esistenza umana e ogni
battezzato è chiamato ad avere i suoi stessi sentimenti
Lo stimolo che oggi ci viene
offerto è quello di vivere le relazioni fraterne a sua immagine e tale
convinzione scaturisce dalla certezza di fede che noi siamo ogni giorno chiamati, in forza del
battesimo, ad essere il cuore di Cristo che offre speranza ad ogni uomo per
introdurlo nella comunione divina e per fargli così gustare la contemplazione
del volto del Padre.
Dio, nella sua onnipotenza,
rappresenta la fonte e la meta dell’esistenza di ogni uomo.
La regalità del Cristo, a sua
volta, vuol dire perciò sentirci stimolati ogni giorno a rendere la nostra
esistenza quotidiana un simbolo fecondo dell’operare di Gesù stesso che, avvolgendoci
con la sua sapienza e infondendo nei nostri cuori il suo soffio vitale, brama
farci contemplare la gloria del Padre, orientando decisamente a lui tutte le
nostre energie.
Nasce allora il desiderio
d’entrare nella gestualità di Gesù per comprenderne il mistero e dare stimolo
alle nostre azioni quotidiane.
L’atteggiamento di Gesù nei
confronti delle povertà degli uomini scaturisce da un cuore che vuole fare
nuove tutte le cose, vuole dare nuova vitalità ai rapporti che esistono tra gli
uomini, brama ricostruire il volto interiore dei fratelli per dare alla luce un
mondo nuovo. Entrando nella immedesimazione con il Maestro divino ci accorgiamo
come la sua gestualità fosse guidata dalla sapienza divina, da quel soffio
divino e vitale che fa esistere e crescere ogni realtà creata. E' il cuore del
Pastore come ce lo ha presentato il profeta Ezechiele. L’esperienza infatti
della carità in tutte le sue componenti caratterizza l’atmosfera che qualifica
la vita all’interno delle tre Persone divine e che agisce in noi in forza del
battesimo.
Sicuramente un simile orizzonte
risulta abbastanza complesso per l’uomo poiché potrebbe avvertire una
drammatica solitudine e una incapacità operativa di fronte ad un’attività che
pare veramente impossibile ad un semplice sguardo storico. Egli infatti si
sente chiuso nelle proprie possibilità umane ed egoiste. Tuttavia, nella
creatività dello Spirito Santo, ogni battezzato fa crescere in se stesso il
desiderio di costruire la propria esistenza che sia quella di vivere come Gesù
è vissuto, con le sue stesse motivazioni interiori, diffondendo carità e
misericordia, speranza e fiducia nei confronti della vita.
Di fronte ad ogni difficoltà
sappiamo che in qualunque frangente della storia stiamo respirando con il respiro dello Spirito Santo, che in noi
continua compiere le sue opere.
La signoria di Cristo riusciamo ad
avvertirla in tutta la sua fecondità e verità se sappiamo lasciarci attirare
dal Cristo, vivendo come lui è vissuto, in modo che egli possa crescere in noi,
lasciandoci impregnare dai suoi sentimenti e realizzando i suoi comportamenti.
Noi, infatti nasciamo ogni giorno dall’amore veramente inesauribile del Cristo,
ne godiamo la libertà nelle diverse e complesse situazioni della vita per
maturare nella potenza stessa della vita, che non è altro che un crescere nella
comunione senza fine. Qui possiamo riscoprire come la nostra esistenza sia
posta nella bellezza propria della vita radicata e fondata in lui e costruita
con lui e per lui.
Questo atteggiamento ha la chiara
risultanza di farci gustare quella comunione eterna nella quale il Cristo sta
ora vivendo e alla quale ci sentiamo continuamente attirati. Celebrare la
regalità del Cristo vuol dire lasciarci avvolgere e penetrare dalla sua persona
che è solo amore.
L’istante che stiamo vivendo si
costruisce nel soffio vitale che viene da Dio, in quell’amore che genera
libertà e introduce nella vita che non avrà mai fine. Una simile percezione
possiamo gustarla ogni giorno poiché siamo sempre chiamati a maturare in un
determinato stile di vita, che ha i suoi parametri e la sua animazione nel
cuore del Risorto. E' Lui che in noi e attraverso la nostra concretezza storica
ama la sua persona presente nel mistero di ogni fratello. Potremmo affermare
che il Cristo che dimora in noi attraverso noi ma il Cristo che dimora nel
fratello.
In questa prospettiva scopriamo che
siamo chiamati a compiere le opere di Gesù, a personalizzare il suo cuore, la
sua mente, il suo linguaggio. La gioia di inserire in Cristo la nostra esistenza
quotidiana ci stimola a regalare a tutti i fratelli il suo amore per l’intera
umanità, ad abbracciare ogni creatura in un amore che non ha confini, con una
piena libertà del cuore.
Qui ritroviamo la meravigliosa
regalità del Cristo vissuta e condivisa, per maturare nella sua vita di
comunione con il Padre e per donare la speranza di Dio ai fratelli. Qui ognuno
di noi assapora e pregusta la calorosa fecondità della bellezza della comunione
in paradiso.
La nostra vita è ogni giorno
destinata ad essere costruita nell’amore a somiglianza di quella del Maestro.
Dobbiamo sempre ricordare a noi
stessi che chi vive nel tempo - come il Maestro è vissuto - avrà il suo stesso
gaudio nella luce che non ha confini.
La regalità del Cristo che siamo
chiamati a far fiorire nella nostra esistenza ci porta a costruire le scelte
quotidiane con il cuore e la mente del Cristo; perché solo nel suo Spirito la
nostra esistenza acquista il suo vero significato e la sua forza per dare al
mondo un volto nuovo.
Egli ama i fratelli nel nostro
amore, vede i bisogni dei fratelli nei nostri occhi, si china sulle sue
sofferenze, immette nel loro cuore il coraggio della vita. La nostra esistenza
viene allora progressivamente trasfigurata perché l’azione del Maestro in noi
ci rende continuamente nuovi e gloriosi, per poter accedere al volto del Padre,
insieme all’intera umanità.
Simili orientamenti ci fanno
intuire come la fecondità di questa attività sacramentale del Cristo si dilati
verso tutti gli uomini, ci stimola ad abbracciarli nella creatività della
potenza dello Spirito Santo, perché tutti gli uomini devono essere pervasi
dalla vita divina. Se nella dinamica della fede e dei sacramenti costruissimo
la nostra quotidianità ci ritroveremmo sempre più immersi nella potenza
inesauribile della speranza. Ogni gesto in questo senso ci offre la
pregustazione effettiva della Gerusalemme celeste. Quanto più compiano le
azioni del Cristo, tanto più Gesù, buon pastore, diventa il Signore delle
nostre persone e veniamo trasportati nel clima dell’eternità beata.
Questa dimensione interiore
dovrebbe pervadere infatti tutta la nostra personalità e ci stimolerebbe ad
operare in questa prospettiva di pienezza di gloria.
La bellezza della regalità del
Cristo la stiamo vivendo in questa
celebrazione eucaristica, poiché in essa condividiamo tutte le caratteristiche
dell’amore divino. Anzi, avvertiamo, nella fede, come in questo momento Gesù
stesso nella potenza della sua gloria voglia ulteriormente arricchirci della
sua personalità messianica per introdurci nella comunione che egli sta vivendo
con il Padre.
Egli ci impregna della sua
sapienza, ci offre l’esempio e l’energia per agire come lui.
Accogliendolo, avvertiamo come
egli ci ami profondamente per dare slancio al nostro amore per i fratelli in
modo che egli sia sempre più il Signore dell’intera umanità attraverso il
nostro agire concreto. E’ nella quotidianità che possiamo gustare la reale
signoria del Cristo che trasforma i nostri cuori.
Nel dono del suo Corpo e del suo Sangue,
accolti sacramentalmente, la sua vita divina ci trasfigurerà progressivamente e
ci offrirà la gioia e il coraggio di amare sempre tutti gli uomini come lui ha
fatto, in attesa della piena rigenerazione dell’intera umanità, nel suo amore
crocifisso e risorto.
In questo potremo accedere ad una
viva contemplazione fraterna della gloria del Padre, meta di ogni istante della
nostra esistenza storica.
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