Ap 11,19;
12,1-6.10 1Cor 15,20-26 Lc 1,39-56
OMELIA
La Chiesa, nel cammino del tempo, volendoci stimolare a imitare il
Cristo in tutto il suo mistero, ci offre l'esempio di Maria perché in lei
possiamo cogliere come la scelta del Vangelo e il vivere nello stile di Gesù
sia veramente possibile. Spesse volte, quando siamo davanti al mistero di Gesù,
al suo stile di vita, ai suoi sogni evangelici e alle sue proposte esistenziali
possiamo essere tante volte in difficoltà.
La presenza di Maria nel tempo e nello spazio ci illumina e ci
dice che i sogni di Dio nei confronti dell'umanità sono realizzabili: Lei ne è
il sacramento vivente.
Una simile motivazione è molto stimolante perché il cristiano
contempli continuamente Gesù in comunione con Maria perché, se l’annuncio
evangelico può crearci problemi, la presenza di Maria ci permette di intuire
che a Dio nulla è impossibile. E questo noi lo cogliamo molto bene se andiamo
alla scuola della liturgia bizantina, la quale inizia l'anno liturgico con la
nascita di Maria e lo conclude con la festa della sua dormizione, dove il
linguaggio che noi abbiamo nell'esperienza dei fratelli dell'Oriente diventa
estremamente significativa per noi: Gesù è entrato nel nostro tempo, nel nostro
spazio per regalarci il sogno del Padre: che Dio sia tutto in tutti in una lode
universale e comunionale.
Il desiderio di vedere nell'esperienza di Maria assunta con l'immagine
della dormizione ritraduce come l'uomo nel concludere la sua vita si senta
guidato ad affidare totalmente se stesso alla luminosità di Dio. Chi nel tempo
vive nella gratuità divina, entra nel sonno-sogno di Dio e questo meraviglioso
sogno di Dio ci è ritradotto molto bene all'inizio del testo dell'Apocalisse,
dove noi potremmo interiorizzare e gustare la visione che abbiamo accolta della
“donna vestita di sole, con la luna
sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle”. Una simile pennellata poetica ritraduce
cosa voglia dire addormentarsi nel Signore, entrare nel suo sogno come la
bellezza della nostra esistenza.
Innanzitutto ci appare una donna rivestita di sole, immersa nella
luminosità divina. Percepiamo nello Spirito la bellezza di contemplare Maria
che affidandosi a Dio entra nella luminosità trinitaria. E’ bello come nel
prologo di Giovanni si dica in lui era
la luce e, se il Cristo è la luce, chiunque appartiene a Cristo è nella sua
luminosità: essere immersi nella vita delle tre Persone divine, Padre, Figlio e
Spirito Santo che sono una luce immortale.
Noi qualche volta non abbiamo questi orizzonti di eternità perché
rimaniamo troppo ancorati al contingente e non riusciamo a sognare la bellezza;
ora Maria addormentandosi nel Signore ci appare luminosa, nella grandezza di
Dio che è la bellezza della nostra esistenza e dove c'è la luce, dove si è
nella luce, si è nella vita, si è nel calore che illumina e riscalda la nostra
esistenza. Per cui Maria accanto a noi ci dice: Val la pena affidarsi al Signore per entrare in questa calorosa
luminosità che determina, avvolge e qualifica la nostra vita. È bello
sognare questa donna accanto a noi nel cammino della vita che è luminosa come
il sole. E tutto questo non è un'illusione.
Infatti l'autore dell'Apocalisse ponendo sotto i piedi di Maria la
luna si richiama al salmo 88, il salmo della fedeltà di Dio. Se leggiamo
attentamente questo salmo, l'autore sacro, per dire che Dio è fedele, usa
l'immagine della luna e del sole. Così recita il salmo: In eterno durerà la sua discendenza, il suo trono davanti a me quando
il sole, sempre saldo come la luna, testimone fedele nel cielo. Le immagini
sono molto chiare. Noi sappiamo che ciclicamente la luna nuova diventa piena,
in un ciclo regolare. Il pio ebreo che era molto legato all'esperienza della
natura vedeva nella continuità del passaggio lunare la presenza divina; non per
niente i calendari più antichi non sono solari, ma lunari, perché questa luna
dice: Dio è fedele! E allora la bellezza di addormentarci come Maria nel Signore
non è un'illusione, è una certezza! Chi veramente si affida a Gesù ritrova il
gusto e la bellezza della fedeltà, per cui se "nella vita sei nella luna nuova che è scura, sai pure che apparirà la luna piena".
Quindi Maria diventa per noi maestra della donna che si è fidata di Dio. Una
luminosità che scalda il cuore e dice: sei
la fedeltà divina!
E allora chi entra in questa fedeltà divina, ecco, ha una corona
di 12 stelle, la pienezza della gloria di Dio! Essere immersi in una pienezza!
Sicuramente noi non abbiamo la vera immagine della pienezza, perché noi abbiamo
l'immagine del contenuto-contenitore, pensiamo sempre alla luce del limite, e
questo fatto ci impedisce sempre di librarci nell'Infinito. La bellezza della
pienezza di Maria e della incoronazione con le 12 stelle è come quando l'anima
entra nell'infinito del mare, nell'infinito dell'orizzonte: in quel momento
l'anima respira un Infinito che gli dà la bellezza, l'ebbrezza e la voglia di
vivere! Addormentarsi come Maria nel Signore è entrare in questa pienezza:
andare al di là della soglie di ciò che è contingente. La gioia di superare la
tentazione di coniugare al negativo non è altro che il metodo per aprirsi al
positivo perché Dio è l’ Infinito incommensurabile, ecco perché la bellezza
delle 12 stelle diventa veramente l'anima della nostra storia, ecco perché
quando noi entriamo in questo orizzonte anche noi ogni giorno, con Maria,
avvertiamo la conclusione del testo dell'Apocalisse di questa mattina: Allora udii una voce potente nel cielo che
diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la
potenza del suo Cristo». Camminare nel tempo con Maria è giungere al
compimento; se l'uomo costruisse la sua esistenza con la spiritualità del desiderio
con la caratteristica d'essere sempre nel sogno, allora il condividere
l'addormentarci con Maria e come Maria nel Signore vorrebbe dire giungere
all'appagamento, una luminosità eterna della fedeltà di Dio che ci introduce in
una pienezza veramente incommensurabile. Ecco perché è bello come la Chiesa, a
conclusione di ogni domenica, ci fa sentire il testo dell'Apocalisse “Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno
di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e
regneranno nei secoli dei secoli.”
Ciò significherebbe concludere la domenica in una luce di
ineffabilità eterna! E allora ci accorgiamo come ogni volta che in noi nasce il
dubbio: “Ma Signore è possibile?” camminiamo con Maria la quale ci dice: Sogna addormentandoti nel mio figlio Gesù,
e allora riusciamo a respirare qualcosa di grande che ci illumina di eternità
beata.
L'Eucaristia che stiamo celebrando è tutto questo. Il convenire
nella celebrazione eucaristica è entrare nella dormizione di Maria che ci
immette nella luminosa creatività trinitaria. Il ritrovarci eucaristicamente nella
Trinità con Maria rappresenta una solida certezza. La bellezza di celebrare l'Eucarestia
significa entrare nella luminosità eterna di Dio che si rende fedele nella sua
reale presenza ricolmandoci della pienezza del suo amore. Quello che
profeticamente ci è descritto in Maria dall'Apocalisse che è il vissuto della
Chiesa, è quello che viviamo nell'Eucaristia. Qui non smettiamo mai di cantare
la vera speranza. Allora chiediamo allo Spirito Santo di lasciarci inebriare da
questa luminosità eterna e quando ci ritroviamo nel buio, negli interrogativi,
nelle aridità, guardiamo Maria la donna
vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di
dodici stelle e poiché nell'Eucaristia Maria è sempre realmente presente
impariamo a vivere di eternità nel tempo, in modo che i sogni che il Vangelo ci
offre ci permettano di dormire in Gesù come la Madonna ed entrare in questa
gloria eterna che è la vera speranza nel cammino della vita quotidiana.
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