Qo 1,2;2,21-23 Col 3,1-5.9-11 Lc
12,13-21
OMELIA
Domenica
scorsa Gesù ci ha introdotti nell'esperienza della sua preghiera e ci ha fatto
intuire come la nostra storia sia tutta collocata nel Padre. Ora la bellezza
del pregare si fonda tutta sul radicarsi di Cristo in noi. Quando l'uomo prega
è Cristo che in noi prega attraverso la sua presenza, anche se qualche volta potremmo
avere coscienza che lui sia assente. È importante
cogliere questa presenza orante di Cristo per ritrovare la solidità della
nostra vita in modo da superare quel senso di vuoto di cui ha parlato il testo
del Qoèlet.
Attraverso
il lasciar pregare Gesù in noi, abbiamo una certezza, che siamo fondati sulla
signoria di Cristo e davanti a questa certezza noi possiamo camminare in una
autentica esperienza di Provvidenza. Quando in noi c'è il Cristo, possiamo
camminare nella profonda convinzione che siamo nelle mani di Dio.
Ma cosa
vuol dire questa parola “Provvidenza”?
È sempre bello riandare a chi noi
effettivamente siamo e ce lo ha detto molto bene l'apostolo Paolo: Se siete risorti con Cristo, cercate le
cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero
alle cose di lassù, non a quelle della terra. La nostra vita è radicata in
Gesù, questa è la bellezza all'interno della nostra storia ed è la sicurezza
della nostra esistenza quotidiana. Infatti noi possiamo essere facilmente
catturati da tante cose. La dimensione orizzontale della nostra esistenza tende
a prevalere con il rischio di essere fagocitati dagli avvenimenti della storia
e di riflesso possiamo correre il pericolo di perdere la bellezza d'essere nel Maestro
divino. Infatti l'apostolo ci ha detto che Gesù è la vera immagine di Dio, noi
siamo in Gesù immagine del Padre e la nostra storia è radicata essenzialmente
in lui. Noi da lui veniamo, noi in lui cresciamo, noi con lui camminiamo ed egli
per noi, dà la sua esistenza perché
possiamo giungere a contemplare il suo volto.
La
coscienza della Provvidenza parte da questa profonda convinzione dove l'uomo
nella percezione di questa grandezza di Dio pone al servizio divino tutto se
stesso. Nello stesso tempo scopriamo un'altra verità molto importante per entrare
nella verità della Provvidenza.
È una delle
esperienze più difficili sicuramente per la cultura di oggi che, al posto della
Provvidenza ha inserito la previdenza, ma la Provvidenza è un meraviglioso
dialogo tra questa creatività di Dio in Gesù e la nostra libertà. È
un'esperienza questa che noi dovremmo continuamente ravvivare dentro di noi:
l'essere noi capolavoro di Dio ci porta a dire che siamo nella libertà di Dio e,
quando noi entriamo nella convinzione che siamo nella libertà di Dio,
percepiamo che la sua azione nella nostra storia è un'azione continuamente
creatrice. Avendoci Dio creato a sua immagine, ci ha regalato di vivere la
nostra libertà, come un suo dono.
Una delle
realtà che noi non risolveremo mai, neanche a livello di pensiero, è questa: come
coniugare la assoluta libertà di Dio e la libertà dell'uomo perché Dio è Provvidenza.
Egli non è colui che fa tutto, fa tutto sì, ma tutto nella libertà dell'uomo e
la libertà dell'uomo si costruisce attraverso il dialogo con la libertà di Dio.
Il “come” le cose avvengano, ripeto, noi non lo sappiamo e non lo comprenderemo
mai. Tutti e due i valori devono essere sempre messi a fuoco perché Dio è la
fonte della nostra esistenza, è la fonte della nostra libertà, Dio è l'anima
della nostra anima, ma nello stesso tempo Dio ama la nostra libertà. Per cui la
libertà è il gustare questa creatività di Dio dove la nostra intelligenza, il
nostro cuore, la nostra sensibilità si inseriscono in questo cammino.
Nell'epoca
moderna era nato un principio estremamente interessante per entrare in
profondità in quest'esperienza dell'incontro delle due libertà. La frase di un
gesuita olandese del settecento è molto chiara: “Noi viviamo come se Dio non ci
fosse”: ecco la nostra libertà! Perché Dio è così creativo che ama sempre le
nostre scelte. Ecco allora che il cristiano deve sempre affermare nella sua
vita, se desidera entrare nella vera esperienza della Provvidenza: sono tutta e sola grazia. Nell'essere tutta
grazia gustiamo anche la nostra libertà.
La Provvidenza
è lasciarci guidare dalla ineffabilità di Dio creatore che accoglie in sé le
nostre persone e ci stimola a fare scelte libere. E quanto più l'uomo entra in
questo dialogo di libertà, riesce a essere libero davanti alle realtà
contingenti, alle realtà concrete, alle situazioni storiche perché è
profondamente consapevole di essere nelle mani di Dio: è la nostra libertà
regalata al Padre. In certo qual modo avviene questo tipo di circuito: dalla
libertà di Dio nasce la nostra libertà e la nostra libertà nella libertà di Dio
diventa veramente libera. È il mistero che noi non riusciremo mai a dipanare
fino in fondo, ma che ci dà una certezza che, se noi anche tante volte possiamo
sbagliare, anche se noi tante volte siamo nelle tristezze esistenziali, anche
se tante volte non sappiamo cogliere quale sia la misteriosa volontà divina,
anche se sbagliamo concretamente, la Provvidenza, se sappiamo ascoltare il Signore,
ci corregge, ci illumina, ci dà speranza, ci dà consolazione. E allora quando
noi ci troviamo in angustia diciamo: il Signore è in noi, cammina con noi e per
noi fa tutto quello che deve fare per regalarci la vera libertà.
Quindi la Provvidenza
non è una passività.
Noi tante
volte abbiamo questo tipo di rischio: pensare alla Provvidenza dove fa tutto
Dio. La Provvidenza è la certezza di essere nelle mani di Dio e questa certezza
di essere nelle mani di Dio è la forza e il coraggio per camminare ogni giorno
nel coraggio della nostra libertà creata e amata.
Tutto
questo noi lo stiamo meravigliosamente vivendo: l'Eucaristia è la Provvidenza.
Quando noi celebriamo i Divini Misteri, Dio si regala totalmente a noi, l'Eucaristia
è la massima espressione della libertà di Dio nei nostri confronti. Egli
liberamente diventa pane e vino per stimolare la nostra libertà ad andargli
incontro.
Nel momento
in cui noi ci accosteremo all'Eucaristia la nostra libertà sarà rigenerata nel
corpo e nel sangue del Signore: è il grande mistero della nostra vita! Se noi
riuscissimo, nell'Eucarestia, a coniugare questa mirabile esperienza che Dio è
veramente con noi e se il Signore è con noi nel mistero eucaristico, egli sarà veramente
con noi anche nella storia di tutti i giorni poiché la bellezza eucaristica è
dare senso ad un amore di Dio per noi. Inseriti
in questo amore eccezionale del Signore vediamo la luminosità della nostra
libertà.
Viviamo una
simile esperienza in questa Eucaristia nella profonda consapevolezza che noi
siamo inseriti in Cristo come ha detto chiaramente Paolo: Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.
Quando continuamente
ravviviamo in noi questa meravigliosa esperienza, possiamo veramente esprimere
che nel Signore tutto diventa capolavoro. Viviamo così con tanta fiducia, non
abbiamo paura di regalare al Signore le nostre povertà, incertezze, paure, i timori
quotidiani, perché inseriti in questa grandezza amativa della Santissima Trinità
possiamo camminare ogni giorno in tanta speranza.
Viviamo
questo mistero, gustiamo la gioia del Signore che ci accompagna e allora tutto
diventerà luce, supereremo la tentazione del Qoèlet che tutto è soffio per
trovare la stabilità: Solo in Dio riposa
l'anima mia, da Lui la mia speranza.
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