Is 60,1-6 Ef 3,2-3.5-6 Mt 2,1-12
OMELIA
La Chiesa
ieri ci ha invitati ad entrare nella luminosità della nostra vita. Nella luce
del Verbo siamo stati avvolti da quella gloria di Dio, senso portante della
nostra esistenza, che è la luminosità di cui parla Paolo, quando definisce la
nostra storia immersa nel mistero nascosto in Dio, rivelatosi in Gesù Cristo. È
tutta la grandezza messianica descritta dal profeta Isaia, dove l'umanità entra
nella gioia e nell'armonia di Dio. Ecco perché la Chiesa, dopo aver celebrato l'evento
dell'Incarnazione, nella festa dell'Epifania vuol dare sviluppo a questa
luminosità divina nella quale ogni umana creatura è chiamata a vivere. La
stella di cui ha parlato l'evangelista Matteo è la luce, presente nel cuore di
ogni uomo, che attira verso la pienezza del suo fulgore. In questo la Chiesa
vuole portarci al di là della nascita di un bambino, che può ridursi ad
un'esperienza archeologica, per farci camminare in questa luminosità divina. Il
cristiano è nella luce che è la Santissima Trinità, dalla quale si lascia
attirare, per poter giungere al compimento della propria esistenza, che sarà il
Dio tutto in tutti. Siamo chiamati però
a percorrere un itinerario di purificazione, per poter essere il volto luminoso
del Maestro. I Magi, avvolti da una luce misteriosa, intraprendono un percorso
esistenziale, che progressivamente li rende aperti ad accogliere il Mistero.
Come conseguenza il loro è un cammino di purificazione, infatti davanti al
grande mistero del Dio che si rivela, nascono grossi interrogativi, che fanno
parte di ogni cammino autentico nella fede. In un simile itinerario emerge
sicuramente la domanda più profonda: “Chi è Gesù?” Siamo attirati da Gesù ogni
giorno, perché Egli vuol farsi conoscere da noi e in noi, magari in un
itinerario esistenziale carico di aridità interiore, nasce l’interrogativo: “Come mi pongo nel costruire la vita e che
cosa mi spinge a cercare? Non sento
niente, anzi la mia esistenza tante
volte è distratta da tante cose…”.
Credere
oggi, in termini culturali, è difficilissimo perché l'uomo è catturato dalle
cose visibili, dal sensibile e non ha il gusto dell'Invisibile, mentre la
bellezza della fede è dell'uomo dell'Invisibile. Tante volte non riusciamo a
penetrare questa realtà, perché siamo legati a eccessivi moralismi che spengono
il respiro dell'anima, o perché le strutture ecclesiastiche ci nascondono
drammaticamente il Mistero. È il dramma nel quale l'uomo si trova e, nella
ricerca del volto di Gesù, si sente tante volte bloccato, ma questo cammino,
pur con tutte le difficoltà è guidato dallo Spirito Santo. Seguire quella
stella è entrare in un mistero più grande di noi, al quale affidare noi stessi.
Gli
interrogativi sono normali, le difficoltà appartengono al quotidiano, vivere
l'Invisibile è la scelta culturale di ogni giorno, ma sono tutte realtà
necessarie per purificare la nostra esistenza. Usando un'immagine, occorre
giungere a Gerusalemme nella nudità delle nostre convinzioni, perché noi, tante
volte, non riusciamo a giungere al mistero di Gesù a causa delle nostre precomprensioni.
Uno dei drammi della fede è la sua manipolazione, perché l'uomo vuole cercare
se stesso partendo da semplici esigenze esistenziali, invece di collocarsi nel
mistero della ineffabilità di Dio. E allora nel cammino dei Magi riconosciamo
questa ricerca di purificazione continua, per potere giungere, usando
un'immagine di Papa Benedetto, “con le mani vuote” al momento della comparsa
del Mistero. L’uomo che ha le mani vuote e nello stesso tempo è un ricercatore
del senso della vita riceve una prima risposta: la parola di Dio.
È molto
bello come Matteo, narrando questo misterioso episodio dei Magi, ci presenti la
profezia di Michea, che è una delle espressioni che troviamo nell'Antico Testamento:
la parola di Dio per l'uomo dei nostri giorni. L'uomo, purificato nelle sue
attese, viene raggiunto dalla Parola: è la bellezza del cammino quotidiano. Entrare
nel Mistero, che è più grande di noi, a causa delle nostre povertà storiche, per
lasciarci da esso illuminare, fa sì che accogliamo quella Parola, e di
conseguenza ritorni la stella, quella luce meravigliosa, che ha guidato nella
purificazione i Magi, e che purifica ogni giorno i cercatori del volto di Dio.
Attraverso quella Parola l'uomo ritrova la strada che lo porta a Gesù. Dobbiamo
sempre ricordare a noi stessi che possiamo giungere al Maestro solo attraverso
l'essenzialità e la semplicità della fede. I Magi, guidati da quella Parola,
giungono al luogo dove si trova Gesù e, davanti a Lui, essi si pongono in atteggiamento
di adorazione.
Ricordiamo
inoltre che la ricerca è anche una grande supplica: “Vieni luce del mondo, guida i miei passi, dammi la capacità di
penetrare la grandezza del tuo mistero, nel quale ha senso la mia vita”. I
Magi, svuotati dall'io, accolgono la parola di Dio e nella supplica si
prostrano davanti a Gesù, che regala loro se stesso.
Che cosa
sono l’oro, l'incenso e la mirra, se non il regalo che Gesù fa di se stesso ai
ricercatori del vero? Dovremmo imparare questo stile di vita: le cose grandi si
possono acquisire lasciandosi purificare, entrando nella nudità dell'io, per
essere rivestiti della gloria di Dio. E in quella supplica, ricca di umiltà, i
Magi vengono collocati nel mistero pasquale di Gesù: morte, sepoltura e risurrezione.
Se riuscissimo veramente ad entrare in quest'esperienza, tutta la vita sarebbe
la ricerca di senso della nostra storia. Le difficoltà che possiamo incontrare
fanno parte del cammino alla conquista della verità della nostra esistenza. È
il problema di imparare a credere e il credere è la gioia nuda di chi si lascia
conquistare e attirare dalla Parola per giungere ad accogliere il mistero di
Gesù morto e risorto, che ci trasfigura.
È quello
che noi stiamo celebrando. L’Eucaristia è per i ricercatori della verità. Noi
questa mattina ci troviamo qui perché siamo affamati e assetati del Mistero. Il
Signore è in mezzo a noi, ci dà la sua Parola e ci regala la sua Pasqua, il suo
corpo e il suo sangue. Allora, se stiamo percorrendo questo itinerario di vita,
siamo sempre arricchiti da una presenza che rinfranca il cuore e dà la pienezza
della luce: illuminati cerchiamo e cercando saremo trasfigurati.
Questo è il
mistero che la Chiesa ci offre nella festa dell'Epifania, in modo che quel mistero nascosto da secoli in Dio, come ci diceva San Paolo, divenga la
luminosità messianica che sarà l'esperienza del paradiso. Viviamo così questa
celebrazione, nella profonda convinzione che la nostra vita è in questa grande
luce. Non smettiamo di camminare, non fermiamoci mai, il Signore è la luce che
ci attira e, quando il Signore ci purifica, è perché sta preparandoci qualcosa
di meraviglioso: è un’aridità destinata a fiorire e fiorire è vivere solo della
luce di Gesù. Camminiamo così con tanta serenità, non lasciamoci prendere dal
folclore, l'essenzialità è la luce di Gesù che ci attira, luce che ci
accompagna, luce che scalda il cuore e che dà pienezza ad ogni nostro vero
desiderio.
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