01 gennaio 2022

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO – SOLENNITÀ -

Nm 6, 22-27 Gal 4,4-7       Lc 2,16-21

OMELIA

Il Signore chiamandoci questa mattina a celebrare gli otto giorni dal grande evento dell'Incarnazione vuole introdurci in quello che è l'atteggiamento fondamentale di questo meraviglioso evento da cui è nata la nuova umanità: l'evento dell'Incarnazione è nel silenzio di Dio. E’ sempre bello andare al pensiero di Sant'Ignazio di Antiochia il quale affermava che l'Incarnazione è la Parola uscita dal silenzio di Dio e, se questo grande evento nasce da questo dinamismo all'interno della Trinità, noi possiamo cogliere fino in fondo la grandezza del testo del prologo giovanneo: Il Verbo si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi, entrando anche noi nel silenzio divino-umano. Dal silenzio di Dio la Parola che noi accogliamo, è la Parola che aiuta a entrare nel silenzio del Verbo incarnato. Ecco perché la Chiesa oggi ci pone dinanzi l'esemplarità di Maria la quale vive il grande evento dell'Incarnazione nel silenzio - Maria da parte sua custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore - L'evento dell'Incarnazione è entrare nel silenzio ammirativo del Padre che nel Verbo incarnato incarna la grandezza del suo amore libero nel creare l'uomo perché l'uomo, nel suo silenzio, ritrovi la bellezza della sua umanità. E allora è molto bello questa mattina entrare nel silenzio di Maria perché solo il silenzio ci permette di gustare il Dio meraviglioso, e tre potrebbero essere gli elementi che caratterizzano Maria e che noi siamo chiamati ad assumere per poter gustare in profondità questo atto gratuito dell'amore del Padre verso l'uomo:

-essere presi dall' attenzione al Mistero,

-custodendolo nel profondo del nostro cuore,

-meditandolo fino in fondo.

Questi tre elementi, profondamente vissuti nel quotidiano, fanno sì che nell'Incarnazione essi divengano giorno per giorno vita della nostra vita. Il Natale, quando è questione di calendario, passa con tutto il suo folklore; il Natale, quando viene celebrato nei divini misteri, è sempre un presente. Con tale consapevolezza entriamo nella percezione di questi tre passaggi che possiamo contemplare nella figura di Maria perché l'evento dell'Incarnazione divenga l'anima della nostra anima.

Innanzitutto il primo atteggiamento da sottolineare è l'atteggiamento di attenzione. I pastori vengono, narrano, cantano. Maria davanti a questa lettura esterna della sua vita si pone in silenzio, si lascia attirare da questo mistero, il suo essere mamma è un mistero; l'atteggiamento dei pastori le dicono un grande mistero, un grande mistero che la attira. Tutta la vita di Maria è stata una attrazione in questo mistero, un mistero che l’ha condotta e sorretta in tutto l'arco della propria esistenza e che le si è svelato quando, nel mistero della sua dormizione, è stata elevata con Gesù alla destra del Padre. La bellezza dell'attenzione al mistero è direttamente proporzionale al silenzio. Quando la persona vuole essere attenta a qualcosa di importante è in stato di silenzio. Ogni rumore, ogni parola, ogni altra visione diventa distrazione. Partendo da questa ovvia lettura, accediamo alla grandezza dell'evento di Dio che si fa storia attraverso il silenzio di Maria.

Una tale attenzione diventa per Maria quel custodire tutte queste cose. L'attenzione è accogliere, l'attenzione è un lasciarci prendere da qualcosa di grande, di incomprensibile, che passa nella realtà del cuore della persona che custodisce e, il custodire, è avvertire qualcosa che è determinante l'esperienza dell'uomo, custodire è qualcosa di grande che diventa o può diventare la nostra esistenza, è una presenza che viene ad abitare. Riandiamo sempre a quello che ci dicevamo il giorno di Natale: il Verbo innamorato dell'uomo diventa uomo e viene ad abitare nella storia dell'uomo. Il custodire è far abitare la bellezza di Dio nella propria persona e l'abitare è una gustazione dell'ineffabile Amore di Dio. Ecco perché l’Incarnazione è la Parola uscita dal silenzio di Dio, Parola incarnata che noi gustiamo entrando nel silenzio. L'uomo è un distratto dal rumore, il credente è un innamorato del silenzio di Dio. E questo silenzio porta Maria a custodire questo mistero grande che è il mistero della vita di Dio nella vita di un uomo.

Questo custodire diventa meditare, un approfondire. Potremmo definire tutta la vita di Maria un meditare con tanti interrogativi: Chi è questo figlio? Qual è il suo mistero? Qual è la sua azione nei confronti dell'umanità? Quale sarà il suo destino? La bellezza della presenza di Maria nell'evento dell'Incarnazione è entrare nel suo silenzio davanti al mistero della persona di Gesù. È una realtà questa che noi non sempre riusciamo a gustare perché vogliamo capire con la nostra intelligenza il mistero. La bellezza di tale esperienza sta nel gustare una Presenza. Avvertiamo in questo un percorso esistenziale del silenzio di fronte al mistero dell'Incarnazione: l’attenzione diventa custodire, meditando attraverso quella ruminazione interiore proprio di una mamma quando concepisce un figlio. Il mistero dell'Incarnazione ci pone nella presenza di un Dio fatto uomo, un mistero che assume una forte valenza anche per la vita. E allora se noi riuscissimo entrare in questo, l'evento dell'Incarnazione diventa una interessante esperienza esistenziale per ogni discepolo: la nostra progressiva immedesimazione nel Mistero della rivelazione divina: noi viviamo del Verbo incarnato. E quindi la gioia di ritrovarci qui in chiesa il primo dell'anno è imparare che il tempo è un sacramento in cui Dio si incarna per farci respirare il silenzio di Dio nell'eternità beata. Viviamo di conseguenza il desiderio di voler costruire il tempo nel silenzio di Maria per gustare quanto Dio sia meraviglioso.

Queste meraviglioso evento gustato da Maria nel suo silenzio noi lo percepiamo nel Mistero eucaristico.

È sempre bello riuscire a percepire quello che gli antichi avevano intuito fin dal tempo di Sant'Ignazio di Antiochia: l'Eucaristia è per gli innamorati del silenzio. La divina liturgia incomincia con il silenzio dove l'anima è tutta attenta a Dio che viene, e Dio viene per essere custodito nella sua Parola, nella sua persona presente nell'assemblea. Il suo mistero che è accolto nell'ascolto diventa mistero accolto nel silenzio di quella dinamica spirituale che ritraduce il desiderio per un’Incarnazione, che sono il corpo e il sangue del Signore, che noi gustiamo nella profonda cornice del silenzio per poter veramente entrare in quella trasfigurazione interiore che deve qualificare fino in fondo la nostra vita. Il Natale è l'Eucaristia quotidiana. Dio diventa evento di vita per noi. In questa Eucaristia cerchiamo nello Spirito Santo di entrare nel silenzio della Madonna; ciò che conta nella vita non è capire, ciò che conta nella vita è gustare vivendo. E più l'uomo entra nel mistero del vivere, più l'uomo ritrova qualcosa di ineffabile e tante paure vengono superate perché abita in noi il mistero. Quando l'uomo riesce a percepire tale verità, cammina sempre in novità di vita. Viviamo così inizio dell'anno, nel silenzio di Maria, attenti a quello che Dio, giorno per giorno ci regala, per poter crescere in quella sua incarnazione d'amore che ci rende segni di speranza, di gioia e di fiducia per ogni nostro fratello.


 

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