At 2,1-11 Rm 8,8-17 Gv 14,15-16.23b-26
Il tempo pasquale ci ha fatto progressivamente gustare la presenza
del Risorto, e tale evento sacramentale è stata l'occasione per ritrovare la
sua centralità che costituisce il criterio fondamentale della nostra esistenza.
In lui ci ritroviamo creature sempre rinnovate.
Al termine di questo meraviglioso e lungo periodo, oggi la comunità
cristiana è invitata a meditare un luogo nel quale questa esperienza del Cristo
dovrebbe essere autentica: il volto della Chiesa. È nel vissuto della comunione
fraterna che noi possiamo maturare nella immedesimazione con la sua personalità
messianica. A tale riguardo ci poniamo l’interrogativo circa il senso della
festa di Pentecoste. Se noi guardiamo attentamente il mistero che vi è
racchiuso, la festa di Pentecoste rappresenta la luminosa manifestazione della
Chiesa al mondo. Ecco perché è interessante oggi nel clima dello Spirito Santo riuscire
a ritrovare il vero volto della Chiesa attraverso tre passaggi che la Scrittura
ci offre:
-
una Chiesa ricca di entusiasmo nello Spirito,
-
una Chiesa che, come comunione, gusta la reale
presenza del Maestro,
-
una Chiesa che, con Maria, è in comunione di
preghiera.
Le tre caratteristiche, sulle quali vogliamo soffermarci alla luce
di tutto il discorso col quale Luca inizia il libro degli Atti, ci aiutano.
Innanzitutto ci appare una Chiesa ricca di entusiasmo. Il fatto
che nella narrazione l'evangelista Luca sottolinei la presenza immediata del
senso di stupore in quelle persone che assistono alla Pentecoste ci fa intuire
che la Chiesa è una comunità che ha il gusto della vita, una comunità che è ricolmata
da qualcosa di più grande che non si riesce a trattenere, ma si deve regalare.
La Chiesa, che nel suo apparire alla storia generi stupore, la motivazione sta
nel fatto che tale evento è stato generato dalla creatività dello Spirito Santo:
la Chiesa è comunione fraterna nello Spirito Santo. Potremmo dire che la Chiesa
è il traboccare della bellezza di Dio. È interessante come nel testo degli Atti
che abbiamo ascoltato domini la parola “pienezza”, pienezza di tempo, pienezza
di spazio, pienezza personale. La Chiesa è l'esuberanza dell’azione di Dio. Spesse
volte noi siamo fermi a un discorso strutturale quando si parla di chiesa, la chiesa
è una fraternità nella quale con la potenza dello Spirito Santo si condivide l’amore
di Dio. Ecco un primo elemento, che rappresenta il vissuto evangelico della Chiesa.
Di fronte a tale esperienza appare il valore del secondo aspetto:
come è possibile il nascere di tale meravigliosa esuberanza che è il mistero
della Chiesa? Se noi andiamo al racconto precedente la Pentecoste, troviamo
l'anima della Chiesa quando si dice che gli Undici se ne ritornano dal Monte
degli Ulivi, si radunano al piano superiore e incontriamo l'elenco di tutti gli
Undici testimoni del Risorto. La bellezza della Chiesa è la condivisione del
mistero di Gesù, dove Gesù è colto come il senso portante della nostra esistenza
in tutta la sua ricchezza divino-umana. La chiesa è la comunità degli
innamorati di Gesù che si lasciano plasmare dalla sua persona. Ecco perché una
Chiesa senza Gesù è una struttura. La Chiesa senza Gesù compie dei riti e non
salva nessuno. La Chiesa senza Gesù non dà speranza vera all'umanità. L’entusiasmo
che anima la folla nasce dalla profonda condivisione della persona di Gesù da
parte della comunità apostolica. In questo cogliamo la fenomenologia della condivisione
perché la bellezza di Gesù è una fraternità condivisa, la bellezza della Chiesa
è essere un corpo solo e un'anima sola, erano
tutti unanimi, e allora questo secondo aspetto del mistero della Chiesa
diventa per noi significativo. La Chiesa è la comunione degli innamorati di
Gesù che sanno cogliere nella sua persona il criterio essenziale e fondamentale
della vita.
Una simile unanimità si
costruisce in una profonda esperienza di preghiera: erano tutti concordi e
unanimi nella preghiera con Maria. La Chiesa è la comunità in cui
opera la libertà di Dio. Essere riuniti in preghiera non vuol dire essere
riuniti dicendo tante preghiere, ma gustare la creatività di Dio che entra
nella storia e guida i nostri passi. La Chiesa è il momento in cui nella
condivisione del mistero di Gesù noi lentamente diventiamo un volto fraterno,
che - lo ha detto molto bene Paolo - guidati dallo Spirito ci rivolgiamo a Dio
chiamandolo “Padre”. La libertà creatrice diventa una preghiera che nello
Spirito Santo gusta la presenza del Risorto, generando e comunicando
l’entusiasmo della fede.
In tale luminosità ci accorgiamo da queste tre sottolineature come
il mistero della Chiesa è il mistero in cui l'uomo ritrova la bellezza della
sua vita attraverso il fascino di Gesù, nell'accoglienza quotidiana del darsi
della gratuità di Dio. E tutto questo non è una cosa astratta. Come Gesù si è
fatto riconoscere dai suoi discepoli se non quando erano a tavola? Questo
grande mistero della Chiesa noi lo viviamo quando ci ritroviamo nell'Eucaristia
che è l'essere ricchi di emozione per la bellezza di Gesù che ci prende per
mano e condivide, nella sua umanità, la grandezza della sua divinità. L'Eucaristia
è la bellezza luminosa della Chiesa, l'Eucaristia fa la Chiesa, è la Chiesa che
per essere se stessa celebra l'Eucaristia e l'Eucaristia è l'entusiasmo di un
amore di Dio umanamente incontenibile che l'uomo, in stato di preghiera, gusta
continuamente.
La festa di Pentecoste è la celebrazione nella gioia di essere Chiesa
per condividere la bellezza di Gesù attraverso il quotidiano, la vita di tutti
i giorni. Nella ferialità lo Spirito Santo ci ricolma di quella gratuità divina
che è speranza in ogni frammento della nostra storia. Chiediamo questa grazia
al Signore, in un mondo che si sta disfacendo negli individualismi e
psicologismi, la Chiesa è chiamata dallo Spirito Santo ad essere comunione per
il mondo intero: sono le 17 appartenenze di coloro che sono presenti ad
assistere alla grandezza dell’evento della Pentecoste. Tale avvenimento
possiede la chiara finalità di attirare l’attenzione di tutti perché ogni uomo
possa nella libertà di Dio conoscere il volto di Gesù, è la bellezza del
quotidiano, è la bellezza dell'Eucarestia, è la bellezza della vita di tutti i
giorni. Chiediamo allo Spirito la grazia di poter gustare la grandezza del dono
d’essere Chiesa in modo che possiamo camminare nella vera fraternità che
l'Eucaristia anima continuamente, in tal modo potremo dire ai fratelli che oggi
incontreremo la luminosa bellezza della fede in una esperienza veramente
indicibile dove il Signore è al centro della nostra vita; la comunità il luogo
nel quale respiriamo la sua presenza; e l’entusiasmo dei cuori la forza per
dire al mondo la grandezza del dono del Vangelo.
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