28 giugno 2022

SANTI PIETRO E PAOLO, APOSTOLI – MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA – SOLENNITÀ

Celebrazione Eucaristica della vigilia della solennità dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli.

55° anniversario di ordinazione presbiterale di Mons. Antonio Donghi

At 3, 1-10   Gal. 1,11-20 Gv 21, 15-19

Omelia.

La chiesa, introducendoci nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, vuole aiutarci a comprendere cosa sia il popolo di Dio e di riflesso cosa voglia dire essere nella comunità cristiana. Dal brano evangelico che abbiamo ascoltato nascono tre aspetti che da una parte determinano la vita della chiesa e dall'altra qualificano chiunque segua il Maestro:

- un dialogo in cui Dio ama immensamente l’uomo,

- attraverso la gioia coraggiosa di vivere l’oggi del Padre

- in una imitazione radicale del Maestro divino.

Tre aspetti che qualificano la chiesa, tre aspetti che qualificano la vita di ciascuno di noi.

Innanzitutto il dialogo che abbiamo accolto nel brano evangelico, è il mistero dell’incarnazione nella pienezza della sua umanità: Dio ha amato l’uomo.

La chiesa è la comunità del popolo di Dio riunito nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, per accogliere l’accadimento dell’amore di Dio. La chiesa partecipa di Gesù sacramento, dell’incontro tra Dio e l’uomo. E in questo nasce la profonda convinzione che l’essere discepoli è lasciarsi amare in una totale docilità e disponibilità all’accadimento di Dio. E’ molto bello come nella teologia contemporanea, quando si affronta il mistero della chiesa di Cristo, si dice che Cristo è l’oggi dell’amore inesauribile del Padre; è l’accadimento, Dio accade nella storia dell’uomo e l’uomo di riflesso si ritrova raggiunto da questa pienezza di amore. E’ l’atteggiamento eucaristico di fondo del cristiano dove l’appartenenza all’essere chiesa è un canto di rendimento di grazie. E tutto questo si sviluppa attraverso la consapevolezza profonda dell’oggi di Dio. Nel dialogo successivo tra Gesù e Pietro si mette chiaramente in luce il senso della testimonianza: vivere l’oggi del mistero. La bellezza di vivere non è capire, la bellezza del vivere è accogliere quella gratuità di Dio che è il suo oggi. Come il mistero della vita non lo si capisce, il mistero dell’essere chiesa non lo si capisce. La coscienza di essere chiesa appartiene a un vissuto, il vissuto nel quale la vita divina è profondamente attiva. Ecco perché il cristiano è sempre l’uomo della speranza, il cristiano è l’uomo della speranza perché nel cammino della sua vita si sente raggiunto dalla intensa e assoluta gratuità divina.

Paolo direbbe: Per grazia sono quello che sono e la grazia in me non è stata vana. È la fecondità del rendere grazie; l’uomo che si sente raggiunto nella chiesa dall’amore inesauribile di Dio vive l’oggi cantando la gioia di appartenere. Ecco perché la chiesa è una realtà favolosa, e vivere della chiesa è anticipazione di gloria dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi, usando ancora il linguaggio di Paolo, per realizzare quel seguimi, permettimi di vivere la mia vita nella tua vita.

L’essere chiesa è vivere l’esuberanza spirituale del Cristo in noi. Noi spesse volte guardiamo ai costi nel seguire il Mastro, dimenticando che la bellezza del seguire il Maestro è godere della sua fecondità attiva e operativa continuamente. Il cristiano è la vitalità dello spirito veramente inesauribile. Ecco perché la festa dei santi Pietro e Paolo ci porta a scoprire il mistero della chiesa, sacramento, segno visibile del sacramento per eccellenza che ognuno di noi, e ognuno di noi è la vitalità della chiesa. Una delle cose belle di un documento recente di papa Francesco è che nella comunità cristiana è importante riscoprire il sacerdozio dei fedeli, la creatività della base, diremo noi oggi, in cui lo Spirito Santo ci renda luminosità della luce di Cristo. E allora, tante cose esteriori non appartengono alla chiesa, linguaggi culturali sono legati allo spazio e al tempo ma non è il mistero della chiesa. Il primato dell’Invisibile nel visibile. Ecco perché è bello ritrovarci questa sera nel celebrare l’Eucaristia nella festa dei santi Pietro e Paolo, scoprirci comunità cristiana. Per cui l’Eucaristia che stiamo celebrando fa la chiesa, e noi nella chiesa gustiamo di celebrare l’Eucaristia per essere veri ed autentici discepoli del Signore. Ogni dono che il Signore ci offre è vivente nell'Eucaristia. Una delle cose belle della fede, è che tutti i doni che il Signore ci regala sono vivi nell’Eucaristia: il Battesimo, la Cresima, l'Ordinazione presbiterale nel mio caso, la vita consacrata, la vita coniugale, nell’Eucaristia sono un fatto meraviglioso, siamo nell’oggi dell’essere amati, nell’oggi di accogliere questo oggi meraviglioso nel Signore che guida i nostri passi nella luce della verità. Viviamo così l'Eucaristia, e tanto più renderemo grazie per i suoi doni, tanto più il Signore entrerà nella nostra vita e ci renderà fecondi, non secondo i nostri disegni, ma secondo il suo volere, in attesa di raggiungere quella chiesa della Gerusalemme celeste quanto tutti insieme, al di là dei nostri ruoli, seguiremo l’Agnello cantando continuamente in una gioia che sarà la nostra eternità beata.

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