Pr 8,22-31 Rm 5,1-5 Gv 16,12-15
La solennità della Santissima Trinità ci sta rivelando la gioia di
essere Chiesa. Nella comunità della Pentecoste si è manifestato il mistero
della comunità cristiana che andava con entusiasmo ad annunciare il Vangelo
all'umanità intera. Ma cos'è la Chiesa alla luce della festa odierna? C’è una
bella definizione di San Cipriano, che è un po’ l'anima della festa di oggi, ripresa
dal Vaticano II: la Chiesa è il popolo radunato nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo. La Chiesa è intrinsecamente trinitaria ed è la sua
incarnazione. Entrare nella Chiesa è abitare sacramentalmente nella vita delle
tre Persone divine e in queste tre Persone divine noi ritroviamo la nostra
umanità.
Attraverso alcune suggestioni che nascono soprattutto dal testo di
Paolo nella lettera ai Romani, noi scopriamo come la nostra esistenza è
intrinsecamente trinitaria. Siamo diventati Chiesa attraverso il battesimo nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e, in quel momento, siamo
diventati la Trinità vivente; tutta la nostra esistenza si costruisce nella
vita delle tre Persone divine, e il termine della nostra esistenza sarà il godimento
della Trinità. Così infatti prega la Chiesa quando un fratello sta per passare
all’eternità beata: “Parti anima cristiana da questo mondo, nel nome del Padre
che ti ha creato, nel nome del Figlio che ti ha redento, nel nome dello Spirito
Santo che ti ha santificato”. L'esistenza cristiana nasce dalla Trinità, vive
della Trinità per giungere a contemplare la Trinità beata e tutto questo si
inserisce nella stessa identità dell'uomo.
La riscoperta del dono battesimale è molto stimolante. Infatti, se
noi guardiamo l'uomo e lo guardiamo nella semplicità del cuore, ci accorgiamo
che l'uomo è chiamato a fidarsi aprendosi alla fede; l'uomo avverte in se
stesso il desiderio di sognare e di proiettarsi verso il futuro, come è appunto
la dinamica della speranza; l'uomo è intrinsecamente una persona che ama per
gustare la carità teologale. La bellezza dell'uomo è credere, sperare e amare. L'uomo,
come uomo, vive queste tre caratteristiche. Alla luce del battesimo la fede è
il Cristo che opera in noi, la speranza è l’agire dello Spirito Santo, la
carità rappresenta la costante condiscendenza del Padre. E’ quello che
l'apostolo Paolo, in modo molto sintetico ci ha regalato nel brano della
lettera ai Romani, perché ritrovassimo che le virtù teologali, che ci vengono gratuitamente
infuse nel battesimo, costituiscono la pienezza dinamica della nostra umanità. L'uomo
chiamato a credere in Cristo Gesù diventa credente. L’uomo, che è chiamato a
sognare nella speranza, nello Spirito Santo è speranza vivente, nella realtà dell'amore
che caratterizza l'uomo, gustiamo il Padre fonte dell'amore. Quindi entrare nel
mistero trinitario è entrare nell’autenticità esistenziale, entrare nella Chiesa
è entrare in un clima nel quale noi respiriamo normalmente le relazioni con le
tre Persone divine.
Uno dei drammi dell'uomo di oggi è la solitudine. Le condizioni
nelle quali ci ritroviamo ci ostacolano tante volte nel processo di
realizzazione della nostra identità. Ora la bellezza di ritrovarci sacramento
vivo della SS. Trinità è ritrovarci comunione nel Padre, nel Figlio e nello
Spirito Santo. E tutto questo noi lo percepiamo nella convinzione che ormai ci
siamo fatti che la nostra vita è Gesù, e l’agire di Gesù è trinitario. Quando
noi diciamo che la nostra vita è Gesù, la nostra vita è in atto la fecondità
trinitaria. Nel momento in cui scegliamo Gesù, siamo nel Padre e nello Spirito
Santo.
Guardiamo i tre momenti fondamentali della vita di Gesù, e ci
accorgiamo che l'Incarnazione avviene per opera dello Spirito Santo, mentre il
Padre ci regala il suo Verbo. L'Incarnazione è il darsi della Trinità innamorata
dell'uomo per cui l'uomo nell’atto dell'essere creato è la vita del Padre, del
Figlio e dello Spirito. Ecco la fondazione trinitaria dell’Incarnazione! Non
per niente si dice oggi che il cristiano è l'Incarnazione vivente, è la vita trinitaria
in atto, come è avvenuto nel Verbo incarnato. Quando Gesù ha iniziato la sua
vita pubblica, essa è stata illuminata dal battesimo al Giordano, tu sei il mio figlio… e lo Spirito lo avvolse nella sua nube.
La nostra vita abitata e costruita dal Padre che ci orienta continuamente al Figlio
per essere persone sempre più guidate dall'azione dello Spirito Santo. Un tale
itinerario messianico della storia di Gesù si conclude nel mistero della Pasqua:
è il Cristo che restituisce al Padre lo Spirito Santo. Quindi, se in Gesù noi
ci ritroviamo veramente uomini, la vita di Gesù fu costruita ed elaborata continuamente
nel rapporto con il Padre e lo Spirito Santo, con la meravigliosa conclusione
che la Trinità rappresenta la condizione abituale della nostra esistenza perché
in Cristo viviamo la grandezza delle tre Persone divine Trinità. E questo noi
lo scopriamo a livello interiore in quella preghiera con la quale concludiamo
il rito del battesimo: la recita comunitaria del “Padre nostro”. Con tale gesto
rituale diciamo la fecondità della vita trinitaria. Il Padre che è nei cieli ed
è davanti a noi, l'orante è il Cristo in noi, lo Spirito è il soffio che ci fa
pregare. È la bellezza d'essere animati dalle tre Persone. Noi tante volte ci
abituiamo nelle formule che usiamo e dimentichiamo l'intrinseca dimensione
interiore. Il Cristo in noi dice Padre nel soffio dello Spirito Santo. E se noi
cogliessimo tale verità, ci accorgeremmo che la nostra vita ordinaria è animata
dalle tre Persone divine. Nella Trinità siamo entrati nella Chiesa; nel “Padre
nostro” che ci è regalato nel battesimo, noi continuamente veniamo costruiti,
animati dalle tre Persone divine per poter veramente giungere a contemplare l'eternità
beata nelle tre Persone divine, quando goderemo il Padre, seguiremo l'Agnello
ovunque vada, avvolti in quelle vesti candide che sono la luminosità dello
Spirito Santo. Dovremmo riuscire a entrare in questa visione che è la nostra
esistenza. La verità riguardante la Trinità non è solamente un dogma, ma è soprattutto
un vissuto! La Trinità è l'anima delle nostre persone, quindi entrare nella
Chiesa, far parte della Chiesa, essere sacramento della Chiesa è essere nella
Trinità beata. Un esercizio molto semplice ci può aiutare: Ti senti solo?
Prendi la mano, traccia il segno di croce, Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito
e i tre diventeranno all'unisono con la tua vita, entrerai in una intensa
circolarità di amore!
Ecco la bellezza della festa di oggi, una festa che ritraduce
sostanzialmente la gioia di vivere. Non per niente i nostri fratelli bizantini
oggi celebrano la festa di tutti i santi, perché il Santo è l'abitato, guidato
dalla Trinità, per goderne la presenza.
Cerchiamo ora di cogliere questo mistero nella celebrazione dell'Eucaristia.
Qui sempre respiriamo la Santissima Trinità. Noi, spesse volte quando
celebriamo l'Eucarestia siamo portati istintivamente anche per educazione al
momento della consacrazione, ma dovremmo nell'Eucaristia respirare la vita
della Trinità. Se saremo attenti noi invocheremo il Padre veramente Santo ed entreremo
nella fonte della nostra vita. Nello Spirito Santo respireremo la creatività
divina gustando la presenza del Risorto. E allora l'Eucarestia è abitare nella
Trinità per diventare Trinità in modo da costruire la vita quotidiana in questo
grande mistero attraverso quella spontaneità di vita: Padre, fammi conoscere il
tuo Figlio! Dammi la forza dello Spirito per vedere il tuo volto.
Entriamo in questo mistero che non è in realtà da capire, perché
Dio non si capisce, ma una realtà da vivere intensamente. Cresciamo nel gusto
della Trinità che abita dentro di noi, sacramento dei Tre che agiscono. Allora
ci accorgeremo che il nostro vivere è la dinamicità delle tre Persone divine. Entriamo
in questo mistero con tanta semplicità di cuore e gustiamo la bellezza di
essere Chiesa, sacramento della Trinità, in modo da camminare in quella novità
di vita che è pregustazione di quella lode trinitaria che sarà la nostra vita quando
finalmente giungeremo alla Gerusalemme del cielo.
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