Ap 7,2-4.9-14 1Gv 3,1-3 Mt 5,1-12°
OMELIA
Il cammino del cristiano nella
storia deve essere sempre animato da una grande speranza e celebrare oggi la
festa di Tutti i Santi è ritrovare speranza nel cammino della vita. L'Apocalisse
di san Giovanni questa mattina ci può aiutare ad essere un popolo ricco di
speranza. In una condizione culturale di depressione esistenziale la festa di
oggi proietta il nostro cammino storico in un clima di eternità beata. Perché è
stata scritta l'Apocalisse, se non per dare speranza in un popolo che viveva in
stato di persecuzione?
Rileggere oggi questo brano dell'Apocalisse
è riscoprire la bellezza della nostra identità ritrovando quella speranza che è
il coraggio del quotidiano e allora credo che, il brano dell'Apocalisse che
abbiamo poc'anzi ascoltato, ci aiuti a cogliere tre aspetti
-siamo stati segnati, il sigillo
della bellezza di appartenere al Signore
-abbiamo lavato le nostre veste
rendendole candide, il gusto di appartenere all'eternità beata
-lavando le nostre vesti nel
sangue dell'Agnello, il Signore che è vita della nostra vita
tre aspetti che emergono dal brano
dell’ Apocalisse e che dovrebbero, nella nostra cultura, ridarci entusiasmo,
capacità di vita e speranza, davanti alle nubi che ci impediscono di vivere
fino in fondo. Innanzitutto quei 144000, che è l'umanità intera, sono stati
segnati con il sigillo, appartengono a Dio, quel sigillo che è nient'altro che
la vita trinitaria nella quale il discepolo è immerso; non siamo di noi stessi,
apparteniamo al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Quando ci poniamo la
domanda del senso della nostra vita la grande risposta: siamo sigillati dalle
tre Persone Divine, è quel gusto quotidiano della nostra esistenza, la vita
divina che penetra nelle nostre dinamiche esistenziali. Paolo ha tradotto molto
bene questa esperienza in un termine intraducibile in lui, quel sigillo è abitare in
lui e abitare nel Cristo è condividere il cuore del Padre, è vivere la
creatività inesauribile dello Spirito Santo. La nostra esistenza è Sacramento della
vita trinitaria.
Spesse volte ci lasciamo prendere dai pessimismi storici e
dimentichiamo la grandezza meravigliosa di appartenere alle tre Persone Divine,
e queste tre Persone Divine sono il senso portante della nostra esistenza. Usando
un’immagine la nostra persona umana è tabernacolo dei 3 personaggi più
importanti della Bibbia: chi ci ha creati è il Padre, chi ci ha redenti è il Figlio,
chi ci ha resi santi è lo Spirito Santo. La vita del cristiano è passeggiare
con le tre Persone Divine. La cultura di oggi è facilmente colta da situazioni
di debolezze psicologiche, di esaurimenti esistenziali, la bellezza della vita
è appartenere alla Trinità per cui, qualunque siano le storie nelle quali noi
veniamo immersi, la nostra vita è la Trinità vivente, ecco quell’essere
segnati, che nel rito battesimale è l'azione crismale dove la potenza della
Trinità impregna di sé la nostra personalità. E il secondo passaggio hanno lavato le loro vesti rendendole candide è la luminosità della
gloria futura. E’ molto bello come il cristiano dovrebbe facilmente andare alla
grande visione dell'esperienza della Trasfigurazione le vesti candide del Cristo trasfigurato sono le nostre vesti candide,
siamo la vivente luminosità Trinitaria. L'evangelista Marco ha un particolare
ancora più bello nessun lavandaio sulla
terra potrebbe renderle così bianche, siamo la luminosità Divina. Noi
pensiamo che l'eternità sia domani, con tutte le paure che nascono davanti al
mistero della morte, ma la nostra esistenza è già immortale ricevi
la veste candida si dice nel battesimo, la luminosità di Dio, e questa
esperienza delle vesti candide nella visione biblica è essere continuamente
sotto l'influsso della creatività delle tre Persone Divine, l'esempio più
semplice che il respirare è la volontà Trinitaria di farci vivere, e quindi la
nostra esistenza è tutta immersa questa Trinità beata; quindi non solo
apparteniamo – è la bellezza del Sigillo - ma siamo continuamente ricreati e
questa ricreazione ha il suo centro nel sangue dell'Agnello.
Cosa vuol dire avere le
vesti lavate nel sangue dell'Agnello? Vuol dire essere uomini radicalmente
rigenerati, siamo di Cristo Gesù, siamo persone che vivono il suo infarto d'amore,
siamo la sua bellezza che ci continuamente rinnova, collocandoci in autentica
novità di vita. Ecco perché il cristiano nel cammino del tempo è già eternità
beata perché appartiene alla Trinità, è rigenerato dalle tre Persone Divine e
nel sangue dell'Agnello è rinnovato continuamente, in un clima di gloria futura.
L'autore dell'Apocalisse attraverso questo testo dava speranza alla sua
comunità travagliata dalle persecuzioni di Nerone, la bellezza di questo testo
nella cultura di oggi è vivere di eternità che dà ebbrezza, luminosità, gioia
al nostro vissuto quotidiano. Se noi dovessimo ritradurre nel cammino
sacramentale della nostra esistenza questo brano dell'Apocalisse coglieremmo
tre passaggi, i tre passaggi che in modo immaginifico l'autore dell'Apocalisse
ci ha regalato: segnati, Cristo abiti
mediante la fede, nei vostri cuori essere Sacramento della presenza reale
di Cristo, per cui in una tentazione di depressione esistenziale ritrovare la bellezza di essere tabernacolo
del Cristo, essere affascinati da questa presenza sacramentale che è dentro
di noi. Ecco perché - ripeto - il testo di Paolo: Cristo abiti, siamo abitati della Santissima Trinità e attraverso
il battesimo questa esperienza di fede è diventare immortalità Divina. La
bellezza di gustare il paradiso… Noi tante volte pensiamo che il paradiso sia
domani, il paradiso è oggi perché siamo la presenza gloriosa di Dio, e allora
in questo momento, celebrando l'Eucaristia laviamo le nostre vesti nel sangue
dell'Agnello, l'Eucaristia è una ricreazione di immortalità beata. Quando
celebriamo l'Eucaristia siamo nella attrazione della gloria del paradiso! Ecco
perché la festa di Tutti i Santi, soprattutto nella celebrazione eucaristica
diventa il canto di una fede che celebra l'immortalità Divina in una attesa del
banchetto escatologico, di quel banchetto di eternità che qualificherà tutta la
nostra esistenza. Pensate… come sarà bello quando il Cristo luminoso passerà a
servirci nella Gerusalemme celeste rendendoci partecipi di una luminosità che è
l'eternità beata. Nell'Eucaristia che stiamo celebrando pregustiamo, cresce il
desiderio quel banchetto eterno nel quale la nostra esistenza sarà veramente
realizzata. Quindi la festa dei Santi è la festa quotidiana dell’Eucaristia,
dove ogni giorno veniamo trasfigurati. Viviamo questa bellezza della fede nel
mistero eucaristico e allora nei momenti in cui dovessimo cadere in stanchezze esistenziali
ritrovare la bellezza di appartenere, la bellezza di essere ricchi di immortalità,
la coscienza che il sangue dell'Agnello ci rigenera nella vita facendoci
pregustare quel banchetto glorioso, come tra poco ascolteremo: Beati gli invitati alla cena delle nozze
dell'Agnello
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