28 dicembre 2022

NATALE DEL SIGNORE – SOLENNITÀ

DOMENICA 25 DICEMBRE 2022

Messa del Giorno                                            

Is 52,7-10                Eb 1,1-6           Gv 1,1-18

OMELIA

L'attesa della venuta del Signore oggi si realizza E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria. La bellezza della festa di oggi si fonda nel contemplare la pienezza della rivelazione di Dio, la gioia di oggi è la gioia di Dio che dà compimento al suo progetto sull'uomo. Oggi siamo nella gioia perché l'uomo nel Verbo incarnato si riscopre veramente uomo. La festa di oggi è la festa della gioia di Dio che diventa la gioia dell'uomo.

Innanzitutto è la festa della gioia di Dio. Se noi guardiamo attentamente il mistero della creazione dell'uomo noi ci accorgiamo come essa ci apra sulla dinamica del mistero: Dio crea l'uomo con un atto di assoluta libertà e di assoluto amore, l'uomo è creato dalla pienezza di Dio e ne partecipa meravigliosamente. Ecco perché la festa di oggi, se da una parte ci pone d’innanzi a Dio che si fa storia, dall'altro c'è il gaudio di sentirci di profondamente uomini. In un certo qual modo è la gioia di Dio che dopo aver creato l'uomo a sua immagine e somiglianza nel Verbo incarnato dà il volto luminoso all'uomo: l'uomo è il capolavoro della condiscendenza di Dio. Ecco perché la festa di oggi è la festa di Dio che dà compimento all'opera della creazione. L’uomo partendo da questa visione riscopre tre elementi fondamentali per la sua vita. Innanzitutto siamo invitati a percepire la gioia del gusto genuino della propria umanità: Dio si incarna perché è innamorato dell'uomo; dalla pienezza dell’amore di Dio Trinità è uscita l'umanità in un atto di assoluta e totale libertà, in un processo che noi non conosceremo mai, ma che ci fa percepire la bellezza di essere sacramento della libertà amorosa di Dio. Oggi siamo nella gioia delle tre Persone divine. E’ la gioia nella quale, Padre, mandando il Figlio nello Spirito Santo dà compimento alla pienezza della creazione. Ci scopriamo capolavoro trinitario.

Su questo orizzonte cogliamo il secondo aspetto: l'uomo si ritrova sacramento dell'amore di Dio. Nel brano evangelico che abbiamo ascoltato si dice: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste: siamo la creazione istante per istante dell'amore di Dio. Spesse volte nasce la domanda - chi è l'uomo? -  e davanti a tale interrogativo affiora l'unica risposta: l'uomo è un capolavoro della creatività divina. L’uomo è sacramento delle tre persone Divine e in questo noi troviamo la gioia e la bellezza della nostra umanità, l'uomo è grande perché capolavoro delle tre persone divine, amare l'uomo è lodare l'autore della nostra umanità. Ecco il secondo passaggio che dovremmo continuamente tenere ben presente: non solo siamo la gioia di Dio che ci crea ma gustiamo la bellezza di ritrovarci sacramento dell'azione di Dio Trinità che fa di noi l’incarnazione delle sue meraviglie.

Ma soprattutto il terzo passaggio risulta molto stimolante: in lui era la vita. Quando noi ci accostiamo al Vangelo di Giovanni ci accorgiamo che la parola “vita” vuol dire “comunione”, la grandezza dell'uomo è costruire giorno per giorno la fraternità. Capolavori di Dio noi diventiamo il suo grande mistero per riscoprire la bellezza della nostra esistenza, che matura nella comunione fraterna. L'uomo nel racconto della Genesi non doveva rimanere solo, doveva vivere una vita di comunione. E’ la gioia di Dio che invia il suo Figlio perché noi ritrovassimo la gioia della fraternità, la gioia della bellezza di essere “insieme” il mistero di Dio Padre, Figlio nello Spirito Santo. Intuiamo di conseguenza perché il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, desiderava che entrassimo in relazione con lui.

Se noi scoprissimo questi tre aspetti, noi ci accorgeremmo che amare la nostra umanità è nient'altro che amare l’atto creativo, redentivo, santificatore delle tre Persone divine. Dovremmo imparare ad amare l'essere uomini: questa è la gioia di Dio! Se noi chiedessimo al Padre perché dall'eternità ci abbia pensati in Gesù, e nel Verbo incarnato ci ha regalato il modello vero del dono della nostra umanità, egli ci direbbe: perché voi viviate la nostra vita fraterna, la comunione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, è quella relazione esistenziale che dà la gioia della vita: siamo chiamati a vivere e a maturare in tale vera comunione! Ecco perché oggi siamo nella gioia: non soltanto perché un bambino eccezionale è nato nella storia, ma perché è apparso l'amore inesauribile delle tre Persone divine che hanno fatto dell'uomo il loro capolavoro. Su tale meraviglioso sfondo abbiamo ascoltato quella bella espressione del brano evangelico quando l'evangelista dice A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.  La bellezza di essere uomini sta nella bellezza di gustare la nostra umanità come generazione divina. Amare l'uomo è adorare la bellezza di Dio che si rivela a ciascuno di noi. Ecco perché oggi siamo nella gioia perché come abbiamo pregato all'inizio di questa divina liturgia O Dio che in modo meraviglioso hai creato l'uomo e in modo ancora più meraviglioso l'hai redento e salvato. Ecco oggi abbiamo la gioia di partecipare alla vita di Dio, è quel respiro di eternità che è presente dentro di noi e che ci dà il fascino più profondo della vita. Ci accorgiamo allora che amare l'uomo e adorare il mistero trinitario vanno di pari passo, come pure amare Dio e amare di riflesso il suo capolavoro che è l'uomo.

Il fatto di ritrovarci nell'Eucaristia a celebrare la festa del Natale è ritrovarci alla scuola di un autentico cammino di umanità, come ci ha detto il prologo di Giovanni: il Verbo è in mezzo a noi… venne ad abitare in mezzo a noi. Tale presenza ci dà la gioia della nostra realtà umana. Amare l'uomo adorando Il mistero di Dio in lui fa sì che innamorati di Dio amiamo la bellezza dell'umanità. La gioia dell'Eucarestia di questa mattina ci stimola a tornare a casa convinti che siamo amati dalle tre Persone divine. Quando l'uomo ha il gusto di sentirsi per grazia amato dalle tre Persone Divine ritrova la gioia, il coraggio e la speranza nel travaglio quotidiano dell'esistenza. Questo sia il mistero che vogliamo vivere e condividere in modo che quando noi ci poniamo la domanda - chi sono io? - la risposta ce l'ha data il Vangelo di stamattina: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto. Entriamo in questo mistero, gusteremo la nostra umanità, saremo creatore ricche di speranza in attesa di poter contemplare pienamente quella gloria quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi.

 

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