DOMENICA 05 MARZO 2023
Gn 12,1-4° 2 Tm 1,8b-10 Mt 17,1-9
OMELIA
La bellezza del cammino quaresimale sta nell’entrare
nella profondità del mistero di Gesù e, domenica scorsa davanti al dramma delle
prove della vita, Gesù ci ha dato una grande risposta: ascoltiamo la fedeltà di
Dio nella Parola. Gesù rappresenta il maestro per costruire la vita, la Parola è
luce per guidare i nostri passi, e, attraverso questa esperienza che
essenzializza la nostra esistenza, noi oggi veniamo condotti all'altra parte
del volto di Gesù, il volto della sua gloria, la trasfigurazione, dove noi
entriamo nella luminosità di Dio. E’ interessante come l'episodio della
Trasfigurazione avvenga in un contesto di annuncio di morte perché il cristiano
possa effettivamente imparare a essere uomo della speranza. Ci sentiamo
chiamati a contemplare la luce per gustare la bellezza di Dio. Sono i due
aspetti sui quali vogliamo questa mattina soffermarci per ritrovare nel cammino
del quotidiano la speranza: essere discepoli di Gesù per camminare in novità di
vita.
Il primo aspetto è rappresentato dall’entrare nella
luce dove la luce dà il sapore dell'eternità, della gloria di Dio, della
bellezza della nostra esistenza. Sicuramente è interessante gustare come nel
mistero della Trasfigurazione noi cogliamo la luminosità di Dio dove, questa
luminosità, è il riflesso di un mistero di gloria nel quale noi veniamo progressivamente
introdotti come discepoli. La speranza è Dio che opera in ciascuno di noi e la
Quaresima significa entrare in questo mistero di gloria. Non per niente nella
trasfigurazione abbiamo la pregustazione della risurrezione di Gesù. Noi ben
sappiamo che siamo immersi in questo mistero di Gloria e tale constatazione ci
è regalata dal rito battesimale dove, chiunque venga battezzato, è avvolto di
una veste candida, la luminosità della Risurrezione. Ecco perché il cristiano
in Quaresima guarda attentamente il mistero glorioso di Gesù per essere uomo
ricco di fiducia e di speranza.
D'altra parte se noi andiamo al prologo di Giovanni
noi cogliamo tale verità, come afferma l’evangelista: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi
abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene
dal Padre… Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel
seno del Padre, lui lo ha rivelato. La bellezza della scelta di Gesù ci
conduce a entrare nel suo mistero di gloria. Ecco perché il battezzato riceve
la veste candida. Il battezzato accoglie la luce della Risurrezione, il cristiano
gusta nel cammino della vita l'inabitazione divina. Nelle prove della vita Gesù
ci dice: sei il mistero della mia Gloria!
E’ quella esperienza interiore che noi dovremmo riuscire a cogliere nel cammino
quaresimale: entrare in questo mistero di gloria che ci permette di intuire
come il battezzato sia colui che vive la vita stessa di Dio. Quanto più infatti
noi cerchiamo di comprendere la figura di Gesù, tanto più riusciamo a comprendere
la nostra identità cristiana, noi diventiamo interiormente la luminosità di Dio.
E questo è un primo elemento che noi possiamo cogliere nell'avvenimento
misterioso della Trasfigurazione: siamo la luminosità di Dio, siamo la vivente
storia di Gesù, siamo la speranza che viene dall'alto.
Ma la Trasfigurazione ci introduce in una esperienza
ancor più profonda, gustare la bellezza di Dio! Noi spesse volte quando
parliamo di Quaresima immediatamente ci portiamo davanti linguaggi di tipo
penitenziale, la bellezza della Quaresima
è gustare la bellezza di Dio. Tante volte questa dimensione della nostra
storia non è molto evidenziata, tante volte appare nella nostra vita tutto un
cammino di penitenza, dimenticando che la Chiesa attraverso l'episodio della
Trasfigurazione non solo ci dice che siamo nella luminosità di Dio, ma siamo
nella bellezza di Dio, il cristiano è la vivente bellezza di Dio, e la bellezza
ha il senso dell'infinito è gustare qualcosa di grande che determina il nostro
cammino quotidiano. La conversione è essere e diventare la vivente luce di
Cristo. Dobbiamo essere profondamente convinti che quando noi entriamo nella
bellezza divina, ne gustiamo la bontà e camminiamo nella verità. Infatti se noi
per un momento ci soffermiamo a contemplare Gesù come l'hanno contemplato i tre
discepoli dovremmo riuscire a entrare in quella bellezza, quella luminosità
candida che dà sapore di eternità beata. La bellezza incarna l'Infinito che ci
avvolge e ci trasfigura. Quando l'uomo si lascia avvolgere dall'Infinito ne gusta
la bontà; l'agire morale diventa il vissuto della contemplazione della bellezza
e allora noi riusciamo a cogliere la grandezza del Mistero nel quale siamo
chiamati a entrare perché entriamo nella verità, è la gioia della comunione
divina che penetra nel cammino della nostra vita quotidiana. Ecco perché la Chiesa
nell'itinerario quaresimale che ha come protagonista il Cristo, il quale, dopo
averci indicato la via per vivere con coraggio le prove del quotidiano attraverso
la Parola, ci offre questo spaccato di eternità beata, che non è qualcosa di
esterno rispetto a noi, ma è qualcosa che è dentro di noi: siamo la vivente
bellezza di Dio! Non per niente l'uomo vive perché respira e il respiro è la
creatività della bellezza di Dio. Dovremmo sempre avere i sentimenti di Dio
quando ha creato l'uomo - E Dio vide che
era cosa molto bella - l'uomo è la luminosità perfetta di Dio. Il tempo della
Quaresima ci invita a ritrovare la bellezza di Dio che è in ciascuno di noi,
che è ciascuno di noi, e questo ci dà uno spazio esistenziale ricco di fiducia
e di speranza. La luminosità di Gesù è il riflesso della sua bellezza, e noi
tutti siamo chiamati a gustare tale dono luminoso.
Se noi riuscissimo a cogliere questi due aspetti dalla
contemplazione odierna del mistero di Gesù si realizzerebbe per la nostra vita
quello che Paolo ci ha regalato alla fine della seconda lettura di questa
mattina: Questa grazia ci è stata data con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto
la morte e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del
Vangelo, noi già fin da ora siamo eternità beata. E’ questo orizzonte vasto
che ci deve sostanzialmente penetrare e farci gustare la bellezza di Dio. Il cristiano
è chiamato a camminare in questo meraviglioso orizzonte. E allora contemplando
Gesù, entrando nella trasfigurazione di questa luminosità divina dove noi
abbiamo vinto la morte, noi possiamo stare con Gesù solo perché in Gesù e con lui ne pregustiamo la grandezza divina:
è l'Eucaristia che stiamo celebrando!
L'Eucaristia è gustare la trasfigurazione di Gesù. Non
per niente la liturgia orientale quando vuole descrivere la celebrazione
eucaristica dà la pennellata della Trasfigurazione. La bellezza dell'Eucaristia
è essere nella Trasfigurazione in atto, entrare nella luminosità di Gesù
gustandone la bellezza che diventa principio di novità di vita. Questo sia il
mistero che vogliamo vivere questa mattina, una Quaresima luminosa della
luminosità di Gesù per essere persone che camminano, pur nel travaglio storico,
nella speranza, perché siamo nella luminosità del Risorto. Questa sia la grande
speranza che vogliamo questa mattina a portare a casa, avendo lo sguardo in
Gesù in quella incorruttibilità divina che ci fa pregustare quell’ eternità beata
nella quale il Signore sarà tutto in ciascuno di noi. Questo sia il mistero che
vogliamo vivere, sapendo che il Signore in noi meraviglioso fa cose molto belle
nel nostro cuore per regalarci il coraggio, la forza e la serenità del
travaglio quotidiano che, tante volte potrebbe schiacciare questo nostro
desiderio di eternità che è presente nello spirito di ciascuno di noi.
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