DOMENICA 19 MARZO 2023
1Sam
16,1b.4.6-7.10-13 Ef 5,8-14 Gv 9,1-41
OMELIA
Il cammino che la Chiesa ci offre in questa Quaresima ci
porta lentamente a entrare nel fascino di Gesù. Attraverso lo scorrere di
questi giorni, Gesù ci prende per mano, ci conduce nelle vie della storia per
rivelarsi a ciascuno di noi. La bellezza della Quaresima è gustare il volto
trasfigurante del Cristo, nel quale ritroviamo la bellezza della nostra
identità. Questa mattina la Chiesa, attraverso la parola che abbiamo ascoltato,
ci delinea un cammino che siamo chiamati a percorrere per fare della nostra
vita un atto di fede. Nella sua narrazione siamo chiamati a passare dalla fede
elementare del cieco nato alla fede cristologica che è trasfigurazione nel Mistero
attraverso l'adorazione del Maestro. La bellezza della Quaresima sta nel
seguire questo cammino, partire da un itinerario di fede incipiente per
giungere alla fede teologale. La domanda che noi si poniamo sta nell’intuire
come questo itinerario possa realizzarsi.
Ecco i tre passaggi che potrebbero aiutarci in questo
cammino:
lasciarci
condurre dalla persona di Gesù,
lasciarci
purificare dalla storia,
per
giungere alla essenzialità della vita.
Innanzitutto risulta importante entrare nell'azione di
Gesù: la fede è un dono, è un atto gratuito che ci è stato regalato nel giorno
stesso della nostra nascita. Ogni uomo ha una fede elementare e l'esperienza
che quel cieco ha fatto è d’essersi fidato, ha lasciato che Gesù divenisse il
protagonista della sua vita. E’ interessante come Gesù conduca quella persona e
la persona si ponga in stato di obbedienza. L'uomo è grande perché la sua
esistenza è tutta un capolavoro di obbedienza alla storia, all'azione di Gesù,
alla sua creatività.
L’interrogativo che ne nasce sta nel come da una fede
elementare si possa giungere alla fede trasfigurante. Credo che il brano
evangelico di questa mattina ci aiuti in questo cammino attraverso l'ascolto
della storia, le difficoltà della vita, gli interrogativi che il momento
presente ci offre: è il passaggio dalla realtà del superamento della signoria
del rito, o della legge, andando al di là dei limiti affettivi, rappresentati
dall’atteggiamento dei i genitori. Inoltre è stato importante il non lasciarsi
dominare dalle autorità - che impongono la verità - per giungere all'incontro
personale di Gesù. La storia è una purificazione continua, per giungere alla
verità della propria esistenza.
E’ molto bello come l'evangelista Giovanni ci parli di
Gesù come il Verbo incarnato, colui che si è fatto carne, che parla agli uomini
attraverso la storia. Quella persona è giunta all'atto di fede, lasciandosi
condurre dagli avvenimenti… la gente, i farisei, i genitori, i dottori della
legge. Noi tante volte dovremmo riuscire a intuire che la storia è la pedagogia
di Dio per camminare nella fede. Quando noi al mattino ci svegliamo e poniamo
l'interrogativo a noi stessi - che senso abbia la nostra esistenza - la
risposta è molto semplice: siamo chiamati a entrare nel mistero della nostra
identità, vedendo la vita quotidiana come scalpellatura esistenziale per essere
lentamente pronti alla fecondità dell'atto di fede. E’ quella lettura positiva
dell'esistenza, che dovremmo recuperare. L'uomo contemporaneo ha difficoltà a
credere perché non si lascia condurre dell’amore al quotidiano. Quella fede
elementare che ha spinto il cieco nato a obbedire a Gesù lo ha lentamente
guidato a purificarsi da ciò che è strutturale, da ciò che è affettivo, da ciò
che dottrinale, per incontrare una persona, una persona che gli dà la vera luce.
E’ molto bello vedere il dialogo che interviene tra Gesù e il cieco nato: Tu, credi nel Figlio dell'uomo? Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io
creda in lui?» In certo qual modo il Signore attraverso la storia
lentamente ci pone innanzi l'interrogativo: chi è colui a cui affidare la nostra
esistenza? E la risposta di Gesù «Lo hai
visto: è colui che parla con te». In quel momento noi veniamo illuminati da
una rivelazione ineffabile, il dono di quella luce e la guarigione del cieco
diventa la luce del Dio che si rivela. Chi ama lasciarsi condurre dalla storia
nel cammino del quotidiano giunge a questa bellezza: la rivelazione colui che ci
sta parlando! Se noi dovessimo qualificare la nostra storia dovremmo dire che
essa non è altro che l’essere condotti per mano dalla provvidenza per poter
gustare la signoria di Gesù. In questo atteggiamento vediamo il passaggio dalla
fede elementare dell'uomo che si affida fino a lasciarsi trasfigurare da
quell'uomo che è Gesù, in tutta la grandezza del suo mistero.
Ed è molto bello l'atteggiamento di fede quando
quell'uomo - dice il testo evangelico - si
prostrò dinanzi a lui, qui gustiamo
il senso adorativo del cammino di fede. L'uomo crede perché consegna
tutto se stesso all'accadimento di Dio. La storia magari è una grande delusione,
ma è una delusione che apre grandi orizzonti: giungere a conoscere il Maestro,
essere nella luce. La fede, vista come un lasciarsi trasfigurare dalla
personalità di Gesù è il senso portante della nostra vita.
Di conseguenza scopriamo che la vita diventa un
incontro tra gli interrogativi della storia intensamente amata e un Dio
pedagogo che lentamente ci conduce a quel meraviglioso atto di fede: chi sei
tu? Colui che è la tua luce! Io sono la
luce del mondo… Finché io sono nel
mondo, sono la luce del mondo ha detto Gesù questa mattina. Innamoriamoci
di Gesù! Questo è il senso portante della nostra esistenza. Tutta la storia,
tutti gli avvenimenti che in un modo o in un altro ci circondano di qualunque
qualità o entità siano ci portano all'essenzialità, alla verità: il volto
luminoso di Gesù. E quando noi entriamo nel volto luminoso di Gesù la vita
acquista un senso Io sono la Luce del
mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita: gustiamo il calore dell'esistenza dentro
di noi.
Il Signore questo ce lo sta regalando, è la bellezza
di essere qui a celebrare l'Eucaristia è la gioia di lasciarsi affascinare,
trasfigurare, trasformare dalla sua presenza, è entrare nella sinfonia dell'Assoluto,
che ci trasforma spiritualmente. Questa è la bellezza della nostra vita. Ci
accorgiamo allora che la Quaresima rappresenta il tempo della gioia di
innamorarci sempre più di Gesù in modo da essere in quella luce che ci sta per
esserci regalata, nelle parole della consacrazione - Questo è il mio corpo dato,
questo è il mio sangue versato, e dell’atto della comunione: il corpo di Cristo.
Amen! -
Ora prepariamoci a gustare la trasfigurazione della
nostra esistenza. Potremmo dire che l'atto della comunione eucaristica
corrisponde a quel prostrarsi del cieco nato davanti a Gesù, ora stiamo
entrando in quella adorazione trasfigurante che è la bellezza della nostra
vita. Viviamo così questa Eucaristia. La settimana trascorsa ci ha condotti qui
perché incontrassimo la Luce che cambia il mondo, entriamo in questa esperienza.
Attraverso l'incontro sacramentale che stiamo celebrando questa mattina con il
Maestro cresceremo nella Luce che diventerà luce eterna quando, finalmente, al
termine della nostra storia, insieme a tutti i fratelli, vedremo il Signore
nella Luce così, come egli è nella Gerusalemme celeste.
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