DOMENICA 23 LUGLIO 2023
Sap
12,13.16-19 Rm 8,26-27 Mt
13,24-43
OMELIA
La nostra esistenza è tutta nel mistero di Gesù e in
questo mistero, noi comprendiamo la bellezza della nostra vita di discepoli, attraverso il senso della parabola che
abbiamo poc'anzi ascoltato, che ritraduce il cammino della nostra speranza. Noi
tante volte siamo più presi dal dramma della zizzania, ma dimentichiamo il criterio di fondo: il buon grano. Chi è
il cristiano? E allora è sempre bello contemplare la vita dell'uomo nel mistero
di Dio e scopriamo che l'uomo è un capolavoro delle tre Persone divine, perché la bellezza della nostra vita è andare a contemplare
il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. É la
bellezza feconda della nostra esistenza: siamo chiamati
a contemplare eternamente Dio. Davanti al
dramma della storia, che si ritraduce
nell’idea della zizzania, come si deve comportare l'uomo? Il criterio di fondo della vita del cristiano è convertitevi e credete al Vangelo;
la grandezza dell'uomo è la vocazione alla
conversione, che è nient'altro che evidenziare la bellezza del Dio che opera in
noi, è una questione di oculistica spirituale. Noi tante volte siamo più
portati a guardare ai nostri fallimenti, vorremmo
essere diversi, dovremmo invece partire dalla
nostra esistenza da un altro punto di vista: siamo un capolavoro dell'amore di
Dio.
Quando siamo nati, siamo stati rigenerati dall'acqua e dallo Spirito Santo,
siamo nati da Dio e la bellezza della nostra vita è contemplare la bellezza di
Dio dentro ciascuno di noi. Davanti al pessimismo contemporaneo, bisogna ritrovare la luminosità del Dio che è attivo dentro
di noi. Ecco perché Gesù questa mattina, attraverso il discorso della parabola
del buon grano e della zizzania, ci aiuta a evidenziare come la vita sia un
valorizzare la bellezza del Divino in noi superando il dramma dell'oscurità che
si affaccia e opera nella nostra vita. È questione di oculistica interiore:
riuscire a cogliere la bellezza della nostra vita perché noi siamo il capolavoro di Dio. Ogni volta che respiriamo,
Dio ci sta creando, ogni volta che possiamo
sbagliare, siamo dei perdonati nel mistero eucaristico, siamo profondamente rifatti in termini esistenziali. La
conversione è una meravigliosa professione di fede nella creatività di Dio.
Usando un'immagine molto semplice, cerchiamo di vedere
sempre Dio attivo dentro di noi, perché
questa è la bellezza della nostra esistenza, è
la speranza dell’istante che ci permette di camminare in novità di vita. Ma
come possiamo elaborare questo itinerario di speranza per cui non ci lasciamo
dominare dal negativo che noi possiamo percepire dentro di noi ritrovando la
fiducia? Ecco perché l'evangelista Matteo ci ha regalato le meravigliose
parabolette, la paraboletta del nascondimento
e la paraboletta del lievito, perché in ultima analisi nasce in noi la domanda:
Come possiamo combattere per poter realizzare in modo
autentico la nostra vita ed essere quei giusti che in paradiso contempleranno
eternamente la gloria di Dio? E allora la bellezza della piccolezza: noi siamo un capolavoro misterioso di Dio. Il piccolo seme è la
presenza Trinitaria dentro di noi, è ritrovare questa bellezza divina che è
attiva in noi nell'esperienza di tutti i giorni e, davanti all'insorgere di tante
difficoltà, di tante paure, di tanti
fallimenti interiori, ritrovare la bellezza di
questo seme: la creatività divina.
L'uomo è portato al pessimismo a causa degli
avvenimenti e il discepolo del Signore avverte la speranza, perché in quella piccolezza c'è il
tutto del darsi del mistero creativo di Dio: è
la bellezza della potenza di Dio dentro di noi.
Perché è bello vivere? Perché siamo Sacramento di una
creatività divina veramente inesauribile. Davanti al dramma della storia,
ripetiamocelo spesso, sono abitato dalla creatività divina. È quell'esperienza di piccolezza che in
certo qual modo dà speranza nelle tribolazioni del feriale e nello stesso tempo
il nascondimento, la parabola del lievito, è la riscoperta dell'uomo interiore.
Davanti agli interrogativi della vita di oggi, non solo dobbiamo cercare di
ritrovare la bellezza di Gesù in noi attraverso il senso della piccolezza,
ma prendere coscienza che Dio nel nascondimento delle
nostre persone sta operando meraviglie.
Il nascondimento è uno stare alla Divina presenza che
ti fa respirare, che ti dà il gusto
della vita e ti dice cammina al di là di
tutto e di tutti. Quindi in certo qual modo, come possiamo curare l'essere
buon grano in un contesto di zizzania? E Gesù ci ha detto di scoprire la piccolezza e il nascondimento, diventare
quei bambini del regno dei cieli dove Dio fa meraviglie attraverso la loro
piccolezza e il nascondimento, è far fiorire questa bellezza divina nella
nostra vita di tutti i giorni. Ecco la conversione! La conversione è l'innamoramento progressivo del mistero di Gesù che
attraverso quelle caratteristiche della piccolezza e del nascondimento, fa
fiorire in noi la bellezza della vita. Quindi,
nonostante le difficoltà quotidiane, bisogna ritrovare
questa fecondità divina che fa meraviglie nella nostra storia.
È l'uomo interiore! Oggi davanti agli interrogativi della
fede, nasce la domanda su come possiamo annunciare il Vangelo, e la risposta
che ci dà è molto semplice: "Sii un uomo interiore", un uomo che ama quella piccolezza e quel nascondimento dove
Dio è meraviglioso e nelle meraviglie di Dio, l'uomo ritrova sempre la forza e
la speranza nel cammino del quotidiano. Ecco perché ci ritroviamo questa
mattina nell'Eucaristia, perché l'Eucaristia è la
piccolezza di un pane che nel nascondimento ricrea le nostre persone. Siamo rifatti, diventiamo i
suoi capolavori e anche se sentiamo la zizzania, avvertiamo di essere un
meraviglioso buon grano che è stato seminato in noi e noi viviamo attraverso
queste due piccole parabolette del chicco e del lievito. È gustare la Divina presenza che è la bellezza della nostra
vita! Quindi Gesù ci dice “Ricordati che sei buon grano, sei capolavoro
di Dio anche se il maligno attraverso le difficoltà può crearti problemi, io
sono con te. E tu impara queste due lezioni fondamentali: il nascondimento e la
piccolezza".
Allora noi potremo
scoprire la bellezza della nostra vita ricreata. D'altra parte noi ci
ritroviamo questa mattina nell'Eucarestia,
ma l'Eucaristia non
è il Vangelo di oggi. In quel pane e in quel vino c'è la creatività dello Spirito
Santo, diventiamo creature nuove e quel pane e
quel vino passano attraverso quella piccolezza, un pane che non sfama nessuno, gocce di vino che non dissetano nessuno e,
attraverso il nascondimento in quel pane e in quel vino, c'è il Signore che determina la nostra vita e la rende
veramente nuova e rifatta. Questa sia la bellezza che vogliamo insieme
celebrare in modo da camminare in novità di vita giorno per giorno. Viviamo
così questa domenica e allora la bellezza della nostra vita sarà un mistero divino
in noi che fiorisce attraverso la conversione in attesa di quel momento
glorioso, quando i giusti entreranno nel regno
e potranno eternamente contemplare la gloria del Padre.
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