DOMENICA 5 NOVEMBRE 2023
Ml 1,14b-2,2b.8-10
1Ts 2,7 b-9.13 Mt 23,1-12
OMELIA
Il cristiano nel cammino della sua
vita si pone sempre la domanda: qual è il metro al quale devo riferirmi per
poter camminare in novità di vita, perché ognuno di noi è profondamente
consapevole di essere un capolavoro di gratuità?
L'uomo creato da Dio cammina in
novità di vita nella certezza di non essere mai solo.
Ecco allora che Gesù questa
mattina attraverso il rimprovero che rivolge agli scribi e ai farisei ci
delinea tre aspetti della nostra vita di credenti per costruire in modo
autentico il nostro cammino quotidiano: la coscienza della paternità di Dio, la
profonda consapevolezza che Gesù è il Cristo e che Egli è la guida
della nostra vita.
È molto bello vedere come Gesù, al
di là delle difficoltà che incontra, ci pone dinanzi dei parametri positivi ai
quali dobbiamo continuamente fare riferimento poiché la nostra vita è un
capolavoro di Dio. Quante volte ce lo siamo detti, soprattutto davanti al
pessimismo della cultura odierna, ritrovarci quei capolavori di Dio che sono la
gioia creativa di Dio. E allora vediamo i tre momenti che Gesù ha messo in luce nel
brano che abbiamo ascoltato: uno solo il vostro Padre, quello nel cielo, uno
solo è il Cristo, uno solo è la guida, il Padre! Una delle difficoltà che noi
tante volte troviamo nel cammino della fede è che non riusciamo a cogliere la
bellezza della paternità di Dio. In certo qual modo noi siamo molto legati a Gesù Cristo, è
vero, il centro della nostra fede è il mistero della morte e resurrezione del
Signore, ma all'origine di tutto c'è Dio Padre, nel quale la nostra vita è
realizzata anzi, usando il linguaggio della Genesi, il Padre è il respiro della
nostra vita. Se noi possiamo dire di vivere, di camminare ogni giorno nella
storia, di sognare un mondo nuovo, il tutto nasce dalla coscienza che siamo
nelle mani creative di Dio. Usando il testo della Genesi “siamo il soffio
creativo di Dio”. L'uomo davanti al cammino della vita percepisce nel profondo
del suo essere questa profonda consapevolezza che è un mistero più grande di se
stesso in cui Dio, il Padre, rivela veramente la propria grandezza. La bellezza
di vivere è respirare il respiro di Dio. Noi spesse volte siamo più legati ai
fatti della storia, eppure uno solo è il
Padre vostro, quello del cielo, quello che dà il respiro all'esistenza dell'uomo
e gli dà la capacità giorno per giorno di vivere e costruire la propria storia.
Ecco allora il primo elemento che dobbiamo tenere ben presente: il Padre.
Quando Gesù ha voluto darci la
vera preghiera ci dice “Dite: Padre!”
- e in quel Padre c'è tutto il senso della vita, cioè quell’orientamento
glorioso che determina il nostro stile di vita e ci dà una speranza veramente
inesauribile, ma questa esperienza della paternità di Dio come noi la possiamo
realizzare nella convinzione che Gesù è il Cristo? Cosa vuol dire: Cristo?
Fedeltà di Dio. Ricordiamo sempre la professione di fede: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, tu sei la fedeltà del
Padre. Gesù non è chiamato il Cristo, ma è nominato Cristo perché ritraduce
quello che è l'esperienza della sua vita, si è
affidato al Padre.
Una delle verità che mette in luce
soprattutto l'evangelista Giovanni, è che Gesù “cammina nelle mani del Padre”,
l'espressione classica l’abbiamo nel dramma dell’orto degli Ulivi “non sia fatta la mia, ma la tua volontà sia fatta”
questo consegnarsi a un Dio fedele. La bellezza della fede è questo
“consegnarsi”, non solo abbiamo un Dio Padre
che è continuamente creatore della nostra vita, quindi respiriamo il suo
respiro, ma abbiamo il Cristo che accanto a noi ci dice: Dio è fedele! L'uomo
di oggi non pensa al futuro, ha paura tante volte del futuro. La bellezza del futuro è
nient'altro che il prolungamento del presente, il futuro è la fedeltà del Padre
nella nostra esistenza, per cui camminiamo in questa meravigliosa certezza e
non saremo mai delusi, il Padre ci regala il
Figlio e il Figlio ci regala la fedeltà del Padre.
Quando nel piccolo della
nostra esistenza ci poniamo l'interrogativo del senso della nostra vita, ricordiamocelo:
siamo nelle mani Trinitarie e quando l'uomo ha questa profonda esperienza di
essere nelle mani Trinitarie ha la bellezza che la sua vita non si concluderà
mai, ci saranno cambiamenti di stato, ma continuità di vita, essere nella
gloria del cielo. E questo noi lo possiamo
realizzare attraverso il terzo passaggio: non solo il Padre, non solo il Cristo, ma anche la Guida. Riandiamo sempre al Salmo Guardate a Lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce, avere lo sguardo del
cuore rivolto al Cristo. In certo qual modo la vita dell'uomo è una certezza -
Dio è fedele - e questa fedeltà di Dio diventa anche il cammino che portiamo
avanti attraverso la bellezza dell'obbedienza nell’istante: siamo la fedeltà di Dio creativo. Se noi riuscissimo a
cogliere queste dimensioni, davanti al disorientamento che tante volte possiamo
avere nella vita, l'orientamento si chiama
Gesù e questo orientamento che si chiama Gesù è la vita della nostra vita, in
questo camminiamo e camminiamo continuamente.
Ecco perché non abbiamo bisogno
degli scribi e dei farisei; abbiamo la certezza: il Padre che in Gesù è fedele
e che attraverso Gesù guida la nostra vita. È questione tante volte di soffermarci
un momento e pensare - Chi sono io? - e allora ci accorgiamo che la vita, pur
con tutta la sua complessità, è avvolta dalla creatività di Dio. Noi siamo il
respiro creativo della Trinità e quando noi facciamo questa esperienza la
nostra vita assume dinamiche e valori molto diversi. L'importante è camminare
in novità di vita. Perché questa mattina siamo qui nell'Eucaristia? La risposta è molto semplice: il Padre ci ha
chiamati, ci regala il suo Figlio, ci regala il suo Figlio perché egli guidi i
nostri passi. Usciamo di chiesa e diciamo: “Cammina
con noi o Gesù! Illumina i miei passi e cammina con noi verso la pienezza della
gloria”. Per cui quel Gesù che noi incontriamo abitualmente nell'Eucaristia è quel Gesù che incontreremo nella pienezza della
gloria, quando Dio sarà tutto in tutti. Questo è il nostro grande Maestro: Gesù! E allora credo che questa mattina, celebrando
i Divini Misteri, dobbiamo ritrovare questa
bellezza della nostra vita: c'è il Signore! E quando noi partiamo da “c'è il
Signore” respiriamo nella vita, camminiamo con coraggio perché abbiamo la
certezza che non saremo mai delusi. E allora veramente la nostra vita sarà
realizzata e nel momento in cui riceveremo il Corpo del Signore entreremo in
quella che è l’eternità beata che è la bellezza della nostra storia, la
certezza di una vita senza tramonto.
Questa è la bellezza della nostra
storia. Camminiamo
così in questa Eucaristia e allora in un mondo
complesso noi abbiamo una scuola di semplicità: il Padre, il Cristo, la Guida. Questo trinomio ci
accompagni in questa settimana in modo da camminare con quella fiducia che viene
dall'alto e ci dà la capacità di camminare in quella novità divina che è la
speranza in ogni frammento della nostra vita quotidiana.
Nessun commento:
Posta un commento