15 AGOSTO 2024
Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab 1Cor 15,20–27a Lc 1,39-56
OMELIA
Seguendo il Vangelo di Giovanni che
ci sta accompagnando in queste domeniche nasce in noi il grande interrogativo:
accogliere nella fede il mistero del Maestro e avere la vita eterna.
Questo ci è continuamente rimbalzato
a livello di fede in queste domeniche perché accogliere Gesù è accogliere la
bellezza della vita eterna. Ora la festa di oggi potremmo definirla l’espressione
di questa vita eterna, di questa esperienza gloriosa che accompagna la vita di
ogni uomo.
È molto bello come nella liturgia bizantina
costantinopolitana l’atto liturgico si concluda con il mistero della Assunzione.
Guardare Maria assunta in cielo è guardare la meta della nostra vita. Davanti
al grande interrogativo - cosa vuol dire vivere? - la risposta è molto semplice:
entrare con Maria nella bellezza del Paradiso, nel giardino dell'Eden, dove Dio
sarà tutto in ciascuno di noi.
Ma questa grande meta che ci deve
affascinare e che l'uomo di oggi ha dimenticato, nel cammino feriale si
riscopre in quella parola che ha accompagnato il Vangelo dell'annunciazione: Ecco la serva del Signore: avvenga per me
secondo la tua parola. Maria ha dato ospitalità a Dio. Dio dà ospitalità a
Maria.
Il Paradiso è un problema di
ospitalità. Ecco perché il cristiano ha questa tendenza globale nella sua vita,
il Paradiso, quando chiuderemo gli occhi alla storia e li apriremo all'eternità
beata.
E allora insieme cerchiamo di
riflettere su quell'espressione della Madonna che sono un po' l'anima del suo
mistero Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola. In queste parole noi riusciamo a
cogliere il mistero della sua glorificazione.
“Ecco” … la docilità…
Davanti al mistero creativo di Dio
Maria dice “Ecco” - usando la
vecchia traduzione, “Eccomi” – è il consegnare il sì di Maria a Dio nella
pienezza della sua identità. Ella, che ha aperto il suo cuore a Dio nella verginità,
che si è lasciata guidare dallo Spirito Santo nella creatività, in quel “Eccomi”
ritraduce questa sua tensione verso la fede nel Paradiso.
Guardare Maria è guardare il Paradiso
che ci attende. Ecco perché il cristiano oggi deve ritrovare la bellezza di
questo grande mistero che avvolge Maria e che continuamente la accompagna in
questo mistero di gloria.
Ma cos'è questo grande mistero di
gloria? Perché uno degli interrogativi che nascono nel nostro cuore è: come
possiamo diventare eternità? E allora la risposta è molto semplice: dare ospitalità
a Dio!
Fin dal mattino il nostro cuore si
apre alla presenza di Dio, ci svegliamo, apriamo il cuore e diciamo con Maria:
Eccomi sono la serva del Signore! È aprire
l'orizzonte del cuore sulla bellezza meravigliosa di Dio.
L'eternità è nient'altro che il
presente irraggiato dal Divino.
Noi qualche volta, presi dal nostro
correre continuo, dall’essere preoccupati di tante cose, in un mondo molto
orizzontale, abbiamo dimenticato il respirare questa grandezza divina che è il
senso della nostra vita: entrare in questo meraviglioso mistero.
Infatti, una delle domande che dentro
di noi sono veramente feconde, è: quando Signore ti potrò vedere? Quando mi
lascerò illuminare dalla tua gloria e potrò esaltare eternamente la gioia dell’essere
in cielo?
Come potrò accedere a quel giardino
di gloria dove tu, o Padre, sarai liberamente il maestro della nostra
esistenza?
Apriamo il cuore alla Divina
presenza, è la bellezza della nostra vita!
Se noi avessimo veramente sete di eternità
la vita sarebbe diversa, non saremmo continuamente frastornati dalle tante cose
da organizzare, dimenticando questa aspirazione di fondo, che è la gioia del
nostro andare in Paradiso. Tant’è vero che se noi andiamo alla bellezza della
liturgia bizantina, la bellezza dell'Assunzione è Maria che si addormenta nella
gloria di Dio, in una intimità profonda per cui l'Eterno anima il presente.
L'uomo desidera la morte perché brama
la vita. Ecco perché la festa dell'Assunzione di Maria per la liturgia bizantina
è la conclusione dell'anno liturgico, perché la bellezza di vivere nel tempo è
camminare in questa intensa attenzione alla presenza della gloria. Utilizzando
un linguaggio più semplice: nati da Dio, viviamo con la meravigliosa aspirazione
alla comunione con Dio. Nati da Dio diventiamo figli di Dio e lo saremo
veramente nella pienezza della gloria!
Come sarebbe bello che anche noi come
alcuni Santi dicessimo al momento della nostra morte: “Finalmente ti posso
vedere, ti posso contemplare, posso entrare in quella luce gloriosa che è il
senso portante della mia esistenza: il Paradiso!”
Viviamo così questo mistero, anche se
noi tante volte siamo distratti dalle tante cose che facciamo, anche se nascono
tanti interrogativi, ma “dormire nel Signore” è la cosa più bella della vita perché
ci apre a quegli orizzonti gloriosi in cui noi saremo veri e autentici, in una
pienezza che riempirà tutta la nostra persona. Eccomi sono la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola:
è la bellezza del Paradiso!
Viviamo così questa Eucaristia, ogni
volta che celebriamo i Divini misteri l'eternità beata ci avvolge, ogni volta
che ci accostiamo a quel Pane eucaristico il Signore glorioso penetra nelle
nostre persone e la nostra vita è un continuo desiderio verso questa pienezza
di gloria. Camminiamo in questa luce, gustiamo questa Presenza e allora, la
festa di oggi, non è dimenticarsi nel tempo, ma dare senso al nostro cammino
nel tempo, desiderare quell'incontro glorioso quando Dio, il Padre, sarà tutto
in ciascuno di noi e il Figlio ci prenderà per mano e, nello Spirito Santo, ci
introdurrà in quella gloria eterna che sarà la vera realizzazione della nostra
vita.
Desideriamo il Paradiso con Maria e
con Maria canteremo eternamente la gioia della nostra esistenza.
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