DOMENICA 25 AGOSTO 2024
Gs 24,1-2a.15-17.18b Ef 5,21-32 Gv 6,60-69
OMELIA
L'evangelista Giovanni attraverso il
discorso del capitolo sesto del suo Vangelo ci aiuta a risolvere una domanda
che continuamente ci accompagna nel cammino della vita: come possiamo conoscere
Gesù?
È il grande elemento della nostra
storia, che continuamente ci prende, e Giovanni ci fa fare un cammino molto
sereno: dal segno della moltiplicazione dei pani, alla scelta di fede del Maestro,
a coglierne la presenza come Spirito che opera in noi, ma soprattutto nella
conclusione che abbiamo poc'anzi ascoltato nel testo evangelico “le parole che io vi ho detto sono spirito e
sono vita”.
Davanti all'interrogativo - come
possiamo conoscere veramente Gesù? - la risposta di Gesù è questa: le mie
parole sono spirito e sono vita! E tutto questo ci richiama a un principio che l'evangelista
Giovanni ci ha offerto all'inizio del suo Vangelo attraverso tre passaggi ai
quali siam chiamati a richiamarci per conoscere veramente Gesù: occorre nascere
dall'alto, occorre nascere dall'acqua e dallo spirito, occorre nascere dallo
spirito.
Tre passaggi che ci devono
continuamente accompagnare se vogliamo conoscere veramente Gesù.
Innanzitutto occorre nascere
dall'alto.
Gesù non credeva a quelli che lo seguivano
perché, dice l'evangelista, egli sapeva quello che c'è nel cuore di ogni uomo e
per conoscere Gesù occorre lasciarci conquistare dalla sua persona.
Nascere dall'alto… È uno dei criteri di fondo del Vangelo. Nascere da colui
che è generato dal Padre.
Non per niente, nell'inizio del suo
Vangelo, Gesù dice che occorre nascere dall'alto… «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito,
non può entrare nel regno di Dio». E
allora questa consapevolezza, che il cristiano nel cammino della sua vita deve
essere uno che nasce da lassù. Noi siamo nati da Dio. È quella esperienza interiore a cui noi siamo chiamati.
Conoscere Gesù non è la cosa più
semplice della vita; noi possiamo sapere tante cose di Gesù, ma non conosciamo
veramente Gesù. E l'uomo può conoscere Gesù quando ne gusta fino in fondo la
presenza.
Camminiamo con lui, nasciamo da lassù
a quanti però l'hanno accolto, ha dato
potere di diventare figli di Dio… i quali non da sangue, né da volere di carne,
né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
È questa l’espressione molto cara
all'autore della prima lettera di Giovanni, occorre nascere da Dio. Ecco perché
il cristiano quando si pone la domanda - Chi è Gesù? - si raccoglie nella sua
vita interiore e pone a Gesù la domanda: “E tu chi sei?”.
Ed Egli ci dice: “Cammina
nell'obbedienza allo Spirito Santo!” Nascere dall'alto!
E allora chi pone questo primo
passaggio “nascere da lassù” ne vive il secondo: occorre nascere dall'acqua e dallo spirito, dall'acqua attraverso l'esperienza
di Giovanni Battista, dallo spirito attraverso la creatività dello Spirito
Santo, essere ogni giorno persone che camminano in novità di vita, generati da
una realtà che è lassù. L'uomo storico non conoscerà mai Gesù, l'uomo storico
saprà tante cose di Gesù, ma non lo conoscerà. Occorre nascere dall'acqua e dallo spirito, un'esperienza continua di
conversione dove il Signore diventa il criterio della nostra vita. È quel raccoglimento nel silenzio che ci deve accompagnare,
è quella contemplazione del volto del Maestro nella realtà di tutti i giorni, è
prendere coscienza profonda che Egli cammina con noi. Nascere dall'acqua e
dallo spirito… E il risultato è il terzo passaggio nascere dallo spirito.
Noi possiamo conoscere Gesù perché
abbiamo lo sguardo del cuore rivolto verso l'alto. Questa è la bellezza
all'interno della nostra esistenza.
Dall'alto, dall'acqua e dallo spirito,
dallo spirito…
E allora se noi cammineremo in questo
modo potremo lentamente entrare in
quella esperienza di Gesù che è il senso della vita. D'altra parte Gesù stesso
nel discorso dell'ultima cena, nella preghiera sacerdotale, dice in modo molto
chiaro che noi dobbiamo conoscere la sua persona nascendo dall'alto. È entrare in quella meravigliosa esperienza dove lui è il
Signore!
Noi possiamo sapere tante cose di
Gesù, ma se non nasciamo dallo spirito, non nasciamo dalla presenza dello
Spirito Santo, non lo potremo mai conoscere, per cui tutta la vita diventa un
itinerario esistenziale nel quale noi lentamente
entriamo nella sua personalità. E allora quando lo potremo conoscere, se non
quando usando il linguaggio di Pietro diremo: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo
creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio»? Entrare in questo fascino
di Gesù! Questa è la bellezza della nostra vita. Non dobbiamo capire, ma
dobbiamo lasciarci coinvolgere in questa esperienza misteriosa che è la figura
del Maestro Divino.
E allora credo che Gesù questa
mattina ci voglia dire una cosa molto semplice: “Se mi vuoi conoscere lasciati guidare dallo Spirito Santo, abbi lo
sguardo del cuore rivolto verso l'alto, sii docile all'azione divina che è
dentro di te!”. E allora conoscere è entrare in una comunione di cuori in
cui noi, lentamente, diventiamo il suo mistero.
Camminiamo in questa visione con
tanta fiducia e tanta speranza, abbiamo lo sguardo del cuore rivolto a lui e
allora, quando avremo questo atteggiamento interiore, potremo camminare in
quella speranza che viene dall'alto. È l'Eucaristia
che stiamo celebrando! Celebrare l'Eucaristia è conoscere Gesù, è diventare
Gesù, è assumerne la mentalità per poter camminare in quella libertà del cuore
che è la Presenza nella nostra storia.
Questo sia il mistero che vogliamo
vivere in attesa di quell'incontro glorioso quando il Signore entrerà nella
nostra vita, ci renderà creature nuove e ci dirà: “Vieni nella gioia del tuo Signore!”
e allora la nostra vita sarà realizzata, saremo in quel Paradiso che tutti
desideriamo e lì potremo stare col Signore e con tutti i fratelli per tutta
l'eternità beata.
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