12 gennaio 2025

BATTESIMO DEL SIGNORE - ANNO C

DOMENICA 12 GENNAIO 2025

Is 40,1-5.9-11      Tt 2,11-14; 3,4-7      Lc 3,15-16. 21-22

OMELIA

L'episodio dei Magi ci ha introdotto nell'esperienza di Gesù Cristo poiché la bellezza di essere suoi discepoli si ritraduce nell'accedere al mistero della sua persona. Oggi noi intuiamo che l'accogliere il Signore ed entrare nel suo mistero è la grande consolazione della vita.

a parola che questa mattina il Maestro ci vuole rivolgere è quella di ritrovarci persone consolate perché nel momento in cui accediamo al mistero di Cristo la nostra vita si ritrova vita rinnovata.

Infatti, l'episodio ascoltato dal Vangelo di Gesù che viene battezzato da Giovanni e sul quale c’è quella grande manifestazione, ci fa riscoprire in che senso - nel cammino della nostra vita - siamo consolati. L'episodio ascoltato vuol dirci innanzitutto questa verità: in Gesù ha inizio un mondo nuovo.

Come gli Evangelisti danno inizio alla vita pubblica di Gesù con l'episodio del battesimo al Giordano, così, noi, contemplando questo episodio ritroviamo che in Gesù c'è l'inizio della nostra vita; nella sua persona acquisiamo il senso della vita.

Il cristiano quando vuole ritrovare il gusto della sua esistenza continuamente guarda Gesù: in lui hanno inizio i tempi nuovi, in lui è la luce che illumina ogni tenebra, in lui c'è la speranza che ama ogni cuore.

In Gesù la vita ha sempre un luogo in Dio.

Tante volte non riusciamo a cogliere la speranza della nostra storia o, perché siamo timorosi per il futuro o abbiamo la pesantezza del passato, ma nel momento in cui guardiamo la figura di Gesù ed entriamo nel suo mistero, in quel momento, la nostra vita incomincia: incomincia ascoltando quella voce del Padre che ci dice in che senso siamo consolati e, in che senso, in Gesù, incomincia la nostra vita.

Quella voce afferma chiaramente: "Tu sei il figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento".

Gesù è l'espressione dell'amore di Dio per l'umanità… In quella parola "amato" intuiamo lo stile amativo di Dio che è donare la vita per la creatura: è la paradossalità del mistero nel quale veniamo introdotti.

La nostra esistenza è amata in modo completo dalla persona di Dio.

Quella parola "amato" incarna quell'altra espressione del Vangelo di Giovanni: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito".

Dio regala sé stesso nel Figlio ad ogni uomo.

Il cristiano è sempre un consolato perché percepisce, nel cammino della vita, questa grossa verità: Gesù è l'amore del Padre per noi e nonostante noi. Spesso siamo appesantiti dalle nostre paure, delle nostre cadute, dalle nostre incertezze, ma nella nostra esistenza dovremmo avere sempre lo sguardo del cuore attento a questa parola del Padre: "Tu sei il mio figlio, l'amato".

Entrando nel mistero di Gesù, che è l'inizio della nostra esistenza, ci sentiamo frammento per frammento, oggetto dell'amore di Dio.

Questa mattina dovremmo imparare a non guardarci più in faccia, dovremmo imparare a non fermarci eccessivamente sui nostri fallimenti o sulle nostre povertà, dovremmo lasciarci coinvolgere da quella grande consolazione e risentire continuamente la voce del Padre: "Tu sei il mio figlio, l'amato".

Quando l'uomo si sente oggetto di questa gratuità amorosa di Dio, in quel momento, l'uomo riprende fiducia della vita.

La grandezza della nostra esperienza cristiana è quella di sentirsi amati in modo divino umano; in quel momento l'uomo ritrova il gusto della vita.

Il cristiano respira continuamente amore, un amore incomprensibile, un amore che va al di là di ogni misura, un amore che ha le caratteristiche di Dio, ma nel quale l'uomo è veramente sé stesso.

Usando un'immagine cara alla tradizione dei Padri della Chiesa dell'oriente potremmo definire la nostra vita così: noi siamo un pezzo di ferro che, messo nel fuoco incandescente, diventa esso stesso fuoco.

La nostra vita immessa nell'amore che è Dio diventa amore.

Allora la nostra vita è consolata perché è oggetto di questa ineffabilità di Dio che avvolge e determina la nostra vita.

Quando, per tanti motivi nello scorrere dei giorni, ci sentiamo scoraggiati diciamo a noi stessi: sono la meta dell'ineffabile amore di Dio, sono la fiducia di Dio… E, in quel momento, nonostante noi, abbiamo la consolazione di Dio.

Questa mattina Gesù dà verità a tutto questo; nel momento in cui faremo la comunione saremo amati da Gesù che è l'amato del Padre. In quel Corpo è in quel Sangue saremo immersi in quel fuoco di amore per cui la nostra umanità diventa essa stessa fuoco in modo che possiamo tornare a casa ricchi di grande speranza.

Questo sia il mistero che questa mattina vogliamo vivere, questa la nostra quotidiana consolazione, questa la speranza nonostante tutto e nonostante tutti.

 

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