1
gennaio 2025
Nm 6, 22-27 Gal 4,4-7 Lc 2,16-21
OMELIA
La Chiesa
convocandoci in questo primo giorno dell'anno ci pone dinanzi la contemplazione
della maternità di Maria. Dopo averci introdotti con la Madonna nella vigilia
del Natale oggi veniamo convocati per contemplare questo grande mistero che è
la Madonna, attraverso un particolare che l'evangelista Luca mette molto bene
in luce, Maria da parte sua custodiva tutte
queste cose meditandole nel suo cuore: il mistero del silenzio di Maria.
Ed è molto bello
lasciarci introdurre in questa esperienza perché la bellezza della fede che
Maria ci regala continuamente è il suo silenzio. Ricordiamo l'atteggiamento
della Madonna e di Giuseppe quando Gesù fu trovato nel tempio a 12 anni Ma essi non compresero ciò che aveva detto
loro…Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo
cuore. Incontrare Maria nel ciclo del Natale è incontrare l'esperienza del silenzio.
Ma cosa vuol dire “silenzio”?
L'uomo dei nostri
giorni ha dimenticato questa espressione perché si lascia coinvolgere nel caos
della vita quotidiana. Eppure la grandezza della persona è il suo silenzio,
riletto in tre atteggiamenti fondamentali sui quali vogliamo riflettere.
-
silenzio come
fascino,
-
silenzio come
accoglienza,
-
silenzio come
fecondità.
È molto bello come gli
autori medievali dicevano Tibi silentium
laus - Per te il silenzio è lode,
e San Tommaso affermava Dio è
continuamente onorato attraverso il silenzio e allora vale la pena
soffermarci su questa esperienza per essere persone che nel cammino della loro
vita hanno la fecondità di Dio. Il silenzio non vuol dire assenza di parole,
perché in questo caso dovremmo parlare di “mutismo” e il mutismo non è silenzio.
Il silenzio è essenzialmente una attenzione a qualcosa di grande che ci prende,
è l'accoglienza creatrice di questa presenza, è la gioia di camminare che in
ciò che veramente vale per costruire il nostro istante.
Innanzitutto il
silenzio è lasciarci affascinare da qualcosa di grande. Se noi entriamo
nell'esperienza di Maria noi ci accorgiamo di questo: ella non comprese fino in
fondo il mistero da cui era avvolta, ma era ricca di stupore; in quella
espressione di Luca Ma essi non
compresero ciò che aveva detto loro noi ritroviamo la bellezza di cogliere
Maria che è nel fascino del Figlio. Il silenzio ci pone davanti alla domanda - Chi
è Gesù? - e il silenzio è la capacità di collocarci in quello che è veramente
il senso del mistero di Dio.
Dio nel silenzio si
cala nella storia…
È molto bello come
Sant'Ignazio di Antiochia volendo definire cosa fosse l'Incarnazione disse: “L'Incarnazione è la parola uscita dal
silenzio di Dio”. La bellezza della nostra esistenza è essere avvolti dal
silenzio che non è assenza di parole, ma la gustazione di qualcosa di favoloso.
Dio è talmente grande che davanti alla sua personalità noi rimaniamo in
silenzio, un silenzio ammirato, un silenzio ricco di novità di vita, un
silenzio aperto sul futuro. Ecco perché Maria madre di Gesù è la donna del
silenzio. Maria, da parte sua, custodiva
tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. E allora se noi cogliamo
questo primo aspetto della figura di Maria, il silenzio è veramente fecondo.
Ricordiamo sempre l'affermazione
fatta prima: il silenzio non è assenza di parole, ma il silenzio è aprire al
cuore al fascino di qualcosa più grande di noi, è leggere la storia nella
certezza che qualcosa di grande stia veramente accadendo. È la bellezza della
nostra vita spalancare il nostro cuore al Dio che si rivela regalandoci la sua
bellezza. Maria donna del silenzio è ricca di stupore davanti al rivelarsi di
Dio. Questo lo cogliamo molto bene nel canto del Magnificat, che è nient'altro
che l'espressione di un cuore innamorato che si lascia prendere dalla bellezza
Divina, nella convinzione che Dio è veramente meraviglioso! Il silenzio è lo
stupore dell'anima davanti alla bellezza.
Ecco allora che se
questo primo elemento della bellezza nel silenzio riusciamo a coglierla, ecco
che la bellezza della nostra vita diventa “stare davanti a Gesù”. Noi tante
volte dimentichiamo questo “stare davanti a Gesù” che è la bellezza della
nostra vita, ed è il secondo passaggio che nella fede dovremmo riuscire a
cogliere fino in fondo: essere persone che si lasciano catturare dalla bellezza
di Dio.
In certo qual modo
l'assenza di silenzio ci impedisce di gustare il rivelarsi della grandezza di
Dio. Importante nella vita non è capire, importante nella vita è spalancare il
nostro cuore ad un evento più grande di noi che ci dà la bellezza del cuore. Ecco
il secondo passaggio che dovremmo sempre tener ben presente: spalancare il
cuore alla Divina presenza.
Qualche volta nasce
la domanda - Quando veramente Maria avrà veramente compreso il mistero da cui è
stata pienamente avvolta? - e penso che la pienezza della sua rivelazione sia
stato il momento della sua dormizione quando, affascinata dal mistero del Figlio,
è passata da questa all'altra vita ed è entrata in un gaudio interiore che ha
espresso quasi interamente Luca con il canto del Magnificat l'anima mia magnifica il Signore!
L'uomo del silenzio è un affascinato dalle meraviglie del Signore e la sua vita
diventa un canto. Dio è così grande nella nostra storia che le sue meraviglie
non si possono dire, le sue meraviglie si possono solo cantare, è quella
esperienza interiore che lentamente ci porta ad entrare nel mistero di Dio e,
quando l'uomo, contemplando Maria realizza questi due passaggi, il terzo è la
divina maternità: la festa di oggi, dove la maternità è il canto dell’esultanza
interiore del mistero della vita che penetra in Maria e la rende la donna per
eccellenza l'anima mia magnifica il
Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore perché ha guardato alla
piccolezza della sua serva. L'uomo del silenzio è l'uomo che sa gustare la
grandezza di Dio nel cammino della sua storia quotidiana.
Ecco perché nella
festa della Divina maternità di Maria la Chiesa ci ha proposto il testo evangelico
che abbiamo ascoltato Maria, da parte
sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Il silenzio è
la bellezza dell'anima innamorata di Dio! Le tante parole sono un disturbo
esistenziale, il silenzio è concentrazione su ciò che veramente vale per poter
camminare in novità di vita. Ecco perché la festa della Divina maternità di
Maria ci pone dinanzi all'esperienza del suo silenzio e, il sacro silenzio, è dell'anima
innamorata di Dio. Tant’ è vero che nella Divina liturgia si dice “il silenzio
è sacro” perché è il luogo in cui l'uomo coglie il fascino del mistero, se ne
lascia inebriare e trova la grandezza della sua vita in qualcosa che lo
affascina nel profondo del suo spirito.
Guardiamo Maria nel
suo silenzio, gustiamo la fecondità di questo suo atteggiamento, cantiamo con
lei la bellezza delle meraviglie che Dio in lei ha seminato e che semina in
ciascuno di noi. Cantare non è il gridare, cantare è scrivere nelle profondità
del cuore la grandezza di Dio! Ecco perché l'anima mia magnifica il Signore! E
allora credo che questa mattina iniziando il nuovo anno con l'esperienza della
Divina maternità di Maria dovremmo imparare ad amare l’interiorità del silenzio
per poter gustare la soavità di Dio, percepirne la misteriosa volontà e
camminare in quella novità che viene dall'alto e che è la grandezza e la bellezza
della nostra vita.
Viviamo così questa
eucarestia, nel silenzio di Maria, nel silenzio di Gesù, nel silenzio delle tre
Persone Divine e attraverso questa mirabile esperienza potremo veramente
percepire la bellezza di Dio e quindi, quanto è vero l'espressione medievale
citata all’inizio: - Tibi silentium Laus - il silenzio è lode per te o Signore,
perché ci lasciamo inebriare dalla grandezza del tuo cuore, ci lasciamo amare
nella semplicità dell'ordinario per camminare in quella sobrietà di vita dove
la presenza del Divino ci anima continuamente. Questa è la bellezza dell'inizio
di un nuovo anno, il silenzio dell'ascolto, il silenzio di un cuore innamorato,
il silenzio che sa gustare le meraviglie di Dio nella vita feriale di tutti i
giorni.
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