06 luglio 2025

XIV DOMENICA T.O. - ANNO C -

DOMENICA 6 LUGLIO 2025

Is 66,10-14c      Gal 6,14-18      Lc 10,1-12.17-20

OMELIA

Il discepolo è chiamato a vivere continuamente l’interiorità del Maestro.

Lui abita in noi, in lui noi ritroviamo ogni giorno il senso della vita perché la vita del cristiano è un sacramento vivo della presenza del Maestro.

Ecco perché Gesù questa mattina ha invitato i suoi discepoli ad andare, perché l’intensa comunione che egli ha stabilito con loro diventi il criterio di comunicazione.

Le cose grandi che il Signore opera in noi devono essere comunicate.

Il discepolo è sacramento delle meraviglie del Signore; Gesù in questo orizzonte, oggi, ci pone dinnanzi un atteggiamento che ci dovrebbe intensamente qualificare: Gesù ha inviato i discepoli e ha detto loro: “Entrando in una casa dite: pace a questa casa!”

In questo atteggiamento cogliamo la dimensione sacramentale della vita: nel gesto di entrare in una casa, come segno visibile, si comunica una realtà invisibile: la pace.

L’atteggiamento del discepolo è una visibilità che regola un’esperienza invisibile.

Ecco perché il cristiano nell’itinerario della sua storia è un sacramento che diffonde l’armonia di Dio. È la bellezza della nostra vita!

Spesso pensiamo che il mistero dei sacramenti siano quelli che celebriamo in chiesa, ma la loro funzione è di rendere la nostra vita “sacramento”, segno visibile del comunicarsi di un’affascinante esperienza invisibile.

Innanzitutto, Gesù, è il sacramento della pace.

Gesù dicendo ai discepoli: - entrando in una casa dite: “Pace a questa casa!” - non fa niente altro che dire ai discepoli: nella vostra vita fate quello che ho fatto io.

Se andiamo alle narrazioni evangeliche la mattina di Pasqua Gesù apparendo ai discepoli ha detto: “La pace sia con voi”.

Il Risorto è il sacramento della pace di Dio, dell’armonia di Dio.

Ma come Gesù ha potuto elaborare questo meraviglioso frutto dello Spirito Santo che è la pace?

In Gesù che fu profeta in parole e in opere scopriamo due elementi: Gesù è tutto nel Padre, è nascosto nel Padre, Gesù è l’armonia del Padre.

Se guardiamo attentamente la persona di Gesù ci accorgiamo come essa fosse tutta un evento di comunione per cui Gesù era la tranquillità di Dio, ma nello stesso tempo Gesù è prossimo all’umanità, è molto concreto.

Dal momento dell’Incarnazione, per tutto l’itinerario della sua esistenza, Egli ha comunicato armonia: i miracoli, i suoi atteggiamenti, le sue parole. Gesù ha costruito un’esistenza regalando la pace di Dio, perché in Gesù si sono sintetizzate tutte e due le componenti: “tutto in Dio e tutto per l’uomo” e “tutto uomo per regalare il suo essere tutto di Dio”.

Ecco perché il cristiano ricevendo nel profondo della propria esistenza tale mistero riesce a elaborare una vita sacramento di armonia.

Ogni gesto del cristiano, ogni parola, ogni pensiero è regalare l’armonia di Dio.

È qualcosa di cui dobbiamo essere profondamente convinti perché ogni volta che ci ritroviamo con il Signore, lui ci rigenera, ci rifà, genera in noi una novità di vita, ma tutta questa realtà non è qualcosa che rimane rinchiusa nell’ambito del nostro io, deve diffondersi, attraverso la semplicità dei gesti di tutti i giorni.

Ecco perché la pace che il Signore ci regala non è un espediente psicologico.

Spesso l’uomo è tentato di essere nella pace scappando dalla vita, uscendo dalla storia, scappando dai rumori dell’esistenza. La pace non è data dagli ambienti, la pace non è data dalle situazioni esterne che in un modo o in un altro raggiungono la nostra vita, la pace è una pienezza che si diffonde attraverso la semplicità feriale di ogni giorno.

“Egli passò beneficando e sanando tutti quelli che erano sotto lo spirito del demonio, perché Dio era in lui!”

Ecco perché il cristiano incontrando qualunque persona attraverso il linguaggio della vita dice: ti regalo l’armonia di Dio!

Spesse volte siamo tentati dall’accumulare tante cose e, in certo qual modo, anche il cristiano ha la malattia della frenesia dimenticando quello che è il criterio di fondo che, nella semplicità di tutti i giorni, noi regaliamo: la pace di Dio.

Non solo, ma se scopriamo che la nostra esistenza nel suo valore più profondo è un grande sacramento, noi, regalando pace, maturiamo nella pace.

Ogni gesto che poniamo ci rigenera nell’armonia di Dio. Ecco perché il Signore ci invita questa mattina a rivivere il suo mistero: tutto in Dio, tutto con gli uomini, dove le due realtà devono essere continuamente compenetrate, quindi la grandezza di Dio opera dentro di noi, per essere – attraverso il concreto della vita – regalato ad ogni fratello.

Nella vita di un grande santo della Chiesa russa - San Serafino di Sarov - si dice che, talmente era compenetrato in questa presenza divina che quando si accostò a un animale indomabile (il lupo), il lupo immediatamente, nella luce che emanava da questa persona, divenne tranquillo come un agnello.

Linguaggio magari paradossale, ma cosa molto vera! Se nella nostra esistenza maturassimo un profondo amore a Dio e all’umanità concreta noi trasmetteremmo, in qualunque relazione, questa esperienza di armonia.

L’uomo è sacramento di Cristo che fa miracoli continuamente, che regala la pace di Dio a ogni umana creatura.

Dovremmo ogni giorno abitare nell’armonia d’amore di Dio perché l’amore di Dio (ben lo sappiamo) dimora dentro di noi.

La vita allora non è correre, ma la vita è un camminare sacramentale, attraverso la gestualità feriale regalare l’armonia di Dio per cui le persone incontrandoci dovrebbero dire: sono affascinato dalla pace del Signore!

Ecco perché il Signore questa mattina ci stimola a vivere il nostro cammino quotidiano nella comunicazione.

È qualcosa di grande che il Signore opera dentro di noi ed è quello che stiamo vivendo in questa Eucaristia nella quale il Signore ci dà la sua pace. Ecco il mio Corpo dato per voi, ecco il mio Sangue versato per voi.

Perché nel Sangue di Cristo, Gesù ha fatto pace con tutti.

Questa mattina assumendo il Corpo e il Sangue del Signore, nella sua componente sacramentale, Gesù ci comunica la sua pace e noi uscendo di chiesa siamo chiamati a essere sacramento dell’armonia di cui il Signore ci ha arricchiti.

Tale sia il mistero che vogliamo vivere perché attraverso anche la nostra vita, la meravigliosa profezia di Isaia (prima lettura) divenga una realtà feconda in un mondo tribolato: la gioia di essere credente è diffondere armonia attraverso il sorriso del cuore che è speranza per ogni fratello.

 

Nessun commento:

Posta un commento