OMELIA
La gioia del cristiano è contemplare la presenza del Maestro.
Senza il Maestro il discepolo non può costruire in modo fecondo la sua
esistenza.
In quest'ottica riusciamo a capire perché Gesù questa mattina ci
inviti a pregare senza stancarci mai poiché lo stile di preghiera ritraduce il
tipo di fede che è presente nel nostro cuore. La preghiera rappresenta
l'ambiente in cui il Signore si rende presente, la preghiera è il momento in
cui noi veniamo purificati dai desideri storici, per ritrovare ciò che è
essenziale perché la verità della vita di preghiera è desiderare l'incontro
finale con il Maestro.
Questi tre elementi emergono chiaramente dalle parole che Gesù questa
mattina ci vuol regalare perché l'incontro con lui, con il suo mistero, con la
sua persona è la forza ed è il senso della nostra vita.
Innanzitutto Gesù ci dice che dobbiamo pregare, pregare con insistenza
perché la sua presenza in mezzo a noi dipende dalla preghiera. La preghiera è
il contesto della sua presenza, poiché egli si rivela in un cuore che nella
preghiera ama il darsi libero della sua divina presenza.
Spesse volte in noi nasce la domanda dove possiamo vedere il Signore?
dove lo possiamo incontrare ? e la risposta che nella fede troviamo
continuamente è molto semplice: quando preghiamo, perché la preghiera
costituisce il luogo del rivelarsi di Dio. Potremmo tante volte pensare che il
pregare sia chiedere – ed è anche questo – ma, nell'ordine della fede, la
preghiera è più profonda, la preghiera è il contesto in cui noi, nella nostra
povertà, diciamo a Dio:" Rivela il tuo volto!" La preghiera è una
povertà che diventa supplica perché l'uomo non può vivere senza il Maestro. È
molto bello come nella parabola l'immagine alla quale Gesù ricorre è l'immagine
della vedova, della donna che non può vivere senza lo sposo: è la persona di un
credente che senza il rapporto con il suo Signore non riesce a costruire la sua
vita. Pregare è il desiderio dell'oggi del Signore perché il Signore possa
nella sua vita essere pienamente libero.
In certo qual modo si potrebbe dire che ogni volta che il Signore si
fa incontrare da noi è perché noi, nello Spirito Santo, siamo oranti. Ecco
perché l'apostolo nel brano a Timoteo dice che dobbiamo continuamente
accostarci alle Scritture, ma le Scritture si gustano solo pregando perché nel
contesto della gratuità di Dio, della libertà di Dio, della creatività di Dio,
Gesù si rende presente in mezzo a noi. È bello pregare perché è gustare una
presenza. In questo cogliamo come lo stile migliore per vivere il mistero della
preghiera è il silenzio dove l'anima, la comunità, cosciente delle sue povertà
si pone davanti a Dio dicendo:" Vieni Signore Gesù!" Il cristiano è
invitato da Gesù a pregare e a pregare continuamente perché il discepolo non
può vivere senza il Maestro.
Nello stesso tempo essendo l'esperienza della preghiera strettamente
collegata con l'oggi di Gesù riusciamo a comprendere nella verità il dialogo
tra quella vedova e il giudice iniquo perché, tante volte, ci poniamo
l'interrogativo: "Signore io ti prego continuamente e non mi ascolti
mai."
Ma il Signore ha una pedagogia eccezionale! Spesse volte la nostra
preghiera da uomini poveri scaturisce da un insieme di esigenze reali della
nostra vita, ma Gesù ci dice: "Stai cercando me o stai cercando le cose
che ti interessano?" La bellezza della preghiera non sono le cose, la
bellezza della preghiera è una comunione: ecco perché ritorna l'idea
dell'immagine della vedova. Il Signore non ci ascolta perché vuole che viviamo
la comunione con lui! Noi potremmo cadere, tante volte, nella tentazione di
essere contenti perché il Signore ci ha ascoltati nelle nostre richieste, ma
potremmo fermarci lì, verrebbe meno il desiderio di spaziare oltre nel
quotidiano cammino da credenti. La bellezza della vita è il Signore, la
comunione con lui, il gustare la sua presenza. Egli tante volte non ci ascolta
perché vuole che noi viviamo di lui.
È molto bello quando ci accostiamo alla figura di Abramo, e ci
chiediamo quale è stata la sua grandezza. Abramo non desiderò i doni di Dio, ma
la comunione con Dio. Non amò i doni di Dio, ma amò Dio che offre i doni. La
relazione interpersonale con Dio è di gran lunga superiore a ciò che Dio
potrebbe regalarci o non regalarci nel cammino del quotidiano
E’ l'essenzialità, la verità della nostra vita. Quindi noi preghiamo
perché il Signore si renda presente e attraverso la preghiera ci lima
continuamente perché possiamo nel cammino della nostra vita ritrovare e
rinvigorire la comunione con lui. La bellezza della vita non è quello che le
persone ci possono dare, la bellezza della vita è la comunione con
le persone che è più importante di quello che ci possono dare.
Il terzo passaggio che troviamo nelle parole di Gesù è rappresentato
dall'ultima frase del testo evangelico che ci deve stimolare: cosa voleva dire Gesù
“Ma il figlio dell'uomo quando verrà
troverà la fede sulla terra?”
Il senso è molto semplice: quando il Signore verrà troverà persone che
lo stanno aspettando?
Se nel cammino della vita attraverso la preghiera gustiamo una
presenza, attraverso la dinamica della storia concreta di tutti giorni
lentamente il Signore purifica i nostri desideri perché dal desiderio delle
cose entriamo nel desiderio di lui. Gesù ci dice: quando egli verrà, troverà
persone che lo stanno desiderando?
La bellezza della vita, ed è la bellezza feconda della preghiera, si manifesta
nel dilatare il desiderio di gustare una presenza che ci incontra, una presenza
che ci delude per non deluderci, una presenza che sarà meravigliosa quando il
Signore verrà. In quel momento entreremo in un meraviglioso appagamento
interiore! La vedova entra nel matrimonio mistico con il suo Signore!
Se noi intuissimo questo itinerario che Gesù questa mattina ci offre,
ci accorgeremmo che il pregare non è il succedersi di tante parole, il pregare è
il silenzio di un cuore che, cosciente della sua povertà, sa che non può vivere
senza Gesù. E allora se noi ritrovassimo quest'esperienza di fede riusciremmo
lentamente a entrare nella vera libertà, la libertà come gustazione attiva di
un dialogo d'amore con Gesù. L'uomo che ama dialogare nella comunione cresce
nella libertà e, giorno per giorno, diventa il mistero vivente di Gesù. Non
esiste un uomo che non preghi perché ogni uomo creato ad immagine di Dio deve
diventare somiglianza di Dio e il senso del Dio in noi è il respiro orante che non
à altro che il desiderio del Signore per diventare il Signore per lasciarci
trasfigurare dal Signore.
In questa eucaristia siamo in stato di preghiera e tante volte
pensiamo che andare alla celebrazione eucaristica sia andare a compiere tante
cose, a sentire tante parole, a compiere determinati gesti. L’eucaristia che Gesù
ci regala è preghiera. Una comunità che non sappia pregare, non sa mai
celebrare perché l'eucaristia è una preghiera che dà senso ai pensieri, ai riti
e alle parole. Come una moneta se non è stampata in modo autentico è falsa,
così una eucaristia senza preghiera è un rito senza contenuto.
Entriamo in questa bellezza, in questa serenità interiore, siamo del
Signore! Gesù vuole che perseveriamo nella preghiera perché vuole essere il
nostro Signore, vuole costruirci a sua immagine perché nella gloria del cielo
diventiamo sua gloriosa somiglianza.
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