30 ottobre 2016

XXXI DOMENICA - T.O. – Anno C

Sap 11,22-12,2                  2Ts 1,11-2,2                       Lc 19,1-10
OMELIA
La bellezza di camminare nel tempo si ritraduce nell'acquisire lentamente il desiderio di lasciarci trasfigurare da Gesù.

Il discepolo, conosciuto il Maestro, vuole diventare una cosa sola con lui.

Questa meravigliosa verità oggi l'evangelista Luca ce la offre attraverso la scoperta del “metodo”  per poter veramente entrare in questa esperienza trasfigurante. Il metodo ritraduce la volontà di costruire la nostra esistenza come un dialogo tra il fascino di Gesù, che invade l'uomo, e la nostra radicale povertà, che si lascia conquistare dalla grandezza divina. La bellezza del seguire il Maestro s'incarna nel vivere ogni giorno questa ricchezza dialogica dove il grande protagonista è il Cristo. Infatti ci accorgiamo come tutto il racconto abbia Gesù come protagonista.

Gesù affascina Zaccheo, perché, attraverso le notizie che arrivano alle sue orecchie, avvertiamo come Gesù prenda l'iniziativa offrendo a Zaccheo la possibilità di entrare in intimità con sé. L'atteggiamento, poi, di Gesù genera la novità di vita nell'esperienza di Zaccheo stesso. Il dialogo che Gesù vuole stabilire con noi passa dalla sua persona profondamente amata, desiderata, accolta poiché nel momento in cui l'uomo si lascia affascinare da Gesù in quel momento Gesù diventa il grande protagonista e questo è sicuramente un aspetto importante a livello esistenziale perché siamo sempre presi dal dramma del rispondere. Se entriamo nell'esperienza di Zaccheo, il criterio delle sue scelte è solo Gesù. Quando l'uomo si lascia catturare dalla sua persona, in quel momento tutto diventa plausibile. La bellezza della vita è gustare Gesù attore del nostro istante, Gesù che con la sua pedagogia vuol fare di noi il luogo delle sue meraviglie.

A questa esperienza la risposta da parte di Zaccheo.

Attraverso quel verbo che abbiamo ascoltato questa mattina “voler vedere” intuiamo ciò che opera nel cuore di Zaccheo, dove il voler vedere è l'espressione di un cuore ricco di curiosità. Qui cogliamo un cuore in stato di ricerca, un cuore assetato di autenticità. Il dialogo è proprio tra questo mistero di Gesù che prende la nostra vita e la sete di lui che dovrebbe continuamente qualificare la nostra esistenza, una sete superiore agli ostacoli storici. Se guardiamo l'atteggiamento di Zaccheo, ci accorgiamo come egli sia piccolo ma vuole vedere. Tuttavia il cuore, quando è innamorato, è ricco di creatività: sale sul sicomoro, perché in quel momento non è tanto Zaccheo che opera, ma il Cristo in Zaccheo che gli fa avvertire una povertà. Infatti è tanta la passione di voler vedere Gesù che la povertà diventa il linguaggio della ricerca. Spesse volte non riusciamo ad entrare in questo dialogo trasfigurante con il Signore perché guardiamo troppo alle nostre povertà. Le nostre povertà, se fossimo veramente innamorati di Gesù, diventerebbero luogo per amare ancora di più Gesù.. è la bellezza dell'esperienza di Zaccheo che non si lascia bloccare dai suoi limiti, ma nei  suoi limiti  ritrova il coraggio di camminare: vuol vedere il maestro. Se guardiamo attentamente la nostra vita e la guardiamo nell'attenzione del cuore, la bellezza della fede è lasciarci conquistare e, quando l'uomo si lascia conquistare, ogni frammento della sua vita è una continua ricerca di novità.

Nel dialogo della fede non c'è stanchezza, nel dialogo della fede c'è una attrazione continua e in questa attrazione ecco l'invadenza meravigliosa di Gesù: "oggi voglio fermarmi in casa tua", " oggi voglio entrare nella tua intimità, oggi voglio penetrare i tuoi sentimenti, voglio penetrare quello che hai nel cuore." Qui si manifesta la conversione di Zaccheo! Perché l'uomo quando, per grazia, si sente raggiunto dalla creatività di Dio si apre pienamente a Dio. L'atteggiamento di Zaccheo di dare in beneficenza, come giustizia, alle persone quello che aveva è semplicemente il fascino che diventa rendimento di grazie. Chi nella vita accoglie il tutto, l'assoluto, colui per il quale vivere, immediatamente si regala tutto ciò che si ha agli altri, è nient'altro che l'atto di fede dell'uomo il quale, ricolmato da una presenza meravigliosa, rinuncia all'avere: è la grande libertà del cuore dell'uomo. Quando il cuore dell'uomo è invaso da qualcosa che lo prende fino in fondo, immediatamente emerge quella conversione che è regalarsi a Dio e ai fratelli! L'evangelista riproduce il tutto con una quantità economica, ma noi non dobbiamo lasciarci prendere da quelle cifre, dobbiamo entrare nel cuore di Zaccheo. Il cuore di Zaccheo è ricolmato dalla pienezza di Gesù,  è un cuore libero, che, se anche diventasse povero economicamente, avrebbe una ricchezza: la presenza del Maestro! In questo intuiamo la bellezza della fede e quando l'uomo entra in questa visione gusta la stessa esperienza vissuta da Zaccheo: oggi la salvezza è entrata in questa casa, oggi il Signore è meraviglioso nel cuore dell'uomo, oggi il Signore regala l'uomo la sua autentica libertà. La bellezza della fede è entrare giorno per giorno in questa affascinante relazione.

Noi cristiani abbiamo paura di vedere il Signore, abbiamo paura di cercare il Signore, abbiamo paura di lasciarci invadere dalla sua persona perché se il nostro cuore fosse veramente abitato da Gesù noi non cadremmo mai nella noia, al limite potremmo cadere nell'aridità, ma l’ aridità è un dono dello Spirito per essere ancor più ricercatori del Signore. Quando noi vogliamo veramente nel cammino della nostra esistenza recuperare la bellezza di seguire continuamente Gesù, dobbiamo, in certo qual modo, dimenticare di esistere perché la sua persona rappresenta la vera e feconda capacità di esistere. Quando sappiamo costruire l'esistenza  con questo spirito interiore, ci accorgeremmo che la vita con tutte le esperienze crocifiggenti è una vita in dialogo con l'Eterno, con l'amore inesauribile, con quella Parola che è la vita eterna.

Tutto questo percorso di vita lo stiamo veramente vivendo in questo momento celebrativo. L'eucaristia è un fascino che ricolma la nostra esistenza, è un incontro di intimità nel quale il Signore ci ricolma della sua creatività, l'eucaristia è il desiderio di una eternità che è il gusto feriale della nostra storia. Dovremmo sempre nella nostra vita, alla sera di ogni giornata, risentire la parola di Gesù: oggi la salvezza è entrata in questa casa, nella tua persona, nel mistero della tua esistenza. Quando questa esperienza si realizzasse, allora ritroveremmo la gioia di vivere quello che Paolo ci ha suggerito nella lettera ai cristiani di Tessalonica: oggi il Signore è nella nostra vita, e questo Gesù oggi soprattutto nel grande incontro sacramentale diventa un luogo di continua trasfigurazione. Tante volte la vita può diventare una pesantezza, ma perché il cuore è stanco. Quando il cuore è caldo e innamorato, la fantasia del cuore fa gustare la bellezza di appartenere al Signore.

Viviamo nella celebrazione dell' eucaristia questo grande mistero per ritrovare la bellezza di una presenza che ci attira ogni giorno, e questo è solo l'inizio di quella attrazione gloriosa che sarà il paradiso quando il Signore ci attirerà nel canto per tutta l'eternità beata. Chiediamo allo Spirito Santo che ci dia questa "pazzia spirituale" per poter veramente gustare la soavità dell'essere attirati da Gesù che è la nostra forza, la nostra speranza, il nostro coraggio nelle tribolazioni storiche della vita quotidiana.
 
 
 
 
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