OMELIA
La
bellezza d'essere discepoli è assumere progressivamente la sensibilità del Maestro
per poterlo sempre più conoscere e il contesto nel quale oggi siamo chiamati a
conoscere Gesù è entrare nella sua preghiera.
Secondo
un principio, molto importante, l'uomo prega così come vive e lo stile della
sua vita diventa preghiera. Entrando nella personalità di Gesù in preghiera
cogliamo alcuni aspetti della sua personalità nella quale anche noi siamo
chiamati a entrare. L'aspetto fondamentale è il rapporto che Gesù ha con il Padre,
la preghiera di Gesù rivela a tutti noi il meraviglioso rapporto che esiste tra
Gesù e il Padre.
La
bellezza della preghiera è entrare nel mistero di Dio. Gesù è così in ascolto
del Padre, è così in accoglienza del Padre che quello che egli desidera è
quello che desidera il Padre. Qui abbiamo un ribaltamento rispetto a una
mentalità che possiamo avere e nella quale possiamo cadere. Spesso il criterio
della nostra preghiera è chiedere, ma la bellezza della preghiera è entrare nel
mistero, in una intensa esperienza di silenzio, di accoglienza, attraverso
un'esperienza nella quale siamo affascinati dalla presenza del Maestro. L'uomo
incomincia a pregare nel silenzio del cuore. Ecco perché Gesù facendoci entrare
nella sua preghiera ci insegna a entrare nella feconda libertà di Dio.
L'uomo
orante è la libertà di Dio in persona.
Quando
l'uomo contempla Gesù, vede Gesù che nell'itinerario della sua vita non ha come
sue scelte ciò che gli accade nella sua storia, ma il criterio è il Padre.
Infatti nasce in noi una grossa domanda: noi desideriamo le cose che ci dona
Dio o desideriamo Dio principio di tutto?
Noi
ci accorgiamo che Gesù in quell'atteggiamento orante è tutto nel Padre: "Così
o Padre a te è piaciuto". Quando cogliamo questa meravigliosa verità ci
accorgiamo che tutta la storia di Gesù espressa in questa preghiera è la sua
docilità all'oggi misterioso del Padre. Quando il cristiano va a pregare non
deve pensare a quello che dirà, ma ha il vero atteggiamento di Gesù:
"parla o Signore che il tuo servo ti ascolta".
Gesù
ha sempre ascoltato il Padre e ha fatto del Padre il senso portante della sua
esistenza. In questa ottica, quando scaturisce una profonda relazionalità con
Dio, tale relazionalità non è più determinata dagli avvenimenti della vita, ma
dall'essere in atteggiamento sereno e accogliente. La reciprocità è più importante
degli avvenimenti, perché la reciprocità è la bellezza della vita. Ecco un
primo aspetto che noi cogliamo nella preghiera di Gesù e nel quale siamo
chiamati ad entrare perché se vogliamo conoscere Gesù e avvertire il mistero
all'interno del Maestro dobbiamo entrare nella vita del Maestro. Questo ci
aiuta a comprendere la seconda parte del Vangelo: "venite a me". Gesù
ci attira a sé.
La
fecondità delle nostre preghiere è il coraggio di lasciarci inserire nella
personalità stessa di Gesù. L'orante della nostra vita è Gesù in persona, ma
quando preghiamo non siamo noi che preghiamo, ma è il Cristo in noi che è
l'orante; anzi, più imitiamo il Cristo più entriamo nella sua personalità, più
ci accorgiamo che egli è colui che suggerisce ad ognuno di noi a come
relazionarci con il Padre. Qualche volta dimentichiamo questa meravigliosa
realtà: inseriti in Gesù, Gesù in noi prega il Padre e poiché Gesù in noi prega
il Padre, Gesù ci insegna a gustare la libertà del Padre nella nostra
esistenza. Il cristiano andando alla scuola di Gesù impara una bellissima
verità: la libertà del Padre è la cosa più importante della vita, gustare la
libertà di Dio che guida i nostri passi, che ci suggerisce le intenzionalità
del cuore e che è il compimento della nostra esistenza… Allora "venite a
me voi tutti e io vi darò ristoro", "imparate da me".
Quando
entriamo nel mistero di Gesù e lentamente impariamo a conoscerlo ci accorgiamo
come la nostra esistenza in lui, lentamente, cambia perché ci accorgiamo che la
nostra esistenza diventa la sua libertà. Allora comunque le cose vadano, l'uomo
come Gesù dice: "Ti rendo lode Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli".
Il
saggio, secondo gli uomini, vuole capire; il piccolo, secondo il Vangelo, è in
stato di accoglienza.
Quando
l'uomo entra in questa esperienza di accoglienza tutta la sua vita diventa
"io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo della terra" perché
l'esistenza diventa sostanzialmente un grande capolavoro di grazia. Pregare è
restituire a Dio, con tutta la ricchezza della nostra personalità, quello che
Dio ci regala, semina in noi e diventa il senso portante della vita quotidiana.
Ecco perché il cristiano quando entra nella preghiera di Gesù conosce Gesù e
conosce se stesso. La bellezza che sperimentiamo nel cammino orante con Gesù è
di giungere a contemplare il volto del Padre che rappresenta il vero gaudio del
cuore credente.
Se
dovessimo chiederci per un momento quale sia la finalità della nostra vita, dovremmo
chiaramente affermare: è la gustazione eterna del volto di Dio Padre, il volto
della fonte della vita, il volto di colui nel quale costruire ogni frammento di
storia. In questa eucaristia cerchiamo di fare questa meravigliosa preghiera.
Non per niente, questa preghiera che Gesù rivolge al Padre è una meravigliosa
preghiera eucaristica.
Noi
tutti bramiamo la bellezza della nostra esistenza quotidiana e la scopriamo
ogni giorno in questa animazione spirituale: in Gesù contempliamo le meraviglie
del Padre, e quando l'uomo, nella preghiera, entra nella contemplazione delle
meraviglie del Padre, in quel momento ha l’armonia anche di chiedere, ma di
chiedere nell'oggi della libertà di Dio. Perciò questa eucaristia viviamola
proprio rendendo grazie al Signore che nella sua libertà ci rende uomini
veramente liberi di modo che la nostra preghiera non sia una rincorsa di
formule, ma il cuore che si affida al Signore in una grande libertà per cantare
la gioia di appartenergli. Questo vogliamo celebrare in questa eucaristia per
camminare nella serenità del cuore e tornarcene a casa, certi che risorti in
Gesù e nella libertà del Padre, potremo regalare ai fratelli la gioia e la
bellezza della vita. Questa fede, questo fascino, questa attrazione a Gesù divengano
veramente il criterio portante della nostra esistenza per essere solo luce di
speranza per tutti fratelli.
Nel
Padre contempliamo e rendiamo grazie, con il Cristo entriamo in rapporto con
l'ineffabilità divina e con ogni fratello ci sentiamo rigenerati per seminare
luce in ogni oscurità della storia.
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