OMELIA
Gesù,
attraverso le parabole, racconta la sua storia e, nello stesso tempo, narra la
nostra esistenza poiché la bellezza della vita di un discepolo è essere
l'incarnazione del Maestro ed allora intuiamo nella parabola tutta la sintesi
della vita di Gesù e di ciascuno di noi.
Dio,
il Padre, nel Verbo che si è incarnato ci ha offerto il dono più prezioso
perché divenissimo sua immagine e in questo meraviglioso progetto Gesù si è
fatto uomo perché noi godessimo in pienezza della nostra umanità. È il
meraviglioso progetto che dobbiamo sempre avere davanti al nostro sguardo: noi siamo, in Gesù, sempre buon grano.
È
una verità che tante volte trascuriamo e cadiamo, inevitabilmente, in una
condizione di pessimismo; contemplando Gesù che è il grano, il buon grano, Colui
che è entrato nella nostra storia per darci la pienezza della nostra umanità,
accogliamo una grande speranza: nel progetto del Padre noi siamo dei
capolavori.
Ma
nell'evento dell'incarnazione Gesù si è scontrato con il peccato: ecco la
zizzania! E l'esistenza di Gesù è stata un continuo conflitto tra l'essere in
comunione con il Padre ed essere nello stesso tempo in conflittualità con il
nemico, ma nel momento in cui Gesù è stato pienamente e incondizionatamente nel
Padre ha portato l'umanità alla sua destinazione originale: nell'evento della
risurrezione l'uomo è ritornato ad essere luminoso e autentico secondo il
progetto del Padre. Leggendo la parabola ci accorgiamo che nella storia
dell'uomo sussiste il peccato, e per non essere schiacciati dalla esigenza del
feriale, dobbiamo sempre avere lo sguardo rivolto a Gesù per ritrovare nella
persona e nella storia di Gesù la nostra speranza. La presenza della zizzania
nella storia dell'uomo non deve mai deprimerci. Spesse volte noi siamo
catturati dalla negatività che è presente in noi e che rappresenta gli ambienti
nei quali viviamo e, davanti alla negatività che è presente nel nostro vissuto,
possiamo facilmente cadere in un pessimismo esistenziale. Dovremmo sempre avere
lo sguardo a Gesù e recepire una meravigliosa verità di fede: Gesù ha vinto il
maligno, l'ha schiacciato, per cui con lo sguardo rivolto a Gesù, sappiamo
d'essere in lui persone non sole e chiuse, ma redente e aperte alla bellezza
della vita. In Gesù cantiamo la vocazione a cantare il mondo nuovo.
È
molto bello come l'apostolo Paolo abbia ben sintetizzato nel brano che abbiamo
ascoltato la grandezza della nostra esistenza perché lo Spirito che è in noi, che
geme, è lo Spirito che vuole che in noi si realizzi quel meraviglioso e
misterioso progetto che il Padre dall'eternità ha pensato e cioè che i giusti
risplendano eternamente nella gloria futura. Questa esperienza di gloria futura
è già in noi presente, noi siamo già, pur nelle conflittualità e nei fallimenti
esistenziali, nella vita eternità beata, poiché abitiamo stabilmente in Gesù. Il
dramma della nostra storia è di essere catturati troppo dal negativo e una
simile condizione ci tarpa le ali e ci impedisce di sognare con purezza di
cuore.
In
noi nasce di conseguenza uno stimolante interrogativo: qual è la vera speranza
nel quotidiano cammino nella storia? La risposta sta nel ritrovare la capacità di
riscoprire dentro di noi la positività. Il Signore risorto, nelle
conflittualità dell'esistenza, ci dice continuamente “Io sono con te!” “Io ho
vinto il maligno!” “Io sono il datore di quello Spirito che in te vive, combatte,
genera coraggio, forza e speranza!”
Dovremmo
imparare nell'esistenza a riscoprire la meraviglia che è ciascuno di noi!
Non
dobbiamo costruire l'esistenza con la paura del negativo perché quando l'uomo
costruisce l'esistenza con la paura del negativo, il negativo, che toglie il
respiro e impedisce di sognare nel feriale, lo fa cadere nel pessimismo, gli
impedisce di librare in quella fantasia che è la bellezza della fede. La
bellezza del cristiano è contemplare Gesù vincitore della morte e sognare. Nel
momento in cui si sogna, l'uomo avverte una vitalità interiore che gli
impedisce di rimanere chiuso nei propri limiti e si ritrova nella fecondità di potersi
librare in questa atmosfera meravigliosa che è la speranza nelle oscurità
quotidiane. Un simile percorso diventa veramente possibile quando, guidati
dallo Spirito, riusciamo a cogliere il Mistero che sta operando nella nostra
vita: vediamo Gesù in dialogo con il Padre per dare vitalità a essere uomini a
sua immagine e somiglianza.
Ogni
nostro respiro è il Padre che parla con il Figlio creandoci nello Spirito Santo
e, quando riusciamo ad avvertire questa ricchezza, avremo sì la lotta della
storia, della zizzania, ma dentro di noi, pur sentendo l'uomo vecchio, pur
sentendo una storia negativa attorno a noi, tuttavia, c'è un respiro creativo
di Dio che ci dice continuamente che siamo il luogo in cui il Padre e il Figlio
e lo Spirito Santo sono meravigliosi, realizzando progressivamente quella
liberazione spirituale che non è altro che la conversione evangelica.
Gesù
stamattina ci ha detto che la zizzania è stata sconfitta.
Il
rimando al giudizio-incontro finale nella gloria non è altro che lo stimolo a
proiettarci in avanti. Se sappiamo leggere in positivo anche le nostre povertà
quotidiane, cresciamo nel gusto della divina presenza perché nelle oscurità
della vita possiamo riscoprire che lui, il Signore, è favolosamente attivo in
noi, anche se non ce ne accorgiamo perché Gesù ci accoglie ogni giorno come
regalo del Padre, e Gesù ha vinto il mondo. Ricordiamo sempre le belle
espressioni che Giovanni ci ha regalato nella preghiera sacerdotale nel momento
in cui stava tornando al Padre.
Gesù
così pregava il Padre: “Io prego per loro; non prego per il mondo ma per coloro
che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono
mie, ed io mi sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece
sono nel mondo ed io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome quelli
che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.".
Se
entrassimo in questa parola di Gesù, scopriremmo che, pur con tutte le
negatività, Gesù ci ha assicurato nella preghiera con il Padre che siamo
custoditi nell'amore del Padre.
Abbiamo
questa visione positiva nella nostra esistenza, non lasciamoci prendere né dal
peccato che è in noi, né dal peccato che è fuori di noi, né dal buio oscuro del
futuro.
“Oggi”
Gesù ci rende “buon grano” e ci dà quell'energia di cui ha parlato il testo
sapienziale che ci dà la certezza che non saremo mai delusi. Gustiamo questa
parola della fede per ritrovare l'energia di camminare con fiducia, imparando
ad avere una particolare ottica esistenziale: nella fede abbiamo delle lenti
che fanno soprattutto passare il positivo, mettiamo questi lenti speciali per
vedere solo il positivo, poiché normalmente lo smog dell'esistenza ci dà tutto
il negativo. Allora ci accorgeremo che l'esistenza è un divenire meraviglioso
nelle mani di Dio.
Gesù
ci ha riuniti questa mattina per dirci che lui è in noi ed è con noi e agisce
per noi e allora la bellezza dell'eucarestia è ritrovare la positività della
nostra vita perché l'eucaristia non è per le persone buone, ma l'eucaristia è
la fiducia di Dio per ogni uomo. Entriamo in questo orizzonte, e se questa
mattina Gesù, nonostante noi, ha fiducia di noi, in questa fiducia divino-umana
entriamo nella settimana con tanta speranza.
Allora ci accorgeremo che avremo sì lo smog interiore ed esteriore, ma
c'è un'aria dello Spirito Santo che ci fa respirare la bellezza della vita e ci
dà la capacità di camminare con coraggio nonostante tutti i limiti del
quotidiano in attesa di quell'incontro quando, per sempre, saremo nella
luminosità divina che avvolgerà le nostre persone in un canto inesauribile che
è il paradiso.
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